Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: peetarms    20/09/2014    10 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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I don't wanna waste the weekend,
If you don't love me, pretend
A few more hours, then it's time to go.
As my train rolls down the East coast,
I wonder how you'll keep warm.
It's too late to cry, too broken to move on.
Still I can't let you be,
Most nights I hardly sleep.
Don't take what you don't need from me.
– A Drop In The Ocean, Ron Pope











Lancio l'i-phone in preda alla rabbia contro la poltrona mi lascio andare in un urlo liberatorio represso durante la chiamata.
Sfilo velocemente la felpa da sopra la testa e lancio anche essa contro la poltrona prima finire a pancia in giù sul letto con il viso seppellito sotto al cuscino con le mani sopra di esso. Rimango così – in preda ai miei pensieri – fin quando non bussano alla porta.
«É aperto» urlo irritata a chiunque abbia bussato
«Winter» la voce di Dylan è timorosa
«Che c'è?» libero la testa dalla presa del cuscino
«Ti ho sentita urlare, stai bene?» si siede di fianco a me
«No, non sto bene» mi costringo ad alzarmi e mettermi seduta a gambe incrociate
«Che è successo?» mi guarda coinvolto mentre mi sistemo i miei lunghi capelli biondi dietro alle orecchie
«Altra discussione con Josh» lo guardo sospirando
«Andrà tutto bene» si allunga per abbracciarmi ed io mi lascio abbracciare
«Ti va di fare qualcosa?» mi chiede dopo un paio di minuti dopo che mi sono calmata
«Assolutamente no, devo ancora vedere la puntata di ieri di Teen Wolf, con il fatto che abbiamo visto il film e poi non stavo bene» sorrido
«Okay allora me ne vado» ride alzandosi
«A dopo» mi alzo in piedi sul letto e gli scocco un bacio sulla guancia  «Ehi – lo richiamo prima che esca – Grazie per esserti preoccupato per me»
«Di niente Win, a dopo» mi sorride prima di uscire dalla camera
Mi alzo per mettere il cellulare sotto carica visto che la batteria ha raggiunto il 4% per poi prendere il mio computer dalla mia valigia, lo accendo mentre estraggo un cambio dalla valigia.
Mi spoglio dopo aver digitato la password.
Indosso i pantaloni e la t-shirt mentre fisso la foto mia e di Josh sul desktop, foto che viene sostituita un'attimo dopo da quella che abbiamo fatto poche prima io, Dylan e Ansel mentre mangiavamo una crepes. Poche ore prima dell'ennesima lite con Josh in questo ultimo periodo.
Le note di Stay Out di Nina Nesbitt riempono la stanza, mi avvicino al mio telefono dopo aver messo a caricare la puntata di Teen Wolf.
«Ehi» sorrido appena premo il dito sul tasto verde
«Signorina Davis che ne dice di venire a casa mia a vedere un film?» la voce dall'altro capo del telefono è professionale ma ha un tono divertito
«Mi dispiace signorino Elgort ma la signorina Davis è impegnata a vedere la puntata di ieri di Teen Wolf» sorrido mentre infilo le mie vans nere
«Può chiedere alla signorina Davis se quando ha finito di vedere la sua puntata le andrebbe di raggiungermi a casa mia per vedere un film e qualche take away?» continua a tenere la voce professionale
«Ora glielo chiedo e poi le faccio sapere» mi lascio scappare una risata, dopo di che allontano il cellulare per un paio di secondi per poi riportarlo al mio orecchio esclamando «Ha detto che le andrebbe, inoltre mi ha chiesto di dirle di mandargli l'indirizzo per messaggio» mi stendo sul letto fissando il soffitto 
«Sarà fatto» lo sento ridere
«A dopo idiota» sorrido salutandolo
«A dopo scema» dice prima di chiudere la chiamata


