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Autore: Danilotta    23/09/2014    1 recensioni
Il settimo anno di un ragazzo che desidera essere normale. che desidera avere qualcosa che, ne è cosciente, non potrà avere. ma che capirà presto che, con tutto quello che ha perso, lei non può lasciarsela sfuggire.
Ammetto che sono sempre stata una fan di Harry ed Hermione :) questo è come mi sarebbe piaciuto che loro trascorressero l'ultimo anno ad Hogworts
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Hermione]



Credo si arrivi ad un punto della propria vita in cui tutto, ti porta a compiere una scelta. Lo facciamo da sempre. Che siano esse importanti o futili. Possiamo scegliere se mangiare pane tostato con marmellata, o cereali alla mattina, o se seguire un amico in una follia o restarcene a casa aspettando che passi tutto, sperando e pregando che passi in fretta. Eppure entrambe le scelte potrebbero condizionare completamente la vita di una persona. Entrambe - pur nella loro grandezza o piccolezza - possono determinare qualche evento della nostra vita. Perchè le piccole scelte, portano sempre e comunque al grande bivio della nostra vita. Quello in cui si decide se "portarsi a casa il montepremio" o meno. E quando senti che è arrivato il momento, sorge una necessità vitale. Quella necessità che le persone solitamente possiedono, di allontanarsi da tutto ciò che riguarda terzi, e stare per conto proprio - dalle voci, dagli sguardi, dai pensieri e dalle idee - , non per riflettere - non c'è nulla da riflettere - ma per raggiungere uno stato di calma assoluta che permetta di compiere questa scelta così importante e capire se ascoltare... il cuore o la mente. Ecco. Ne ho bisogno. Io che ho sempre usato la mente, il mio cervello, la mia conoscenza, per risolvere i problemi, mi trovo a non sapere quale strada prendere, spezzata per la prima volta tra ragione e sentimento. Ho un bisogno impellente di respirare quell'aria notturna e solitaria che il castello sa regalarmi quando lo percorro. Immerso nell'oscurità, spesso rievoca ricordi legati all'ultimo anno che abbiamo passato a fuggire e nasconderci, attaccare di nascosto e ancora fuggire. Ma so bene che si tratta di un passato che non può tornare. O se mai dovesse tornare saremo pronti per affrontarlo. Mi soffermo a pensare da sola tra quei corridoi deserti - come minimo!! -. é bello poter sentire almeno per una volta, una sola volta, il proprio pensiero e basta. Come se volessi fare il punto sella situazione. Un punto che è difficile da definire. Ho sofferto. Ho sofferto per un amore che è cambiato. é cambiato da quando Ron è sparito via da quella tenda abbandonandomi. Non doveva. Non doveva abbandonarmi. Non doveva farlo. Sono convinta che sia stato quello a scatenare il susseguirsi degli eventi. Cammino. Senza una meta. Forse a zonzo. Per un attimo desidero avere la mappa di Harry, ma mi do della stupida da sola. Chi meglio di me può conoscere questo castello? Andiamo. Solo perchè sono stata lontana un anno, non vuol dire che IO possa dimenticarmi. Ok. Dimenticarmi forse no. Ma... confondermi? Un rumore lontano di piatti rotti mi fa sobbalzare. Lo sguardo fende l'oscurità aiutato dalla bacchetta. La alzo maggiormente per capire dove i miei piedi mi abbiano voluto condurre, mentre la mia mente perdeva la sua prima partita con il cuore. I quadri. Le armature. Gli arazzi. Ricordo questo posto.

« Le cucine...» il mio sussurro arriva lento. E sento le labbra tirare in un sorriso. Ora mi spiego il rumore dei piatti rotti. Faccio per avanzare quando mi fermo nuovamente di colpo. I miei occhi cadono su una stanza, che non ricordavo di aver visto. O forse è sempre stata li, e non l'ho mai notata prima. Eppure il fatto che sia semi-aperta mi desta dei sospetti. E se non fossero stati gli elfi domestici delle cucine a rompere qualcosa, ma degli studenti di Tassorosso di ritorno alla loro casa comune, dopo una notte di divertimento a spasso per il castello? Non può che innervosirmi questo pensiero. Lo so lo so. So bene a cosa pensate. "lo hai fatto tu per prima. Dovresti essere l'ultima a poter parlare". Ma io l'ho fatto per cause di forza maggiore. Si si . Proprio così. Avanzo silenziosamente. lo faccio con lentezza. Con incredibile lentezza. Mi sembra di annullare il mio respiro addirittura. Con un colpo di spalla, la porta si apre completamente, svelando la stanza per la sua .... solitudine.

