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Autore: Light Clary    20/09/2014    2 recensioni
Violetta si è appena trasferita a Buenos Aires e quando comincia a frequentare i ragazzi del luogo, la sua vita cambia. Scopre di essere destinata a salvare la luce e per farlo dovrà ricorrere ai poteri che non sapeva di possedere.
Riuscirà Violetta a sfuggire al potere dell'oscurità che vuole impossessarsi di lei ad ascoltare il suo cuore che le indicherà la strada da percorrere per capire chi amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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VIOLETTA POV
Dopo questa breve interpretazione che mi hanno fatto sul tizio che stiamo andando a trovare, la mia sicurezza non è più così ampia. Eppure loro sono tranquilli, mentre si avvicinano alla porta di questa minuscola casetta e allungano la mano per bussare e aspettare in una risposta. Leon si mette di fronte a me come per farmi da scudo. Aspettiamo qualche attimo in silenzio ma non ci giunge risposta: - Siete sicuri che ci sia? – chiedo ai miei amici.
-Deve esserci! – dice Maxi – Le rare volte in cui esce è nella stagione baccanale, per raccogliere le castagne che si ergono in quella fitta boscaglia – indica alcuni alberi lontani.
-Allora perché non apre? – domanda Leon.
-Starà dormendo? – provo ad opzionare.
-In tal caso, so io come svegliarlo! – vedo Federico schioccare le dita una alla volta tutte a contatto con il pollice. E improvvisamente dal terreno sbucano minuscoli boccioli rosa che sollevandosi fluttuano e passano attraverso la porta come fantasmi. Il mio amico mi spiega: - I virgulti ridestanti, spruzzeranno in giro per casa un gas risvegliante e Sàbio si sveglierà. Se invece non stesse dormendo, si beccherà un po’ di raffreddore. Niente di grave.
Ed ecco che attraverso la finestrella aperta arriva anche a noi lo strano gas profumato che hanno appena sparso quei fiori. Mi viene da tossire e mi appoggio alla porta per farlo senza oscillare, ma a contatto con il mio peso, riesco a socchiuderla: - Oh, ma allora non era chiusa.
-Perfetto – Leon mi oltrepassa e la spalanca con un calcio. Poi entra con destrezza guardandosi intorno e tappandosi il naso per il forte odore che ancora è sparso ovunque: - Vecchio Sàbio? – chiama – E’ in casa? Siamo il consiglio splendente! – io, Fede e Maxi lo seguiamo. La casa non sembra molto ospitale. Potrebbe benissimo essere scambiata per la metropoli delle ragnatele e delle tane per ratti. C’è un grosso camino spento, una poltrona impolverata vicino ad esso, un tavolino dove sono presenti una ciotola e un cucchiaio di legno, una scrivania vuota, un letto in una nicchia e un pentolino su un fuocherello blu su un mobile.
SBAM! Questo rumore ci fa sobbalzare. Alle nostre spalle la porta si è stranamente chiusa lasciandoci in una semioscurità. Mi stringo al braccio di Leon, come per paura che potessimo venir trascinati via. Maxi accende una lampada che ci dà la possibilità di vedere proprio davanti ai nostri occhi un uomo con le gambe a farfalla. Ah dimenticavo, sta fluttuando. Sembra uno di quegli indiani che si divertono nella arte della levitazione. L’anziano dinanzi a noi ha la lunga barba grigia, i capelli poco lunghi dello stesso colore e occhi marroni. Potrebbe essere paragonato a Gandalf o a Silente. Ci guarda come se fossimo dei moscerini che non è riuscito ad acchiappare. Ma non muove un muscolo. Resta zitto.
-Sàbio!- lo chiamano i miei amici. Lui non risponde.
-Ascolta, ci devi aiutare – comincia a raccontare Maxi indicandomi – La nostra amica è in pericolo. Lei … - ma si blocca non appena il vecchio alza la mano. Dopodiché lo vediamo riscendere lentamente a terra e a ripoggiare il didietro sul pavimento come un normale nonnetto. Indietreggiamo, mentre si alza e si avvicina con le mani dietro la schiena. Ora il suo sguardo è assente. Punta verso di me. Io ho paura e Leon come se lo deducesse, non si sposta continuando a proteggermi con il suo corpo.
