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Autore: Littlelena_    24/09/2014    0 recensioni
Nel bel mezzo dell'adolescenza, Meg Thereway, si ritrova a firmare un patto col diavolo: William.
Alla ragazza, così, le vengono serviti la dignità, l'umiltà e l'orgoglio, in un piatto frantumato. Ormai rimasta in trappola, si arrende a William. Ma solo una scintilla in lei, un bagliore, le da la forza di rialzarsi.
Riuscirà a scappare?
DAL PRIMO CAPITOLO:
-E' tutta colpa tua!- Gridò.
-Che cosa?-
-Se non ora per te ora noi non eravamo qui!-
-Mi auguro che tu stia scherzando!-
Si avvicinò a passi lenti ma grandi.
Non mi allontanai.
-Io ti odio.- mormorò ormai a qualche centimetro da me.
-Io di più.- risposi al mio turno.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Dicono che la colpa è tutta mia.
Ma dicono anche che innamorarsi è sbagliato, un errore madornale, ma poi loro sono i primi a mancare il colpo.
Probabilmente a sbagliare era l'alcool quella sera.
Oppure Will.
Io? 
Forse.
Una cosa era certa: fra i due nessuno poteva ritenersi fortunato a passarla liscia.


-E ora che facciamo?-

Non replicò.

-Rispondimi.-

Continuò a tenere la bocca serrata.

-Will ti prego!-

Si voltò verso di me e mi incenerì con lo sguardo, io risposi chiudendomi nelle spalle.

-E' tutta colpa tua!- Gridò.

-Che cosa?-

-Se non ora per te ora noi non eravamo qui!-

-Mi auguro che tu stia scherzando!-
Risposi con una risatina di scherno.

Si avvicinò a passi lenti ma grandi.
Non mi allontanai, non poteva farmi del male. Anzi, non ci sarebbe mai riuscito!

-Io ti odio.- mormorò ormai a qualche centimentro da me.

-Io di più.- risposi al mio turno.


***

La vita è bella.
E' bella anche nel suo orrore. Dobbiamo solo trovare il lato perfetto della situazione. E c'è sempre. Quello che invece non c'è mai sono le persone che hanno questa abiltà nel fare le cose.
Beh, William Carl Handerson non ne era assolutamene capace. Negato. 
William Carl Handerson non era americano. In realtà non so esattamente da dove veniva, se lo avrei saputo prima del disastro, sicuramente lo avrei impachettato e lo avrei spedito a casa sua appena possibile. 
Avrei messo un fiocco sopra la scatola, gli avrei scritto anche una dedica, volevo solo che se ne andasse; dal primo momento (forse non esattamente) fino all'ultimo.


Non strano, e quindi vero, noi ci siamo conosciuti in un maneggio. 
Adoro cavalcare i cavalli. Pratico l'equitazione da quando avevo quattordici anni, perciò da due anni, e forse è per questo che ormai si intravedono i miei addominali. 
Non ho un cavallo tutto mio a differenza di William; io monto uno della scuola, si chiama Black, anche se in realtà ha il manto marrone. 
Ad ogni modo, io e Will ci siamo conosciuti nell'estate 2014...


-Meg dovresti mettere a posto la sella di Dollar.- 

La voce squillante della proprietaria del maneggio risuonò attraerso l'aria. Capitava spesso che io dovessi posare alcune selle che usavano i cavalieri principianti, perchè loro (a) non sapevano qual era il loro posto; (b) la sella è troppo pesante; (c) molto probabilmente avrebbero confuso il davanti con il dietro.
Andai a prendere la sella appoggiata allo steccato, e dopo averla sollevata e appoggiata alle mie braccia, unite tramite la mani, mi avviai verso la selleria. Cercai poi con lo sguardo la targhetta con su scritto "Dollar" e misi la sella a cavallo di due ferri.
Sfregai le mie mani fra di loro, una volta finito, per togliermi la polvere, e infine mi avviai verso la porta.
E qui l'impatto.
Stavo uscendo, mentre William stava entrando, quando ci ritrovammo l'uno davanti all'altro. Ci guardammo per una frazione di secondo negli occhi, e poi lui si scostò verso sinistra, e io continuai per la mia strada verso destra.
E ora lo giuro, quando mi ebbe sorpassata, lui allungò l'occhio per guardarmi una seconda volta.
Ne sono sicura, perchè io feci lo stesso.

