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Autore: Nyssa    28/09/2008    11 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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-          Svelto, svelto, vieni a sederti! – Hestia fece rapidamente segno a Jack di andare a sistemarsi poco prima che le classi facessero il loro ingresso.

Tutti gli studenti di Hogwarts riuniti anticipatamente in Sala Grande per la cena erano in piedi ai loro posti, le mani lungo i fianchi e lo sguardo alto e curioso per cercare di sbirciare i nuovi arrivati che presto avrebbero fatto il loro ingresso.

Sotto la pedana dei professori, messo per orizzontale, era comparso un nuovo tavolo con sedie e piatti in ordine, tutto perfetto.

A capotavola di ciascuna delle tavolate delle Case, invece, i Caposcuola facevano bella mostra di loro nella divisa pulita e appena stirata.

Gardis era stata chiamata a sostituire Cartrett anche in quella occasione mentre una timida Prefetto di Tassorosso, l’unica che al momento non fosse affetta da peste bubbonica, aviaria, SARS e qualsiasi altra malattia che aveva decimato la scuola, era a tormentarsi il bottone della camicia in attesa dell’ingresso degli stranieri.

Ai due lati del nuovo tavolo erano sistemati dei tavolini più piccoli, quadrati, che avrebbero ospitato i ragazzi delle altre scuole europee.

-          So che state aspettando questo momento da molto – iniziò Silente cerimonioso in un vestito di velluto color caramello e cappello a punta in tinta.

La McGranitt, in un damasco verde bosco si aggiustò la gonna a pieghe ed Evangeline sistemò il grosso fiocco, rigorosamente nero, che spiccava tra i suoi capelli biondi e ondulati strappando un sospiro a qualcuno degli studenti.

-          Anche per loro deve essere stato così, quindi cominciamo subito – aggiunse il preside con un sorrisetto. – Prego, un applauso agli studenti della scuola di magia di Beauxbatons: Bérenger Richard e France Dupont… accompagnati dalla professoressa di Incantesimi, mademoiselle Gabrielle Delacour

Un applauso di circostanza accolse i due studenti nella perfetta blusa color cielo, gonna per la ragazza e pantaloni per lui, il tutto rigorosamente blu. I due marciarono alla perfezione fino alla pedana dei prof, Gabrielle salutò appena con un’occhiata Jeff, Hestia, Jack e Lillis nei rispettivi tavoli e poi andò a stringere la mano al preside e, via via, a tutti i professori.

-          E’ da molto che non vieni più a Hogwarts – le disse Silente cordiale sorridendole

-          L’ultima volta è bastata per un bel po’… - ricordò lei rammentando il Torneo TreMaghi e quando Harry l’aveva praticamente salvata

-          Spero che vi troverete bene qui – aggiunse la McGranitt da brava padrona di casa

I due studenti le rivolsero un sorriso di circostanza e s’inchinarono appena con la testa, poi presero posto nel tavolo a sinistra.

-          Passiamo ora alla scuola di magia di Drunstrang e i suoi studenti: Margaretha Zeller e Fjodor Andreevič accompagnati dal professore di Volo, Herr Viktor Krum

Un altro applauso mentre una ragazza dai capelli chiari raccolti in trecce e un ragazzo dai lineamenti finissimi come quelli di una bambola facevano il loro ingresso accompagnati dal corpulento professore.

Pesci piccoli rispetto a ciò che volevano davvero vedere.

Si ripeté la scena di poco prima dei francesi mentre i prof si prodigavano in benvenuti e bentornati ai nuovi giunti.

-          Continuiamo con la Sede Separata di Cantarena – aggiunse l’anziano mago: l’esimio professore Cornelio DeMagistris e i due studenti: Damiano Nirano-Meyer e Daniele Baccino.

Altri applausi, altri saluti ed altre strette di mano.

-          Ed ora – continuò con un sorriso il professore – permettete di presentarvi gli ospiti d’onore della nostra scuola: la classe 3A del corso superiore dell’Istituto di Magie ed Arti Orientali MahoRa accompagnati dal professore responsabile del progetto, Takamichi Takahata, insegnante di Teoria della Magia, dall’insegnante di Magia Orientale Albireo Imma, dall’insegnante di spada, la signorina Sunako Nakahara, dal professore di educazione fisica Kotaro Inugami e dal professore di Magia Occidentale Negi Springfield… il professor Negi ha anche avuto la fortuna di diplomarsi proprio nel nostro istituto qualche anno fa

Aggiunse a beneficio degli studenti mentre, dalla porta, facevano il loro ingresso trenta studentesse in ordine compatto con gonna a quadri, camicia bianca e giacchetta bordeaux. Le ragazze, di aspetto assortito e altezza altrettanto varia, si sistemarono in un’unica fila con la schiena rivolta alle tavolate

-          Inchino! – urlò una bella donna in kimono con lunghi capelli neri e il viso ovale perfetto, una autentica yamato nadeshiko, la perfetta donna giapponese che reggeva tra le mani una katana rinfoderata. Quando la punta dell’arma colpi appena il pavimento trenta teste e schiene si abbassarono, dopodiché, quando questa si sollevò, le ragazze si voltarono dall’altra parte, verso gli studenti e fecero altrettanto.

-          Quante sono… commentò Jeff scorrendo una ad una

-          Noi non sapremmo mai fare una cosa del genere… - aggiunse Hestia che sospirava, mettere ordine a Hogwarts era come portare ordine all’inferno: un’opera impossibile.

