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Autore: Tresor    15/09/2014    1 recensioni
[Coppia Daniel Feuerriegel/Pana Hema Taylor]
Com’è cominciata quella strana telefonata?
Un nome sul display dello smartphone.
Quattro lettere.
Un nome semplice eppure insolito.
Un saluto altrettanto semplice…
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Black Giada

 

 

Capitolo 1

 

 

 

-          Hey, ciao, quanto tempo! –

 

Com’è cominciata quella strana telefonata?

Un nome sul display dello smartphone.

Quattro lettere.

Un nome semplice eppure insolito.

Un saluto altrettanto semplice…

 

Ciao!

 

… pieno di incognite.

 

Silenzio.

Interminabili istanti di silenzio dall’altra parte.

Poi un sospiro, quasi una sofferenza.

 

-          Ciao… mi manchi da morire e non so perché te lo sto dicendo. –

Un sussurro.

Parole appena mormorate.

Dolore in quella voce giovane e familiare.

Una disperazione senza apparente ragione.

-          Hema!! –

      Il cuore gli fa un balzo violento in mezzo al petto, lasciandolo per un istante senza fiato.

Daniel si guarda intorno nella stanza senza neppure sapere bene cosa e se sta cercando qualcosa.

 

Mi manchi da morire!

 

Come eco di un grido trattenuto per troppo tempo, quattro parole diventano corpi affilati che tagliano la pelle, aprendo sottili, profonde strisce di angoscia dal cuore all’anima.

Parole che nessuno ha mai osato pronunciare prima di quel momento.

Che Daniel non si è concesso di formulare neppure a bassa voce, solo con se stesso, tanta è la sorpresa che lo ha colto disarmato quando quel pensiero ha preso corpo e preteso spazio tra gli altri pensieri.

Nascendo all’improvviso in un angolo minuscolo della propria mente.

Anonimo e irragionevole.

Avanzando timido e sconosciuto.

Finendo per sgomitare con prepotenza sempre crescente.

E sempre più violenta.

Ogni giorno di più!

In quei mesi in cui non si sono più visti dopo la conclusione delle riprese della serie.

 

-          Non capisco cosa mi succede! – Parla ancora il ragazzo dall’altra parte della linea.

La voce sempre più faticosa sotto la pressione terribile di emozioni man mano più difficili da controllare ora che vi sta dando un suono.

-          … Non lo so nemmeno io! - Ammette Daniel, sincero come non ha creduto possibile essere così presto.

Hema trasale e sulle prime non comprende la risposta.

 

Che ha detto?

 

Non è sicuro di aver capito.

 

Quanto ha combattuto con se stesso per ignorare il malessere che gli è nato dentro a tradimento e a cui non ha voluto dare nessun nome?

Troppo terrorizzato di scoprire un lato di sé che non ha mai neppure sospettato.

Di cui non ci sono mai state avvisaglie o anche solo indizi che avessero potuto metterlo sull’avviso.

Fino a quell’istante.

-          Cos’è che non sai? – Osa, il respiro sospeso e il fardello sul cuore sempre più insopportabile.

-          Perché anche tu mi manchi tanto da starci male! –

Un suono strozzato esce dalle labbra esangui del ragazzo, che di schianto si piega sulle ginocchia, scivolando contro la parete dove si è addossato per sostenersi, finendo seduto sul pavimento freddo del corridoio.

Si porta le mani sopra la testa, intreccia le dita tra loro, convulso, incoerente, e stringe forte, quasi a voler schiacciare in un sol gesto la paura e la felicità che improvvisamente esplodono e si mischiano, confondendosi e confondendolo impietose.

Non riesce a crederci.

A distanza di mesi.

A distanza di chilometri l’uno dall’altro.

Non è da solo come aveva pensato.

-          Noi non siamo loro! – Protesta con rabbia.

Daniel lo sente distintamente anche se tiene il cellulare lontano dalla bocca.

