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Autore: Aluah    13/09/2014    3 recensioni
Freddo, caldo, luce, buio, ombra, paura.
Le sensazioni non si controllano, si vivono e basta, accettandole come vengono.
Alle volte sono prevedibili, altre incontrollabili.
Una navigatrice collerica ed un bradipo di spadaccino lo sanno fin troppo bene.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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morbido





CAPITOLO 3:
MORBIDO






Doveva essere morbido.
Davvero morbido. In cuor suo pensava somigliasse alle nuvole di panna, quelle che guardando nel cielo gli suscitavano perfino un languore non indifferente. Obiettivamente parlando, cosa non gli avrebbe stuzzicato l'appetito? Il temporale era finito da qualche ora ormai, ma nessuno aveva ancora osato mettere piede sul ponte; Nami aveva avvertito tutti della presenza di forti venti, residui della burrasca appena passata. Si era raccomandata caldamente di rimanere sotto coperta, al caldo, fintanto che lei non fosse riemersa dalla doccia bollente che l'aspettava.
Rufy di tutto questo discorso aveva ascoltato solo la prima parte, quella che più lo interessava. Tempesta finita equivaleva nel suo vocabolario alla libera uscita sul deck, pesca con gli amici e, perchè no, una gara a chi faceva uscire prima dai gangheri Sanji. E se non fosse stato per Franky, mosso da un atto di pietà nei confronti dei neuroni del cuoco, probabilmente avrebbe messo in atto tutti i suoi piani.
Ora, seduto sulle scalette interne, fissava il materasso della camera delle ragazze, in quel momento vuota.
Quei materassi dovevano essere morbidi. Da che viveva in mare aveva sempre dormito su una scomoda amaca che, benchè fosse fatto di gomma, gli procurava non pochi problemi alla schiena. C'erano state mattine, specialmente in inverno, durante le quali la sua colonna vertebrale l'avrebbe volentieri strozzato se non fosse stato per i suoi poteri. Non aveva mai dormito in un letto ora che ci pensava; da piccolo condivideva giacigli improvvisati con Ace o Sabo, finendo per accoccolarsi involontariamente sopra uno dei due fratelli.
Con l'arrivo della Sunny, Nami aveva espressamente voluto che sia lei, sia l'archeologa, dormissero in comodi letti cosicché al mattino potessero essere belle, riposate e di certo meno suscettibili. E dato che era lei il contabile su quella nave nessuno aveva osato mettere becco su quella decisione; si erano anzi dovuti mobilitare per procurare il legname necessario per costruire la struttura, sgobbare come muli per trasportare il materasso personalmente scelto dalla rossa aguzzina ed infine scomparire dalla circolazione non appena tutto era stato sistemato.
Nessuno aveva il permesso di entrare nella loro camera, mettere le radici o di occupare, anche solo con il pensiero, quei due comodi letti.
Ora però, che la via era libera, poteva forse provare le brezza di trasgredire alle regole.
In punta di piedi si avvicinò all'uscio, dando un'ultima controllata attorno a sè; in lontananza l'acqua della doccia lo rassicurò a sufficienza da spingerlo ad entrare, chiudendosi la porta alle spalle.

Era morbida.
Molto più di qualunque materasso, cornetto caldo sfornato da Sanji, cuscino terapeutico o chi per esso. Era una sensazione paradisiaca quella della sua pelle, sembrava di toccare una nuvola. Non mancò di darsi del cerebroleso dopo un paragone simile, nonostante continuasse a sembrargli tremendamente azzeccato. L'aveva vista sconvolta, fragile, debole nelle sue mani e non se l'era sentita di lasciarla sola in balia dei suoi pensieri; sapeva bene dopotutto come ci si sentiva ad avere certi conti in sospeso con la propria coscienza.
L'aveva accompagnata fino alla stanza da bagno, dicendole che l'avrebbe aspettata fuori, che aveva bisogno di calore che contrastasse il freddo pungente a cui era stata esposta per ore. Voleva forse lui stesso trasmetterle un po' di tepore, escludendo a prescindere qualunque connotazione sessuale, desiderando solo stare con lei per vederla stare bene. E quando lei gli aveva sorriso, invitandolo a seguirla all'interno della stanza, quello a dover fare i conti con un caldo opprimente era stato lui.
L'aveva guardata spogliarsi, standole lontano; aveva a che fare con un'arma a doppio taglio lo sapeva. E quando era rimasta in intimo e gli aveva nuovamente sorriso, rossa sulle gote, si era sentito morire. L'aveva imitata, capendo che avrebbe anche lui dovuto indossare le mutande, accomodandosi accanto a lei. Nè troppo vicino, nè troppo lontano. Il vapore aveva un piacevole effetto sulle articolazioni doloranti, perfino le sue, abituate ad ore di estenuanti allenamenti: aveva sempre amato il caldo lui, che di natura era freddo come il ghiaccio. L'aveva sempre trovato in piacevole contrasto con la sua indole da orso bruno, e sempre cercato, in un modo o nell'altro.
E quando aveva allungato le braccia e l'aveva casualmente sfiorata aveva capito cosa di lei lo attirasse tanto. La sua pelle era ancora fredda, ma stava sorridendo con tanto calore, da sciogliere anche uno come lui.
Ed era morbida. Tremendamente morbida al tatto, tanto da spingerlo a carezzarle le braccia, le gambe, ed infine ad abbracciarla, stretta, cosicché non soffrisse più il freddo. E l' aveva tenuta stretta finché lei, stremata dalla giornata e dalla febbre, non si era addormentata, accoccolandosi a lui. Era rimasto lì finché aveva potuto, fino a che nella sua mente non era apparsa l'immagine di qualcosa altrettanto morbido dove lei potesse riposare come meritava.

