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Autore: dramy96123    11/09/2014    3 recensioni
Raccolta di storie legate da citazioni prese da Notre Dame de Paris
Dal capitolo I
L’ho trovato buffo, perché aveva messo quella penna dietro l’orecchio e si era scompigliato i capelli, e sembrava completamente assorto in quello che faceva.
Mi è venuto da sorridere perché l’ho trovato divertente.
Va bene, non è che sia proprio chiarissimo tutto quello che ho detto, lo ammetto.
Il fatto è che ho i pensieri confusi. Parlano tutti ad alta voce.
“Ma come?”
“Quando? Quando è successo? Rispondi!”
“Ma ne sei sicura?”
“E se è davvero quello?”
“Ma perché?”
Credo di non sopportarmi più.
#Febo è bello come il sole
#Bella
#Un mattino ballavi
#Un mattino ballavi PT2
#Mi distruggerai
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ed eccoci all’ultimo capitolo

Ed eccoci all’ultimo capitolo.

Non so se considerarlo un triste addio o un “finalmente”, davvero, perché è stata una gran bella sfida.

Ringrazio davvero di cuore tutte le persone che hanno messo tra le seguite, ricordate, preferite questa storia, chi ha commentato e anche chi ha solo letto.

Ringrazio ovviamente la mia beta, _Eterea_, senza la quale sarei persa

E ringrazio per la sua amicizia Dora, alla quale è dedicata questa storia

Un bacio

 

 

 

 

Mi distruggerai

 

 

Mi distruggerai, mi distruggerai

E ti maledirò finché avrò vita e fiato

Mi distruggerai, mi distruggerai

Tu mi hai buttato nell’abisso di un pensiero fisso…

 

- Frollo – Mi distruggeraiNotre Dame de Paris

 

 

- Ehi! -

- Ehi. -

- Mi ero dimenticata la borsa, sono in ritardo, credo… -

- Te l’ho messa lì, sul banco. -

- Grazie, davvero! -

- Di nulla, tranquilla. -

- Che ci fai seduto lì a terra? -

- Niente, pensavo a… niente. -

- Abbiamo i corsi di approfondimento fra poco… -

- Lo so. -

- Ho capito… beh, io vado. Mi raggiungi? -

- Sì. -

- Qualcosa non va? -

- Non sto molto bene. -

- Fisicamente? -

- No. -

- Vuoi parlarne? -

- Voglio stare da solo. -

- Andiamo, nessuno vuole stare da solo. -

- Beh, io sì, va bene? Non seccarmi, raggiungi i tuoi amici, va’ al corso, fai quello che vuoi, ma vai via, per favore. -

- Cosa hai fatto al viso? Hai gli occhi lucidi. -

- Nient- Niente! Va’ via. -

- Guardami in faccia. Ehi, guardami. -

- Non voglio. -

- Come non vuoi? -

- Vuoi andartene? Non voglio guardarti. -

- Si può sapere che ti succede? -

- Sei seccante. Non ti ho fatto niente, ora vattene. -

- Sai che c’è? -

- Che vuoi ancora? -

- Mi dai fastidio. -

- Cosa? -

- Sei insopportabile, sei freddo, non riesco a capirti. Mi dai fastidio. -

- Allora che aspetti? Vattene. -

- Perché sei così cattivo? Non riesci neanche a guardarmi in faccia, ma che ti ho fatto?! -

- Che mi hai fatto? Che mi hai fatto, mi chiedi? -

- Che hai? Perché ti sei alzato? -

- Vuoi saperlo, giusto? Sei rimasta qui, hai insistito. -

- Sì, sì, l’ho fatto, voglio saperlo. -

- Ti sto guardando. Sei contenta? Ora ti sto guardando in faccia -

- Ti stai avvicinando trop… -

- Ti amo. -

- Cosa? -

- Ti amo. -

- C-Cosa hai detto? -

- Ho detto che sono innamorato di te. -

- No, aspetta, io… -

- Sì, ti amo! -

- Ti prego, dimmi che stai scherzando, non mi piacciono quando fanno scherzi così di cattivo gusto… -

- Non sto scherzando. -

- Che cosa ti aspetti, adesso che lo hai detto? -

- Niente. Non è mica quel ti amo dolce, romantico, quello che ti fa sorridere come un ebete appena lo dici, quello che precede una tua risposta commossa ed emozionata ed un lungo bacio. -

