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Autore: ladyzaphira    08/09/2014    1 recensioni
*Completa*
L'universo è quello del 2012, ma l'atmosfera è quella cupa di SAINW:
Dopo un'ultima missione che è costata a Leonardo la vista, lui e Raphael scoprono di amarsi, e si dichiarano una notte, tuttavia la loro felicità è destinata a durare poco, poichè una serie di tragici eventi segneranno la loro storia e quella della loro famiglia ...
Per scrivere questa storia mi sono ispirata ad una cansone della Disney:"Vedo con gli occhi tuoi" della "La spada magica, alla ricerca di camelot"
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Leonardo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Violenza
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P.O.V Raph ... 

E’ crudele come la vita, nel momento in cui credi di non poter essere più felice, improvvisamente ti strappi tutto via.

Pezzo dopo pezzo …

Era passato appena un mese da quando io e Leo ci eravamo dichiarati, facendo l’amore nel nostro rifugio segreto.                                                            
Eravamo finalmente felici. 
Ma se da una parte volevamo condividere la nostra gioia con il resto della famiglia, dall’altro avevamo il coraggio rivelarlo.

Troppa era la paura che non potessero accettarlo, soprattutto il sensei, e che potessero cercare di impedire la nostra relazione.

Per questo non raccontammo nulla …                                                    
… finché le cose non andarono a rotoli.

Donatello, Donnie, il nostro amato fratellino … era scomparso.                           

Così, all’improvviso; era uscito dalla tana da solo come faceva di solito quando andava alla ricerca di componenti elettronici e, semplicemente non fece più ritorno.
Svanito, sparito nel nulla, senza lasciare traccia. 

Non avevamo idea di dove fosse, ne se fosse ancora vivo.   

Passava il tempo; la sua scomparsa aveva gettato un’ombra scura sulla nostra famiglia, la quale stava lentamente sgretolandosi: Da una parte io e Leo che, come ho già detto eravamo una coppia anche se non lo sapeva ancora nessuno, dall’altra Mikey e il maestro.
Ma le cose dovevano ancora peggiorare … e precipitarono completamente una settimana fa. 

Il giorno in cui io, i miei fratelli e il maestro affrontammo nuovamente quel bastardo Shredder e i suoi sgherri.                       
Quel giorno segnò la fine della nostra famiglia.                                       

Non lo avrei mai immaginato, ma senza Donnie la nostra squadra non funzionava più.

“Evidentemente ci serviva quella sua testaccia dura” aveva detto Mikey cupamente, senza alcuna nota di allegria.

Quanto aveva ragione!! …                                                              

Senza Donnie la battaglia durò poco o niente.                                     
Eravamo demoralizzati, persi, nemmeno il maestro Splinter combatteva con la stessa forza di prima; ma d’altronde come poteva?! Aveva già perso Karai, sua figlia per ben due volte, perdere anche uno dei suoi figli, così, all’improvviso era stato troppo per lui.

Non resistemmo, e … e dopo Donnie, quella notte perdemmo anche il maestro Splinter.

Non ricordo nemmeno cosa accadde esattamente; quando ci ripenso vedo solo l’immagine del maestro cadere in una pozza di sangue, trafitto dalle lame di Shredder, e Leo che ci urla di ritirarci.

“Perché lo hai lasciato morire!!??” ruggii contro Leo, il quale rimase impassibile davanti a me, gli occhi ceci lucidi e socchiusi che, nonostante vagassero nel buio, sembrava che sapessero esattamente dove trovarmi.

“Non potevamo fare altrimenti Raph” mi rispose trattenendosi dal piangere “Se fossimo rimasti saremmo morti anche noi”

“No!!” replicai con rabbia crescente “Avremmo potuto salvarlo!!”

“Sai bene che non è così, ho dovuto fare una scelta terribile lo so …” mormorò Leonardo 

“Ma era l’unica possibilità!! Dovevo salvare ciò che restava della nostra famiglia e so che è quello che Splinter avrebbe voluto, ti prego Raph … !!”                         

Cercò di avvicinarsi a me, di prendermi la mano nel tentativo di confortarmi ma non glielo permisi e mi allontanai.

“Non mi toccare!!” sibilai. 

Mi diressi a grandi falcate verso l’uscita del rifugio.

“Dove vai?!” domandò Leo tristemente abbassando il capo.                                  

Ma non fece nulla per fermarmi.

“Ovunque è meglio di qui!!” replicai.