Un'ora più tardi sono di fronte la porta di casa di Ansel, busso tre volte e pochi attimi dopo mi apre. Indossa un semplice paio di jeans, una maglietta a maniche corte ed è scalzo.
«Anche tu vai in giro scalzo per casa?» chiedo mentre mi fa entrare
«Assolutamente sì» mi sorride mentre appende la mia felpa e la mia borsa nell'attaccapanni
«Che film guardiamo?» dico distratta mentre mi perdo a guardare le foto che popolano le pareti del corridoio
«Quello che preferisci» mi sorride mentre prende in mano il cellulare «Prima dimmi che cosa vuoi mangiare»
«Cinese lo abbiamo mangiato ieri, ti va il giapponese?» lo guardo
«Assolutamente sì» dice entusiasta «Yakimono e tempura?» chiede mentre digita il numeno dal foglietto sopra al tavolo della cucina
«Me lo chiedi anche? Ovvio» sorrido pensando a quante cose ho in comune con Ansel.
Mentre parla al telefono ritorno ad osservare la casa, cammino fino in corridoio dove riprendo ad osservare le foto di famiglia e delle singole persone. Sorrido alla vista delle foto di Ansel da piccolo o quando è entrato nell'adolescenza.
«Per essere una che odia le foto ne sei appassionata» sento la voce di Ansel dietro di me e mi volto
«Mi piacciono le foto sì, basta che non ci sia io» alzo le spalle
«Tutto bene?» mi guardare
«Diciamo di sì» mi costringo ad alzare gli angoli della bocca in sù
«Parlerai mentre mangeremo» mi cinge le spalle con le mani e mi spinge fino in salotto dove ci sediamo sul divano «Non ti è tornata la febbre vero?» mi chiede di spalle mentre collega il pc all'enorme televisore che ha in salotto
«No, sto bene» affermo mentre libero i miei piedi dalle vans
«Che genere di film vuoi vedere?» si siede di fianco a me
«Voglio vedere un film divertente. Hai Gli Stagisti con Dylan l'amore mio O'Brien?» rido
«Quanti amori hai Win?» si alza ridendo accovacciandosi a terra di fronte al pc
«Tanti, allora i più importanti sono: Dylan O'Brien, Josh Hutcherson e non so se conosci qualcuno che si chiama Ansel Elgort, ecco anche lui – rido – Poi ce ne sono molto altri, come Theo» sorrido mentre mi stendo sull'enorme divano
«Che onore esserci anche io» si risiede di fianco a me con un sorriso a trentadue denti
«Proprio così» rido mentre mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe
«Dopo comunque mi dice che cos'hai» esclama mentre mi sposta la ciocca di capelli da sopra l'occhio destro mettendola dietro all'orecchio
«Okay» annuisco
«Okay» mi sorride
«Ommiodio smettila di flirtare con me» esclamo prima di scoppiare a ridere
«Okay» mi sorride ridendo
«Okay» sorrido anche io, dopo di che mi volto verso il televisore dove pochi secondi dopo Ansel preme play con il telecomando.


«Quanto posso adorare il tempura?» esclamo entusiasta dove aver dato un morso alla mia porzione
«Davvero tanto a quanto vedo» mi sorride Ansel mentre appoggia la coca-cola sul tavolo
«Io ti adoro ogni giorno sempre di più» asserisco mentre mi pulisco le mani nel tovagliolo prima di versarmi un bicchiere di coca-cola
«Altra cosa in comune» dice al posto mio ridendo
«Lo dovevo dire io» gli tiro un pugno amichevole mentre ridiamo entrambi
«Comunque, ora che hai visto Dylan in tv e stiamo mangiando mi dici che cos'hai?» mi guarda mentre beve un sorso di coca-cola dal suo bicchiere
«Nulla, discussioni con Josh» alzo le spalle mentre fisso il cibo
«Discussioni o proprie e vere liti?» sento il suo sguardo su di me
«Liti» dico dopo un po' alzando lo sguardo
«Mi dispiace Win, so quello che stai passando perché l'ho vissuto sulla mia pelle» il suo sguardo è comprensivo
«Ansel sei a casa?» la voce di una donna interrompe il nostro discorso
«Mamma sono in cucina con Winter» Ansel alza di un tono la sua voce così da farsi sentire
«Ehi, ciao tesoro – saluta il figlio quando fa il suo ingresso in cucina – Ciao Winter è un piacere finalmente fare la tua conoscenza» mi abbraccia. 
«Anche per me Grethe» gli sorrido 
«Ora vi lascio alla vostra cena – ci sorride – Ho decisamente bisogno di una doccia. A dopo» esce dalla cucina dopo aver lasciato un bacio sulla fronte del figlio
«Che bel rapporto che avete» lo guardo mentre prendo il bicchiere tra le mani
«Sono sicuro che lo avreste avuto anche tu e tua madre» mi sorride prendendomi la mano
«Sto bene, sul serio» gli sorrido mentre con l'indice gli sfioro il palmo della mano
«Sicura?» guarda prima me e poi le nostre mani
«Sì – sorrido – Tu invece?» allontano il cartone del take away con la mano libera
«Tutto a meraviglia» mi sorride 
«Ti va di fare una passeggiata?» gli propongo appena finisce di cenare
«Sì mi va» si alza e mi tende la mano che accetto «Prendo le chiavi e avviso mia mamma intanto tu pensa a dove vuoi andare»


