#
10 - In
the shadow of your heart
Uno accanto
all’altro, ti si
presenta davanti una parata di volti tesi e preoccupati.
“Wow,
sembrate un plotone
d’esecuzione”, esclama Castle mentre si mette a
sedere e si massaggia il viso
ancora un po’ addormentato.
Passi in
rassegna ogni persona
presente.
Ci sono davvero
tutti.
Espo, Ryan, il
capitano Gates,
Lanie, Jim, Martha e Alexis.
Ti metti a
sedere anche tu e
solo in quel momento ti accorgi che non sei più collegata a
nessun macchinario.
“Vi
dimetteranno questa sera”,
la voce di Lanie anticipa la tua domanda “I vostri corpi si
stanno riprendendo
in fretta, riuscite a camminare e se non vi stressate troppo anche la
vostra
pressione sanguigna è sotto controllo perciò
potrete continuare la
convalescenza a casa”.
“Finalmente
una buona notizia”,
esclama Castle con una punta di ironia.
“Spero
siate pronti a vuotare
il sacco”, aggiungi senza tante cerimonie.
Non sei
arrabbiata con loro, ma
questa situazione non può proseguire oltre.
“C’è
un’ultima parte importante
della storia che dovete sapere. Quella fondamentale. Prometto che poi
saprete
tutta la verità”, li rassicura Lanie.
Alexis prende la
parola,
torturandosi le mani “Durante gli ultimi preparativi per la
vostra partenza
l’atmosfera in casa è cambiata. Eravate davvero
molto impazienti di partire e
quasi non vi importava delle persone che avreste lasciato indietro. Non
era da
voi un atteggiamento del genere. Inoltre continuavate a restare vaghi
sulla
vostra meta mentre io e la nonna insistevamo per sapere dove e come
rintracciarvi. Insomma non è stata una conversazione
piacevole”, gli occhi
della giovane si arrossano e capisci che quasi sicuramente si
è sentita
abbandonata. Chissà cosa vi siete detti? In cuor tuo speri
di non averla
ferita.
“Per
riassumere, ci avete
praticamente detto che siamo asfissianti e di farci gli affari
nostri”,
conclude Martha.
Non avresti mai
detto loro una
cosa del genere e di sicuro non lo avrebbe mai fatto Castle.
Lanie vi fa
segno di pazientare
perciò, seppur increduli, continuate ad ascoltare le parole
di Alexis.
“Ero
sconvolta. Me ne sono
andata sbattendo la porta. Ma più mi allontanavo
più tutto aveva sempre meno
senso. Sapete, come quei quadri che se visti da vicino vedi
un’immagine ma se
ti allontani e cambi prospettiva ne vedi un’altra. Mi sono
detta che dovevo
condividere i miei pensieri con qualcun altro e così ho
chiamato Lanie, Jim e i
ragazzi e ho chiesto loro di incontrarci all’Old Haunt per
parlare”.
Esposito fa un
passo avanti
“Dalla riunione straordinaria ‘Save The
Caskett’
è emerso che ognuno di noi aveva riscontrato atteggiamenti
anomali
nel vostro comportamento dal mancato matrimonio in poi... ma nulla di
davvero
sconvolgente...almeno fino alla litigata raccontata da
Alexis”.
“C’era
sempre una scusa
plausibile per tutto”, esclama Jim.
“Non
avevamo capito nulla”,
Ryan scuote leggermente la testa e sorride “Eravamo arrivati
a pensare che il
vostro fosse un brutto esaurimento nervoso. Anni di stress accumulati
che il
mancato matrimonio e l’incidente stradale di Castle, avevano
fatto traboccare
la proverbiale goccia dal vaso”.
“Tredici
giorni fa”, Alexis
riprende la parola “Lanie mi stava dicendo al telefono che
pensava di proporvi
di fare almeno una seduta da un suo amico psicologo prima di partire.
Sapevo
che non sarebbe mai riuscita a convincervi ma ero d’accordo
almeno nel tentare,
così mi sono messa a cercare le chiavi della Vespa per
poterla raggiungere e
discuterne meglio. Quando non le ho trovate ho pensato potessi averle
tu in
camera...ma non le ho trovate. Ho trovato però i vostri
biglietti aerei”.
Sia tu che Rick
pendete
completamente dalle sue labbra.
Soprattutto
perché è
esattamente da dieci giorni che siete in ospedale, quindi pochi giorni
dopo
quello che vi sta spiegando Alexis.
“Ci
avevate detto che non
avreste voluto addii strappalacrime ma così era praticamente
una fuga! Il volo
era per quella stessa notte, destinazione Bangkok”.
“Alexis
mi ha richiamata
immediatamente e di comune accordo vi abbiamo aspettati
all’uscita dell’Old
Haunt. Ci dovevate delle spiegazioni e belle grosse per
giunta!”, continua
Lanie “Eravate visibilmente spiazzati e per quanto il voler
evitare adii commoventi
fosse stato da voi ribadito più volte, non era una
spiegazione accettabile. Non
era giusto nei confronti di nessuno di noi che voi partiste in quel
modo nel
cuore della notte. Se Alexis non avesse trovato i biglietti noi ci
saremmo
svegliati l’indomani senza una vostra minima traccia. In
attesa di una qualche
telefonata da chissà quale località aveste
scelto”.
Castle si alza e
si infila
velocemente la sua vestaglia.
Guarda per
qualche secondo
fuori dalla finestra prima di parlare “Ditemi che sta
arrivando una spiegazione
razionale e inattaccabile sotto ogni punto di vista, perché
tutto quello che
esce dalla vostra bocca mi induce a pensare che una qualche possessione
aliena
non sia nulla in confronto alla verità”.