-          Non lo so più. – Risponde piano.

-          Come? – Chiede Hema, riportando il telefono all’orecchio.

-          Ho detto che non lo so più, piccolo! –

-          Non chiamarmi piccolo… -

-          Scusa, non volevo offenderti! –

Perché poi un vezzeggiativo dovrebbe essere un’offesa?

Lo ha chiamato così tante volte durante le settimane delle riprese, quando amicizia e complicità aveva consentito loro di muoversi naturalmente tra una scena e l’altra della serie televisiva.

E di certo non era dovuto né alla differenza di età, né di statura.

C’è forse la necessità di doverlo ancora chiarire?

Si dice che no, non ve n’è.

E tuttavia si ripromette di non usarlo più per un po’, visto il clima che si sta instaurando con quella telefonata imprevista.

 

-          Noi non siamo loro! – Replica Hema sfinito. – Io non ti penso come lui… -

Daniel sorride a nessuno intorno a sé.

Scuote la testa, stupidamente divertito dall’assurdità della situazione.

Poi fa qualche passo fuori dalla veranda che dà sull’oceano e si siede sui gradini della scala che portano giù in spiaggia.

-          Neppure io ti penso come lui, ma come te… Hema! –

-          Perché? –

-          Bella domanda! ... Non ne ho idea, davvero!! … E tu? –

-          No! –

Un nuovo, sofferto sospiro trasmigra da un cellulare all’altro, sfiorando l’orecchio di Daniel, a cui pare di sentirne il tepore come se fosse stato lì, vicino a lui.

E non ha bisogno di immaginarlo, di crearlo nella propria testa quel sospiro e quel calore.

Lo conosce.

Anche troppo bene.

Lo ha percepito infinite volte durante l’interpretazione dei personaggi che rappresentavano nella serie.

Durante le false carezze sceniche.

I baci simulati.

Le coccole da innamorati previste dal copione.

Ma sono state tutte false, le carezze?

Tutti simulati, i baci?

Tutte soltanto previste da un copione, le coccole?

 

Non è più sicuro della risposta.

A quel punto… non lo è più.

 

-          Mi manchi, Daniel… Che ci sta succedendo?  Ho bisogno di saperlo perché mi sembra di impazzire e di non capire più niente! –

-          Vieni da me, vuoi? –

 

Vieni da me.

 

A quell’invito Hema ha paura.

Una profonda, pervicace, virulenta paura di sprofondare in una confusione ancora più ingestibile se lo rivede.

Si tortura da mesi guardando e riguardando le scene in cui hanno interpretato i loro personaggi alla ricerca di risposte sempre più sfuggenti.

Ritrovarselo davanti cosa scatenerebbe?

 

-          Quando? – Si ritrova a chiedere, senza riconoscere la propria voce mentre compone la parola beffandosi della propria volontà.

-          Adesso! –

 

Adesso!

 

Prendere un aereo.

Attraversare un continente.

 

Adesso.

 

-          Ho paura! – Ammette.

Daniel scoppia a ridere, ma è un breve, incontrollato suono nervoso uscito dalle sue labbra.

-          Anch’io ho paura… ma questa cosa sta succedendo a tutti e due… non solo a me, come pensavo, o… solo a te… e forse… se riusciamo a parlarne… -

-          Capiremo che è tutto un inganno, vero? –

Hema glielo chiede precipitoso, interrompendolo ansioso, d’un tratto colmo di speranza che gli dica che si, probabilmente si stanno sbagliando ed è tutto uno stupidissimo equivoco dovuto a una suggestione indotta dai loro personaggi.

Che quella telefonata è ridicola e lui ci sta facendo la figura del cretino.

Ma va bene così.

Se solo capisce che è uno stupidissimo, tremendo abbaglio, è disposto a qualunque figura di merda.

 

E allora perché il solo pensiero comincia a stracciargli il petto con le sue unghie affilate?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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