È un mito, questa città: le stanze e le finestre, le strade che eruttano vapore: per ciascuno, per chiunque, un mito diverso, la testa di un idolo con occhi di semaforo che ammiccano un tenero verde, un cinico rosso. Questa isola, galleggiante su acqua di fiume come un iceberg di diamante, chiamatela New York, chiamatela come vi pare: il nome non importa poiché, arrivando dalla maggiore realtà dell'altrove, uno va alla ricerca soltanto di una città, di un posto dove nascondersi, dove smarrire o scoprire se stesso, per fabbricare un sogno all'interno del quale dimostrare che, dopo tutto, non sei il brutto anatroccolo, ma un essere meraviglioso e degno di essere amato. C'è una bellezza nella luce e nell'aria, la grande dimensione dello spazio... Ma il vero fascino di New York è inequivocabilmente in quella nota di impeto della vita locale, ed è il fascino di un potere impavido. L'aspetto del potere è indescrivibile; è il potere della più stravagante delle città, che alle prime luci del mattino si rallegra della sua forza, della sua ricchezza,
della sua insuperabile condizione, e che si trasmette ad ogni oggetto, al movimento e all'espressione di ogni cosa che fluttua, incalza e pulsa, al vibrare dei traghetti e dei rimorchiatori, al tonfo delle onde, al giocare dei venti, al bagliore delle luci, al sibilare dei fischi e delle grida generate dalla brezza. É la visione di una grande metropoli, palpitante di vita incessante, che batte al ritmo di un cuore immenso, capace di farsi intendere ai quattro angoli del mondo. Una delle visioni più impressionanti ed evocatrici che sia dato di vivere.
I newyorkesi camminano più in fretta, parlano più in fretta, pensano più in fretta. Non è necessario esserci nati per essere newyorkesi, ma ho sempre pensato che dopo sei mesi tu camminerai parlerai e penserai più in fretta. E da quel momento anche tu potrai considerarti un newyorkese. 
Sorrido alla vista del tramonto dall'Empire State Building. 
«Ti piace?» Ansel è dietro di me
«Sì, ho sempre desiderato vedere il tramonto dal di qui» mi volto verso di lui con il sorriso stampato in volto
«Allora sono felice di averti portata qui» mi sorride felice
«Grazie» lo abbraccio
«Di niente» dice mentre sono stretta tra le sue braccia
«Faccio sempre una cosa quando vengo qui» mi racconta dopo aver sciolto l'abbraccio
«Che cosa?» lo guardo curiosa
«Porto sempre con me un foglio bianco e un pennarello, fisso New York da qui per un po' pensando a quello che mi preoccupa, dopo di che scrivo quello che mi spaventa o di quello che ho paura, una volta finito faccio un'aeroplanino e lo lancio» mi sorride «Ti va di farlo?» mi propone
«Sì – gli sorrido mentre estrae dalla tasca anteriore dei suoi jeans un foglio bianco e un pennarello nero – Assolutamente sì» 
Ansel appoggia il foglio sulla ringhiera e scrive ciò che lo preoccupa, tanti pensieri affollano la mia mente, tante cose ora mi preoccupano, ma una in particolare.
«Tieni» Ansel richiama la mia attenzione porgendomi il foglio e il pennarello
«Grazie» sorrido mentre apro il pennarello e appoggio la punta sul foglio «Fatto» sorrido ridandogli il foglio «Lo fai tu l'aeroplanino vero? Perchè io non sono capace»
«Sì Win lo faccio io, posso leggere?» indica il foglio
«Solo se io posso leggere il tuo» inarco le sopracciglia divertita
«Okay» mi passa il foglio
«Okay» sorrido prima di portare lo sguardo sul foglio
Paura dei miei sentimenti.
«Non ci posso credere» alzo lo sguardo
«Cosa?» mi sguarda spaventato
«Abbiamo scritto la stessa cosa» dico con il fiato sospeso
«Non è vero» mi prende il foglio dalle mani e legge velocemente quello che ho scritto «Non stavi scherzando, hai ragione» 
«Abbiamo paura della stessa cosa» mi guarda
«A quanto pare sì» lo guardo anche io
Ansel fa l'aeroplanino e me lo mostra tutto orgoglioso.
«Che bravo» rido
«Sì sì fai la simpatica» mi fa la linguaccia
«Sto dicendo sul serio» lo guardo sorridendo dopo essermi appoggiata alla ringhiera
«Va bene, ci credo – mi sorride – Pronta a lanciarlo» prende la mia mano e la mette sopra alla sua contenente l'aeroplanino
«Al tre?» lo guardo
«Al tre» esclama sorridendo «Uno» comincia
«Due» continuo
«Tre» urliamo all'unisono liberando l'aeroplanino dalla nostra presa nell'aria
«Andrà tutto bene Win» mi sorride prima di abbracciarmi
«Andrà tutto bene Ansel» ricambio l'abbraccio appoggiando la testa sul suo petto.


