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Autore: DamnedLuna    13/09/2014    2 recensioni
La storia è ambientata sette anni dopo la sconfitta di Hades. Seiya e i suoi compagni sono divenuti Santi D'Oro ma da soli non possono certo costituire una nuova generazione. Le armature d'oro, d'argento e di bronzo rimaste vuote stanno cercando nuovi eredi, e tra questi vi è Kalliope, giovane sacerdotessa istruita da Mu e amica del fratello Kiki.
Tutto comincia con Shun di Andromeda, tento a recuperare la ragazza per conto di Saori Kido al fine di farle da maestro e renderla un'aspirante cavaliere. Kalliope è l'ultima persona al mondo assieme a Kiki a saper riparare le armature, e la sua incolumità dovuta alla mancanza di un'armatura la rende un'appetibile bersaglio agli occhi di un nemico sconosciuto che, troppo debole per attaccare Athena e i suoi Cavalieri, ha bisogno di qualcuno che sappia donargli nuova forza.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La risposta della giovane sacerdotessa fu del tutto spiazzante, ma Shun  non poteva arrendersi a quelle parole, seppur giuste e cariche di significato e di grande e giusto peso morale. Saori era stata chiara con lui: nessun rifiuto poteva essere accettato. Se non sarebbe riuscito a mediare trovando un punto di incontro, il giovane Cavaliere era tenuto  a portare via la ragazza con la forza.
"Né la signorina Saori né io possiamo accentare un rifiuto" spiegò dunque Shun "Mi dispiace molto, ma devi venire con me. Athena ha richiamato un suo cavaliere, non puoi rifiutare l’appello della tua Dea."
"Ma io non sono un Cavaliere." Protestò la fanciulla.
"Non ancora." la rassicurò Shun.
"Né mai." Insistette Kalliope.
Shun sospirò. Doveva davvero usare la forza? tra l'altro, se il Muro di cristallo eretto dalla ragazza era potente quanto quello del Grande Mu, come faceva a portarla via? Non restava che provare, e così fece. Ma prima di azionare la sua catena dorata, Shun si scusò.
La ragazza non capì, ma poi il Muro di Cristallo da lei eretto venne infranto dalla punta dorata della catena di Andromeda,  e poi scomparve.
Il colpo lanciato da Shun aveva distrutto il suo debole Muro, per poi affermarle la gamba destra e il polso sinistro.
Kalliope capì che il suo muro era ancora troppo debole per fermare un Cavaliere d'oro, ma non si arrese.
Si divincolò con tutte le sue forze, gridando che non era giusto, che lei non sarebbe mai partita per Nuova Luxor, benché  Kiki si trovasse lì.
Per un istante, Kalliope bruciò il suo Cosmo, invano, in quanto la presa delle catene rimase salda.
Shun avvertì subito quella presenza di Cosmo e lo fece notare alla ragazza dicendole: “L’energia che hai emanato poco fa era il tuo Cosmo, come puoi ora dirmi che non puoi essere un Cavaliere se mi hai appena dato una prova?”
"Non mi interessa!” Urlò la ragazza. “Questa energia l’ho sempre avuta, come farei altrimenti a erigere il Muro di Cristallo? Lasciami, lasciami subito!" ordinò al cavaliere, che per tutta risposta, si scusò nuovamente.
Intuiva che le scuse del giovane erano sincere, e percepiva il suo dispiacere, ma darsi per vinta era fuori discussione, ella avrebbe resistito a costo di perire.
Quale cieca devozione costringeva quel ragazzo così puro di cuore da poter vedere il tempio di Mu e superarne le difese senza fatica a comportarsi così? Era colpa di quella Saori Kido? Era davvero il volere di Athena a spingere il Cavaliere d'Oro a portarla con sè?
La ragazza giurò vendetta invocò Mu e Shion. Perchè l'allarme non ripartiva? Perchè nulla poteva impedire a quel ragazzo di portarla via, dopo addirittura averla imprigionata?
