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Autore: Monkey_D_Alyce    24/09/2014    4 recensioni
La mia vita...si può definire tale?
Tutto quello che sapevo su di me, sulla mia famiglia, sul mio passato...può essere semplicemente una menzogna.
E, come se non bastasse, arriva un serial killer a sconvolgermi la vita! Cosa vuole, costui, da me?
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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12° capitolo: I Tre Direttori

 
 
“Ace. Non è pericolosa. È colpa di quella…Cosa che ha dentro di lei” afferma sicuro Shanks, facendomi voltare verso la sua figura, ricevendo in cambio un’occhiata perplessa.
“Shanks. Dobbiamo trovare il modo di farle andare d’accordo” dico noncurante del suo commento di pochi secondi fa, incrociando le braccia al petto.
Se vogliamo sconfiggere Mihawk e il resto della sua banda di psicopatici, Kat, ci è estremamente d’aiuto.
Potrebbe essere l’unica “arma” per poterli fermare…
“Lei non è un’assassina, Ace!” sbotta il rosso visibilmente innervosito, stringendo la mano del suo unico arto in un pugno talmente forte da far sbiancare le nocche.
“Allora dimmi: hai altre idee, Shanks?” gli domando alzando il tono di voce, ringhiando un poco per la frustrazione.
 
Nemmeno a me piace tutta questa situazione, cosa crede?!?
A causa degli esperimenti che hanno eseguito su quella ragazza, tante persone sono morte.
E chissà…forse Kat non è stata l’unica cavia…
Prima l’ho trattata freddamente, senza motivo.
La sua domanda mi aveva fatto quasi ridere: Com’è uccidere?
L’aveva posta con tale spensieratezza e ingenuità che quasi credevo che il “Mostro”, come afferma lei, si fosse rimpossessato del suo corpo forte e fragile al contempo.
 
“No. Non ne ho. Ma non voglio che diventi una sociopatica con tendenze omicida e chi lo sa…anche suicida” mi risveglia dai miei pensieril’uomo, sussurrando quella frase con rabbia crescente.
“Cosa c’è tra voi due?” gli chiedo a bruciapelo, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.
Boccheggia un poco, non sapendo cosa rispondere, mentre le sue guance si tingono di un lieve rossore.
“Beh…ecco…”- balbetta insicuro, sospirando pesantemente- “Siamo amici”.
 
Lo guardo con occhi pieni di scetticismo, non credendo minimamente ad una parola che mi ha rivolto.
“Strana amicizia…”- ribatto abbassando il capo, ghignando un poco- “Un uccellino mi ha detto che vi siete pure baciati come una coppia di fidanzatini”.
Deglutisce due volte, grattandosi la nuca con imbarazzo, per poi tornare serio di un colpo:
“Chi te lo ha detto?!?” chiede isterico, mentre il suo viso si fa rosso di rabbia.
“Te l’ho già detto: un uccellino!” gli rispondo con falsa ingenuità, facendo finta di non capire le sue parole.
Sta per dire qualcosa, ma viene fermato dall’entrata in scena dell’“oggetto” dei nostri pensieri, accompagnata da un Law piuttosto irritato.
 
Kat è bagnata come un pulcino: le goccioline cadono imperterrite dai suoi capelli e dai suoi vestiti verso il parquet di legno chiaro, il respiro affannato, gli occhi pieni di un sentimento che non riesco a definire.
Sembra quasi che abbia paura, ma al contempo è curiosa di sapere.
Mormora qualcosa di incomprensibile, rivolgendosi a me.
 
Law sospira pesantemente, mettendosi le mani in tasca:
“E’ stata nel bosco. Dice di aver visto un lupo” dice con tono disinteressato.
Assumo un’espressione confusa, guardando Kat con una nota di diffidenza.
 
“Non era…un…semplice lupo…”- lo corregge la moretta, noncurante degli sguardi piuttosto incazzati di Trafalgar. Molto probabilmente lui non le avrà dato il consenso di uscire, ma lei non lo ha ascoltato- “Era…grande…e bianco! Grande e bianco!”
 