-          Sembra che la prof Evangeline conosca il professore responsabile – fece notare Jack indicando appena la bionda e l’insegnante che si scrutavano, l’una un po’ accigliata, l’altro sorridente.

-          Negi, da quanto tempo! – Silente e la McGranitt si protesero verso il giovane mago, all’apparenza ventenne che stava di fronte a loro in un completo giacca e cravatta che sembrava appena uscito di sartoria, il classico tweed costoso che ogni inglese sogna di portare, almeno una volta nella vita – chi l’avrebbe mai detto che saresti diventato il più giovane professore della storia della magia?

-          È merito del MahoRa dove sono andato a insegnare – aggiunse il giovane

-          Il professore sembra carino – fece notare Karen, - doveva essere proprio un secchione

-          Mi sembrano tutti carini – sottolineò la piccola Potter – hai visto il prof di ginnastica? Secondo te quelle orecchie sono vere?

Kotaro Inugami, professore di educazione fisica sfoggiava, infatti, un paio di orecchie da lupo sulla testa particolarmente vistose; a occhio doveva avere pressappoco la stessa età del professor Negi.

-          Anche la professoressa non è da buttare – questo era Jack che indicava la bella donna col kimono bianco ornato da disegni a glicini e la complicata acconciatura.

-          Vorresti che la Cooman o la Sprite fossero come lei! – celiò il rosso dandogli un pizzicotto

-          E adesso… il responsabile del progetto che ha permesso tutto questo, il signor Blaise Zabini della sezione rapporti diplomatici

Blaise si guardò attorno prima di entrare: i suoi due pupilli schierati come caposcuola ai capi dei loro tavoli, due teste bionde due caratteri attaccabrighe… Leonard era l’esatta fotocopia di Draco e Gardis… Gardis assomigliava fin troppo ad entrambi i genitori per la pace di quel pianeta…

Fece il suo ingresso trionfale, erano passati anni da quando le studentesse di Hogwarts svenivano alla sua presenza, ma era il caso di rinfocolare un pochino quella leggenda e infatti quando gli occhi blu saettarono da Serpeverde a Tassorosso a Corvonero e a Grifondoro ci fu un tripudio di cuori infranti e giovani donzelle che si dissero incondizionatamente innamorate dell’affascinante membro del Ministero, di certo il corso di Auror dei prossimi anni avrebbe avuto un’impennata di iscrizioni.

Silente gli sorrise e strinse la mano; Blaise salutò Piton e la Sprite e poi si rivolse alle due professoresse straniere baciando a sua volta la mano a ciascuna. Gabrielle Delacour arrossì di colpo tenendosi le guance in fiamme, la giovane giapponese, invece, parve quanto mai stupita da quell’usanza occidentale e lo guardò senza capire mentre Negi le si faceva accanto e le spiegava qualcosa in una lingua complicata. Dopodichè lei sorrise.

Gardis scosse la testa disperata puntandosi due dita alla fronte: bang!

Leonard pareva a disagio quanto lei, Blaise riusciva sempre a tirare fuori il suo lato da dongiovanni, che cos’era in confronto Suoh Tamaki?

-          Pensi che ci sia una storia tra il professor Imma e la professoressa Nakahara? – sussurrò piano Hestia a Karen

-          Boh…

Ad un cenno della prof, comunque, le studentesse presero posto al loro tavolo.

-          Che il banchetto cominci! – dichiarò il preside mentre tutti i professori, anche quelli stranieri, si accomodavano al tavolo rialzato e polli e tacchini, manzo e sufflè facevano la loro comparsa assieme a quiche e polpettoni, gulash e tante altre portate assortite.

E mentre tutti mangiavano gli studenti dei vari paesi si scambiavano occhiate stralunate, curiosi a vedere come mangiassero.

Le studentesse giapponesi si davano da fare con lunghi bacchettini di bambù tra le dita e riuscivano anche ad acchiappare gli sfuggenti spaghettini che Dishman aveva inserito nel menu a tradimento.

Kitt era diventato matto quando li aveva scorti in mezzo a tutte le altre pietanze e Gardis, dal suo tavolo del Grifondoro era dovuta correre a calmarlo prima che cominciasse a urlare invettive contro quel cuoco rivoluzionario.

Grazie al cielo gli altri ospiti provenivano da cucine più umane e non mangiavano con cucchiai attorcigliati o cose del genere, l’unica cosa era che i ragazzi francesi si ostinavano ad acchiappare i piselli con il dorso dei rebbi della forchetta, il che doveva risultare due volte più difficile, ma contenti loro…

Gardis li guardò, quando era piccola lei e suo fratello erano stati costretti ad imparare anche quello, papà era il solito fissato con le buone maniere, ma non era il caso di mettersi a dare lezioni di galateo in mezzo a Hogwarts e Leonard pareva pensarla allo stesso modo, scartando rigorosamente la verdura dal suo piatto ricolmo di carne al sangue che piluccava appena dopo due giorni di caccia nei boschi.

Lei invece ne veniva da due giorni estenuanti di lavori che si ammassavano uno dietro l’altro e dell’assillante presenza di Hestia e Karen che si davano da fare per sceglierle il look migliore per la festa quando, al momento, pareva solo una che aveva infilato due dita nella presa di corrente.