Mi giro per l'ennesima volta nel letto alla ricerca di una posizione comoda per facilitare il sonno. Ma non arriva.
Passa un ora, poi un'altra ed un'altra ancora.
I pensieri mi affollano la testa. Prendo l'i-phone da sopra al comodino, lo sblocco ed apro Whatsapp.
Apro la chat di Ansel visto che sta scrivendo nonostante siano le 4.54 del mattino.

 
Da: Ansel
Stai dormendo?
 
A: Ansel
No, troppi pensieri.
 
Da: Ansel
Anche io!

Chiudo Whatsapp e digito il numero di Ansel, avvio la chiamata prima di portare il cellulare all'orecchio.
«Ciao» lo saluto appena accetta la chiamata
«Ehi, buongiorno» la sua voce è felice anche se è stanca
«Hai dormito prima di scrivermi o non hai proprio chiuso occhio?» mi volto a pancia in giù 
«Dormito dalle tre alle quattro» mi spiega «Tu invece?»
«Non ho proprio dormito» sospiro
«Hai parlato con Josh?» la sua voce è più stanca mentre lo pronuncia
«No, con Connor dopo cena mi ha detto che Josh sarà ai Teen Choice Awards il 10» 
«Anche io sarò ai Teen Choice Awards il 10» lo sento sorridere
Perfetto penso tra me e me.
«Lo so, ho appena finito di votarti infatti» ammetto
«Tu non riesci a dormire e voti per i Teen Choice Awards mi sembra ovvio» scoppia a ridere e io lo seguo   
«Tanto vinci anche senza i miei voti, ti amano tutti» esclamo una volta che si è calmato
«Sicura?» mi chiede
«Più che sicura» sorrido anche se non mi può vedere
«Dimmi una cosa di te che nessuno sa» mi chiede dopo un paio di minuti di silenzio
«Quando non riesco a dormire fin da quando sono bambina invento storie che hanno un finale divertente, per cercare di addormentarmi» dico sorridendo dopo un paio di minuti di riflessione
«Mi racconti quella di oggi?» mi chiede
«John guidò il calesse dorato trainato da una coppia di maestosi cavalli bianchi fino a uno spiazzo erboso che dominava dall'alto tutta la baia incendiata dal tramonto sull'oceano. Li aspettava un tavolo illuminato da decine di candele. Un quartetto d'archi suonava un adagio di Bach a poche decine di metri da loro – faccio una pausa per prendere fiato poi riprendo – John fece sedere Julie tra petali di rose porgendole un anello di fidanzamento tempestato di diamati. Julie gli sorrise e poi disse: “Caro John sai quanto ti amo, fece una pausa poi continuò. Ma se devo essere sincera mi aspettavo che la proposta tu me la facessi in un contesto un poco più romantico” - prendo fiato prima di finire il breve racconto – Per quanto incredibile, Julie sopravvisse al volo in acqua dalla sommittà della scogliera. Fine»
Sento silenzio per qualche secondo, silenzio che viene poi riempito dalla fragorosa risata di Ansel che dura qualche minuto.
«Mi fa piacere che ti sia piaciuta» affermo quando la sua risata diminuisce
«L'ho adorata, Win fa morire» scoppia a ridere nuovamente
«Sono le sei» sorrido mentre guardo l'orario sul display del telefono
«Ora prova a dormire un po', tanto ci vediamo fra circa tre ore. Grazie per aver condiviso con me il tuo piccolo segreto e la tua meravigliosa storia» dice Ansel subito dopo di me
«La prossima volta tocca a te dirmi qualcosa che nessuno sa, okay?» pronuncio ogni parola con convinzione ma anche con un tono di dolcezza
«Okay» mi risponde
«Okay» dico prima di chiudere la chiamata con il sorriso stampato sulle labbra. 
Appoggio il cellulare sul comodino prima di stendermi a pancia in giù abbracciata al cuscino, aspettando che Morfeo mi accolga tra le sue braccia. Cosa che succede pochi minuti dopo.


