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Autore: BrutalLove    23/09/2014    3 recensioni
Storia di un'adozione.
DAL TESTO:
“Ti chiami Billie, vero?”. [...]
“Billie Joe”. [...]
“Io sono Frank” dice l'uomo, porgendogli la mano. Il bambino la osserva perplesso e non si avvicina. "Hai una bellissima copertina, Billie Joe” aggiunge allora.
Il piccolo la osserva per un istante, con attenzione.
“Me l'ha regalata il mio papà” dice con tono severo, e Frank si sente morire dentro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono passati dieci giorni ed il signor Duke è passato a trovare Billie altre due volte, senza risolvere nulla.

Il bambino non parla né del suo passato né del presente. È una situazione delicata, ci vuole pazienza.

“Forse potreste portarlo a fare qualcosa di divertente tutti insieme” ha proposto l'uomo ai genitori adottivi, “Potrebbe aiutarlo a legarsi a voi”.

“Certo” ha risposto prontamente Frank, “Potremmo portarlo alla casa al lago, andare a pescare in barca...”.

“Sembra un'ottima idea, potrebbe aiutare” ha confermato Duke, e così ora Christine sta preparando le valigie.

Ce n'è una, la più piccola, che contiene tutto l'occorrente per Billie. I vestiti che gli ha comprato una settimana fa al negozio del centro, il quaderno dei disegni datogli dallo psicologo, l'orsacchiotto di peluche con il maglione colorato e l'inseparabile copertina gialla.

Quando è tutto pronto Frank carica i bagagli in auto e dopo che Christine ha allacciato la cintura a Billie, sono pronti per partire.

La casa sul lago dista poco più di una cinquantina di chilometri ed è situata su una scogliera con vista sul lago. L'ha comprata Frank quando lui e Christine si sono sposati, quel posto piace molto a entrambi. Hanno anche una barca che usavano per andare a pescare quando erano più giovani e che per un po' è rimasta in disuso... forse questa potrebbe essere l'occasione per riprendere ad utilizzarla.

“Ehi Frank” dice Christine, distraendolo dai suoi pensieri, “Prima o poi dovremo comprare un letto per Billie da lasciare nella casa al lago”.

Frank sobbalza. È vero, la casa non è organizzata per tre persone. Pazienza, sarà lui a dormire sul divano, per queste notti.

“Certo, ci penseremo. Per ora tu e Billie dormirete nel matrimoniale, non preoccuparti”.

Christine sorride, “Per me non c'è nessun problema a dormire sul divano, sai?”.

“Neanche per me”.

La donna sbuffa e alza gli occhi al cielo. Quando Frank decide una cosa, è quasi impossibile farlo ragionare.

Billie, dietro di loro, è silenzioso come non mai.

Ad un certo punto un furgoncino dell'altra corsia sbanda visibilmente e Frank è costretto a sterzare rapidamente per evitarlo.

“Ma guarda che figlio di puttana!” sbraita Frank, ancora scosso dall'improvvisa manovra di correzione della traiettoria dell'auto .

Billie sbarra gli occhi.

Andrew. Oh no, lo ricorda bene, troppo bene. Vede le sue labbra sussurrare nel buio tre parole ripetute all'infinito.

Figlio di puttana, figlio di puttana, figlio di puttana...

Grida e scoppia a piangere.

“Billie! Billie stai bene?” chiede Christine, voltandosi verso di lui.

Billie non risponde. “Dannazione, Frank! Non alzare la voce quando c'è anche il bambino...” comincia a borbottare la donna, mentre abbraccia Billie ancora in lacrime. “E' tutto a posto, è tutto a posto” sussurra ed il bambino si calma in poco tempo. Poi si addormenta, sfinito dal pianto.

 

Quando, poco dopo, arrivano a destinazione, Frank parcheggia l'auto in un piccolo slargo sul bordo di una stradina sterrata. La casa è parecchio fuori città ed è l'unica nel raggio di qualche chilometro. Quella sponda di lago è praticamente solo loro.