E Jeff e Jack, come se non fosse a sufficienza, la incontravano per i corridoi e la compativano pure! Le battevano amichevolmente pacche sulle spalle chiedendole di arrivare viva al ballo o, quantomeno, di non farsi rinchiudere in un ospedale psichiatrico prima di Capodanno.

Rudiger, invece, era addirittura riuscito a far approvare da Vanessa quella stupida modifica al copione e per la prossima prova di teatro, cioè dopodomani, lei e Kitt dovevano assolutamente levare la scena del bacio!

Era proprio vero che quando c’era stata la distribuzione dei cervelli non era stata equa… come si poteva creare un essere così idiota come Vanessa Vermyl e uno così subdolo come Rudiger Greengrass? Se poi li si metteva assieme era il colmo e il peggio era che Leonard ancora non ne sapeva niente… non aveva avuto il coraggio di dirglielo… ma avrebbe trovato a ridire su tutto, sul bacio, su come lo avrebbero fatto e, certamente sul suo inesistente modo di baciare.

Considerando che la sua unica esperienza nel campo l’aveva avuta al quarto anno quando era rovinata sopra Jack dal settimo piano della biblioteca della scuola, non si poteva dire che avesse quelle chissà che arti di seduzione.

Leonard non doveva aspettarsi un bacio da pornodiva, su questo non c’erano dubbi, su, era un ragazzo abbastanza intelligente da arrivarci da solo.

E con l’umore che si ritrovava era già qualcosa se lei e Kitt non avevano ancora pianificato l’omicidio della presidentessa del Comitato Studentesco… tanto nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.

Ora che ci pensava… in quel caso non ci sarebbero dovuti essere copioni imbarazzanti e lagne varie… poteva essere un’idea…

 

*          *          *

 

-          Da questa parte, prego, - Gardis era stata retrocessa a guida turistica - vedete di prestare attenzione al percorso e, soprattutto, alle scale. Le rampe si spostano a loro piacimento, con o senza voi sopra, quindi procedete con cautela.

-         

A rispondere era stata la responsabile della classe 3A che procedeva insieme a lei e al suo gruppo, era una ragazza alta e bionda con modi raffinati che, quando i club di artistica si erano confrontati, si era presentata come la presidentessa del Club di Belle Arti.

 

Era stata una scena a dir poco esilarante: fermi in centro alla Sala Grande, il club di Artistica di Hogwarts, con in testa la bruna primogenita di Harry Potter, Hestia, e, di fronte, un nutrito gruppo di studentesse orientali del Club di Belle Arti tra cui spiccava la presidentessa e una ragazza dai capelli rossicci trattenuti da strani legacci a campanelli.

Lo scambio dei doni era stata come un’epica battaglia del ciclo arturiano, mancava solo lo squillo delle trombe e poi il valoroso re del Seggio Periglioso avrebbe potuto gettarsi nella mischia, lancia in resta accompagnato dai suoi prodi Galvano, Parsifal e Lancillotto.

 

Hestia e i suoi compagni avevano allungato alle giovani ospiti il dipinto gigante che ritraeva Hogwarts e il modellino in creata a cui la sua amica stava lavorando qualche giorno or sono.

A quel punto le straniere si erano avvicinate reggendo un parallelepipedo rifasciato che, apertolo, si era rivelato un modello in scala perfetta dell’Istituto di Magie e Arti Orientali MahoRa che sembrava imponente perfino in un innocuo plastico in sughero.

Dopo di quello la presidentessa stessa si era avvicinata al tavolo dei professori e aveva posto davanti al preside una sua raffigurazione in pregiato marmo grigio; Silente era rimasto interdetto di fronte al monumento che lo ritraeva senz’altro con cinquant’anni di meno e un sorriso da divo del cinema che avrebbe fatto invidia perfino a Blaise.

Negi e qualcuna delle ragazze si erano scambiati occhiate divertite, come se non fosse una novità che quella regalasse busti a grandezza naturale.

 

Hestia, non da meno, aveva allora porto ai professori delle altre scuole, uno per ogni istituto, gli stemmi e al responsabile della classe più numerosa, Takamichi Takahata, addirittura le quattro statuette con i fondatori.

 

Inutile dire che la guerra era seriamente aperta, nessuno dei due club avrebbe ceduto finchè non avesse dimostrato che le proprie doti artistiche erano indubbiamente migliori rispetto a quelle dell’altro. Per la verità in quel momento si trattava più di una guerra personale tra Ayaka, la rappresentate di classe dei giapponesi, ed Hestia, che sembrava presa dal demonio in persona.

Alla fine la ragazza coi codini, che si chiamava Asuna Qualcosa, aveva trascinato via la bionda di peso mentre Gardis si era prodigata affinché Jeff e Jack si riprendessero quell’invasata di loro sorella.

 

E tutto era rimasto tranquillo per il resto della serata mentre gli studenti si scambiavano vicendevolmente i regali preparati e i due Canon facevano amicizia con la rappresentate del club di giornalismo dell’altra scuola, Asakura, anche lei in simbiosi mutualistica con la sua macchina fotografica che, però, a differenza di quelle dei due biondini, era un modello giapponese digitale che scattava foto da favola senza la necessità di tutte quelle boiate della camera oscura che i due avevano allestito alla torre loro dedicata.

 

Ora, stanchi dopo il viaggio e la cena sostanziosa, gli ospiti stavano finalmente per conoscere le loro stanze.

Il bagaglio, esattamente come accadeva agli studenti che cominciavano l’anno a Hogwarts, si trovava già lassù, sistemato negli armadi e nei bauli grazie al solerte aiuto di una squadra di elfi domestici.