Alle sue ultime parole mi rabbuio, ricordando la figura del lupo di cui ha appena parlato.
Il lupo che aveva ucciso Sabo…è ancora vivo…
 
“Ti proibisco di andare nel bosco” dico atono, dirigendomi verso la cucina per bere un goccio di whiskey.
“Cosa?!? E perché, scusa?!? Non è successo nulla di grave!!!” sbotta Kat sorpresa, seguendomi, mentre posso sentire il suo sguardo arrabbiato e deluso puntato sulla mia schiena.
“Non me ne frega un cazzo. Tu. Non. Andrai. Nel. Bosco. Sono stato chiaro?” le chiedo non lasciando trasparire nessuna emozione dal mio viso.
Tentenna un po’, sgranando i suoi occhi azzurri con quelle piccole sfumature di rosso carminio, che rendono il suo viso misterioso…
“Ma perché?” domanda ancora, mordicchiandosi il labbro inferiore con crescente nervosismo…quasi come stesse per piangere…
“Perché il mio è un ordine” le rispondo tagliente, facendola sobbalzare dalla sorpresa.
 
Abbassa lo sguardo verso terra, scuotendo a scatti la sua testa, come a cacciare qualcosa di fastidioso.
Emette un ringhio sommesso, per poi diventare sempre più forte, come quello di un cane rabbioso che vuole attaccare.
 
Non prendo ordini da te!” sussurra alzando il suo sguardo su di  me, mostrando i suoi occhi cambiare colore.
“Invece sì” ribatto proseguendo per la mia strada.
 
Ho in mente un piano e se funziona, avremo trovato una soluzione ai nostri problemi.
Devo solamente cercare di farle “arrivare” ad un unico punto di riferimento.
Devono unire le loro forze.
 
Stai esagerando, Ace…ti consiglio vivamente di non farmi incazzare. Sai, anche la piccola ed ingenua Kat si sta arrabbiando…” commenta divertita, facendomi ghignare a mia volta.
“Oh, Bene!”- esclamo attirando la curiosità del “Mostro”/ Kat e di tutti i presenti- “Vedo che avete trovato uno scopo comune…dovreste “allearvi” per battermi, giusto? Allora io vi faccio una proposta: perché non mettete insieme le vostre capacità per togliere di mezzo una volta per tutte quei figli di puttana che vi hanno sfruttato fino adesso?”
 
Un pesante silenzio si è fatto largo tra di noi.
Solo i nostri respiri smorzati diminuiscono di un poco la tensione.
Lei, invece, continua a guardarmi con i suoi occhi color sangue.
Il suo viso non fa trasparire alcuna emozione, facendomi diventare nervoso e teso come una corda di violino.
Volta la testa di scatto verso la sua sinistra, scoprendo parte dei denti, cominciando a ringhiare…
 
No…voglio cavarmela da sola! Mettitelo bene in testa, ragazzina!” sbotta furiosa, stringendo le mani in pugni.
 
“Non sfrutteresti al massimo il tuo potenziale”- dico sicuro, attirando la sua attenzione- “Prova a pensarci! La tua forza unita all’intelligenza dell’altra parte di te! Raziocinio e voglia di spaccare il mondo intero! È un’arma a doppio taglio, Kat!”
E io? Cosa ci guadagno?” domanda ghignando sarcasticamente, sorprendendomi un poco.
Che intende?
“Come, scusa?” chiedo come se non avessi sentito bene, come se fosse stato frutto della mia fervida immaginazione.
Ho chiesto: cosa ci guadagno! Io credo un bel niente!” mi risponde convinta, sbattendo un piede a terra, dimostrandosi realmente scocciata.
“Otterresti la tua vendetta” commenta Trafalgar, guadagnandosi un’occhiata scettica da parte della moretta.
Non mi fido. Chi mi dice che tutto quello che state dicendo non è menzogna?
“Io”- le risponde Shanks, intromettendosi nel discorso- “Hai la mia parola, Kat. Nessuno ti sta mentendo”.
Abbassa il capo, come soppesare la decisione, torturandosi qualche volta i lembi della maglietta bagnata, stropicciandola un poco.
 
D’accordo…ma vi avverto: se succede qualcosa…non risponderò più del mio controllo” dice con tono semi minaccioso, alzando il suo sguardo e puntandolo verso di me.
 
Sobbalzo dalla sorpresa, mormorando un “Oh”  per il suo cambiamento.
Il colore dell’iride dell’occhio destro è cambiato, diventando azzurro intenso, mentre l’altro è rimasto rosso acceso.
 
