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Autore: Donnasole    19/01/2005    4 recensioni
come si sono incontrati Endymion e Serenity? Cosa ha fatto sbocciare il loro amore? quali sono le parole che si son detti? Leggete e commentate
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONCLUSIONE

 

La notte gli era amica. Appena fuori aveva sentito un peso sollevarsi dalle spalle...si sentiva in pace immerso nell'oscurità. Lo stormir delle foglie mosse dal vento tiepido e profumato lo rilassavano, i suoni del bosco gli erano familiari e i suoi piedi conoscevano bene la strada da percorrere per giungere alla sua meta.

La luna che fino a poco prima era celata da una nube gonfia e pesante, fece capolino radiosa, sorridendogli seducente.

La Luna.

Il Silver Millenium. Il prospero regno protetto dalla mistica pietra che donava potere e giovinezza a chi ne era il custode.

Endymion non aveva mai visitato la Luna, e pochissimi di quelli che aveva incontrato l'avevano fatto, tessendone ora le lodi, ma si diceva che c'era stato un tempo in cui Luna e Terra erano intimamente legate e quest'ultima era un unico regno così come la Luna; pace, prosperità e gioia illuminavano il cammino di tutti.

Fin da piccolo aveva sempre ascoltato storie sugli illuminati sovrani che reggevano le sorti di quel reame miracoloso, la fama di grazia e saggezza della sua regina percorreva il globo in lungo e in largo fomentando oltre che ammirazione anche rabbia ed invidia...forse era stato questo che aveva allontanato gli abitanti dei due regni...la stupidità umana non conosceva confini.

Senza accorgersene era infine giunto in prossimità del laghetto, il luogo ideale dove meditare e riflettere e forse mettere un po' d'ordine fra tutti quei pensieri confusi che gli riempivano la testa.

Uno sciabordio proveniente dalle acque chete lo misero in allarme. La luna era nuovamente nascosta da nuvoloni carichi di pioggia ed il principe era solo e disarmato, a causa del suo bisogno d'allontanarsi aveva finito col mettere a repentaglio la propria incolumità come un'irresponsabile; si sarebbe preso a calci volentieri.

Nascosto fra le siepi del sottobosco, tentò di avvicinarsi silenziosamente al luogo da cui proveniva il rumore, strizzando gli occhi nel tentativo di scorgere qualcosa di più di ombre fugaci. Una risata cristallina lo prese in contropiede.

immersa fino alla vita, stava la figura di una fanciulla che giocava con l'acqua nera, increspava le onde con le mani e ridacchiava ogni qual volta l'onda fredda generata dal suo movimento le lambiva il tenero petto.

La sorpresa per una tale scoperta condusse il giovane allo scoperto. Era forse una di quelle ninfe silvestri di cui si leggeva negli antichi poemi? Osservava affascinato le sue graziose movenze ed i suoi giochi infantili. O forse, dinanzi a lui era l'angelo più bello del paradiso disceso sulla terra per farsi ammirare dal creato stesso.

La ragazza, sentendosi osservata si voltò in direzione del principe che, imbarazzato, distolse lo sguardo. Con incedere lento ed armonioso si diresse nella sua direzione, incuriosita da quell'uomo in armatura che spostava il peso da un piede all'altro e teneva gli occhi incollati al suolo.

Birichina la luce della luna squarciò le nuvole temporalesche che ormai avevano riempito il cielo ed estese i suoi raggi argentati a tutta la superficie del lago, scacciandone le ombre e rivelando ogni segreto.

Ad Endymion il respiro si mozzò nella gola, boccheggiò due o tre volte prima di riprendere fiato.

La creatura più incantevole che la terra avesse mai avuto l'onore di accogliere era davanti a lui.

I capelli, tanto lunghi da aprirsi a corolla sulla superficie della scintillante acqua, erano legati in due codini dalla forma sferica e parevano intessuti della stessa luce dell'astro che li faceva risplendere. Grandi e magnifici occhi lo guardavano dolcemente al di sopra di un sorriso etereo. La liscia perfezione della pelle poteva essere paragonata solo alla candida seta che la ricopriva, il corpetto ricamato fittamente con perle fasciava il suo morbido seno mentre la gonna, dalle forme sciolte, era tenuta sopra le ginocchia da una delicata mano. Ad ogni movimento, miriadi di goccioline si staccavano da lei precipitando come diamanti intorno al suo corpo. Una falce di luna d'oro le splendeva in fronte.

