Capitolo 11
Will
aveva avuto quella sensazione mille volte nella sua vita, principalmente alla
Bakery, non sapeva bene come spiegarlo ma era qualcosa che accadeva a volte
quando eri in presenza di Jonny e Chris.
Poteva
accadere mentre stavano parlando tra di loro sul divano o anche quando
semplicemente coesistevano nella stessa camera, mentre suonavano insieme
cercando di venire a capo di una canzone o solo con uno scambio di sorrisi,
improvvisamente ti sentivi spettatore, tagliato fuori dal loro universo, ti
rendevi conto che in quel momento, per loro, non c’era nessun altro, non
esisteva nient’altro.
A
volte Will si sentiva addirittura a disagio, come se quello che vedeva non
fosse fatto per essere visto dagli altri. Era come aveva detto Guy quel
pomeriggio, quello che c’era tra Jonny e Chris non era qualcosa che gli altri
potevano capire ma era fottutamente reale. Se avesse potuto allungare una mano
tra di loro era certo che sarebbe riuscito a toccarlo, come se il legame tra
loro non fosse qualcosa di puramente astratto ma qualcosa di denso, non sapeva
se era l’unico ad avere quella sensazione ma in quei momenti poteva percepire
la presenza fisica di qualcosa tra di loro.
E
non era semplice amore.
The
scientist era finita e il concerto stava andando avanti, Will osservava i due
amici e ogni tanto si scambiava uno sguardo con Guy, sembravano due persone
completamente diverse rispetto all’inizio del concerto, Chris era carico come
non mai e Jonny lo accompagnava sorridendo, era come se si stessero scambiando
energia.
Anche
Guy era come ipnotizzato da quello spettacolo, era profondamente colpito da
come due persone potessero essere così fortemente connesse, gli era capitato
certamente che il suo umore dipendesse da qualcuno a cui teneva ma quello che
stava vedendo era qualcosa di diverso. Aveva sempre saputo quanto forte fosse
il legame tra Chris e Jonny ma solo in quel momento aveva effettivamente
realizzato quanto codipendessero l’uno dall’altro.
Era
affascinato dal fenomeno ma allo stesso tempo realizzava cosa volesse dire:
così come erano capaci di infondersi energia l’un l’altro, così avevano il potere
di distruggersi e l’aveva visto succedere nelle ultime 24 ore.
Non
era semplice amore.
Qualunque
cosa fosse era tanto forte quanto delicata ma di una cosa entrambi erano certi:
era bellissima.
La
sinergia tra Chris e Jonny sembrava inesauribile, la serata aveva preso un
nuovo ritmo, prima che se ne potessero accorgere era il momento di Us Against The
World e Speed of Sound.
Nel
buio iniziarono a dirigersi verso il C-Stage in fila indiana, Will, Guy, Jonny
e Chris.
«Jonny…»
Il
chitarrista sentì una mano sulla spalla e si girò per incontrare nella penombra
lo sguardo del cantante.
Silenzio.
La
mano di Chris ancora sulla spalla di Jonny, stava cercando le parole per
continuare ma invece di collaborare il suo cervello stava generando delle note
musicali, poteva sentirle nella sua testa, una base di sottofondo ed alcune
parole.
I
don't care, go on and tear me apart
Chris
sentiva le parole mischiarsi nel suo cervello e non riusciva in alcun modo a
metterle in ordine, se ne stava lì, con la bocca socchiusa e il respiro fermo
in gola insieme alle cose che avrebbe voluto dire.
Ma
come sempre Chris non ebbe bisogno di parlare, Jonny aveva già letto tutto nei
suoi occhi, il ragazzo mise a sua volta la mano sulla spalla dell’amico e
arricciò appena le labbra in un accenno di sorriso.
Le
parole erano ancora bloccate nella testa e nella gola di Chris che fece l’unica
cosa che gli era possibile, buttò le proprie braccia al collo di Jonny.
I
want to die in your arms
Chris
si staccò ancora prima che Jonny potesse ricambiare e corse sul palco.
«Thank
you so much! You sound fantastic…»
Jonny
poteva sentire Chris fare il suo speech
pre-Us Against The World mentre raggiungeva Will e Guy sotto al C-Stage,
entrambi si voltarono verso di lui, sapeva che avevano assistito alla scena, non
gli importava ma sperava che facessero finta di nulla come avevano fatto per
anni, ricambiò lo sguardo con un sorriso schivo.
Chris
aveva iniziato a cantare, di lì a poco Will sarebbe dovuto salire sul palco.
«…avete
chiarito?» chiese cautamente il batterista.
Jonny
annuì e sorrise nuovamente.
Will
e Guy risposero a loro volta con un sorriso, era questo il segreto della loro
amicizia, sostenersi silenziosamente a vicenda in ogni situazione, senza
bisogno di troppe parole.
Uno
dopo l’altro salirono sul palco, erano lì, sotto la pioggia, insieme.
Through
chaos as it swirls
It's
us against the world
Chris
pensò che la voce del batterista rendesse più giustizia della sua a quei versi,
anche perché cantati da lui che era la roccia del gruppo avevano perfettamente
senso.
E
in quel momento se ne accorse, Will e Guy stavano sorridendo in direzione sua e
di Jonny, lo sapevano, forse lo avevano sempre saputo ed erano sempre stati
dalla loro parte.
A Chris scappò una risata, di matematica ne sapeva
davvero poco e non era sicuro che i suoi discorsi sui numeri primi fossero poi
così coerenti ma di due cose era certo: Jonathan Buckland era il suo 1 e non
esisteva numero più perfetto del 4.
OMMIODDIONONCICREDO!
Ho finito! È finita!
Dopo 2 anni, esattamente l’11
settembre [non è stata del tutto voluta come cosa], con 11 capitoli [giuro che
è un caso!], ce l’ho fatta!!!
A parte il mio entusiasmo per
essere riuscita a finire qualcosa nella vita, lasciatemi dire un paio di cose:
- Non so cosa penso di questo
finale, una parte di me lo apprezza, una parte di me, invece, pensa che avrei
dovuto chiudere con il capitolo precedente, non lo so, a voi il giudizio! Dopo
2 anni avete diritto a tutte le lamentele del mondo. Vi prego di farmi sapere perché
se no resterò con questo dubbio per sempre!
- Scusatemi per l’estremamente
fantasioso head canon riguardo A Sky Full Of Stars, è colpa di Chris che
più di una volta al verso I want
to die in your arms si è strusciato addosso a
Jonny. [Ovviamente nella prima versione mentale della ff
questa cosa non c’era…scusate se è una cretinata,
scusate!]
E
per ultimo, ma cosa assolutamente più importante:
-
GRAZIE! Grazie a chiunque
abbia commentato almeno una volta, grazie a chi mi ha spronata a finirla,
grazie per tutti gli immeritatissimi complimenti, quando sono giù di morale
[tipo sempre] me li vado a leggere, grazie per aver avuto la pazienza ogni
volta di rileggere tutto perché io pubblicavo un capitolo ogni 3 mesi [spero di
essere riuscita a mantenere una certa coerenza nella psicologia dei personaggi
anche dopo 2 anni dall’inizio], grazie grazie grazie!
PS: Questo è forse l’unico
capitolo scritto in ore pomeridiane…ma con 3 ore di
sonno addosso…vale lo stesso come scusa per gli
errori e le frasi sgrammaticate?
A non credo molto presto [se
proprio siete così masochisti nel profilo trovate i miei account FB e Twitter]
K.