- No? -

- No. E' quel ti amo insopportabile, fastidioso, sono quelle due parole che si fanno spazio ad unghiate pur di essere pronunciate, e tu non puoi fare altro, perché se non lo fai esplodi! -

- Sei agitato. Io non… -

- Non ho avuto scelta! Ho aspettato due anni per dirtelo. Due anni in cui ogni volta che ti vedevo - Dio, ogni dannata volta! - rischiavo di urlartele in faccia, quelle due parole. Dovevo dirtelo, prima di arrendermi. -

- Arrenderti? -

- Arrendermi. -

- … -

- Smettila. Ti prego, smettila. -

- Di far cosa? -

- Di essere così. Così fredda, così indiffer… -

- Non dirlo. Non osare. Non dire quella parola. -

- Non lo sei? -

- Non lo sono. -

- Dimostramelo. -

- Non posso.  -

- Perché non puoi? Dimmi perché. -

- Perché fa male. Perché a momenti non respiro. Perché, dannazione, vorrei dirtelo, vorrei dirti davvero… -

- Cosa? Dirmi cosa? -

- Che non devi arrenderti, maledizione! Non sono indifferente, non lo sono, va bene? -  

- … Neanche a me piacciono questi scherzi. -

- Non sto scherzando. -

- Te lo volevo dire da così tanto… -                                                                                    

- Non ne potevo essere sicura. Non potevo. -

- Credi che tutto questo sia sicuro? Credevi di poter formare una corazza e non soffrire? -

- No. Sì. -

- E adesso? -

- … -

- Parla. Mi stai distruggendo. Parla. -

- Credo… di dover andare. Sì, devo andare. -

- Un’armatura e una via di fuga. Hai il cuore coraggioso.-

- Smettila, per favore, è difficile… -

- Per te? Per te è difficile? Dimostrami di non essere indifferente. Dimostramelo. -

- Non posso. -

- Non vuoi. -

- No, non posso. -

- Guardami in faccia. -

- Perché… perché adesso sorridi? Stai ridendo! -

- Perché adesso quella che volta la testa sei tu. Mi dai fastidio, non riesco… com’è che hai detto? Non riesco a capirti, sei cattiva. -

- Ti diverti, davvero? Oh, sì, divertente! -

- Stai sorridendo anche tu! -

- Lo ammetto. -

- Credi ancora di dover andare? -

- No, non credo. -

- E allora, dai, dimostramelo. -

- Tre anni. -

- Tre anni cosa? -

- Tre anni che tu distruggi me. Io so recitare meglio, però. Non te ne sei mai accorto, vero? -

- Io… distruggere te? -

- Tu silenzioso, tu che non mi guardi, tu che non mi sorridi, tu che non mi dai neanche un’occasione per parlarti, tu che se mi avvicino scappi. Credevo non mi sopportassi. -

- Non sopporto quello che provo. Non te. -

- Non sopportavi. -

- Non sopportavo. Giusto. -

- E io mi sono sempre fatta vedere sorridente, ho sempre finto di ignorarti. -

- Quando ti voltavi, mi giravo io. -

- Credevo di poter costruire intorno a me uno scudo. Qualcosa che mi rendesse così felice fuori da non far notare quanto in realtà io… -

- Tu? -

- Fossi sola, credo. Non lo so. -

- E adesso cosa credi? -

- Credo che avrei sofferto comunque. Perché quando le altre persone non vedevano, non sorridevo. Non ci riuscivo. Quindi la scelta è pensare che farà male, e scappare, e sapere che farà male e provarci comunque, anche solo a dirlo. A dirtelo. -

- Dirmi cosa? -

- Lo sai. -

- Dillo comunque. -

- Non arrenderti. Non sono fredda, non sono indifferente. Ti prego, non arrenderti. -

- Sono le stesse cose che hai detto prima. -

- Sì. -

- Con un significato diverso. -

- Sì. -

- Hai sofferto molto, ad ammetterlo? -

- E’ stata una liberazione. -

- Non ti hanno fatto male, questi tre anni? Vedere che ti evitavo? -

- Non ti hanno fatto male, questi due anni? Io che sorridevo a persone che non eri tu? -

- La risposta è la stessa, vero? -

- Lo spero. -

- Anche io. –

 

 

 

 

Dram

 

 

   
 
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