Il ragazzo era paralizzato, temeva che al minimo movimento e respiro la visione potesse scomparire, come la nebbia quando si alza il sole.

La fanciulla gli era ora dinanzi in tutto il fulgore, lui poteva percepirne il respiro caldo ed il sottile profumo di violetta.

:- Se questo è un sogno non permettere che io mi desti.- esordì il giovane con voce rotta - Ma se non lo è, non lasciare che mi addormenti.

L'apparizione rise e s'allontanò ruotando su se stessa.

:- Io sono vera.- la voce di cristallo era musica nelle sue orecchie.

La ragazza lo guardò in sottecchi ed il vento le condusse l'odore del guerriero che sapeva di buone erbe e profumava come la terra stessa. Si era sentita attratta dal giovane non appena aveva percepito il suo sguardo, una forza strana la conduceva a desiderare di avvicinarglisi, di sfiorarne il volto con dita leggere, di leggere nella sua anima la ragione di quella malinconia scorta nei suoi profondi occhi.

:- Sono in visita. Ho fatto un lunghissimo viaggio per giungere fin qui.-

:- Da dove vieni dunque?- domandò rassicurato, certo che almeno per un altro po', non sarebbe scomparsa.- Non sei di questi luoghi, forse non sei nemmeno di questo pianeta...vi è qualcosa in te che mi confonde.-

:- Hai indovinato! Come sei bravo.- rispose lei divertita - infatti io vengo da lassù.- indicando la luna che soccombeva alla coltre di nubi - Non intendevo arrecare disturbo, ero solo curiosa di vedere com'è la Terra.- terminò alzando le belle spalle dalla morbida curva.

:- Ma perchè di notte?- chiese interdetto.

:- Semplice! Sono venuta di nascosto.- replicò facendogli l'occhiolino.- speravo di rimanere fino allo spuntare del giorno e poi ripartire.- si voltò di scatto verso di lui, le mani incrociate dietro la schiena, l'espressione birichina.- Perché non mi fai compagnia fino ad allora?-

Un tuono rotolò sopra le loro teste e la pioggia scrosciante prese a cadere fitta e pesante al suolo.

Lo sgomento passò sul volto di entrambi i giovani, il ragazzo fu più lesto a riprendersi, afferrò la fanciulla per una mano e la trascinò sotto una grande roccia sporgente, ricoperta di muschio e rampicanti lì vicino.

Ansanti si guardarono negli occhi scoppiando a ridere.

:- Ma questa non sarà mica pioggia.- esordì lei stupefatta.

:- Più che pioggia io direi che si tratta di un'acquazzone.- spiegò lui, il suo dolce sorriso le fece battere il cuore.

:- Ma allora non è pioggia.- replicò perplessa.

:- Si certo che è pioggia.- continuò lui stupefatto - solo che è più abbondante del solito.-

:- Questa è pioggia ed io me la sto perdendo?!- Sbottò concitata correndo fuori dal riparo seguita a ruota dal compagno che cercava di fermarla.

:- Ma che fai?! Rischi di ammalarti, possibile che tu non abbia mai visto un acquazzone in vita tua?-

Il giovane non riusciva a credere a quanto stava succedendo. Era giunto in quel luogo per stare solo a riflettere e poi questa creatura magnifica l'aveva incantato, un angelo che ora danzava sull'erba bagnata piroettando e giocando come una bambina.

La fanciulla corse da lui prendendogli le mani e trascinandolo in un giro tondo allegro e surreale, porgendo il volto al cielo ad accoglierne ogni singola goccia, gli occhi scintillanti, la risata gioiosa.

Un lampo trapassò le nubi abbagliando i due ragazzi, anticipando il terribile fragore del suo tuono.

Lei gli si buttò tra le braccia terrorizzata, si strinse al suo petto ed un grido soffocato le uscì dalle labbra contratte.