 

Poiché il dormitorio era stato, però, costruito in tempi differenti rispetto agli altri quattro, quando gli studenti erano meno numerosi, la sua struttura era decisamente differente e ogni studente aveva addirittura a disposizione una camera per sé con tanto di gabinetto e lavandino, la porta che si poteva chiudere a chiave e un cassettone apposito per riporre i propri averi.

 

Lei, Kitt e Leonard stavano camminando per accompagnarli mentre il Comitato di Accoglienza faceva strada a Beauxbatons, Drumstrang e Cantarena su per le scale della Torre Nord e la sostituta di Henrietta, più nervosa che mai, smistava i professori nelle stanze a loro adibite.

 

-          La colazione è servita in Sala Grande dalle sette di mattina alle dieci – cominciò Black leggendo l’elenco di informazioni di servizio di cui le straniere avevano bisogno – dopo potrete seguire alcune lezioni in comune con le classi, a seconda della vostra preparazione vi verrà assegnato un anno scolastico preciso in modo che le informazioni siano pressappoco le stesse. Poiché le aule sono relativamente piccole vi consigliamo di dividervi in gruppetti, ciascuno accompagnato da un professore

Le ragazze annuirono nella loro divisa bordeaux perfetta progettando già con chi mettersi in combriccola, dopotutto la scuola era scuola e nonostante alcune differenze, era la stessa in tutte le parti del mondo.

-          Alle dodici e trenta si pranza e poi ci sono alcune lezioni pomeridiane, i corsi di recupero e l’attività dei club. Alle sedici e trenta comincia l’allenamento delle squadre di quidditch per due ore a squadra, due squadre al giorno. Alle otto si cena. Alle undici si spengono le luci

Le studentesse annuirono come se il coprifuoco prima della mezzanotte non fosse una novità per loro.

-          Poiché non prevedevamo di avere solo studentesse, abbiamo allestito due bagni agli opposti del corridoio, coloro che occuperanno le camere più a destra dovranno usare il bagno a sud, le altre quello a nord

Assenso totale in sincrono perfetto.

 

-          I turni di ronda saranno svolti solo da studenti di Hogwarts quindi di notte potrete dormire sonni tranquilli

-          Turni di ronda? – domandò una ragazzina

-          Non ne avete al Mahora? – tutte le trentuno ragazze scossero la testa

-          Beh, qui si vede necessario. Non preoccupatevi, gli studenti non faranno rumori… - qualcuno sogghignò.

-          Per qualsiasi cosa – aggiunse Leonard che, per parlare, aveva ricevuto come compenso l’esonero di un mese dalle stupide lezioni della Cooman – potrete rivolgervi ai Caposcuola o ai Prefetti. Io sono il Caposcuola di Serpeverde, lui – e indicò il moro che sorrise – è il Caposcuola di Corvonero  e quel nanerottolo che vedete lì – Gardis si premurò di lanciargli un’occhiata che avrebbe distrutto un iceberg in un istante – è il Sostituto Caposcuola di Grifondoro

-          Scusate – intervenne una ragazza che portava il numero 14 e poco prima si era presentata come Saotome Haruna – che cosa sono grifondoro, serpeverde e corvonero?

I tre di Hogwarts si guardarono un istante e poi Gardis si fece avanti sorridente a spiegare la cosa

-          Quando si entra a scuola il primo anno, a seconda delle proprie abilità e del proprio carattere si viene smistati in una delle quattro Case: Grifondoro patria dei coraggiosi, Corvonero signori dell’intelligenza, i buoni e gentili Tassorosso e le subdole e infide Serpi...

E quello bastava per pagare l’offesa di poco prima, non era una “nanerottola”, non era colpa sua se non era una stanga da un metro e novanta!

-          Io veramente devo ancora capire l’utilità di Tassorosso – commentò poco gentilmente Leonard

-          beh, considera che sennò non sapremmo a chi far fare tutte le ronde aggiuntive – gli rispose pratico Chris

-          Oooh… e come venite divisi? Scegliete voi? – chiese un’altra ragazza di nome Kuu Fei che sembrava affascinata da quel processo

-          No, questo è un lavoro del Cappello Parlante, un artefatto magico molto antico

-          Ci farete fare un giro? – domandò a sua volta un’altra studentessa, molto sorridente, Qiao Ling Xien

-          Certo, ma nei prossimi giorni, temo che le Sale Comuni siano poco presentabili ora… – ammise la bionda e uno sguardo di Kitt le disse che Corvonero sarebbe stato meglio tenerlo fuori dal tour, non era un bello spettacolo l’intera sala dove gli studenti si spostavano in gondola cantando Oh Sole Mio.

-          Credo che prima dovremmo capire un po’ meglio come funziona questa scuola – intervenne la numero 24, Satomi Hakase – spero che il professor Negi ci dia qualche spiegazione…

-          Ma voi lo sapevate che aveva studiato qui? – domandò qualcuna mentre il gruppetto si disperdeva nelle varie stanze

-          E chi lo sapeva…

Gardis tirò un sospiro di sollievo e una gomitata al fratello, poi i tre se ne andarono: non era stata una giornata facile e doveva ancora impedire a Chris di andare a litigarsi col cuoco.

 

*          *          *

 

Nei giorni seguenti le cose andarono meglio.

