Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    19/09/2014    5 recensioni
"All’apparenza Drakul Mihawk poteva sembrare un uomo freddo e distaccato ma i suoi figli, e soprattutto la piccola, sapevano che padre affettuoso e attento fosse, anche se a modo suo. Sapevano di poter sempre contare su di lui e sapevano anche che avrebbero trovato comprensione per le loro giuste cause.
Sì, Drakul Mihawk era un uomo freddo e severo. Ma per i suoi figli avrebbe fatto sempre qualsiasi cosa."
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Nico, Robin, Perona, Roronoa, Zoro, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piegò il capo rosa di lato fissando incuriosita il compagno di classe.
Quel ragazzino con le lentiggini, il cappello arancione da cowboy e il broncio perenne aveva attirato la sua curiosità da subito, appena entrata a scuola ma, quando si era avvicinata provando a presentarsi e a farci conversazione mentre aspettava di essere smistata in una delle classi, lui le aveva risposto brusco, per poi tornare a chiudere gli occhi, abbandonando la schiena contro la parete.
E ora, durante l’intervallo, anziché correre e giocare come tutti, se ne stava seduto su quella roccia del giardino, un bastone tra le mani e il capo abbandonato sul petto.
Il respiro regolare e la bolla al naso non lasciavano dubbi.
Stava dormendo.
Il che era abbastanza strano, pensò Perona, perché l’intervallo era l’unico momento in cui nemmeno Zoro dormiva, o almeno così le aveva detto il suo fratellone.
Si allontanò dalle amichette che saltavano la corda, avvicinandosi al moro, attratta come da una calamita ma si fermò a pochi passi, aggrottando le sopracciglia perplessa nel veder spuntare un cappello a cilindro da dietro la roccia.
Piegò di nuovo la testa di lato, facendo sobbalzare i codini, considerando che, punto numero uno il cappello non poteva certo fluttuare nell’aria a meno che non si fosse trattato di una fantasma ma, in quel caso, lei lo avrebbe percepito di sicuro e, punto numero due, conosceva quel cappello.
Fece un altro passo verso la roccia ma si dovette arrestare subito e anzi indietreggiò, sgranando gli occhi allarmata, quando Ace, così si chiamava il ragazzino, cadde in avanti atterrando faccia a terra nell’erba, braccia e gambe spalancate, in stile stella marina.
Lo fissò per un istante prima di rompere gli indugi e mettersi a correre verso di lui, per accertarsi che stesse bene, ma non fece in tempo a chiamarlo che si risollevò da solo, la faccia sporca di terra e contratta in un’espressione furente, per poi girare di nuovo il volto verso la roccia senza nemmeno accorgersi della sua presenza.
-Ma sei impazzito?!- sbraitò, ancora carponi nel prato.
Perona seguì la sua traiettoria per soffermarsi con sguardo curioso sul bambino biondo che era sbucato da dietro il masso e ci si era appoggiato con il fianco, braccia incrociate al petto e un bastone bloccato nell’incavo del gomito.
-Ti sembra il modo di sorvegliare il nostro rifugio quello?!- gli domandò altrettanto contrariato, rischiando di far cadere per terra il cilindro blu su cui erano agganciati degli occhiali da aviatore.
-Avevo tutto sotto controllo!- ribatté Ace alzandosi in piedi e fronteggiando l’amico.
-Sì, così sotto controllo che non ti sei nemmeno accorto di lei!- disse il biondo, indicando Perona con un dito.
Ace si girò a guardarla, notandola solo in quel momento e trovandola che gli faceva un timido cenno di saluto con la mano.
-Ancora tu?! Ma vuoi lasciarm…-
-Ciao Perona! Come stai?!- lo interruppe l’amico, affiancandolo.
-Ciao Sabo! Bene e tu?!- rispose la bimba, sorridendo.
-La conosci?!- domandò Ace che si era girato a guardare incredulo il compagno di giochi.
-Sì, certo, è mia cugina!-
-Tu non hai cugini!-
-È come se lo fosse, è la figlia di zio Drakul!- spiegò, stringendosi nelle spalle.