« Non...Non c'è nessuno...» Non ne sono convinta. Possibile che ci sia solo uno specchio? Passo al setaccio visivo la stanza. Non sono ancora convinta. «Homenum Revelio» Fermo. Nulla si muove in quella stanza. Nulla si sente. Neanche un fiato. Abbasso la bacchetta. Sospiro e il mio sguardo - nel voltarmi - si posa sullo specchio. Fugace e veloce, ma abbastanza intenso da farti bloccare completamente. E non mi accorgo neanche che il mio corpo avanza verso lo specchio. Lo guardo intensamente ormai. E quello che vedo mi lascia senza fiato. Il mio riflesso c'è. Lo specchio me lo rimanda come è adesso. Eppure nei suoi occhi vedo qualcosa che mi costringe a studiare quella figura. Non vi è insicurezza. Non vi sono dubbi o paure. C'è solo certezza e consapevolezza. Di quelle disarmanti, capaci di far abbassare la guardia a chiunque. Persino a me. Porto le mani alla bocca per evitare che da essa possa uscire anche solo un grido. Perchè i miei occhi hanno visto quella mano sbucare dall'estremità laterale dello specchio, e afferrare la mano del mio riflesso. Un riflesso che non comando più io, e che sembra fare i comodi suoi. La guardo, mentre stringe quella mano e si volta verso la sua direzione. E la figura che appare accanto a lei, è quella dello stesso ragazzo moro dagli occhi verdi che hai lasciato nella torre poco più di un'ora fa. Li guardo. Guardo quelle figure stringersi la mano. Guardarsi negli occhi e perdersi. Come se fossero destinati a stare assieme. Mi allontano. Mi allontano appena fino a scostarmi dalla traiettoria dello specchio. Abbasso le mani e chiudo gli occhi. Shhhh. Ascolta. Ascolta quella voce. Ascoltala perchè è il cuore che sta parlando adesso ed esige - pretendo - ascolto. Ascoltalo. Perchè c'è un solo nome che urla ad ogni battito da quando hai visto quell'immagine.

«Harry..!» Non mi soffermo neanche a pensare che razza di specchio sia quello. Ci tornerò dopo col pensiero. Ora, tutto, di lui, mi invade. La mente, il cuore, i polmoni che iniziano a pretendere più ossigeno visti i battiti accellerati del cuore, per la corsa in cui mi sono buttata per tornare alla torre. Lui sarà li. Me lo sento. Mi fermo solo quando sono arrivata davanti al ritratto, dicendo la parola d'ordine in fretta e furia e ignorando le parole del dipinto. é impellente come bisogno. Salgo le ultime scale che portano alla sua stanza e ... mi fermo. Fisso la porta con la mano alzata a mezz'aria, il pugno chiuso. Coraggio. Un bel respiro. Bussa. e lo faccio. Busso ma non aspetto il permesso. Spingo la porta e - come pensavo - lo ritrovo a letto, che dorme.

«Seh... Stavo ancora fuori se aspettavo il permesso...»Mi avvicino, sedendomi sul ciglio del letto. E non riesco a smettere di guardarlo. A sorridere. Rimango a fissarlo per.. quanto? non lo so neanche io. Finchè non mi decido.

«Harry... Harry sveglia!!» le dita si chiudono appena sulla spalla per dargli una leggera scossa affinchè agevoli il risveglio, ma sono delicata. « Andiamo Harry, è importante!» Lo vedo saltare a sedere con la bacchetta in mano, e la punta ovunque, tranne che davanti a se.

« Chi... cosa...» Con la mano libera inforca gli occhiali e - nell'infilarli - mette a fuoco la persona seduta sul suo letto. « Hermione! Che succede! Stai bene? E successo qualcosa? Dobbiamo correre??»la sua voce è allarmata e preoccupata. Si guarda attorno e inizio a chiedermi se abbia fatto bene a svegliarlo...

«Abbassa la bacchetta Harry! Dormi con la bacchetta sotto il cuscino?» Ora che il signore oscuro è stato sconfitto e ci troviamo ad Hogwarts ... Perchè questa precauzione? «Oh... scusa! L'abitudine..» La abbassa e si stropiccia gli occhi da dietro le lenti << ok...dimmi tutto!»

«mentre stavo facendo il mio giro di ronda, mi sono imbattuta in una stanza che credevo sospetta. Insomma, avevo sentito dei rumori e credevo fossero degli studenti, poi la porta era semi aperta... così sono entrata e c'era solo uno specchio. Io mi sono specchiata e ...e li dentro c'ero io e ... »faccio un respiro profondo «poi sei arrivato tu...» il tono disarmato, come quello di una ragazza che non ha più voglia di farsi domande e di chiedersi sempre. Una ragazza che ha capito che forse è meglio lasciarsi andare, che continuare a vivere in questo modo. Rassegnata ormai ai sentimenti che la invadono. «Io... » Quanto possono essere maledette le parole? Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare. «...è te che voglio accanto a me».

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Edit Autore: lo so! Tanti anni sono passati - due - ma in questi due anni non ho avuto davvero il tempo, per non dire che sono stata colpita dal blocco dello scrittore XD ma ora ho arricchito la storia e - a parte il finale che devo capire come svolgerlo in modo coerente - ho già in mente l'intera storia :3 spero vi piaccia. baci Dany
  
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