-Leon – prova ad esortarlo Federico con una mano sulla sua. Il mio ragazzo lo guarda, poi guarda me e infine Sàbio. L’idea di restare lo provoca e posso capirlo. Ha paura che possa farmi del male. Ma se è ciò che bisogna fare per ottenere delle risposte, sono costretta a spingerlo da parte. Ora io e il vecchio siamo faccia a faccia. Sento il cuore battere mentre vedo il suo braccio allungarsi verso la mia faccia. Ho come paura che mi stia per arrivare un violento ceffone, per questo chiudo gli occhi. Ma ciò che avverto sulla guancia non è altro che uno sfioro. Un leggero tocco di dita che si allontanano pochi secondi dopo. Rialzo le palpebre e solo dopo aver visto un ciuffo castano chiaro penzolarmi davanti agli occhi, capisco che mi ha fatto tornare con il mio normale aspetto. Erano queste le sue intenzioni. Ora continua a fissarmi e vedo la sua bocca nascosta dalla barba incurvarsi verso l’alto di pochi centimetri. Questo sorriso è il meglio che sa fare? Sembra sempre lo stesso. Poi guardo i suoi occhi e noto che si stanno spostando verso il basso. Verso il mio petto. Dove ora sento uno strano calore. La mia collana si è illuminata.
-Vecchio Sàbio? – balbetta Federico – Ecco … lei è …
Ma l’anziano rialza nuovamente la mano zittendolo. Dopodiché china il capo in avanti, incurvandosi con la schiena, finché la barba non sfiora il pavimento
-Sono ai vostri servigi. Regina.
Guardando i miei amici deduco che non sono l’unica ad essere rimasta a bocca asciutta e con gli occhi sgranati.
Ma deduco anche che le difficoltà che pensavamo di incontrare non ci saranno per parlare con lui.
BROADWAY POV
Camilla non la smette di urlare, né di piangere. Sono riuscito a trascinarla via dai cadaveri. Non voglio che i suoi occhi vedano uno spettacolo del genere. La nostra testa è più scompaginata di un viandante che si trova di fronte cinquanta deviazioni: - Calmati!- la stringo forte al petto, mentre lei continua a digrignare e a singhiozzare.
-OH, MIO DIO! OH, MIO DIO!
-Su Camilla, cerca di calmarti! – le accarezzo i capelli e le strofino le bracca. È davvero scossa. Anche io lo sono, ma non come lei, che ha appena perso delle persone a cui teneva molto e che conosceva meglio di noi altri. Non posso cercare di tranquillizzarla e chiamare i soccorsi allo stesso tempo. Sono costretto a creare con la mente una tromba d’aria che porterà qui da noi gli agenti del ministero San Dorio.
VIOLETTA POV
Ora i miei amici possono parlare senza più venire interrotti.
Comincia Leon: - Sàbio, come le abbiamo già detto abbiamo un grande problema.
-Sono tutt’orecchi! – li vedo esitare come se guardarlo rivolgersi a loro con fare così garbato fosse la scoperta del secolo per loro.
-Ecco … Violetta … la figlia di Maria e legittima erede al trono … è stata maledetta con il carbonado – gli mostro il taglio che ho sul braccio – e se non facciamo qualcosa, rischia di trasformarsi in un’oscura. Visto che l’attesa non ci sembra lontana, abbiamo pensato di rivolgerci a lei, perché ci dia un consiglio su come toglierle l’agata per almeno cinque minuti, in modo da sprigionare e distruggere l’energia negativa che è stata inflitta in essa.
-Capisco il vostro problema – dice il vecchio Sàbio senza smettere di osservare la mia collana – il potere di quella pietra non perdona nessuno. È stata forgiata dai demoni oscuri più temuti al mondo e solo un’energia altrettanto forte può eliminarne gli effetti.
