Ichigo era in piedi , ma non aveva
dormito molto. Era rimasto tutto il tempo a pensare ad Inoue , era preoccupato.
Nemmeno Rukia l’aveva trovata. Intanto stava guardando la sua mano , quella che
era ferita .
“ Sono sicuro che è stata Inoue.
Ma quando? E soprattutto perché poi se ne è andata” disse Ichigo.
Poi , proprio in quel momento le
tende della finestra si alzarono per il vento , qualcuno aveva aperto la
finestra, era il capitano della decima brigata
, Histugaya Toushiro ( amore mioooooo *0*. Scusate -___-)
“ ma cosa…?” chiese Ichigo , era
molto sorpreso. Cosa ci faceva li Toushiro ? Dalla faccia non era niente di
buono.
“ Kurosaki , veni a casa di
Inoue.” Disse Toushiro
“ cosa è successo?” chiese Ichigo
ma non ebbe risposta. “ va bene. Andiamo”
Intanto Inuoe era arrivata a Las
Noches . Era entrata in una grande stanza bianca , e c’erano gli Arrancar e
anche Aizen. Inoue lo guradò , gli metteva i brividi. Quell’uomo non ha esitato
di tradire le persone con cui ha vissuto e combattuto fianco a fianco per così
tanto tempo. La sua spada rispecchiava perfettamente il suo padrone ,
l’inganno. Era in grado di produrre delle illusioni.
“ bene Ulquiorra , l’hai portata qui , ottimo lavoro” disse
Aizen , poi si rivolse ad Inoue “ non preoccuparti Orihime, non ti faremo del
male, se fari quello che ti diciamo” disse sorridendo
Intanto tutti gli Arrancar si
stavano chiedendo del perché avesse voluto li quella donna, soprattutto Luppi ,
sembrava al quanto infastidito.
“ dovete sapere che questa ragazza
ha un potere eccezionale che mi interessa tantissimo. Vuoi farcelo vedere
Orihime?” disse Aizen senza perdere mai quel suo sorriso falso. “ cura il
braccio di Grimmjow” disse indicando l’arrancar dai capelli azzurri.
Inoue lo guardò , era lo stesso
arrancar che aveva ferito Kurosaki ,come dimenticare quegli occhi di ghiaccio.
Anche Grimmjow la stava guardando , era una ragazza normale , forse più carina
di altre ma normale. Quale poteva essere questo grande potere? E poi perché
stava così tranquilla? In fondo era lì , in mezzo ai suoi nemici . Altre
avrebbero avuto una crisi isteria , forse in fondo era forte.
Inoue si avvicinò al suo braccio ,
per meglio dire , quello che rimaneva poi sussurrò
“ Io rifiuto”
Subito una luce avvolse il braccio
di Grimmjow e molto lentamente il braccio ritornava come prima. Lui lo guardava
con stupore e il suo sguardo cadde su di
lei. Era concentrata a curare il suo braccio , poteva quasi sentire il suo
respiro sulla pelle. E gli piaceva.
“ tse” gli sfuggi un verso di
stizza, ma che cavolo di pensieri gli stavano passando per la testa?
Orihime aveva finito , il
braccio di Grimmjow era tornato
perfettamente sano e funzionante. Lui lo ammirò , era incredibile. Anche tutti
gli altri erano sconcertati , chi diavolo era quella donna? L’unico che aveva
uno sguardo diverso era Aizen , che guardava Orihime soddisfatto .
Grimmjow guardava il suo braccio ,
ora poteva ritornare ad essere uno dei dieci espada ,ora Luppi doveva sparire. Luppi
aveva percepito cosa stesse pensando infatti…..
“ donna , guarisci anche questa”
disse Grimmjow ad Orihime .
“ va..va bene” disse Inoue si
avvicinò al suo fianco e cominciò a curargli la ferita.
Grimmjow la osservò di nuovo , lui
le aveva detto quelle parole con un tono cattivo , e nei suoi occhi non c’era
ne paura ne disprezzo. Doveva essere molto dolce. Come la sua voce.
Di nuovo quei pensieri. Ma cosa
gli stava succedendo?
Orihime aveva finito , Grimmjow
avrebbe voluto dirle grazie , ma si riprese quasi subito , non sarebbe stato
assolutamente da lui.
Come era da lui si scagliò con
fare minaccioso verso Luppi che ebbe appena il tempo di rendersene conto che Grimmjow
lo aveva trapassato con un mano.
“ ora sono di nuovo io il numero
sei” disse lui soddisfatto. Non si girò indietro , non seppe il perché , forse perché
sapeva di vedere il suo viso pieno di paura e di orrore. Ma perché solo l’idea non gli piaceva affatto?
“ bene , ora Orihime verrai
scortata nelle tue stanze , Ulquiorra si prenderà cura di te” disse Aizen
Grimmjow avrebbe voluto gridare –perché
lui? Potevo farlo io – ma non disse nulla. Non ci stava capendo più niente.