Mi riprendo dallo stato catatonico in cui ero caduto e ghigno divertito, incrociando successivamente le braccia al petto:
“Law! Fai una visita medica a Kat e poi va’ a svegliare Rufy. Voglio che sia tutto pronto per le dieci e trenta di stasera”- ordino al mio amico, cominciando a dirigermi verso la mia camera, per poi fermarmi- “Ah, Kat! Dopo la visita vai a farti la doccia. Ti porterò i vestiti che ti occorrono”.
Sta per ribattere, ma Trafalgar non le lascia il tempo, trascinandola con forza verso la sua stanza, accompagnato dalle minacce della ragazza…
 
Il resto del pomeriggio passa piuttosto tranquillamente, a parte Rufy, che non ha fatto altro che fare domande su domande, facendo sbuffare infastidito Law ogni tanto.
Shanks ed io, poi, siamo andati in città per comprare dei vestiti per Kat e Rufy per la serata.
Al locale in cui andremo, bisogna seguire certe “regole”, anche se so già che Kat si ribellerà…
 
 
“Hai fatto la doccia?” domando alla ragazzina, spaparanzata comodamente sul letto con addosso una maglietta molto grande a farle da pigiama.
“Sì” risponde atona passandosi una mano sulla fronte, come se fosse stanca.
“Bene! Ecco il tuo vestito!” esclamo lanciandole l’oggetto in questione, che le cade sopra le testa, coprendole il viso parzialmente.
 
Con un gesto meccanico si libera dal vestitino in pelle che le ho comprato…anche se vestito proprio non è…
 
“Sacri Spiriti! Che è sta roba?!?” domanda scandalizzata, girandosi tra le mani più e più volte l’abito.
“E’ quello che indosserai stasera!” esclamo tranquillo, guardandola nei suoi occhi di diverso colore.
“Sti’ cazzi! Non indosserò mai una boiata del genere! Ma sei cieco o cosa?!? Tanto vale che vada in giro nuda!” mi ringhia contro, per poi alzarsi di scatto dal letto e avvicinarsi a me, restituendomi il vestito.
Immaginavo che avrebbe reagito male, ma non così tanto!
Io non ci vedo niente di male!
D’accordo: è molto corto, è di pelle e molto provocante, ma è carino!
Non è brutto!
Non le capirò mai le donne! Si fanno seghe mentali per cose futili!
E sono stato anche gentile, considerando il fatto che le ho comprato anche dei sandali a tacco alto per l’occasione!
 
“Sì, potresti farlo. Però devi avere un minimo di decenza, ti pare?” osservo ghignando sommessamente, facendo arrabbiare ancor di più.
“Io NON metto quell’affare! SCORDATELO!!!” grida girandosi di spalle e ritornando a sedere sul letto.
“Non fare la bambina piccola! DEVI metterlo!” sbotto alterandomi un poco, raggiungendola in poche falcate.
“Cosa?!? Tu non mi dai ordini, chiaro?!? Già sono stata tollerante per il fatto che tu mi abbia detto, oh, pardon! Ordinato di farmi la doccia! Figuriamoci se mi metto quella cosetta striminzita addosso!” ribatte testardamente, facendomi salire la rabbia.
“Non abbiamo tutta la serata, sai? O ti vesti di tua spontanea volontà o ti vesto io!” la minaccio con tono serio, facendola sobbalzare dallo spavento.
Si copre ancor di più le belle gambe con la maglietta lunga, arrossendo vistosamente.
“No…io non farò un bel niente…” mormora con tono insicuro, deglutendo impaurita.
“Ultimo avvertimento: o tu, o io!” dico dandole un’ultima chance.
“N-No!” balbetta cominciando ad indietreggiare sul letto.
“D’accordo! L’hai voluta tu”.
 
Dopo essere scappata in giro per la camera un bel po’ di volte, sono riuscito ad acchiapparla, bloccandole le braccia dietro la schiena.
Da lì, è cominciata la tortura: ha iniziato ad urlare come un’ossessa, minacciandomi di Morte certa più volte, tentando anche di mordermi.
E purtroppo, la faccenda, non è ancora finita…
 
“La vuoi piantare di dimenarti come un’anguilla?!?” domando irritato, sbattendola a terra con un colpo secco, liberandole inavvertitamente un arto.
Stringo l’altro braccio un po’ più forte per non farla scappare, mentre lei cerca di scacciarmi via con le gambe, prendendo come appiglio il tappeto verde acqua che ricopre il pavimento, arrancando il più lontano possibile da me.
“Kat, piantala!” sbotto adirato, tirandola letteralmente indietro, facendola urlare ancor di più.
“Smettila, ho detto!” ripeto digrignando i denti con forza.
Appoggia la testa sul tappeto, mentre i suoi capelli sciolti si sparpagliano un po’ovunque.
Si calma un poco, tentando di liberarsi stancamente più per orgoglio che per altro.
“Non voglio!” sbotta con voce stridula, come farebbero i bambini piccoli per difendersi  da qualcosa che non hanno commesso.
“Allora ti fai venire la voglia, ok?!?”
“Ma perché?!?” ribatte guardandomi di sottecchi, facendomi sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
“Perché sì!” le rispondo senza tanti giri di parole, per poi alzarmi e prenderla in braccio scompostamente, mentre lei si agita, cercando più volte di colpirmi il viso con le sue mani, senza successo.
 