-Ma noi siamo in grado di eliminare gli effetti oscuri!- esclama Maxi – L’unico problema è che non possiamo farlo se lei ancora la indossa. Perché la troppa potenza potrebbe infliggerle un dolore atroce al cuore, che rischia di non resistere. Bisogna levargliela a tutti i costi.
-Ma come se nessuno può sopravvivere senza il proprio gioiello vitale? – mette in gioco Leon – La prego ci aiuti.
-Sì. Per favore! – mi intrometto io – Se c’è il rischio che il mio destino possa avere a che fare con le sorti del regno – ritorno agli orrendi incubi che ho avuto – Non voglio neanche pensarci! Faccia quello che riesce. Ma la prego! Mi liberi dall’incantesimo! – sento la voce incrinarsi.
Sàbio mi guarda ora di nuovo in faccia. Serra le labbra e alza le spalle: - Dopotutto, cos’ho da perdere? – pensa ad alta voce, prima di voltarsi e andare verso la scrivania vuota – Vedrò se nei vecchi testi raziocinanti che ho personalmente trascritto c’è qualcosa che faccia a caso nostro.
-Grazie! Grazie! – ripeto in continuazione. Poi mi avvicino a Leon, adesso più speranzosa che mai – Non è così terribile come lo avete descritto – gli sussurro in un orecchio.
-Perché grazie a Dio, lo abbiamo trovato in stato calmo – mi bisbiglia a sua volta – sarebbero stati dolori se invece lo avessimo trovato in stato rilassato o nervoso. Quindi cerchiamo di non farlo arrabbiare. Facciamo tutto quello che dice. Ti fidi?
-Sì
-Io no – mi confessa.
Il vecchio saggio solleva un minuscolo pomello arrugginito che si trova sulla parte più raggrinzita del tavolo, e lo solleva rivelando una piccola cavità nel legno. Da esso tira fuori uno scrigno così piccolo che andrebbe benissimo per un porta bracciali. Aprendolo però, invece di afferrarne il contenuto delicatamente, lo scaraventa in avanti. E subito un piccolo set di libri e altri oggetti strani, s’ingrandisce e posiziona lentamente sulla scrivania senza neanche un graffio. Riconosco tra questi oggetti un libro aperto con una lente d’ingrandimento poggiata sopra, un pugnale, una mappa con compasso, una candela accesa sopra una bottiglia, una bilancia, delle boccette chiuse, altri rotoli di carta, delle pedine di scacchi, un taglia carte e una piccola sfera tutta illuminata d’azzurro.

-Devo stare più attento a quando tiro fuori questa roba – dice Sàbio prendendo posto su uno sgabello e avvicinandosi alla scrivania – Potrebbe rompersi – e si mette a sfogliare il libro, tenendo davanti la lente, mentre s’infila un paio di occhiali. Le parole scritte sulle pagine, da quel che vedo sono molte e anche parecchio piccole. Con poche immagini. Mi sa che ci sarà da aspettare prima che trovi la pagina.
LEON POV
Chissà se è vero che Sàbio è realmente cambiato oppure si comporta così come per timore che Violetta possa polverizzarlo. Ad ogni modo l’importante è che abbia accettato di aiutarci. Aspettiamo che trovi il paragrafo che ci serve, stando in silenzio. Stringo forte la mia ragazza. L’impulso che ho avuto poco prima di proteggerla era grande. Avevo una gran paura che il vecchio potesse picchiarla, come ha fatto una volta a Camilla solo per aver starnutito. Invece le ha ridato le sembianze naturali e si è addirittura inchinato. Che sia il suo gemello buono? Comunque sia adesso sono più che felice. Ho la sicurezza che Sàbio troverà la soluzione. E già mi immagino noi che ce ne torniamo a casa con Violetta completamente rilasciata dalla maledizione. In questo modo potremo presentarla al regno direttamente alla festa di Halloween, e poi guideremo un’armata nel regno oscuro a dare una lezione a quei pipistrelli. E potrò vivere con lei in eterno, dimostrandole ogni giorno di più quanto la amo. Le bacio la testa e la sento ricambiare sulla guancia.