Tornai circa tre o quattro ore più tardi, ubriaco come una spugna; ero talmente addolorato, talmente furioso e talmente fatto dall’alcol che … che … non so nemmeno cosa diavolo mi fosse preso.

Tutto ciò che sapevo era che avevo bisogno di sfogare le mie frustrazioni, in un modo o nell’altro, e che … Leo ne era la causa.

Lo cercai per tutta la tana finché non lo trovai nel dojo, seduto sul tatami a gambe incrociate; non sapevo se stesse meditando o meno e sinceramente in quel momento nemmeno mi importava.

Lentamente chiusi la porta del dojo dietro di me.

Non sapevo se Leo si fosse già accorto della mia presenza ma fu solo quando sentì il “Clanck” della porta che si chiudeva che girò la testa verso di me.

“R-Raph …?!” sussurrò appena.

La sua voce trapelava paura, molta paura.                                              

Lo vidi portarsi una mano verso il naso con un’espressione scioccata. 
In qualche modo doveva aver sentito (In quel caso odorato) che avevo bevuto, e parecchio anche, perché poi si alzò subito in piedi, di scatto.

… Per ciò che accadde dopo me ne sarei pentito per tutta la vita …

“Raph …” mormorò Leo impaurito “Hai … hai bevuto …?” domandò esitante, nonostante conoscesse già la risposta.

“E se anche fosse?” replicai io sorridendo malignamente mentre avanzavo verso di lui “Non sono affari che ti riguardano”

A quella frase la sua espressione seppur tremolante, si indurì “… Tutto ciò che ti riguarda sono affari miei” ebbe il coraggio di replicare.

A quel punto non ci vidi più.

Prima che potesse realizzare cosa stava accadendo gli ero già addosso.           
Lo sbattei violentemente a terra, intrappolandolo sotto di me con tutta la mia forza e il mio peso; gli bloccai entrambi i polsi con le mani sopra la testa mentre spinsi ginocchio tra le sue gambe, costringendolo ad allargarle. 

Leo sgranò gli occhi sbattendo più volte le palpebre, incredulo, avendo compreso le mie intenzioni; tuttavia … non reagì.                                                    

Per un’istante rimasi sorpreso del fatto che non stesse facendo nulla per cercare di liberarsi, ma la sensazione passò in fretta … e … e …     

Lo violentai, lo violentai sul pavimento di quel maledetto dojo.

Leo continuò a non fare nulla, nemmeno urlò quando lo penetrai con una brutalità tale da farlo sanguinare … non emise un fiato, tranne qualche piccolo grugnito e sospiro di dolore ogni tanto, accompagnati da poche lacrime lungo le guance.

Non combatté, ne gridò, e anzi!! Anziché divincolarsi, cercò di rilassarsi il più possibile, forse per sentire meno dolore … e pianse solo in silenzio … per tutto il tempo, finché non venni dentro di lui.

Non capii il motivo dalla sua passività, ma era come se in qualche modo lui avesse capito che, in un certo senso, non era colpa mia.                                         
Che non gli avrei mai fatto del male di proposito. 

Quando finalmente mi fui sfogato, la nebbia della rabbia e dell’alcol che mi accerchiava il cervello si diradò, finché …

“CHE COSA GLI HAI FATTO?!” urlò una voce furiosa alle mie spalle.

Mi voltai, era Mikey.

Mikey, l’unico fratellino che mi era rimasto, era lì, sulla soglia del dojo. Mi fissava orripilato e furioso.

Inizialmente non fui in grado di dire nulla, semplicemente mi alzai in piedi.        
Fu in quel momento che realizzai ciò che era accaduto, indietreggiai, sconvolto da ciò che avevo fatto. E con la lucidità arrivarono anche il rimorso e l’odio verso me stesso per tutto questo.

Senza dire nulla mi voltai e cominciai a correre.

“M-Mi dispiace … cazzo!! Mi dispiace!!” gridai senza avere il coraggio di guardarlo.

Scappai via, passando vicino a Mikey, il quale era talmente sconvolto da ciò che aveva visto che non fece in tempo a fermarmi.

Leonardo non si era ancora nemmeno mosso dal pavimento, il viso volto verso la mia direzione “Raph no …” tremava, piangente “Ti prego … non andare …” 

.........................


Terzo cappy!!
Povera famiglia Hamato!! ç_ç ma d'altronde nell'universo SAINW è così che deve andare ...
  
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