-Posso giocare con voi?!- domandò la ragazzina, in preda all’agitazione.
Era da sempre molto sveglia, Perona, ragion per cui le era bastata un’occhiata alle compagne di classe per capire che difficilmente avrebbe trovato qualcuno con cui andare d’accordo. Ma Sabo era di un’altra pasta, con lui si era sempre divertita un mondo e poi il gioco che stavano facendo sembrava interessante.
Se c’erano covi da sorvegliare doveva essere interessante.
-Ma ceeeert… OUCH! Ace!!!- protestò il biondo quando ricevette un colpo sulla nuca con l’estremità del bastone da parte dell’amico, che lo afferrò per un braccio trascinandolo indietro di qualche passo.
-Sei impazzito?!- si mise a parlare in un sussurro perfettamente udibile –Vuoi rivelargli dove si trova il nostro tesoro?!-
Perona drizzò le antenne, stringendo il parasole cinese ancora chiuso con le orecchie e gli occhietti, che suo papà l’aveva convinta a portare a scuola al posto di Kumachi.
Tesoro?!
Quel gioco si faceva sempre più intrigante!
-Non essere ridicolo! Siamo amici ti dico!!!- stava intanto ribattendo Sabo, indicandola con braccio teso e palmo aperto.
-Se c’è un tesoro allora è perfetto per me! Io sono una principessa!- li informò la piccola, facendo un passo verso di loro e alzando la voce per farsi sentire.
Ace e Sabo si girarono verso di lei, uno incredulo e l’altro perplesso.
-Come hai detto?!- domandò il moro, assottigliando lo sguardo.
-Ho detto che sono una principessa! La principessa dei fantasmi!- affermò, annuendo convinta e incrociando le braccia al petto.
-Guarda che non hai capito! Noi siamo pirati! Le principesse al limite le rapiamo, non ci alleiamo con loro!-
Fu il turno di Perona di socchiudere gli occhi in un’espressione infastidita.
-Ma mi stavi ascoltando?! Ho detto principessa dei fantasmi! Guarda che io posso trasformare la gente in zombie, non è un potere che hanno tutti!- affermò, avanzando ancora per fronteggiare Ace.
Sabo si spalmò una mano sulla faccia a quelle parole.
Era proprio quello che gli mancava eh!
Trovarsi a fare gruppo con la bambola assassina e mister pessimismo!
Sospirò, sconsolato.
-… controllare il fuoco io!- stava ribattendo Ace puntando il pollice contro il proprio petto e piegando il busto in avanti, ormai a pochissimi centimetri dal volto di Perona -Io sono molto più forte!-
-Okay, okay, okay, adesso basta!- intervenne Sabo, pacato e diplomatico come sempre, dividendo con un gesto delle braccia i due che si squadravano in cagnesco -Io sono il capitano e io decido! E Perona può fare parte della ciurma!-
-Aspetta un attimo?! Chi ha deciso che sei tu il capitano?!- domandò Ace, sollevando un sopracciglio.
-Lo abbiamo deciso insieme!-
-Ma figuriamoci! Non avrei mai accettato di farti fare il capitano!-
-Sì, invece! Abbiamo deciso che tu avevi il potere del fuoco e io potevo essere il capitano e…-
-ALL’ATTACCO!!!-
 Ace e Sabo si voltarono con i bastoni già pronti in mano ma non fecero in tempo a individuare il punto di provenienza dell’urlo che si ritrovarono bersagliati da una pioggia di nocciole, che li colpirono da tutte le parti, in testa, sulle braccia, sulle mani.
Un attimo dopo erano a terra, impegnati in una lotta corpo a corpo contro Leo, un compagno di classe di Ace, e una ragazzina sputata a lui tranne che per i capelli blu, legati in due codini alla base della nuca.  
-Ancora voi!- protestò Sabo rimettendosi in piedi e indietreggiando, il bastone stretto in mano in posizione di attacco.
Ace lo affiancò immediatamente mentre anche Perona si spostava verso di loro.