Subito venne portata al sicuro ed avvolta nel grande mantello un po' zuppo. Si sedettero sul morbido muschio, uno accanto all'altra, abbracciati.

:- Tutto bene?- chiese preoccupato.

:- Adesso si!- sorrise col volto premuto sul suo petto, il suo profumo a stuzzicarle le narici - Cos'erano quelli?-

:- Un fulmine seguito dal tuono. Davvero non ne hai mai visti?-

:- Sulla luna non piove, non nevica, non ci sono tutte le cose affascinanti che ci sono qui; protetti dalle teche le giornate si assomigliano tutte.

:- E' per questo che sei voluta venire fin qui?-

:- Certo!- replicò convinta - Dal giardino rimanevo ore a guardare la sfera blu che dominava il nostro cielo, così bella, così vicina eppure così lontana.

:- La stessa cosa che faccio io tutte le notti guardando in alto - ammise con il volto indecifrabile nell'oscurità.

:- Abbiamo una cosa in comune dunque.- rispose la voce di velluto- Forse non è un caso esserci incontrati.

:- Forse...-

:- Toglimi una curiosità...- cominciò lei interrompendosi.

Forse vuole chiedermi se sono impegnato, ma allora cosa le rispondo, che c'è un mezzo accordo di mio padre con la famiglia di una ragazza... le parlo di Lady Beryl dicendole che sono praticamente fidanzato...si, si ...è la cosa più corretta da fare...ma forse lei potrebbe fuggire inorridita ed io potrei non rivederla più... accidenti!

La fanciulla lo fissò intensamente.

:- I fulmini ed i tuoni sono pericolosi?- domandò seria.

:- Solo se ti colpiscono.- replicò sconcertato tutto d'un fiato ma sollevato che fosse solo questo il dubbio- Sono violente scariche elettriche tra nube e nube o tra nube e terra accompagnate da radiazioni visibili e sonore come in questo caso.-

:- E ti colpiscono spesso?-

:- A me non è mai capitato, per fortuna è un evento raro.-

:- Ma allora che facciamo qui!- gridò eccitata - Torniamo fuori se sarò fortunata potrò vederne altri anche più grandi e più belli.-

Viene proprio dalla Luna pensò il principe.

:- Non è poi così raro, forse è meglio se restiamo al coperto.- tentò lui sicuro che avrebbe dovuto rincorrerla nuovamente.

:- Va bene.- rispose tranquilla e docile stupendolo - sai una cosa visto da qui il tuo pianeta sembra più verde che blu, piacerebbe tanto ad una mia amica.-

:- In effetti gli oceani coprono più di tre quarti della Terra è quindi logico che dall'alto sembri blu.-

:- Quante cose sai!- disse ammirata - Sono sicura che sei molto intelligente, andresti d'accordo con Mercury.

:- Capisco.- replicò lui. In realtà non era vero ma quella ragazza cominciava a confonderlo deliziosamente.

:- Perché prima eri così triste?- sbottò lei all'improvviso.

Il giovane si accorse che fino ad allora aveva dimenticato le ragioni che l'avevano spinto ad andare alla ricerca di un luogo tranquillo, e ora sentiva di poter parlare liberamente con quella fanciulla lunare così strana e dolce.

:-Ho dei problemi a capire chi sono io. Fin da piccolo ho dovuto interpretare un ruolo, dicevo e facevo quello che le persone che mi circondavano si aspettavano che io facessi. Alla fine mi sono accorto di non essere più in grado di distinguere i confini...-

Lei lo guardava comprensiva mentre fuori continuava il diluvio.