-Ah ecco! – sentiamo dire a Sàbio.
-Che cosa? – esclamo un po’ troppo forte. Ma miracolosamente lui non s’incazza. Si gira a guardarci con indiscrezione - Ha … trovato qualcosa? – chiedo più piano.
-Forse sì – risponde lui. E cerco di trattenermi per non esortarlo a non tenerci sulle spine. Prende il libro e sollevandolo legge ad alta voce la pagina. Ma prima ci introduce con questa frase: - Non credo servirà togliergliela – e poi comincia: - Ci siamo mai chiesti come mai ogni singolo Athame ha l’impugnatura color pece? Semplicemente perché il nero è l’essenza del colore piuttosto che un colore in sé e riesce a catturare qualsiasi potere. È soprattutto in grado di assorbire le energie negative, elaborarle e dissolverle innocue nell’universo. L’Athame, conosciuto da tutti come il pugnale dei maghi, possiede due facce: negativa e positiva. Quando viene usato in un rituale per un esorcismo (espressione umana, che significa scacciare il male da un corpo), è importante riscaldarla alle fiamme di un fuoco fatuo. E deve essere compiuto quando la luna è complessa. Senza timore di sbagliare, o paura delle conseguenze, basterà affondarlo nel petto del posseduto per almeno settanta secondi. La vittima non ne ricaverà nessun danno, a parte qualche bruciore durante l’estrazione. Dopo aver tirato fuori il male che si era impossessato del corpo, è necessario immergere l’Athame nella cera nera di una candela dalla fiamma oscura. In questo modo tutta la malvagità verrà sciolta dal pugnale e si disperderà per sempre. – alza lo sguardo interrompendo la lettura. O meglio, concludendola – Ecco fatto – risponde – la vostra soluzione.
-Stai … dicendo … - cerco di riprendermi dallo stupore che mi ha provocato questo testo. Stringo ancora più forte Violetta a me – Che … per liberarla dalla maledizione del carbonado … dovremo pugnalarla con L’Athame?
-Esatto – annuisce il vecchio.
-Ma … è una follia … - balbetto - … c’è un rischio davvero grosso. L’energia negativa che è dentro di lei … non è poca … potrebbe davvero soffrire … non c’è altro modo? – la vedo guardarmi allibita e mordendosi il labbro.
-Mi avete chiesto la soluzione – dice Sàbio – Io l’ho cercata e ve l’ho fornita.
-Siete … proprio sicuri … che non ci sia altro metodo? – chiede Violetta. Sentendo parlare lei e non noi, Sàbio le si avvicina.
-Ascoltate, Regina.
VIOLETTA POV
-Voi siete colei che è destinata a diventare la prossima sovrana del nostro mondo. Nelle tue esperienze avrai più volte capito che il destino di un intero popolo dipende da te. Dalle tue forze. Dal tuo coraggio. Dalle tue scelte. E se c’è davvero il rischio che tu possa diventare cattiva e spietata come gli oscuri, per il regno diurno non ci sarà più scampo – ritorno di nuovo ai miei sogni con orrore – se per salvare te stessa, i tuoi amici, la tua famiglia e il tuo regno, è necessario questo rito, temo che tu non abbia alternativa – mi dà le spalle – se non quella di dire addio all’amore che provi per tutti – le sue parole mi lasciano senza fiato.
Il libro che ci ha letto, prevede dunque che venga coltellata da una specie di pugnale siringa che assorbirà tutta l’energia negativa che mi è stata affibbiata dagli oscuri. È un’idea agghiacciante pensare di dover soffrire così tanto. Ma il libro dice anche che non si tratta di un dolore duraturo. Il tempo di settanta secondi. Solo settanta secondi. Avrei dovuto sopportare il dolore di una pugnalata. Che paragonata a quello che provo quando ho attacchi malefici, è una cavolata. Solo settanta secondi. Un rito per rimuovere la negatività che albeggia in me. E poi tutto finirà. Ogni cosa sarà perfetta. Ogni paura cancellata. Ogni timore distrutto. I piani degli oscuri fermati. Il regno salvo. La confusione che ho quando sto con Diego …non la sentirò mai più.