***

I giorni passavano, arrivò luglio che io e William parlavamo solo a sguardi, occhiolini e sorrisi. 
Ogni volta che passavo vicino a lui sorridevo tra me e me, e se capitava che lui si accorgesse di ciò, io fingevo di inviare un SMS ai miei amici.


Una mattina stavo spazzolando la schiena di Black, dopo una lunga cavalcata nel recinto. Ogni tanto mi spingeva con il muso sul fianco sinistro; voleva che io gli dassi altri biscotti. 

-Mi dispiace amico mio, ma dovrai accontentarti di quelli che già ti ho dato.- Sghignazzai baciandogli il collo.

Continuai a spazzolargli la schiena, ma lui non smetteva mai di dalmi dolci e leggere spinte sul fianco sinistro. Le spinte si trasformarono nell'arco di minuti, in spintoni, fino a quando non voleva più che io mi avvicinassi a lui. Pretendeva quei biscotti.
 
-Black smettila.- Gli dissi in tono duro e deciso.

Alzai un attimo lo sguardo mentre spintonavo Black verso destra. 
Diventai rossa.
William era dall'altra parte del viale a pulire il suo cavallo.
Non potevo fare brutte figure. Black doveva ascoltarmi.
Ma no, lui non voleva saperne. Più io mi avvicinavo più lui mi scansava. Non era possibile. Buttai a terra la spazzola e mi posizionai davanti a lui, cercando di non ricevere l'attenzione di nessuno, soprattutto del ragazzo dall'altra parte del viale. 
Portai le mani sui fianchi, uccidendo il "mio" cavallo con un occhiataccia.
Anche Black mi fissava. Io socchiusi gli occhi, lasciando i lineamenti del viso duri e la bocca serrata: da perfetta incazzata.
Black continuava a fissarmi. Alcune mosche gli ronzavano intorno ma lui tenne lo sguardo fisso su di me.
Io chiusi, allora, ancora di più le labbra, fino a farle diventare minuscole. Di lì a poco Black avrebbe ceduto abbassando lo sguardo, e così fu. 
Lentamente raccolsi la spazzola da terra; fissai poi Black. Aveva lo sguardo puntato verso il basso, e il collo leggermente abbassato. Mi inumidii le labbra, poi ripresi a spazzolare la schiena del cavallo, senza interruzioni, e mormorando ogni qualvolta un "bravo così" o un "resta calmo".
Bravo per davvero! Tra una sbirciata e un altra notai che William stava tranquillamente pulendo gli zoccoli al suo cavallo; non si era accorto di niente. Yeah!
Quando ebbi finito mi riposizionai dinuovo davanti al muso del cavallo; parai le braccia a mò di culla e Black infilò il naso tra il mio fianco sinistro e il braccio sinistro. Glielo avevo insegnato io: era il nostro modo di salutarci. 

 -Non ti consiglio di usare sempre la tecnica dello sguardo per farti ascoltare da un cavallo.- Alzai la testa. -Non funziona con tutti.-Concluse venendomi davanti.

William se ne stava in piedi beato, con la spalla sinistra appoggiata addosso alla spalla destra di Black. 
Il "mio" cavallo alzò la testa dalle mie braccia, e io feci cadere queste, giù lungo i fianchi. 
Se ne era accorto.

*Beccata..* Canticchiai tra me e me.

Sorrisi non sapendo eattamente a cosa rispondere. 
Anzi, forse non avevo neanche ben capito quello che mi aveva appena detto. 
Lui continuava a guardarmi.

-Piacere. William Carl Handerson.-





*//Elena//

 
  
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