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Autore: Midnight Lies    14/09/2014    4 recensioni
E se quando Ryuk lasciò sulla Terra il Death Note, Light non fosse stato l'unico a vederlo cadere?
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[Dal testo:]
"Nora seguiva dei valori che riteneva importantissimi, come l'amicizia e la lealtà, per questo Light sapeva che avrebbe mantenuto il segreto sia che lo ritenesse giusto sia che lo ritenesse sbagliato, raccapricciante. Non avrebbe detto nulla a nessuno a prescindere, su questo Light non aveva dubbi.
Il punto era che uno dei più grandi valori, insieme a quelli, per lei era anche la vita."
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"«Forza, prova a uccidermi. Forza. Prova a uccidermi. Ti vuoi muovere?»
E, senza rendersene conto, i due adolescenti pensarono la stessa cosa.
"Ma che..." "...bastardo."
Eppure, quel "bastardo" iniziava leggermente a piacere, a Nora.
Schietto, provocatorio, attento ad ogni dettaglio, che fosse rilevante o meno. Sotto quell'aspetto erano uguali.
Sotto altri probabilmente erano agli opposti."
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"«Mi chiedo perché, a detta tua, io non debba pensarlo.» rispose semplicemente il ragazzo di fronte a lei.
«Vedi, se fossi un serial killer, non ucciderei come fa Kira. Perché avanti, se non ci si sporca le mani non c'è gusto.»"
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I PENSIERI COLORATI SONO STATI UN'IDEA DI "RYUZAKI ERU", MERAVIGLIOSA AUTRICE DI "ANOTHER WORLD" (splendida fanfiction)
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Ryuuk, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Death Note


 
«Volevo dirti una cosa ma me ne sono dimenticata», dichiarò Nora, scendendo le scale.
La campanella di fine lezione era suonata da qualche minuto, permettendo agli studenti di riversarsi in massa lungo i corridoi e di uscire nel cortile. Light aveva raggiunto Nora poco dopo, che lo aspettava affianco alla ringhiera della scalinata.
«Caprai. Ti succede ogni giorno» La canzonò lui, scendendo i gradini fianco a fianco.
«Ha-ha-ha. Simpaticone», rispose sarcastica. Uscirono dall'edificio, baciati dai tiepidi raggi del sole e da una leggerissima brezza. Nora si inginocchiò, appoggiando la borsa per terra. Light si fermò un paio di passi dopo, aspettando che la ragazza smettesse di frugare tra libri e fogli strappati dai quaderni.
Finalmente si rialzò, porgendogli un foglio mezzo stropicciato. Light si riconobbe subito nel ragazzo del disegno e sorrise. «Sono io?»
«Già. L'ho fatto prima, ma si è subito rovinato, in mezzo a tutta quella roba...», rispose, mordendosi leggermente il labbro e guardando il pezzo di carta. «Hey, ora mi ricordo! Prima ho visto cadere un quaderno fuori dalla finestra. E' stato qualcuno della vostra classe a lanciarlo?» 
Light le lanciò un'occhiata stupita. «Ma no.. Certo che ne dici, di sciocchezze. Comunque l'ho visto anch'io» aggiunse, guardando in una direzione ben specifica del cortile. 
Decisero di attraversarlo e, camminando su una delle tante zone tappezzate d'erba, si fermarono di fronte ad un quaderno nero con una scritta bianca in maiuscolo. Eccolo lì. L'incredibile quaderno volante.
«Death Note...», lesse il ragazzo prendendolo in mano. Non lo tradusse, entrambi ovviamente ne conoscevano il significato. Lo porse a Nora, che incuriosita gli si era avvicinata più di quanto non avesse già fatto prima. Lei aprì il quaderno, dove tra le prime pagine trovò le istruzioni per l'uso.
«Che figata, le pagine nere! "The human whose name is written in this note shall die."» Pronunciò lei con un inglese invidiabile. «In pratica scrivo il nome di uno a caso e quello muore? Dai, stupendo!»
«Non crederai veramente a quello che c'è scritto», intervenne lui, calmo, mentre lei iniziava ad esaltarsi momento dopo momento. 
«Ovviamente no. Però dai, questo quaderno è fantastico!»
«Vuoi tenerlo tu?»
«Ma sei fuori? Sai che ho il vizio di strappare pagine dai quaderni, finirei per rovinarlo. Tieni.» Glielo porse, leggermente riluttante. «Hey, e se funzionasse davvero? Diventeremmo assassini, te lo immagini?»

«Il test è domani» le ricordò per l'ennesima volta.
«Dai, rilassati. So che è domani ma se andrà male non sarà la fine del mondo.»
Light sospirò: Nora era proprio incorreggibile. Erano seduti sul letto di lui, mentre cercava di farle entrare in testa almeno una regola di matematica. Se solo fosse stato inglese, non ci sarebbero stati problemi di quel tipo. «Almeno provaci.»
«Va bene... Hey, hai ancora il quaderno, vero? Dopotutto son passati solo cinque giorni, è impossibile che tu l'abbia perso. Anche perchè non perdi mai niente.» Come sempre aveva deviato il discorso. "Non cambia mai" pensò Light.
La ragazza si alzò, dirigendosi veso la scrivania. 
«E' nel cassetto?», disse senza toccare nulla: era il suo modo di chiedere il permesso. Lui le si avvicinò.
«Sì, ma forse è meglio finire di studiare, prima. Siamo sui libri da quasi due ore, ma non hai ancora memorizzato nemmeno una formula.»
Si sentì una vibrazione, seguita subito dopo da una suoneria. «Cavoli, è Joey. Mi sa che è ora di tornare a casa...»
«E come farai con il test?»
«Potrei sempre copiare, no?»
«Nora.» Le lanciò un'occhiata tutt'altro che confortevole, come fosse una sorta di avvertimento.
«Dai, scherzavo! O forse no... va beh. A domani, Light!»
Quando fu fuori, lui tirò un sospiro di sollievo. Nessuno doveva sapere del quaderno, e soprattutto lei non doveva sfogliarlo: non era stupida, vedendo tutti quei nomi scritti tra le righe avrebbe capito che era tutto reale, che il quaderno funzionava veramente. Perché se non fosse stato così, che senso avrebbe avuto scrivere così tanti nomi? Per una prova ne sarebbero bastati uno o due al massimo. E non era difficile arrivarci.
Si sedette sulla sedia girevole, aprì il cassetto e tirò fuori il Death Note. Voltando pagina per pagina, ammirò soddisfatto il suo lavoro: nomi su nomi di pericolosi criminali, che da quel momento in poi non avrebbero più potuto nuocere a nessuno. Presto nel mondo ci sarebbe stato posto solo per brave persone, e di buon cuore.
Si lasciò sfuggire una risata. Una di quelle che normalmente avrebbero fatto correre i brividi lungo la schiena, tanto erano belle e agghiaccianti.
Una voce maschile, sconosciuta, gli arrivò da dietro. Il tono tradiva un ghigno. «Vedo che ti piace.»
   
 
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