-Accetto!- dico in un’unica sillaba.
-Cosa? – esclamano i miei amici.
-Accetto –ripeto guardandoli – che sarà mai? Una piccola lama nel petto senza il rischio di morire. Ci sto Sàbio!
-Ma Violetta – guardo Leon – è molto … pericoloso.
-E’ l’unica soluzione, Leon!- gli faccio notare per rivolgermi anche a Maxi e Fede – Non dobbiamo avere paura di questa cosa. Pensate che subito dopo … io sarò libera … e il mondo verrà salvato. Arborus non rivivrà e gli oscuri si arrenderanno. Dipende tutto da questo rituale, ragazzi. E se è per il bene di tutti, mi faccio avanti. Non m’importa del dolore o di altre cose. Perché penso alle cose positive che accadranno subito dopo. Saremo tutti felici. E ogni cosa andrà per il verso giusto – li guardo con occhi lucidi – vi prego … permettetemi di compiere questo sacrificio!
Esitano solo pochi minuti. I primi due avanzano: - D’accordo … come vuoi … tu – li ringrazio e poi guardo Leon. Il suo volto è velato di preoccupazione.
-Non voglio che tu soffra – mi dice.
-Nemmeno io voglio che tu soffra – gli stringo la mano – per questo devo farlo.
Capendo che la mia intuizione è più che ragionevole si rassegna e annuisce. Gli salto al collo orgogliosa della sua fiducia.
-Bene. Allora è deciso – dice Maxi – il prossimo plenilunio è giovedì sera. Abbiamo tre giorni di tempo per organizzare tutto. Trovare un posto appartato, ripararlo da qualsiasi attacco oscuro, prendere L’Athame dalla Parrocchia delle streghe suore, chiedere a Camilla e Marco di creare un fuoco fatuo abbastanza intenso … - mentre elenca queste cose, Leon mi ridà le sembianze della ragazza brunetta che abbiamo battezzato come Viola e ci dirigiamo verso la porta. Ma la voce di Sàbio ci blocca.
-Fermi dove siete – ci voltiamo.
-Qualcosa non va? – chiede Leon.
-Non abbiamo ancora discusso del prezzo! – dice Sàbio.
-Oh … giusto … - Federico si fa avanti e agitando le mani fa comparire uno scrigno di dobloni d’oro che porge al vecchio – Direttamente dal relitto della nave di Barbanera, ecco il tesoro del mare dei predoni! – Sàbio osserva il bottino con ammirazione. Lo prende e poggia dietro le gambe.
-Non mi basta – dice poi.
-Cosa?- esclama Federico – Come sarebbe a dire? Sono più di duemilacinquecento monete! Trasformate in euro sarebbero centomila e qualcosa.
-Non mi basta – replica il saggio e dilata le narici – voglio forse farti notare che hai intossicato la mia casa con quei tuoi fiorellini puzzosi? – il mio amico arrossisce.
-Oh … quelli!
-Ti conviene rendermi altro oro per i danni.
-Ma … ho dovuto baciare sette sirene viscide, per costringerle a scendere in acque così profonde e prendere quel forziere! Fattelo bastare!
-Non mi basta! – dice per la terza volta Sàbio con voce intonata – Sgancia il resto!
-E … - balbetta il ragazzo – di quanto sarebbe … il resto?
-Trecento – risponde lui. Federico sembra essersi tranquillizzato, ma la parola che viene subito dopo lo fa imbestialire – forzieri.
-Trecento forzieri? – ribatte ad alta voce – Ma sei uscito di testa? Non ti darò questa somma per degli innocenti boccioli.
-Sgancia invece di frignare – Sàbio resta in attesa.
-No. Rifiuto – Federico gira i tacchi e torna da noi.