La sbatto senza delicatezza sul letto, per poi mettermi a cavalcioni su di lei, in modo tale da non farla scappare un'altra volta.
Prendo i lembi della sua maglietta e gliela faccio togliere con la forza, mentre lei mastica imprecazioni a non finire contro il sottoscritto, dandomi ripetutamente del “pezzo di merda” e della “testa di cazzo incallita”.
“Ma come siamo sboccate!” esclamo ghignando vittorioso, gettando in un punto indefinito della stanza l’indumento che la copriva poco prima, lasciandola solamente in intimo.
“Ma sta’ zitto!” sbotta, voltando il viso da un’altra parte, tentando di nascondere il rossore per l’imbarazzo.
“Sei peggio di una mocciosa piagnucolona!”- commento divertito, facendola ringhiare dalla rabbia- “Ora devi toglierti il reggiseno…”
“Woah! Aspetta un attimo! Hai detto veramente quello che ho sentito?!?”
“Assolutamente sì, se ti riferivi al reggiseno!”
“Ma che pervertito! Col cazzo che mi tolgo il reggiseno! No, no, no e poi no!!!”
“Oh, ma smettila! Di sicuro non sei la prima ragazza a cui vedo le tette!” sbotto spazientito, incrociando le braccia al petto in un moto di stizza.
Lei si copre il petto con le braccia, neanche le avessi già tolto l’indumento in questione, regalandomi un’occhiataccia.
“Ma non me ne frega un emerito cazzo! Io sono io!” ribatte convinta, indietreggiando con il busto.
“Uffa! Voglio farti una domanda: ma quando farai sesso con qualcuno dirai di non toglierti nulla perché tu sei tu?!?” le chiedo di rimando, lasciandola sgomenta.
Credo di essere stato un po’troppo brusco…
“No, certo che no!” risponde titubante, mentre un brivido le scuote lievemente il corpo.
“E allora? Dove sta il problema?” domando prendendole il mento tra due dita, costringendola a guardami.
Boccheggia un poco, per poi sospirare sconfitta.
“Va bene, va bene! Mi vestirò da sola!”- esclama prendendo controvoglia il vestito appoggiato sul materasso, mentre io la guardo con scetticismo, facendola sbuffare- “Non scapperò, d’accordo??? Ora puoi andare!”.
“Ti aspetto fuori” l’avverto alzandomi da lei, per poi andare fuori dalla sua stanza e chiudermi la porta alle spalle, appoggiandomici contro.
 
“E’ stato difficile?” domanda Trafalgar, raggiugendomi, accompagnato da un Rufy già vestito per la serata.
La giacca di jeans smanicata aperta sul davanti lascia trasparire il suo accenno di muscoli, mentre i suoi pantaloni di pelle nera gli risaltano le gambe, accompagnati rigorosamente da All Stars nere.
“Difficile? E’ stata un’impresa!” sussurro per non farmi sentire da Kat, scompigliandomi i capelli con fare stanco.
“Ace…i pantaloni sono scomodi!” esclama Rufy indicando l’oggetto della sua critica, facendo sbuffare Law per l’ennesima volta.
“Sei proprio un testone, Rufy! E’ una tua impressione, ok?” lo rimprovera il mio amico, facendogli gonfiare le guance come un bambino.
“Ma…”
“Niente ma, Rufy! Vado a prepararmi pure io. Siamo in ritardo!” afferma deciso Trafalgar, cominciando ad allontanarsi da noi, ma fermo la sua corsa:
“Shanks?”
“Ci sta aspettando fuori” risponde atono, per poi andarsene.
Sarà una serata movimentata…
 
Dopo dieci minuti  buoni, la principessa si degna ad uscire dalla camera, rossa in volto come un peperone.
Esclamo un “finalmente!” per la buona riuscita dell’opera, per poi rimanere leggermente a bocca aperta dalla sorpresa.
La fascia di pelle nera cosparsa qua e là di brillantini di vario colore le risaltano il seno, mentre una fascia obliqua che “collega” il pezzo sopra e la minigonna le attraversa il ventre.
La gonna molto corta (anche essa di pelle) lascia scoperte le sue gambe bronzee, facendomi deglutire a vuoto.
Volto lo sguardo da un’altra parte, per poi prendere la scatola con dentro i sandali, appoggiata su un mobiletto lì vicino.
 