Billie scende dalla macchina con la nausea e si guarda intorno. Nella mano destra stringe la sua valigia.

E' una bella casetta, vista dall'esterno. È vicina ad una scogliera che gli ricorda tanto quella dove ha dormito quella volta, dopo essere scappato di casa.

Si chiede se sia ancora così come la ricorda.

Guarda il lago. È bello e grande, anche se l'acqua scura gli fa paura.

Improvvisamente si trova a pensare a suo padre. Sarebbe stato tutto diverso se lui non fosse morto. Non lo avrebbe adottato nessuno. Avrebbe vissuto felice con la sua famiglia.

In qualche modo, ha perso il bambino che sarebbe potuto diventare.

Dov'è finito il piccolo Billie felice, che il sabato pomeriggio giocava sul tappeto con Andy?

Non c'è più. Ora c'è il nuovo Billie. Un bambino che ha perso sé stesso.

Christine richiama la sua attenzione e lui la raggiunge sulla porta di casa.

“Vieni Billie” lo guida lei, prendendogli la mano. Lo loro dita si intrecciano ed il bambino ricambia la stretta.

 

***

 

Frank ha detto che oggi lo porterà a pescare. Billie non sa cosa significhi, ma l'uomo gli ha detto che è divertente. Si prendono i pesci che si possono poi cucinare.

Vuole proprio vedere come si acchiappano, questi pesci.

Christine lo prende per mano e tutti e tre escono di casa dopo aver sistemato le valigie.

“Sai dove stiamo andando?” domanda Frank.

Il bambino scuote la testa.

“Stiamo andando a prendere la barca. Ti piacerà, vedrai”.

La barca? Quale bar... Oh, eccola lì, proprio davanti a lui. È vicina alla riva, nascosta in una piccola baia sabbiosa. Non è molto grande, ma sembra stabile.

“Vieni Billie, ti metto questo” dice ancora Christine, infilandogli un giubbetto salvagente.

Salgono sulla barca; la donna lo fa accomodare di fianco a lei e lo circonda con le braccia.

Billie la lascia fare, forse perchè è un po' spaventato: non è mai stato a pescare e nemmeno su una barca.

Frank scioglie le corde e inizia a remare.

Billie, titubante, osserva l'acqua scura che li circonda e ha un po' paura, anche se non può non ammettere che la sensazione cullante che percepisce gli piace abbastanza.

“Vieni Billie” lo chiama Frank quando sono al largo, “Ti insegno a pescare, ne hai voglia?”.

Il bambino annuisce incuriosito e accenna un sorriso quando l'uomo gli lascia tenere in mano la canna da pesca.

“E adesso bisogna solo aspettare...”.

Christine gli circonda la vita con le braccia mentre lui, piccolo, inesperto, seduto sul bordo dell'imbarcazione e con le gambe a penzoloni nel vuoto, osserva impaziente la superficie scura.

All'improvviso la canna da pesca si inclina e per poco Billie non la lascia cadere.

“Alzala, alzala!” lo incita Frank ed il bambino ubbidisce.

Alza le braccia con forza e strattona la canna da pesca, facendo emergere dalla superficie dell'acqua un pesce.

“Bravissimo, Billie! Hai preso un pesce! Fantastico!” esulta Frank.

Incrocia il suo sguardo con quello di Billie e riesce a rubargli un sorriso puro e spontaneo, ma neanche una parola. Si chiede quanto questa situazione potrà durare ancora. Si avvicina al bambino e, mentre Christine abbraccia Billie, Frank si occupa del pesce appena pescato.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

Hola popolo! Come va? :)

Oh, questo capitolo è di una lunghezza decente, finalmente ahaha.

Cosa ne pensate dello sviluppo della storia? Continua a piacervi?

Ringrazio ancora una volta tutti i miei fantastici lettori e mi dileguo.

A presto!

 

BrutalLove x

 

  
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