Il Comitato di Accoglienza, nella sua divisa orribile creata da Vanessa Vermyl, stilista fallita, vagava per la Scuola portando con sé gruppetti di studenti curiosi e professori e Negi Springfield stesso aveva fatto un piccolo tour alle sue narrando loro alcuni aneddoti dei tempi che studiava lì e fu molto felice di sapere che al grande banchetto natalizio sarebbero intervenute diverse sue conoscenze, tra cui Seraphin Black e relativa fidanzata.

 

I vari club similari erano entrati in contatto e il club di Cheerleading del MahorRa, per ogni allenamento di quidditch, faceva il tifo alle varie squadre che si rincorrevano da una parte all’altra del campo, era uno sport che affascinava molto gli orientali e alcune delle ragazze parevano particolarmente attirate dall’abilità delle atlete femmine insieme a certi armadi a tre ante come Montague.

La partita di domenica tra Corvonero e Grifondoro fu un tripudio di festa per tutti, Gardis si stava divertendo un mondo a combattere contro la sua squadra preferita e dall’alto degli spalti Leonard non sapeva per chi fare il tifo, così si era limitato a tenere il broncio tutto il tempo lamentandosi con Rudiger, sedutogli accanto, e dicendogli di tacere ogni due minuti mentre questo incitava ora un giocatore e ora un altro.

Jack, che si era allenato molto, riuscì ad acchiappare il boccino d’oro, ma i cacciatori dei corvi erano bravi e Roderick non era ancora un asso, nonostante quella settimana avesse rischiato parecchie volte la vita a causa dei tiri omicidi di Gardis, casualmente di cattivo umore.

E Kitt non era certo un portiere tanto scadente da non lanciarsi dalla parte giusta quando lei o qualcun altro della squadra decideva di tirare.

Il risultato finale di 200 a 100 con vittoria del Grifondoro fu accolto con gioia da tutti, anche dagli sconfitti perché era stata davvero una bella partita e loro aveva senz’altro più spirito sportivo delle suscettibili serpi.

 

Quando finalmente le due squadre atterrarono furono accolte da abbracci ed applausi degli altri rosso-oro e blu-argento e quasi portati a spalla negli spogliatoi.

Defilandosi un po’ dalla calca, Gardis si guardò attorno, scorse suo fratello immusonito sugli spalti, gli sorrise e salutò Rudiger con trasporto, poi si avviò verso il palco dei professori che la stavano applaudendo.

-          Posso? – chiese la bionda al collegio docenti riunito negli abiti della festa

Silente, la McGranitt, Piton e Vitius si scambiarono un’occhiata, poi il preside annuì e lei scese dabbasso per le scalette ripide, sempre con la Icarus 333 in mano, quasi la usasse per bilanciarsi.

-          Possiamo Kitt, possiamo! – urlò all’amico abbracciandolo sotto lo sguardo severo di suo fratello maggiore

-          Gardis senti… - cominciò il Greengrass  mentre gli occhi verdi gli scintillavano di malizia e soddisfazione

Ma prima ancora di terminare la frase la biondissima secondogenita dei Malfoy stava già correndo per il campo e, raggiunta una certa velocità, salì al volo sulla scopa e sparì verso l’orizzonte seguita a ruota dal moro.

 

Non era una vittoria qualunque quella; Gardis adorava giocare contro i corvi perché erano avversari leali e temibili, giocavano molto bene e si riusciva facilmente a intuire come negli anni passati avessero fatto a vincere tante Coppe delle Case.

Ma quella… quella era la prima partita che vinceva seriamente con Kitt e, soprattutto, da CAPITANO!

Lei e il giovane Black avevano un rituale quando terminava la loro partita, prendevano le scope e volavano oltre la Foresta Proibita, al centro c’era un laghetto piccolino con una radura altrettanto minuscola tutt’intorno, adoravano quel posto, ma avevano il permesso di andarci solo in rare occasioni.

Per quanto la riguardava non aveva paura e di certo non sarebbe stato qualche centauro con l’umore sotto gli zoccoli a spaventarla e Kitt diventava abbastanza poco assennato, in sua presenza, da assecondare anche quel capriccio.

 

Quando scese dalla scopa che ancora era in movimento, atterrò sull’erba fresca, lì filtrava il sole e la neve che invece si accumulava era stata sciolta dai raggi invernali lasciando l’erba fresca e profumata.

Gridò, esultate e facendo scappare diversi uccelli dai rami circostanti mentre lui la raggiungeva, poteva comprendere la sua soddisfazione ed era contento per lei, anche se si trattava di una sua sconfitta.

 

Si sedettero entrambi sul prato a guardare le sponde del laghetto scintillante nel sole del pomeriggio, l’acqua era gelida quanto quella del Lago Nero. Respirò a pieni polmoni l’aria pulita e fresca mentre la brezza invernale le scompigliava la chioma biondissima e l’argento dell’acqua faceva scintillare i suoi occhi bicolori.

 

Poi qualcosa attirò la sua attenzione e un fruscio sospetto catturò il suo sguardo mentre, dal folto del bosco, si muovevano i rami dei cespugli

-          Vieni fuori, Leonard – disse seccata risistemandosi i capelli – non mi piace quando fai così e non dovresti dare retta a quelle cretinate di Rudiger, mi hai sentita?

Dalla boscaglia emerse la figuretta tranquilla di una volpe dal mantello dorato che si avvicinò all’acqua, apparentemente senza darle confidenza.

