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Autore: IMmatura    21/09/2014    0 recensioni
Sulle note di Pezzali, un viaggio a ritroso in una storia d'amore mai nata, o forse solo in attesa del momento giusto per sbocciare...
Dal testo:"Avevo di recente scoperto che aggrovigliare i capelli ad una ragazza non era un buon metodo di interazione sociale. Il più delle volte generava strilletti incontrollati del tipo “Ihhhh! La messa in piega!”.
Però i tuoi erano una specie di irresistibile gomitolo, per cui alla fine dovetti per forza toccarne almeno una ciocca. La presi tra due dita e la ricondussi lentamente dietro il tuo orecchio. Un rossore delicato sulla tua guancia umida.
-Ma...stavi piangendo?-"
[Partecipa al contest "Una canzone d'amore" indetto da corrienonfermarti sul forum di EFP]
[Nota: la "confusione" tra PROLOGO ed EPILOGO è voluta.]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Milk puzzle


EPILOGO

Novembre 2014

Scopro di non aver mai perso la capacità di riconoscerti tra la gente. Infatti il mio sguardo si posa subito su di te, in mezzo alla folla che brulica lungo il marciapiede. Alta, come una modella, fai svettare la tua chioma ondeggiante, di boccoli rossi, al di sopra delle altre teste. In questi anni il tuo fisico si è asciugato, ma non troppo. Le linee del tuo corpo si sono definite, disegnando il profilo di una donna. L’ultima cosa che noto, con un po’ di rammarico, è che hai tolto gli occhiali. Poi ti allontani, troppo in fretta perché io possa capire se così mi piaci di più o di meno.

Chiudo irritato il finestrino, ma poi sospiro ed alzo un po’ la radio, che sembra capire il mio dramma, e raccontarlo con la voce di Pezzali:

 

 

Ti ho incontrata ma... tu non mi hai visto

Eri in macchina... è stato un attimo

Ma il mio cuore si è... come bloccato

O era fermo prima e... ha ripreso a battere

Tante volte io... l'ho immaginato

Rivedere te... che effetto mi farà*

 

Ho immaginato mille volte di incontrarti di nuovo, magari ad una di quelle squallide cene in cui ci si ubriaca per stare allegri, rievocando i “bei vecchi tempi” del liceo. Sentirti dire qualcun’altra di quelle frasi strane, che a distanza di anni sto ancora imparando a capire. Sentirmi un po’ a disagio sotto il tuo severo sguardo smeraldino. L’aria saccente, da futura professoressa, scommetto l’hai ancora.

Invece dovevo vederti adesso, da un finestrino dal riflesso infame, che mi avrà occultato sicuramente alla tua vista. Su una macchina che proprio non posso abbandonare a se stessa nel traffico del centro. Perché non ho più l’età per questo genere di pazzie: bloccare il traffico per rincorrere una persona che, magari, non sei davvero tu. Non ho più la voglia di buttarla a ridere, nel caso mi fossi sbagliato, e magari con la scusa rimorchiare la bella sconosciuta. Non so nemmeno se avrei la voglia di affrontarti, se fossi tu. Perché saresti, come sempre, un problema dannatamente complicato da risolvere nella mia vita, meno spettacolare ma più incasinata di allora.

Mi folgora una delle tue sentenze astruse, uno di quei ricordi che, la radio lo sa, “sembrano lame”, ma in fondo vado a cercare sempre, nei momenti di merda come questo. Ho sempre pensato fossi la mia medicina, ma con gli anni ho scoperto tutti i tuoi effetti collaterali. Sentirsi stupido è solo il primo...

 

 


*(Max Pezzali - L’universo tranne noi)

  
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