«Sei sicura di farcela?» Nolan è di fronte a me mentre chiudo la valigia
«Sì, sono stanca Nolan. Non ce la faccio più a litigare con Josh – indico la mia gola – Guarda non ho più voce e mi brucia terrebilmente»
«Glielo hai detto che lo raggiungi in Kentucky perché dovete parlare?» mi passa le vans nere appena ho messo via anche le ultime cose
«Sì gliel'ho detto, mi verrà a prendere all'aeroporto e saremo a casa sua da soli perché i suoi sono via mentre Connor va da un suo amico» alzo le spalle
«Credi che darà la colpa a qualcuno?» mi chiede
«Fai prima a dire ad Ansel» lo guardo male «E non c'entra niente Ansel. Il nostro rapporto è in caduta libera, senza paracadute. Dobbiamo prenderci del tempo per capire se è meglio continuare la nostra relazione o chiuderla qui» sospiro
«Si sistemerà tutto, il tempo di girare questo film e Josh il prossimo film di Josh e sarete di nuovo insieme più uniti di prima» mi abbraccia
«Solo il tempo ce lo dirà» gli scocco un bacio sulla guancia «Dai andiamo giù che ci aspettano»
«Win – mi richiama Nolan quando sono di fronte alla porta con la valigia al mio seguito – Ansel sa di questa tua decisione?»
«No, non lo sa ancora – lo guardo – Perchè me lo hai chiesto?»
«Perchè in questi giorni siete diventati ancora più uniti quindi pensavo che gliene avessi parlato» mi risponde mentre esco dalla porta
«Glielo dirò appena ci sentiamo per telefono» cammino fino all'ascensore in compagnia di Nolan e la sua valigia
«La cosa importante è che tu sia fermamente convinta di quello che dirai a Josh»  mi sorride mentre l'ascensore giunge al piano terra, cioè nella hall.
«Grazie» gli sorrido
«Di niente» mi sorride anche lui mentre ci avviciniamo a Dylan e ad Ansel
«Mary?» gli chiedo
«Non dimentichi qualcosa?» mi chiede Ansel incrociando le braccia al petto
«Giusto – ricordo – Scusa ma ho troppi pensieri oggi. Goiza ona» gli sorrido abbracciandolo
«Buongiorno – mi abbraccia anche lui – Che lingua è?» mi chiede dopo avermi scoccato un bacio sulla fronte
«Basco» rispondo mentre abbraccio anche Dylan
«Eccovi, eccovi. Mary è dovuta partire urgentemente questa mattina presto per motivi familiari quindi la rivredete sul set» dice Andrew raggiungendoci
«Ansel tu non devi neanche prendere un'aereo» ride rivolgendosi al ragazzo dietro di me
«No, solo dieci minuti a piedi» gli sorride
«Tu invece Win hai cambiato destinazione, non più California ma Kentucky» mi guarda
«Vai da Josh?» sento lo sguardo di Ansel a dosso
«Sì ci devo parlare, poi torno a Los Angeles» mi volto verso di lui