-Fede! – dicono Leon e Maxi a denti stretti – Pagalo!
-No – scuote la testa lui – ho sopportato la sua taccagneria per migliaia di anni. Ma quando si richiede così tanto per una pianta di MIA invenzione, è davvero troppo.
-Va bene. Lo paghiamo noi – Leon si fa avanti.
-No! – dice Sàbio  - E’ stato lui a lanciare quei fiori e lui pagherà.
-Comprati un apparecchio acustico! – dice Fede – No!
Vedo che qualcosa nel signore sta cambiando. I denti sono più sporgenti, le vene sulla fronte più pulsanti e i pugni più stretti: - Dammi i soldi, moccioso!
-Fede … - balbetto indietreggiando – Pagalo – chiedo gentilmente e con un sorriso finto.
-No. Mi ha offeso! – esclama lui – Io sono un membro del consiglio splendente, che governa il paese, mentre lui è solo un nonnino!
-Un nonnino che ci ha dato la soluzione su come salvare il mondo, idiota! – Maxi lo colpisce al braccio.
-Non mi interessa! – accidenti che ostinato! A volte si comporta proprio come Ludmilla!
Alle mie spalle sento Leon strepitare: - CORRETE! – e poi il dolce vecchietto che è stato così gentile con noi che brandisce una lancia e il coltello che teneva prima sulla scrivania, correre verso di noi con fare minaccioso. Ci precipitiamo fuori evitando per fortuna i suoi affondi e i suoi lanci. Ci leviamo in volo e atterriamo dall’altra parte del ponte, ma lui è pronto ad attraversarlo.
-Ei che mi sono perso? – chiede Larry avvicinandosi. Ma non appena vede come Sàbio si è indemoniato, si nasconde dietro la mia gamba.
Leon, che era rimasto dentro la casa, esce e con il potere delle dita, riesce a creare un muro di foglie che sbarra l’accesso al ponte di legno. Vedo il vecchio voltarsi verso il mio ragazzo e scagliare la lancia, ma lui si solleva appena in tempo e ci raggiunge. Lo abbraccio felice che stesse bene. Mentre però ricrea il disco di terra che ci avrebbe riportato nel tunnel, vediamo una lama trafiggere il muro di foglie e aprire un varco. E poi Sàbio correre verso di noi.
-Muoviti Leon! – lo implora Maxi scuotendolo. E allo stesso tempo si rivolge a Federico – Pezzo di idiota! DAGLI QUEI TRECENTO FORZIERI!
-Anche se volessi, qui non c’è spazio per farli comparire! – Federico indica la piccolezza della grande sporgenza.
Ormai Sàbio ci ha quasi raggiunto e ha già preso la mira e sollevato la spada.
-Ci penso io! – decido alla fine. Mi faccio avanti e concentrandomi intensamente lancio contro di lui un sacchetto di polvere dormiente. Camilla me ne ha spalmata un po’ quando non riuscivo a dormire. Figuriamoci un sacco intero. Lo colpisce dritto in faccia e crolla sulle assi a tre passi da noi. Ma non ho calcolato una cosa, è caduto pesantemente sul ponte e questo provoca la distruzione delle assi dov’è sdraiato e la sua precipitazione.
-Cribio! – grido coprendomi gli occhi.
Però riesco a vedere Maxi e Federico tuffarsi nel burrone e risalire reggendo il saggio addormentato.
-Mai fare arrabbiare Sàbio! – dice Larry risbucando da dietro di me.
-Dillo a questo cretino! – sbraita Maxi indicando con la testa Federico. Lo riportano dentro casa.
Intanto Leon è riuscito a creare il disco e mi invita a tuffarmi nel terreno per prima. Atterriamo sul nostro mezzo di trasporto e mentre aspettiamo il ritorno degli altri, mi chiede: - Sei sicura di volerlo fare?
Lo guardo: - Ho deciso e non torno indietro. Giovedì sera … tutto sarà finito … - mi sfioro l’agata e sospiro cercando di avere fiducia nelle parole che ho pronunciato.
  
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