Kitt sorrise mentre vedeva uno strato tic prendere la sua compagna di fuga, lei si alzò all’improvviso e acchiappò la bestia per la collottola, sollevandola finchè i suoi occhi così strani non guardarono fissamente in quelli dell’animaletto selvatico

-          Ho detto fuori dai piedi, Leonard, mi hai sentito?

Stava impazzendo?

-          Gardis forse quello non…

Ma dopo un sibilo strano gli occhi della volpe si fecero seccati e scomparve in una nuvoletta, lasciando stupefatto l’altro Caposcuola che vedeva apparire dal fumo la testa bionda del Principe delle Serpi che si spolverava la giacca

-          Va bene, me ne vado… - borbottò secco per essere stato trattato a quel modo

E sua sorella aspettò finché non fu scomparso, battendo nervosa il piede sull’erba.

Quando il rumore fu scomparso lei si rimise a sedere

-          Tuo fratello è… un… animagus? – chiese alquanto stupito lei lo fissò interdetta, non lo sapeva?

-          Certo, tutti i Malfoy, noi… - si puntò una mano alla bocca prima che un’altra parola le uscisse, accidenti, si era dimenticata che aveva detto di non dirlo… ecco perché lui non lo sapeva. Kitt le sorrise, comprendendo il motivo di quel gesto

-          Va bene, è un animagus – ammise

-          Ogni Malfoy? Anche tu? – indagò lui, lei si morse la lingua, accipicchia, si era lasciata sfuggire un po’ troppo…

-          Sì – annuì tristemente

-          E cosa sei?

Lo guardò un istante.

E quello successivo nel mucchietto dei suoi abiti comparve il musetto di un animaletto bianco. Christopher rise prendendolo con delicatezza sotto la pancia e guardandolo, accarezzandogli la testa

-          Una donnola? – chiese stupito di vedere il pelo bianchissimo e la coda con il pennacchio nero. Gli occhi erano rimasti uguali di due colori differenti. – femmina – oserei dire – aggiunse mentre le faceva il solletico come usava anche in Ungheria con i cani di sua madre; il piccolo animaletto, però, si stava decisamente contorcendo dal ridere mentre col dito tracciava qualche piccolo cerchio sulla pancia coperta dalla pelliccia bianca.

Quando smise l’animale lo fissò con odio.

Sapeva che se fosse stata un’umana sarebbe stata rossa come un pomodoro, in effetti si era preso un po’ di familiarità.

Quella specie di scoiattolo squittì qualcosa che lui chiaramente non capì, aspettò finchè dal nulla apparve una nuvoletta e, qualche attimo dopo, ne emerse la testa bionda, subito seguita da un paio di mani che reggevano la blusa della divisa da quidditch dei grifondi di fronte al petto e al pube

-          Ti avevo detto di voltarti, screanzato! – gli gridò mentre lui rideva, la sua risata però era contagiosa e per poco non si dimenticò che doveva tenere quella giacca bella alta se non voleva collezionare una bella umiliazione, come se le ultime con lui non fossero state sufficientemente cocenti.

-          D’accordo…

Lui si voltò di spalle con le gambe incrociate aspettando che lei si rivestisse del tutto: doveva avere un bel freddo con la temperatura polare che c’era…

-          Carine le mutandine con la violette – aggiunse, sapendo che si sarebbe infuriata, ma le venivano le guance rosse quando era imbarazzata e, trovava, le stavano davvero bene.

-          Spiritoso… - sibilò pericolosa quanto un serpente a sonagli, o meglio, pericoloso quanto lo stesso sibilo emesso da suo fratello – e, per inciso, non sono una donnola, sono una faina delle nevi, o ermellino, se preferisci…

-          Ah sì?

-         

-          Hai da ridire anche sul sesso oppure lo hai cambiato mentre sei diventata quella specie di topolino bianco?

-          Non è un topolino bianco! – sbuffò contrariata mentre si rinfilava i pantaloni rossi

-          Innegabilmente femmina – aggiunse lui – hai un pelo molto morbido, come i tuoi capelli

-          Grazie – la cortesia era appena percettibile, soprattutto visto che lui se la stava ridendo e la stava anche prendendo in giro

-          E dimmi un po’, qual è il tuo patronus?

-          Cosa ti fa credere che io sappia invocarne uno? – esclamò lei esterrefatta

-          Beh, il fatto che ti piacerebbe davvero tanto, che sai maneggiare quella bacchetta a sufficienza da infilarla negli occhi a qualcuno e

-          D’accordo, va bene, so invocare un patronus, e allora?

-          Quale

-          Non te lo dico

-          Dimmelo

-          No

-          Perché?

-          Non sono affari tuoi. E non dovevi farmi il solletico quando non potevo difendermi

-          Ce l’hai con me per quello

-         

-          Siamo permalosetti, eh?

-          Puoi evitare quegli orribili modi di dire di mio fratello?

-          D’accordo, quale? – lei sbuffò

-          La tigre siberiana bianca

-          Ti accontenti di poco – scherzò lui

-          Non ti concedo commenti in proposito

-          D’accordo, starò zitto

-          Bene.

Silezio.

-          Come procede quella questione tra Leonard e Karen? – domandò lui cambiando argomento

-          Come se non te ne parlasse – Gardis era ancora arrabbiata e tutta rossa in volto

-          Voglio la tua opinione.

