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Autore: Zayle    22/09/2014    11 recensioni
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.
"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."
"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene"
"Cosa intendi?" chiese lei confusa.
"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Daisy. Zayn. Voglia di vivere. Voglia di amare, paura di farlo. Paura di perdere ancora.
Un segreto che cambierà la sua vita per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.30 AM.
 
Il suono stridulo della sveglia trillò nella camera annunciando che era ora di alzarsi, ma Daisy era già sveglia da un pezzo. Era stesa sul letto a leggere le ultime pagine di uno dei tanti romanzi che aveva trovato nella libreria della nonna che si trovava nel grande salone della loro casa. Daisy sin dall’età di quattordici anni aveva sempre desiderato vivere in un libro. Leggere per lei significava scappare dalla realtà, intraprendere viaggi e sogni che lei non sarebbe mai stata capace di fare concretamente. Le piaceva leggere di storie d’amore, quell’amore che consuma l’anima, e le piaceva immaginare che un giorno anche lei avrebbe trovato qualcuno che l’avrebbe amata in quel modo.  Per lei però quel giorno non c’era. 
Chiuse il libro dalla copertina ormai rovinata dagli anni e scese dal letto poggiando i piedi al pavimento gelido. Si guardò intorno osservando la sua camera, l’unico posto che forse parlava un po’ di lei. Guardò tutte le fotografie che aveva scattato attaccate alle pareti e la sua interminabile collezione di cd. Nonostante fosse presto ne prese uno e lo inserì nello stereo e iniziò ad ascoltare i The Script, una delle sue band preferite. Non alzò troppo il volume per non svegliare sua nonna ma lo tenne abbastanza alto così da poter abbassare il rumore dei pensieri e prepararsi ad affrontare il primo giorno di scuola.
Si guardò allo specchio. I capelli castano ramato lunghi e mossi le ricadevano sul corpo fino a sotto il seno, gli occhi castani con le macchie verdi circondati da profonde occhiaie nere, le labbra carnose, un corpo normale, né grassa, né magra, ma lei non si piaceva per niente, eppure era bella, di quelle bellezze rare che non tutti riescono a notare.
Indossò dei jeans neri stretti con delle Vans e una felpa. Spense lo stereo e prese lo zaino e le sigarette e uscì dalla casa lasciando un biglietto alla nonna scrivendo che non sarebbe tornata per cena e che sarebbe stata prudente.
Daisy era molto affezionata a sua nonna, le voleva bene, nonostante il suo atteggiamento freddo e distaccato, lei l’aveva presa con sé quando Daisy non aveva più nessuno, quando era sola. Le aveva dato forza e per ripagarla avrebbe fatto qualunque cosa e in fondo, oltre a suo padre, era l’unica famiglia che le restava.
Nonostante tutta questa Daisy non era una ragazza modella, ma era più che altro una maschera, non voleva far vedere agli altri il dolore che aveva affrontato e non voleva che qualche altra persona avesse potere sulla sua vita. Andava male a scuola per far capire ai professori che loro non potevano comandarla, che lei non era una pedina, infatti, trascorreva la maggior parte delle ore scolastiche in cortile con la sua compagnia.
Anche quella mattina, nonostante fosse il primo giorno, fu così. Daisy pensava che il primo giorno fosse il peggiore, vedere facce nuove, dover respingere persone che entravano nella sua vita, incontrare quei professori che ogni anno ripetevano sempre le stesse cose.
 
“Prima di insegnare una disciplina, noi v’insegniamo a vivere” dicevano sempre.
Balle.
A vivere lo impari con l’esperienza, non c’è niente che qualcuno possa dirti e che tu possa capire sempre che tu non lo abbia provato sulla tua pelle.
A scuola non ti insegnano ad affrontare il dolore, ti insegnano che bisogna metterlo da parte per lo studio. Ma come si fa quando il dolore è parte di te, quando è fatto di te?
 