Un calcio nel sedere non glielo aveva levato nessuno.
Eppure, non era stato di Nami. Le sue previsioni, nonché scusa macchinate con di certo scarsa maestria, non erano nemmeno servite. Sanji aveva fatto il lavoro sporco al posto della navigatrice, assicurandosi che quella non fosse eccessivamente stressata dai comportamenti beoti del suo capitano. Curioso dire che non sarebbe stato lui a fargli venire quasi un infarto.
Effettivamente quei materassi erano stati un acquisto intelligente: morbidi a tal punto da far addormentare in pochi secondi lui e il suo senso dell'appetito. Ma tutto il senso si realizzazione di Cappello di paglia era svanito in non più di una mezz'ora. Tempo che continuava a pensare fosse stato ben speso. L'irruzione di Sanji, seppur imprevista, gli aveva evitato il peggio; le lavate di testa del cuoco erano sempre più blande di quelle della cartografa. " Non fare questo", " sei un caso perso " ed altri epiteti vari erano ormai una routine.
Ciò che non era affatto consuetudine fu la scena che per poco non uccise il debole cuore del biondo. Quando finalmente sembrava che le acque si stessero calmando, Zoro era apparso sull'uscio, in mutande, tenendo Nami tra le braccia, profondamente addormentata ed avvolta in un asciugamano pulito. Tombale, aveva invitato entrambi gli intrusi a levare le tende, senza considerare che, nella normalità, lui stesso sarebbe appartenuto a quella categoria. Inutili le proteste del cuoco, fatte per altro a bassa voce in modo tale da non svegliare la bella dormiente.
Tempestivo invece l'intervento di Rufy che, sorridendo a mo' di ingenuo, quando in quel caso poco lo era, aveva trascinato fuori cuoco ed ira annessa, lasciando i suoi Nakama soli nel più profondo dei silenzi.
E lui, ben lieto di aver un capitano alle volte tanto intuitivo, l'aveva guardata ancora dormire, adagiandola su quel morbido letto che mai però sarebbe stato in grado si eguagliare la morbidezza di quella pelle.











Angolo della disagiata:
Mi ero dimenticata dell'esistenza di tale fic. Gomen.
Voglio usare questo angolino per dire due cose.
Punto primo: sono COSTERNATA dalle continue discussioni che animano questo fandom e mi riferisco sopratutto a quelle tra le Zonami. Non essendo stata coinvolta direttamente, e ringraziate Iddio, non mi permetto di giudicare le persone coinvolte o le idee espresse. Dico solo che siamo tutte amanti di una coppia, tutte amiamo lo Zonami e tutte abbiamo qualcosa da dire riguardo loro due. Litigare, discutere, ammazzarci di parole ci fa passare per delle bambine sceme e urlanti che più che insultarsi non sanno fare e che, di certo, nessuno vorrebbe ascoltare.
Nel mio piccolo posso dire di essere scomparsa dal fandom per motivi personali, legati principalmente alla scuola. Questo non giustifica un'assenza così prolungata ma ci avevo anche perso la mano, e spero di averla ritrovata. Da che sono tornata ho cercato di leggere le ultime storie pubblicate e di informarmi riguardo uscite poco piacevoli in altri luoghi ( che non citerò per non fare spam ). E non rimpiango affatto di essere scomparsa proprio ora che la situazione è degenerata a livelli schifosi. Mi sono vergognata di essere una Zonamista a causa di queste uscite che ritengo infantili e prive di basi. Siamo Zonamiste tutte quante, scrittirci e si potrebbe essere, non dico amiche, ma persone che vivono in pace senza scannarsi per voci o cazzi annessi.
Punto secondo: sono stufa di ricevere via posta messaggi di gente appartenente a questo fandom che mi invita a recensire le loro storie. Io leggo, tutto quasi quello che mi interessa. Se non recensisco è perchè o non hon tempo ( maggior parte delle volte ) o mi fa talmente schifo che insulterei, e quindi evito.
Ora, io non so se continuerò a scrivere. Sono stanca.
Nel caso,
a presto,
Alu.

   
 
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