-          Karen è una piccola sconsiderata, continua ad andare da lui e lui ci gioca come il gatto col topo e, grazie al cielo, evita di farle qualcosa. Sua sorella la riporta in camera tutte le sere

-          Ciel?

-          Già. Credo che ci sia qualcosa tra lei e Leonard

-          Ah sì?

-          Probabile…

-          Come mai?

-          Intuito

-          Il tuo deve funzionare proprio bene vista quella finta che mi hai fatto all’ultimo centro – un ghigno soddisfatto storpiò le belle labbra: Kitt sapeva farla arrabbiare e quietarla nell’arco dello stesso minuto, chissà come conosceva così bene i suoi punti deboli…

-          Mi stai lisciando? Guarda che non cedo per così poco…

-          D’accordo, che devo fare?

-          Non ho voglia di fare la ronda con Colfer

-          Mh, e vorresti che venissi io?

-          Fate cambio, domani toccherebbe a te.

-          Mi stai sfruttando, lo sai?

-          Leonard dice che ti fai TROPPO sfruttare da me.

-          Allora forse rifiuterò – disse lui come se valutasse un’offerta

-          Vorresti forse che andassi in giro a dire che hai perso tre partite di Machiavelli con me?

-          Addirittura tre? Quando è successo? – domandò con falsa amnesia

-          Indovina…

-          Questo si chiama ricatto…

-          E allora? – che problema c’era a ricattare una persona? Sua madre e suo padre lo facevano in continuazione e non c’erano mai stati danni gravi, erano addirittura ancora sposati!

-          D’accordo, farò la ronda, ma tu mi darai la rivincita

-          Tutte quelle che vuoi

-          A cosa giochiamo? Biscotti? Figurine?

Per una volta fu tentata di proporgli di giocare a streap-poker, ma si trattenne, non era il caso di distruggerlo in quel modo, povero ragazzo, era poco abituato ad avere a che fare coi Malfoy.

-          I biscotti andranno bene.

-          Ok.

-          Ora sarà il caso che rientriamo, quelle nuvole nere non promettono niente di buono

Lei alzò la testa e vide il cielo farsi scuro. Aveva ragione, come sempre.

 

Corvonero patria dell’intelligenza era decisamente riduttivo…

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti! Come promesso questo era il capitolo del grande arrivo del Mahora. E come promesso c’erano un po’ di modifiche tecniche alla scuola originale.

Innanzi tutto, la più evidente: Negi non è un bambino di 10 anni ma un adulto ventenne diplomatosi proprio a Hogwarts.

Secondo punto: Imma è un professore della scuola (praticamente impossibile).

E terzo punto ho aggiunto un nuovo personaggio: Sunako Nakahara che, forse qualcuno saprà, è la protagonista del manga Perfect Girl Evolution (in uscita in Italia a ottobre, l’horror più divertente della storia).

 

Bene, vorrei dire qualcosa a proposito di uno dei nuovi personaggi ma non posso, rischierei di fare degli spoiler che non devo, ad ogni modo sappiate che uno dei “nuovi” ha un legame particolare con la storia.

 

Vi ringrazio nuovamente tutti per i commenti che mi lasciate e per la lettura della mia storiella pazza, credetemi se vi dico che peggiorerà col tempo ^_^

Grazie a tutti quelli che la aggiungono nei preferiti o che mi lasciano un commento spronandomi a continuare la mia avventura. Thank you! Al prossimo aggiornamento!

Nyssa

 

PS: nell’altra fic facevo spesso riferimento alla numerologia e oggi mi è tornato in mente che con questa non l’avevo ancora fatto…

Pensa che ti ripensa, questo capitolo è l’ideale per cominciare con il 14: l’uomo e le bestie, vi ricorda niente? Un branco di persone per i fatti loro all’esplorazione di Hogwarts con il povero comitato e Gardis e Kitt che devono tenerli a bada… francamente ho idea che il Mahora sia piuttosto scatenato, gli altri magari no perché sono pochi e hanno un professore sempre alle calcagna.

 

PS2: per chi volesse avere una panoramica delle studentesse del Mahora, vi posto il link, ma leggetelo solo se non avete già un’idea di come sono fatte, io personalmente è difficile che segua l’idea di personaggio che ha l’autore, in genere me ne faccio sempre una mia, questo è solo un dovuto a Ken Akamatsu, creatore della scuola, delle ragazze, di Negi, dei prof e anche di Evangeline che è comparsa già dalla storia precedente.

http://www.freewebs.com/negima_poll/negima_trip.jpg

 

Arwen_90:  anche in questo quattordicesimo chappy Leonard fa solo brevi comparse, questo perché c’è qualcosa che lo riguarda che verrà alla luce tra un paio di capitoli, quindi non è il caso di renderlo all’improvviso il protagonista indiscusso della storia, ma avrà un ampio spazio in cui manifestarsi, prometto!

Gardis è una povera vittima delle circostanze come tutte le altre, ma soprattutto è vittima dell’incompetenza dei suoi compagni, per questo è così acida e intrattabile, a volte mi dispiace descriverla sempre così prossima alla crisi isterica, ma per esperienza personale so che è così.

Ehehe, immagino che alcuni personaggi passino un po’ in secondo piano, ma benché la protagonista sia Gardis, in genere succedere che tutto arriva da qualche secondario; Jack, Jeff ed Hestia non lo sono così tanto, ma hanno qualcosa da dire e prima o poi lo faranno, come si vede sono alle prese con un’indagine niente facile.