Come la vide muoversi, il moro le lanciò un’occhiata di striscio e aggiustò la propria posizione in modo da coprirla e non lasciarla esposta agli attacchi aerei dei gemelli Tontatta.
-Diteci dov’è il tesoro!- intimò la ragazzina, agitando la fionda giocattolo.
-Scordatelo, Wicca! Non lo avete scoperto l’anno scorso e continuerete a non saperlo fino alla fine delle elementari!- la fronteggiò Sabo mentre Ace annuiva convinto.
-Quand’è così…- mormorò Leo, lasciando la frase in sospeso con sguardo eloquente.
Sabo e Ace indietreggiarono ancora, assumendo un’espressione vagamente terrorizzata mentre i due si riempivano la mano di frutta secca, estratta da una piccola bisaccia che portavano in vita.
-Ehi… A-andiamo, su… Possiamo p-parlarne…- provò a mitigare le acque Sabo, sebbene fosse ormai  psicologicamente pronto a tornare a casa pieno di lividi già il primo giorno.
Perona guardò febbrilmente l’ombrellino che teneva in mano e i Tontatta che si preparavano ad attaccare con espressione soddisfatta e fu colpita da un’idea.
Slacciò veloce la fettuccia che teneva ferma la stoffa della cappella contro l’asta di legno e si preparò a spalancare il parasole con il meccanismo a scatto.
-Sabo, Ace, giù!!!- ordinò proprio mentre Leo e Wicca caricavano la fionda.
I due bambini non se lo fecero ripetere due volte e si accovacciarono mentre tanto rosso granata invadeva il loro campo visivo.
Si ritrovarono accosciati ai lati di Perona che teneva saldamente l’ombrellino davanti a sé, coprendoli, mentre un’incessante pioggia di proiettili rimbalzava a velocità sostenuta sulla stoffa tesa del parasole.
-Ma chi diavolo sono questi?!- domandò Perona, sconvolta dalla rapidità con cui le nocciole venivano scagliate -Hanno le braccia robotiche per caso?!-  
-Non lo so come fanno, sono velocissimi!!!- affermò Sabo, evitando le poche sfere marroni che riuscivano a superare la loro improvvisata barriera.
L’assalto aereo cessò improvvisamente e i tre si guardarono tra loro, sospettosi.
Trascorso qualche istante, nel quale appurarono che Leo e Wicca avevano probabilmente esaurito le nocciole, Ace guardò Sabo con determinazione.
-Pronto?!- domandò sottovoce, stringendo più forte il bastone.
-Io sono nato pronto! Uno…-
-…due…-
-Eeee…-
-Fermi!-
Si girarono entrambi verso Perona, Ace infastidito e Sabo perplesso per l’interruzione.
-Che c’è?!-
-Sfruttiamo l’effetto sorpresa! Anziché saltare fuori io sollevo l’ombrello e voi siete già pronti ad attaccare!- spiegò Perona, guardando male il lentigginoso.
Ace si scambiò un’occhiata con Sabo che si strinse nelle spalle.
-Non ha mica tutti i torti!- gli fece notare.
-Ah non so, devi dirmi tu, capitano!- ribatté il moro, sarcastico.
-Guarda che eri d’accordo, adesso è inutile che fai le battute!- protestò Sabo, assottigliando lo sguardo.
-Io non faccio nessuna battuta!-
-Certo, come no!-
-Ma è vero! Sei tu che hai la coda di paglia!-
Se avesse potuto, Perona si sarebbe spalmata una mano in faccia ma, essendo impegnata a sorreggere l’ombrellino, si limitò a lanciare gli occhi al cielo.
Quei due erano una causa disperata, altro che temibili pirati!
-Allora! La vogliamo fare finita?! Forza, su! Pronti… ORA!!!- urlò la piccola sollevando l’ombrello e osservando i due compagni scagliarsi con due falcate verso i propri avversari.
Ma sull’ultimo slancio, mentre erano ancora a mezz’aria, un fulmine giallo li investì in pieno scaraventandoli a terra sotto lo sguardo sgranato della rosa e dei Tontatta.