Per questo Daisy trascorreva le giornate fuori dalla classe. Semplicemente perché tutte quelle frasi fatte le facevano venire da vomitare.
Quella mattina dopo aver assistito alla prima ora di lezione, Daisy decise che ne aveva già abbastanza della scuola, uscì dalla classe e con il suo pacco di Marlboro si recò nel vicolo.
Il vicolo non era altro che una piccola strada che si trovava tra la palestra e i muri che elevavano i cancelli della scuola. Un posto tranquillo a cui nessuno faceva molto caso dove si sentiva continuamente odore di muschio bagnato.
Come aveva immaginato i suoi amici erano lì ad aspettarla.
Si definivano amici, ma in realtà non condividevano niente oltre al fumo e alle bevute ogni sera. Ognuno di loro aveva la propria vita, nessuno sapeva niente di così profondo dell’altro, non si confidavano, si facevano solamente compagnia per non dover essere da soli. Era come se tra di loro ci fosse un accordo stipulato alla loro conoscenza. Nessuno doveva chiedere a meno che non fosse uno di loro a voler raccontare. A tutti loro andava bene così. Preferivano stare zitti e fumare una sigaretta insieme che condividere qualsiasi cosa capitava loro. Erano il gruppo del mistero.
Daisy aumentò il passo e raggiunse Ashley, Mike, Kate e Luke. Salutò tutti con un sorriso tirato e un cenno della testa e accese una sigaretta.
Quando si girò vide che anche un altro ragazzo era lì con loro. Era in piedi con la schiena contro il muro e aveva la testa coperta da un cappuccio che non permetteva di guardarlo. Buttò fuori del fumo e quando si accorse che qualcuno lo stava osservando alzò la testa e guardò verso di lei. Daisy rimase lì, ferma a fissarlo. I capelli lunghi e scuri, la barba incolta, quel sorriso accennato e quegli occhi, erano castani, ma erano molto di più, indescrivibili. Sentì un forte buco nello stomaco quando lui la guardò diritto negli occhi, come se le stesse scavando l’anima, come se potesse leggere e vedere la vera lei e per questo si spaventò e abbassò la testa come se quello sguardo fosse diventato incandescente. Lui non poteva farlo. Non poteva arrivare e rompere la barriera di ghiaccio che si era creata. Ma come si fa quando due occhi ti guardano e bruciano come il sole?
Il ragazzo si avvicinò a loro e abbassò il cappuccio della felpa e spense la sigaretta.
 
“Lui è mio cugino, si chiama Zayn” disse Mike guardandolo.
 
“Zayn” sussurrò Daisy alzando la testa, ma nessuno fortunatamente la sentì.
 
“Zayn, lei è Daisy” continuò Mike.
 
“Ciao Des” disse Zayn alzando la mano per stringere quella della ragazza.
 
“E’ Daisy e ciao anche a te” rispose Daisy stringendogli la mano. Era calda e morbida. Non aveva mai provato niente del genere, non aveva mai voluto, ma c’era qualcosa in quel ragazzo che la spingeva a provare qualcosa, come se quel qualcosa fosse giusto.
Si lasciarono le mani e continuarono a guardarsi finché Daisy non se andò.
 
Il resto della mattina fu lenta, seguì alcune lezioni e tornò a casa prima del previsto. Aveva un forte nodo allo stomaco e sentiva la gabbia toracica stretta intorno ai suoi polmoni e questo le impediva di respirare.
Quando rientrò in casa sua nonna era seduta al tavolo della cucina e guardava qualche strana serie Tv di cui Daisy non conosceva neppure il titolo.
 
“Tesoro, cosa ci fai qui? Credevo che non tornassi per cena” disse Margherita prendendo un piatto dalla credenza.
 
“No nonna, non ho fame, non dovevo tornare ma non credo di stare bene”. Pensò che infondo sapeva qual era il problema, lei lo sapeva che la sua era solo paura per aver sentito qualcosa quella mattina, lei sapeva che non poteva chiudersi in se stessa per sempre.
 
“Mi sento già meglio, forse avevo solo un po’ nostalgia di casa, vado a fare qualche foto in giro” disse a sua nonna che annuì un po’ dubbiosa e Daisy salì in camera sua. Non era vero. Non si sentiva meglio, solo non voleva dare preoccupazioni a sua nonna, quello che aveva passato era già abbastanza.
Scartò l’idea di prendere la macchina fotografica e al suo posto prese l’iPod e uscì salutando la
nonna con un sorriso dalla porta della cucina. 
Guardò l’orologio. Erano solo le otto di sera e non sapeva dove andare, camminò con la musica che le entrava nelle orecchie e le finiva nel cuore e decise di andare nel vicolo. I cancelli della scuola erano sempre aperti, forse perché dentro non c’era niente da rubare perché altrimenti non vi era altra spiegazione. Arrivata nel vicolo si sedette per terra e cominciò a guardare le stelle, provò a riconoscere qualche costellazione ma fallì miseramente. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica e ascoltò qualche canzone in quel modo. Era in un mondo parallelo, dove c’erano solo lei e la musica, ma quel paradiso subì uno squarcio. Una mano le sfilò una cuffia, ora le era possibile sentire il rumore del vento, si girò e Zayn era seduto accanto a lei. Indossava dei pantaloni di tuta e la felpa che aveva la mattina stessa. Lei espirò mentre il cuore le batteva così forte che ebbe paura che anche lui potesse sentirlo. Non avrebbe mai creduto che fosse lui, pensava fosse Ashley o forse Luke, ma mai aveva pensato di incontrarlo così.
La canzone finì e lei spense l’iPod ma non si mosse.
 