Kalliope non riusciva a capacitarsi di come quell'individuo potesse essere ritenuto non minaccioso.
Era un cavaliere d'oro, dunque non aveva senso per lei misurarsi con lui, ma non poteva nemmeno lasciare il suo amato tempio. Non riusciva a liberarsi, continuava a divincolarsi, ma finiva solo col farsi del male.
Poi, il Cavaliere dorato balzò verso di lei, velocissimo, e Kalliope non vide più nulla.
Shun era stato costretto ad addormentare la ragazza con un colpo sulla nuca.
Ella si sarebbe ripresa in meno di due ore, dati i suoi poteri; doveva sbrigarsi a portarla a Nuova Luxor, dunque la prese in braccio con delicatezza e uscì dalla finestra da cui era entrato. La stanza si stava rabbuiando di nuovo, e, una volta lontano qualche metro dall'edificio, Shun si girò.
Il tempio era diventato di nuovo invisibile ai suoi occhi.
Con facilità e senza alcuna prova da superare, il giovane tornò al velivolo con cui era arrivato.
Il pilota che lo stava aspettando non disse nulla nel vedere la ragazza addormentata tra le braccia del Cavaliere, e una volta sistemati i suoi due passeggeri, partì subito.
Shun sapeva di aver fatto una brutta azione nei confronti della ragazza, ma era conscio di non poter fare altrimenti.
 
Una volta arrivato a nuova Luxor, Shun congedò il pilota e portò l'addormentata Kalliope a casa dell'amico Seiya, per evitare il contatto diretto tra lei e Saori.
Stese la fanciulla sul divano in salotto e le rimboccò le coperte, dopodichè soddisfò la curiosità impellente del suo amico.
"Allora, Shun, com'è stato il viaggio?" domandò subito Seiya, sorridendo. "Hai avuto problemi?"
"A parte la testardaggine giustificata di questa ragazza, nessuno." rispose Shun.
"Giustificata?" Seiya aggrottò un sopracciglio.
"Beh Seiya, non deve essere bello essere portati via dal luogo dove si è nati e dai propri doveri. Se lei è la sacerdotessa del tempio del Grande Mu e lo è sempre stata, non sarà un risveglio né piacevole né facile."
"Certo, capisco." annuì l'amico. "Jabu di Unicorno non a prenderà bene, ci pensi?" ridacchiò Seiya. "Arrivi tu e gli porti a ragazza che potrebbe ereditare l'armatura di Hakurei dell'Altare, rivaleggiando dunque col suo allievo... Quell'armatura non viene indossata da secoli. Nessuno è mai stato in grado di indossarla, così mi ha detto Saori. Hakurei è stato l'ultimo!"
Shun sorrise. "Dì la verità, avresti voluto essere tu il maestro di questa ragazza, solo per burlarti di Jabu!"
"Amico mio, ti confesso che non mi dispiacerebbe affatto. Mi accontento di aver ereditato l'armatura del grande Aiolos del Sagittario e di addestrare personalmente Kiki, lascio a te questo compito!"
I due risero assieme.
"Sai bene che non lo farò..." lo rimbeccò Shun.
"Sei sempre così gentile!" Ribattè Seiya. "Immagino che per te sia stato strano e complicato rapire questa fanciulla."
"Già." Confermò il cavaliere di Andromeda. "Vado a fare rapporto alla signorina Saori, tu per favore occupati di lei. Non dovrebbe svegliasi tra molto... Cerca di farla sentire a suo agio, poverina..."
Seiya annuì.
"Un'ultima cosa, Seiya"
"Sì?"
"Mio fratello è tornato?" domandò serio Shun.
"No, mi dispiace." rispose l'amico. Shun sospirò, e l’allegria dapprima comparsa sul suo volto svanì. Ringraziò  l’amico per la cortesia e lasciò la sua casa, dirigendosi al palazzo di Saori.
  
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