:-Il rapporto con mio padre è stato quello che mi ha segnato di più. Non sono mai riuscito a fare abbastanza per soddisfarlo ed ora sono arrivato al punto tale che non m'importa...delle volte mi sento così arido che mi pare di avere un buco nero al posto del cuore. Certe volte mi sento così distaccato da tutto ciò che mi circonda che ho paura di perdere la capacità di amare...se mai l'ho avuta e per me stesso provo solo rabbia, compassione e disprezzo...Mi sento così solo.-

:- Che tristezza.- singhiozzò commossa la fanciulla, il ragazzo impietrito per averla fatta piangere - Sono tanto dispiaciuta per te...Sai io non ricordo bene mio padre, è morto quando ero piccola, quello che rammento era il modo in cui mi lanciava e mi faceva girare. Un ricordo meraviglioso ma non so' quanto sia reale, tu soffri e penso che non sia giusto che queste cose succedano.- aggiunse con veemenza - Non sei arido... sei buono e gentile credi a me, non è facile essere perfetti...io non ci provo mai...ed è normale che a volte prendano i momenti di sconforto ma dopo torna sempre il sole giusto? Se le giornate fossero tutte belle, come sulla luna, le persone finirebbero col non apprezzare più i doni che ci vengono elargiti...non pensi?- sorrise dolcemente e la voce si fece più morbida - Quanto al fatto di sentirti solo questa è una sciocchezza.- lo guardò con quei suoi grandi e limpidi occhi e c'era una gran forza nelle sue parole - Tu non sei solo! Ci sono io con te vedi?-

Senza aprire bocca lui la strinse forte, cercava di fondersi in lei per non perderla...ora tutto gli era chiaro, le parole della madre, le voci nella sua anima, tutto, tutto quello che fino ad allora aveva bramato, cercato e voluto era di fronte a lui, incarnato in quella mirabile fanciulla. Si, le credeva. Non sarebbe più stato solo perché lei era lì, con lui. Lei era il sole. Il suo cuore lo sapeva, l'aveva sempre saputo ed ora non l'avrebbe lasciata, non l'avrebbe persa.

Infine la pioggia cessò per fare posto all'alba incipiente.

Il sole cominciò ad irradiare il cielo cacciando le ultime nubi e tingendo di rosa ed albicocca l'orizzonte.

Dalle verdi fronde degli alberi caddero le gocce rimaste, vestigia splendenti di una notte magica.

La luce si fece strada sui volti dei due giovani ancora avvinti nel loro tenero abbraccio. La fanciulla alzò il viso per incontrare gli occhi di lui e sentì di annegare in quelle blu profondità, ...lo stesso colore dell'oceano...lo stesso colore del pianeta che lei guardava attraverso le cupole e che adesso poteva toccare.

Strofinò la delicata guancia contro il tessuto che copriva le spalle del compagno.

Quanto desiderava che quel momento non terminasse, che potesse passare il resto della sua vita fra quelle braccia forti e protettive. Il cuore bruciava con la stessa intensità del sole nascente e la luce che emanavano i suoi occhi era del pari abbagliante.

Lui affondò il viso nei soffici e profumati capelli della ragazza stretta al proprio petto, avrebbe affrontato qualsiasi prova anche la più ardua purché il fato gli concedesse di non staccarsi da lei, il suo sottile profumo, l'idea di non poter ascoltare nuovamente la sua risata argentina lo gettavano nello sconforto, mai si era sentito così vulnerabile ed esposto...tenerla fra le braccia era l'unica cosa che la sua anima voleva.

Con un sospiro la bionda fanciulla puntò le mani sul petto di lui e girò tristemente la testa.

:- Devo andare.- disse mestamente - E' ora.- proseguì indicando la luna ancora piena e splendente sopra le loro teste ma che si faceva via via più diafana man mano che gli attimi scorrevano.

:- Non posso trattenerti - sospirò il ragazzo - ma non chiedermi di lasciarti andare io... -

:- Sssshh, non parlare - lo interruppe dolcemente lei, la voce in un respiro - non ti chiedo di lasciarmi andare - gli appoggiò una mano sulla guancia - Tienimi con te. - mormorò.

Lui coprì la sua mano con la propria, accostandola alle labbra, la baciò intensamente.

:- Qual è il tuo nome?-

:- Serenity. E il tuo?

:- Endymion.

La principessa sorrise ed il principe sentì il cuore fermarsi dolorosamente in petto.

:- Endymion - sussurrò lei mentre si perdeva in quegli occhi dello stesso colore del pianeta da lei tanto amato - penso che questo sia l'inizio di una nuova alba.

 

 

 

  
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