“Mettiteli. E niente storie, mi raccomando” l’ammonisco porgendole la scatola, per poi andarmene verso la mia stanza per cambiarmi…
 
Mi vesto in fretta e furia, tanto che quasi mi dimentico la pistola e il coltello che porto quasi sempre con me e poi esco, pronto per raggiungere gli altri.
 
Sono già tutti in macchina, fortunatamente, anche se Law da segni di essere piuttosto scocciato, dato che si trova tra Rufy e Kat.
 
Il viaggio è piuttosto silenzioso, a parte qualche frase di discorso tra me e Shanks e qualche lamentela da parte di Rufy e sbuffi da Trafalgar e Kat, anche se per motivi ben diversi…
 
“Vi avverto: non combinate guai. Di nessun genere” dico con tono deciso, una volta arrivati alla nostra meta: il locale Amazon Lily.
 
Non sono venuto qui, assieme agli altri, per divertirmi.
Ci sono tre persone, i Direttori del locale, che sono in debito con me e mi serve il loro aiuto.
Volenti o nolenti, saranno costretti ad accettare.
 
“Uhm…perché?” domanda Kat con tono diffidente, risvegliandomi dai miei pensieri.
“Ragazzina, ti poni un po’troppi “perché” per i miei gusti” le rispondo di rimando, facendola ringhiare sommessamente.
Le rivolgo un ghigno provocatorio, per poi scendere dall’auto e dirigermi verso l’entrata del locale, seguito a ruota dagli altri.
 
Musica Electro House invade il locale e il luogo circostante ad esso con il suo ritmo incessante, tanto da far sembrare che il mio cuore si sia messo a battere con il ritmo della musica.
Luci variopinte e una leggera nebbiolina artificiale dall’odore dolciastro fanno da protagonisti, stordendomi un poco.
Ammassi di persone continuano a ballare senza un domani, appiccicati tra loro, tutti con un drink superalcolico in mano.
Sento la voce di Kat dire qualcosa, ma mi giunge ovattata.
Mi avvicino a lei per poi gridare:
“Hai detto qualcosa?”
“Perché siamo qui? Tutto sto casino è…soffocante!” mi urla di rimando, per poi venire spinta contro di me, a causa del passaggio di un energumeno dai capelli biondi.
Kat si volta di scatto, quasi a dargli contro, ma l’uomo si è già allontanato tra la folla, sorprendendola un poco.
 
“Ascolta! Vai assieme a Rufy a bere qualcosa al bancone! Io e Shanks dobbiamo andare in un posto!” le dico vicino all’orecchio, inebriandomi del profumo dei suoi capelli.
Lei annuisce, poco convinta, e poi si allontana assieme a Rufy verso il bancone.
 
Faccio segno al rosso di seguirmi e, facendoci largo tra la folla, raggiungiamo una scalinata in vetro, illuminata ai lati da luci tendenti sul rosa violetto chiaro.
Alcuni gruppi di ragazze vestite con bikini striminziti ci offrono da bere, augurando di divertirci.
Non accettiamo nulla e proseguiamo per la nostra strada, lasciando visibilmente sorprese le ragazze.
Siamo quasi giunti alla fine della scalinata, ma due energumeni vestiti di nero, si frappongono tra noi due, chiedendoci cosa vogliamo…
 
“Amico di vecchia data”- rispondo ghignando sommessamente- “I Direttori hanno un debito con il sottoscritto”.
I due paiono scettici, ma chiedono con un gesto del capo verso una zona oscurata del piano superiore, ricevendo infine l’ordine:
“Fateli passare”.
 
Si scostano, lasciando libero l’accesso e senza esitare, ci dirigiamo verso di loro.
 
Una corposa nuvoletta di fumo danza nell’aria,  avvolgendo con il suo aroma tutti i presenti…
 
“Qual buon vento ti porta qui, Portgas D. Ace?” domanda l’uomo che poco prima aveva dato l’ordine.
“Sono qui per affari, Signori miei” gli rispondo con tono beffardo, mentre due canne di pistola spuntano al mio fianco, per poi sentirmele puntate contro la tempia.
 
