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Autore: Athalahild    10/09/2014    2 recensioni
Mira è una fata e Dagney un'umana,vivono nello stesso mondo ma è come se fossero separate da una barriera invisibile. Le fate conoscono gli umani ma li fuggono e si celano alla loro vista e la maggior parte degli umani non sanno dell'esistenza delle fate,mentre i restanti fingono persino con loro stessi che esse non esistano. Ma Mira e Dagney,pur non sapendo di preciso chi sia "l'altra", si sono percepite fra di loro fin da quando sono al mondo,a volte più,altre meno e con il tempo hanno iniziato a credere che ciò che sentivano era solo una parte sconosciuta del proprio io.Nessuna idea sarebbe potuta essere più vera perché anche se non lo sanno ognuna di loro è parte di una sola anima e contro ogni aspettativa si riuniranno e saranno costrette a fare ciò che nessuno ha mai avuto il coraggio di compiere. Arrivare nelle terre cadute sotto il potere di Morrigan,la regina degli incubi,per liberare gli uomini e le donne catturati e fatti schiavi,dove c'è anche la madre di Dagney. E presto scopriranno che l'origine della loro anima è più oscura di quanto non credessero.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Non appena essa venne al mondo sua madre Elwyn capì subito che sarebbe stata diversa da tutti i bambini che mai sono nati e che mai nasceranno.
Infatti invece di piangere,urlare e disperarsi era nata nel più completo silenzio,teneva gli occhi chiusi e tremava così tanto che nonostante non avesse nessun modo per comunicare come si sentisse,chiunque,anche la persona più insensibile,avrebbe capito immediatamente il suo enorme terrore.
Il totale silenzio però spavento la donna che aveva aiutato Elwyn a partorire.

La signora in questione si chiamava Idelle,aveva avuto quattro figli e quando Elwyn era sbucata un giorno dal nulla con una gravidanza in stato avanzato si era subito offerta di aiutarla.
Da quel poco che la giovane donna aveva detto su dove venisse, Idelle e gli altri del paese avevano capito che doveva aver gironzolato in piccoli e grandi centri abitati da sola per mesi ma da dove fosse partita forse neanche lei lo sapeva.
Questo aveva convinto Idelle che in condizioni normali avrebbe potuto benissimo anche cavarsela da sola,perché altrimenti non sarebbe sopravvissuta tutto quel tempo,ma ora che aspettava un bambino e non c’era nessuno che si prendesse cura di lei o le dicesse cosa avrebbe dovuto fare “quel” giorno sapeva che la donna non ce l’avrebbe fatta senza l’aiuto di qualcuno,né lei né il bambino che stava aspettando o meglio,come avrebbero scoperto dopo il parto, la bambina che stava aspettando.

Ora la bimba era appena nata ma non piangeva…non faceva nulla oltre a tremare.
Idelle pensò che non fosse affatto una buona cosa. “Tutti i bambini piangono all’inizio,i miei lo hanno fatto e l’ho fatto io quando sono nata e tutti gli altri come me…” pensò “Tutti quelli sani”.
E si perché per lei se la bambina non piangeva allora qualcosa non andava e Idelle non sapeva come dirlo alla madre che si stava riprendendo dallo sforzo appena compiuto.
Intanto però era certa che Elwyn avrebbe voluto vedere la sua bambina e gliela sistemò sul petto così che il piccolo orecchio della bimba si trovasse sul cuore di lei.
Allora la piccola si fermò,la paura l’abbandonò completamente e volgendo il viso verso quello di sua madre fece il più bel sorriso che si possa immaginare e con esso la sua prima risata.
Un suono dolce,assolutamente puro.
Proprio come la piccola creatura che avrebbe generato.
Quella risata volo nell’aria,e continuò a risuonare fino ad arrivare nel centro della terra e contemporaneamente al di fuori di essa.

E in un posto assai lontano da dove era partita generò un piccolo soffio e come se si condensasse divenne una creaturina non più grande di un pollice,aveva capelli mossi,castano chiaro che terminavano in uno sfavillante color oro,due lunghissime orecchie a punta e due alucce color lilla su cui sopra c’erano come mille ghirigori e ricami d’argento. Erano assolutamente bellissime e quando sarebbe cresciuta lo sarebbero state ancora di più.
Una fata era appena nata.

Quando una nuova fata sta per nascere tutte le altre lo sentono,ma solo quelle vicino al posto preciso dove la giovane vita si trova riescono ad avvertirne chiaramente la nascita ed allora iniziano a cercare la nuova venuta.

E fu così che sotto un grande fungo un gruppetto di fate trovò la piccola,una di loro le si avvicino,la prese in braccio e l’avvolse in una leggera copertina ricavata da una tela di ragno che aveva fabbricato proprio qualche giorno prima sapendo dell’evento che si stava avvicinando.
Poi senza sapere perché sentì nel suo cuore che quella fatina avrebbe dovuto chiamarsi Mira.
Allora la chiamo e lei come se avesse capito aprì i suoi splendidi occhi,erano chiarissimi e color del ghiaccio ed erano unici perché dello stesso identico colore,quando ogni fata ha gli occhi di colore diverso fra di loro.

E nello stesso identico momento anche la bambina che le aveva dato la vita aprì gli occhi rivelandone il colore,del tutto uguale a quello di Mira.
“Come la chiamerai?” disse Idelle.
Una sola parola di risposta.
“Dagney”.
   
 
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