«Se hai bisogno il mio numero lo conosci» mi sorride
«Anche il mio» si intromette Dylan facendomi ridere
«Tu pensa ad abbracciare forte Dylan da parte mia» gli punto il dito contro ridendo
«Vieni sul set un giorno, così te lo faccio conoscere» mi sorride
«Potrei morire sul serio» lo guardo seria
«Allora chiameremo un'ambulanza per sicurezza» mi guarda ridendo
«Non stai scherzando vero?» tengo lo sguardo su di lui
«No, non scherzo Winter» mi sorride
«Oddio, grazie mille» lo abbraccio forte suscitando le risate di tutti
«Di niente Win» risponde lui
«É ora dei saluti se no perderete i vostri aerei. Vi manderemo tutto il materiale mostrato ieri sera per e-mail entro oggi pomeriggio. Fate buon viaggio e ci rivediamo sul set» ci sorride prima di abbracciarci uno ad uno.
Per i saluti parto da Dylan.
«Sappi che se non scherzavi ti adoro sul serio, più di prima» lo abbraccio «Mi mancherà chiaccherare con te fino alle due» rido
«Lo faremo di nuovo fra non molto dai» mi lascia un bacio sulla guancia mentre l'abbraccio di nuovo.
Poi passo a Nolan.
«Mi scrivi appena hai parlato con Josh?» mi chiede mentre mi stringe tra le sue braccia
«Certo» sussurro «Grazie per comportarti da fratello maggiore» mi alzo in punta di piedi e gli lascio un bacio sulla guancia
«Ci tengo a te anche se ti conosco da poco» mi sorride
Dopo di che finisco con Ansel.
«Se per caso sono sveglia alle quattro del mattino ti chiamo» lo guardo sorridendo
«E io ti risponderò» mi tira a sé
«Grazie per questi giorni. Sono stati fantastici» dico con la faccia appoggiata al suo petto.
Il suo profumo mi invade ed un sorriso spunta sulle mie labbra.
«Grazie a te» sento il suo sorriso  «Mi chiami stasera?»
«Okay» sorrido
«Okay» mi sorride prima di lasciarmi un bacio sulla guancia














 

PERDONATE IL RITARDO MA QUESTA PRIMA SETTIMANA DI SCUOLA MI HA PORTATO VIA QUASI TUTTO IL TEMPO LIBERO.

HO VOLUTO DEDICARE IL CAPITOLO AI WINSEL, AW, TENERI LORO. MI ASPETTO I VOSTRI INSULTI NELLE RECENSIONI, NON VEDO L'ORA DI LEGGERLI AHAHAHA.
BEH DETTO QUESTO, NEL PROSSIMO CAPITOLO AVRETE IL CAPITOLO SCRITTO DA TRE PUNTI DI VISTA: WINTER (OVVIAMENTE), JOSH E ANSEL.


VI HO GIA' ANTICIPATO QUALCOSA QUINDI ASPETTO LE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI.
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE LA MIA STORIA, CHI L'HA MESSA TRA LE PREFERITE, RICORDATE O SEGUITE. MA ANCHE I LETTORI SILENZIOSI CON LA SPERANZA DI LEGGERE UNA LORO RECENSIONE PRIMA O POI.


UN BACIO, AL PROSSIMO CAPITOLO,
PEETARMS.

   
 
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