Shanks, con scatto fulmineo, tira fuori la sua pistola, mirando verso il mio assalitore:
“Abbassa le armi, potresti farti male” minaccia lui in tono tranquillo, caricando l’arma.
 
“Oh, calma, pasticcini! Non mi sembra il caso di litigare! Tu che ne pensi, Hancock-girl?” domanda un’altra voce con tono divertito, facendo ridere colei che ha chiamato in causa.
“Iva ha ragione! Crocodile, di alla tua sottoposta di abbassare le sue carissime Beretta 92. Non le è bastata la batosta di tre anni fa?” domanda Hancock, accavallando sensualmente le gambe, mostrando le sue scarpe a tacco alto laccate di rosso acceso.
“Revy…” dice l’uomo in tono annoiato, aspirando una boccata di fumo dal suo sigaro.
“Tsk! Maledetto stronzo!” borbotta la ragazza in risposta, abbassando le pistole.
 
Ghigno divertito, evitando di commentare, al fine di non farla innervosire ulteriormente.
So bene quanto quella ragazza sia una testa calda con una soglia della pazienza pari a zero.
Meglio non provocare danni, anche se so che la vittoria sarebbe mia, modestia a parte.
Quella mocciosa si crede tanto grande, ma ha ancora tanto da imparare.
 
Iva fa cenno a me ed a Shanks di sederci sul divanetto posto difronte a loro, mentre due ragazze servono da bere sul tavolino di cristallo in mezzo.
 
“Forza, Ace! Parla! Cosa vuoi da noi?” domanda Hancock sbrigativa accendendosi con eleganza una sigaretta, per poi portarsela alle labbra carnose, aspirandone il fumo.
“Credo che abbiate sentito parlare della figlia di Mihawk… Kat…” comincio, facendo ghignare divertito Crocodile.
Iva nasconde un risolino sprezzante, bevendo un sorso del suo drink alla frutta.
“E chi non la conosce? Almeno tutti i gangsters d’America, l’hanno vista una volta o sentita nominare! Ma che c’entra, con quello che ci vuoi chiedere?” domanda Crocodile incrociando le braccia al petto con fare serio.
Revy, nel frattempo, si è messa dietro di noi, cominciando a lustrare con un pezzo di stoffa le sue amate pistole.
“Oh, c’entra eccome, dato che lei è un’arma…umana” gli rispondo sorridendo mestamente, aggiustandomi la giacca di pelle.
“Un’arma umana? Ace, ci stai prendendo per il culo, per caso?” domanda la ragazza dietro di noi, ridendo divertita.
“Non c’è molto da scherzare, dolcezza. Tu non l’hai vista!” la zittisce prontamente Shanks, facendola ringhiare furibonda.
“Uhm…dicci pasticcino…Kat-girl dov’è? Sono curiosa di conoscerla!” confessa Iva, ravvivandosi i capelli viola con le sue mani guantate.
“Calma, Iva. Non è ancora il momento…dobbiamo negoziare, prima…” dico ghignando malignamente, volgendo lo sguardo sulla figura sinuosa di Kat, seduta comodamente su uno degli sgabelli vicino al bancone, intenta a bere il suo cocktail.
 
Una creatura davvero straordinaria…
 





Angolo di Alyce: Buonaseraaaaaaaaaaaaa!!!!
Vi chiedo umilmente scusa per il mio ritardo, sul serio.
Solo che in questo periodo sono davvero molto occupata e vi do un avviso molto importante: non so quando aggiornerò.
Chiedo anticipatamente venia per il disagio.
Aggiorno appena potrò, lo prometto!
Passiamo al capitolo!
E' abbastanza discorsivo e abbastanza corto, ma diciamo che è di transizione.
Avrete anche notato che il nostro amatissimo Ace non da spazio alle emozioni: semplicemente, cerca di non pensarci.
I nostri carissimi direttori!!!!!
Vi sono piaciuti?!? Vi aspettavate di trovare Iva, Hancock e il figoso Mr. 0, nonchè Croco-boy?!?!?!?!?!?!?!??
Ma quanto lo adoro quando fuma il suo sigaro?????????????????????????? *^*
Per non parlare della sua sottoposta, che no, non è la cara Robin, ma Revy, di Black Lagoon!
La stimo! Soprattutto le sue carissime Beretta 92!
Non ho altro d'aggiungere!
Spero vi sia piaciuto!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!
Alyce :)))))))))))))))))))))))))))))))
  
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