“Mi piace” disse lui abbassando la testa sorridendo.
 
“Cosa?” chiese lei confusa. Arrotolò le cuffie e le mise in tasca.
 
“Quella musica, la tua musica. Sono i The Script?” chiese lui giocando con un laccio della felpa.
Lei annuì e sorrise pensando che nessuno dei suoi amici conosceva quel gruppo.
 
“Mi piace anche questo” continuò lasciando ricadere il laccio sul petto e alzando la testa per guardarla. Daisy lo guardò a sua volta chiedendosi di cosa stesse parlando e come se lui potesse leggere nei suoi pensieri, disse: “Il tuo sorriso, credo che sia la cosa più bella che abbia visto da quando sono qui a Bradford”. Lei sorrise per risposta non sapendo cosa dire, sentiva come se le sue labbra fossero sigillate o come se la sua voce fosse sparita, non aveva parole di fronte a quello che lui aveva appena detto, forse una delle cose più belle che avesse mai sentito. Decise di farglielo  sapere. Riprese il comando della sua voce e se pur in un sussurro le parole le uscirono dalla bocca.
 
“Quello che hai detto, è forse la cosa più bella che mi sia stata detta da quando sono qui a Bradford” si pentì nell’instante stesso in cui le parole le uscirono dalla bocca, ma si rilassò quando lui sorrise. Quanto avrebbe voluto vedere sempre quel sorriso. In quel momento lei si sentiva rilassata, si sentiva piena e stava bene, come se tutti i problemi del mondo potessero essere annientati da quel sorriso.
 
“Venerdì sera andremo in giro per locali, potresti venire con noi, probabilmente saresti venuto comunque essendo il cugino di Mike” disse Daisy tutto di un fiato. Non voleva farlo sembrare un invito, non voleva un appuntamento, ma voleva solo la sicurezza di vederlo ancora fuori dalla scuola.
 
“Credo proprio che ci sarò Des” disse lui alzandosi e pulendo i pantaloni. Le porse la mano e lei la afferrò per alzarsi.  Per qualche istante furono così vicini tanto che Daisy riuscì a sentire il suo profumo. Non ne riconobbe la fragranza ma le piaceva.
 
“Ci vediamo in giro Des”. Si girò e andò via dal vicolo. Daisy non lo corresse neanche sul suo nome. Aveva capito che lui avrebbe continuato a chiamarla in quel modo nonostante lei lo correggesse.
Sorrise, guardandolo mentre si voltava per rivolgerle un sorriso prima di scomparire dalla sua vista.
Si sentì sola. Come se tutto quello che aveva passato fosse tornato da lei, desiderò fortemente che la sua vita fosse una canzone in modo da poter tornare indietro nel tempo a qualche minuto prima quando Zayn era insieme a lei. A quel desiderio e a quel bisogno in lei crebbe la paura di perdere qualcosa che non era ancora suo.



Spazio autrice 
Buonasera signori e signore. 
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Ci ho messo tanto a scriverlo perchè nonostante avessi le idee in testa non riuscivo a mettere insieme frasi di senso compiuto, quindi ci ho provato mille volte.
Vi vorrei avvisare di una cosa. Non prendete la storia alla leggera, nel senso che inizialmente può solo sembrare una storia d'amore ma ci sono molte cose che nel prologo non sono state dette e che si scopriranno in seguito e credo che vi lasceranno un pò di stucco perchè solitamente non si legge di queste cose.
In ogni caso spero che il capitolo vi piaccia, ho cercato di seguire al meglio i vostri consigli. Sono curiosa e vorrei sapere come voi vi immaginate i personaggi e a chi li associate mentre leggete, soprattutto nel caso di Daisy, adesso che è stata descritta.
Non credo di avere altro da dire. Solo che vi voglio già bene.
Vi mando un bacio e un caloroso abbraccio.
A presto.
Zayle xx
  
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