Ti mando un bacione anche io e, se tu aspetti il prox cappy, io aspetto il prox commento! Ciao ciao, Nyssa

 

DragonSlave: la Camera è un problema per ciò che rappresenta in sé: qualcuno deve averla aperta, chissà chi, chissà perché, chissà come. No no, la Camera per me è sempre e solo la Camera dei Segreti, senz’altro un posto che mi ha affascinata moltissimo (un po’ meno il lucertolone, ma questo è un altro discorso).

Non posso fare accenni al mistero che portano, dico solo di non fermarsi all’apparenza, è molto diverso da quello che si pensa.

Per quanto riguarda gli scheletri, invece, vedi giusto, ce ne sono a bizzeffe e non aspettano altro che l’occasione propizia per venire alla luce, basta solo attendere, ma tutti avranno i loro perché e i loro percome.

Ehehe, come già detto Leonard diventerà un personaggio di rilievo più avanti, salvo poi tornare un poco nell’ombra, che alla fine è il suo vero elemento. Il suo segreto non so quando verrà alla luce, forse mai? Boh, non l’ho deciso, credimi, è ancora il minore dei problemi…

La matassa, prima di scioglierla, deve però essere ingarbugliata ancora un pochettino, mancano un paio di avvenimenti e poi potrà dichiarare il punto di metà fic, pressappoco dove termina la parte di rimescolamento e comincia quella di sciolta dei fili.

Spero che il capitolo ti piaccia, una veloce carrellata di quello che succederà in futuro e dei nuovi personaggi. Aspetto con ansia il tuo prossimo commento, mi raccomando! Nel frattempo ti mando un bacione grandissimo, ciao! Nyssa

 

Hollina: Mirtilla fa sempre pena, ma è anche colpa sua se nessuno la va a trovare, personalmente penso che sia una lagna, ma anche un’ottima informatrice.

Gardis è prossima al suicidio, ma non posso lasciarla morire così presto sennò la fic va a buttarsi con lei e non saprei come continuarla, ad ogni modo dopo di ora c’è ancora un brutto periodo per lei e poi, finalmente, la sospirata tranquillità.

Ti lascio ai tuoi studi, mi raccomando, aspetto il tuo commento, un bacio! Nyssa

 

_Nana_: so cosa significa essere di fretta per un sacco di impegni, quindi non hai di che scusarti, piuttosto sono io che ormai sono un po’ poco puntuale con gli aggiornamenti…

Mi fa piacere il precedente capitolo ti sia piaciuto, spero che sarà lo stesso anche con questo, ciao e a presto! Nyssa

 

Vavva: momento di crisi e di delirio a Hogwarts e aspetta di vedere che cosa succederà quando queste del Mahora saranno davvero in giro!

Beh, io penso che con genitori come Draco, Herm e Harry sia inevitabile sentirsi molto orgogliosi di loro, ma allo stesso tempo inferiori, nessuno si sente in grado di uguagliarli! E non c’è neppure la possibilità di mettersi alla prova visto che ormai Hogwarts è un posto tranquillo.

Ecco pronto per te il capitolo, spero che non ne rimarrai delusa, io continuerò ad aspettare il tuo commento, ciao e un bacione grandissimo, Nyssa

 

Lord Martiya: no, niente Buffy o roba del genere, ma per il tizio notturno c’è tempo… nel mentre è arrivato il Mahora con la sua schiera di guai mica da poco (e parlò soprattutto dell’organizzazione).

Spero che il capitolo ti piaccia, aspetto di sapere, ciao! Nyssa

 

Lisanna Baston: no no, dimmele subito queste idee, sono curiosa! Come i lettori sono appassionati alla storia e cercano di capire ciò che vuole svelare l’autore, in genere quest’ultimo cerca di scoprire cosa si aspettano i lettori, quindi devi assolutamente dirmelo!

Spero che ti piaccia questo cappy al pari del precedente, ciao e un bacio! Nyssa

 

Whateverhappened: tutti hanno il loro ruolo nella storia, quindi è giusto dare a ciascuno il proprio spazio, è brutto avere personaggi di cui si dice troppo poco, mentre io voglio parlare di tutti perché tutti sono frutto della mia mente malata e determinanti per lo svolgimento della storia e la risoluzione di misteri &co.

La coppia Hestia-Jeff è da prendere con le pinze perché loro non sono una coppia eppoi ci sono vari problemi…

Per quanto riguarda il morbillo magico, no, non è un mistero, solo un’epidemia scolastica come ogni tanto capita e quando gli studenti vivono tutti insieme è anche peggio!

Per la Camera, invece, non è stato Kitt ad aprirla. Ma di più non posso dire!

Ehehe, la storia del morso non c’entra granchè perché non prevedo di creare nuovi vampiri, ce ne sono già a sufficienza! Il troppo fascino acceca.

Bene, spero che anche questo capitolo ti piaccia, seppure sia un po’ di transizione, aspetto il tuo commento, ciao! Un bacione, Nyssa

 

Killkenny: come vedi ci assomiglia parecchio, ho dato un ritocchino all’anno sennò erano troppo piccole e un paio ai prof, sempre perché sennò sarebbero stati troppo piccoli.

Per lo stanzino del basilisco, sì, la Camera è riaperta, ma ufficialmente non lo sa nessuno…

Grazie per il voto altissimo, spero che ti piaccia anche questo quattordicesimo aggiornamento, ciao! Nyssa

 

 

 

 

   
 
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