Perona, Leo e Wicca si lanciarono un’occhiata perplessa che si intensificò nella piccola quando vide i gemelli indietreggiare, assumendo un’espressione atterrita, mentre fissavano qualcosa dietro di lei.
Si immobilizzò quando sentì una mano sulla spalla e una voce poco più su della propria testa.
-Ottimo lavoro, Killer! E tu chi sei, ragazzina?! Un nuovo acquisto?!-
Tremante e a occhi spalancati si girò lentamente verso il compagno che l’aveva bloccata mentre Ace e Sabo si dimenavano a terra, sotto alla mole di Killer che, atterratili, non sembrava intenzionato a lasciarli andare.
Si ritrovò a osservare un chioma rossa e ribelle tenuta indietro da un paio di occhiali molto simili a quelli di Sabo e un ghigno abbastanza inquietante, un ghigno da bullo della scuola.
-Kidd!!!- si dimenò Sabo sotto al massiccio corpo del compagno di classe -Lasciala stare!!!-
Ace si ritrovò a ringhiare, notando la strana reazione di Perona. Qualcuno diceva che Eustass Kidd fosse in grado di ipnotizzare la gente e per un attimo ci credette anche lui quando vide l’amica rilassarsi di botto nell’incrociare le iridi dorate del bullo.
Scalciando come un pazzo si girò a cercare qualcosa da tirargli contro e si ritrovò a incrociare lo sguardo di Leo che gli stava trasmettendo un muto messaggio, mentre caricava la fionda con un piccolo sasso.
Il moro annuì, capendo al volo la strategia dell’amico e preparandosi a sgusciare da sotto il corpo di Killer quando la pietra lo colpì sul sedere facendogli inarcare la schiena per il male e la sorpresa.
Un secondo dopo aveva già coperto la distanza che lo separava da Perona, l’aveva afferrata per un braccio e se l’era trascinata dietro la schiena, sollevando in contemporanea il bastone.
-Non toccarla, mi hai capito?!- sbraitò pronto a calare un colpo sul rosso, che ghignò divertito preparandosi ad afferrare l’estremità del bastone e strattonarlo via a quel moccioso insolente.
-Ace no!!!-
Sarebbe stato impossibile dire chi tra Ace e Kidd fosse più sconvolto dall’intervento di Perona. Con il respiro affannato e gli occhioni sgranati, la bimba si era gettata davanti ad Eustass, parando il colpo destinato a lui con il parasole nuovamente chiuso.
Anche Wicca e Leo, in piedi, e Sabo e Killer, ancora tra l’erba, si immobilizzarono senza parole.
Rimasero a fissarsi così per alcuni secondi, finché la voce delle maestre non li richiamarono, avvisando che l’intervallo era finito.
Presero tutti ad avviarsi per rientrare, tranne Kidd che rimase immobile e sconvolto a fissare il punto dove un attimo primo si trovava la testa rosa di Perona, senza riuscire a capacitarsi di quello che era appena successo.
Quando Killer lo raggiunse si riscosse e si voltò a osservare le schiene dei cinque compagni che si allontanavano camminando uno accanto all’altro.
-Allora affare fatto?! Ci servono due cecchini in ciurma!- stava dicendo Sabo a Leo tendendogli la mano.
-D’accordo, capitano!- rispose il gemello maschio mentre, alla sinistra di Sabo, Perona afferrava la camicia di Ace, stringendola in una mano e avvicinandosi a lui.
-Grazie per avermi salvata- mormorò.
Il moro le lanciò un’occhiata, regalandole finalmente un mezzo sorriso.
-Figurati! Però… non è che ti sia proprio fatta salvare… Si può sapere che ti è preso?!-
Se Kidd aveva pensato che nulla avrebbe potuto sconvolgerlo più di così quel giorno si era sbagliato.
Lo seppe quando sentì la risposta della piccola al suo nuovo amico.
-Non volevo che lo colpissi, mi sta simpatico!- mormorò, stringendosi nelle spalle -Ha gli occhi come il mio papà!-
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page