“Magari
foste stati solo
posseduti. Un esorcismo e via!” esclama Ryan con mal celata
ironia.
Ti rendi conto
che stanno divagando,
perciò domandi “Cos’è
accaduto dopo che ci avete affrontati sulla nostra
imminente partenza?”.
“È
successo tutto così in
fretta... voi due camminavate imperterriti verso la vostra auto mentre
io e
Alexis cercavamo di tenere il passo continuando a tempestarvi di
domande a
chiedervi per favore di fermarvi e di provare a ragionare... quando in
un
secondo... un ragazzo, un fattorino in bicicletta, per non investire un
cane ha
sterzato violentemente verso di voi. La più vicina eri tu
Kate e per schivarlo
ti sei spostata in strada proprio mentre passava un taxi
e...”, la voce di
Lanie si fa sempre più lieve, mentre i tuoi occhi sgranano.
“È
per questo che sono qui?
Sono stata investita?”, guardi ad intermittenza loro e poi il
tuo corpo. Non
hai il minimo segno di graffi o lividi. Solo quei piccoli puntini
rossi, segno
degli aghi che ti hanno bucato la pelle.
“No
tesoro, non sei stata
investita”, ti smentisce però, Lanie.
Castle si
allontana dalla
finestra “Ma...hai appena detto che...”.
“Lo
so...lasciateci finire”, vi
risponde solamente.
“Kate...
è stato orribile...
c’era sangue ovunque... e io e Lanie ci siamo subito
avvicinate e abbiamo
chiamato i soccorsi... non eri cosciente e respiravi a malapena...
quando mi
sono voltata per cercare te, papà...non potevo crederci...
stavi
correndo...scappando via...”, Alexis si asciuga le lacrime
mentre guarda suo
padre.
“Di
tutte le assurdità che
avete detto in questi giorni questa è... questa
...”, è fuori di sé.
Si volta verso
di te, cerca il
tuo sguardo “Non lo farei mai, lo sai vero?”.
Sì,
lo sai.
Non ne hai il
minimo dubbio.
“Lo
so, Rick”, sorridi, cerchi
di tranquillizzarlo.
“Lo
sappiamo anche noi Castle,
credici...ma in quel momento... dovevamo pensare a Kate”,
Lanie tenta di
proseguire “Quando siamo arrivate in ospedale sei
è stata subito portata in
sala operatoria. Ho spiegato la situazione ai medici e dato le tue
generalità
alle infermiere. Quattro anni fa, quando ti hanno sparato sei stata
portata
nello stesso ospedale perciò eri già registrata,
sapevano il tuo gruppo
sanguigno e tutta la tua storia clinica”.
Non dici nulla
mentre la
ascolti, ma sei sicura che ti abbiano vista trasalire quando hai
sentito Lanie
dire che ti hanno sparato quattro anni fa quando per te ne sono passati
solo
tre.
“Io e
Alexis eravamo in sala
d’attesa a chiamare tuo padre e i ragazzi e a cercare di
rintracciare Castle
quando il medico che ti ha portata in sala operatoria ci raggiunge per
informarci che qualcosa era andato storto. Il tuo corpo stava rigettato
il
sangue che ti stavano dando perché a quanto pare il gruppo
sanguigno segnato
sulla cartella clinica era sbagliato. Cosa del tutto impossibile. Io
stessa
gliel’ho confermato. Nessun corpo rifiuta il sangue del suo
stesso tipo, Kate”,
sottolinea la frase guardandoti intensamente.
Non capisci cosa
stia tentando
di dirti.
“Stavano
cercando di tenerti in
vita come potevano mentre identificavano il gruppo sanguigno giusto. Il
chirurgo ha inoltre notato delle cicatrici sotto pelle, invisibili ad
occhio
nudo ed erano quasi un centinaio. Mi ha domandato come fosse possibile
che tu
avessi subito tutti quegli interventi senza che la cartella clinica ne
facesse
menzione.”
Sei
completamente sotto shock,
per te sta parlando arabo “Non so di cosa tu stia parlando
Lanie. A parte
l’operazione al cuore non ho mai subito altri
interventi”.
“Io
stessa stentavo a crederci
ma poi... il gruppo sanguigno che non corrispondeva, tutte quelle
operazioni,
le tue stranezze... il dottore mi ha detto una frase che... ti giuro
è stata
come una doccia gelata!”.
Né
io, né Castle apriamo bocca.
Nessuno fiata, in effetti.
Siamo tutti in
attesa di
sentire quello che il chirurgo disse a Lanie.
“Dottoressa
Parish, la persona sul mio tavolo operatorio non è la stessa
di questa cartella
clinica”.
“Dal
suo volto ho capito che
diceva così per dire, era scocciato dalla scarna
documentazione e
dall’inesattezza delle informazioni contenute... ma
è stato come se mi avesse
aperto gli occhi... e non solo su di te Kate, ma anche su
Castle”.
Sta dicendo
quello che credi?
Come
può essere possibile?
Continua a non
avere senso.
Guardi Castle.
Ti serve il suo
appoggio.
È in
piedi. Immobile. La bocca
aperta e gli occhi sbarrati.
Solo dopo un
lunghissimo
respiro riesce a parlare, dando così voce anche ai tuoi
pensieri “No, un
momento. Cosa stai cercando di dirci, Lanie? Che per quasi un anno
avete
vissuto con due persone totalmente uguali a noi ma che non erano
realmente
noi?”.
Ivi’s
corner:
zan zan! :)
Qualcuna di voi
si è avvicinata molto... ma
non è finita qui gente... ;)
A domani, se
riesco pubblico il cap. 11!
Buon sabato sera e buona domenica :-*
Ivi87