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Autore: Aon di Kale    25/09/2014    4 recensioni
Alexander è un ragazzo molto studioso e decisamente intelligente. Un arte in particolare lo attrae, l'arte della magia. Così, dopo anni di studio il giovane decide di testare sul campo quello che fino ad allora aveva solo letto nei suoi tomi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cronache di Dhares
 
Capitolo I
Un’altra notte era trascorsa ai confini tra la Terra della Crescita e le aride Terre di Dhares.
Come ogni notte un ragazzo, Alexander, stava studiando pesanti tomi.
Alexander non era un ragazzo qualsiasi, era un aspirante mago, fuori dal comune per abilità e facilità di apprendimento. Imparare era il suo pane quotidiano, anzi, notturno.
“Troppo facile, tutti questi libri sono troppo semplici” pensò il giovane, deluso.
Era da troppo ormai che perdeva tempo rinchiuso in quella stanza buia e fredda. Era stufo della teoria, ora voleva testare sul campo. E con quel pensiero si assopì.
 
Il mattino seguente, Alexander si svegliò con una nuova ambizione. Il mondo doveva conoscere il suo potere.
“Mmh pietre…non male per iniziare”
Il giovane uscì e si recò nel retro della sua baracca di legno, il suolo era erboso e tappezzato qua e là di rocce di varie dimensioni, alcune erano coperte di muschio, altre di terriccio.
“E ora…Volate!!” pensò il mago.
Nessuna pietra si mosse… “Volate!!!!” i sassi più piccoli cominciarono a sollevarsi dal terreno, ma non era sufficiente per l’ambizioso Alexander.
“VOLATE!!” urlò stavolta il giovane.
Le pietre, come impazzite, cominciarono a vorticare in aria colpendo il ragazzo in pieno volto, il mago ci mise pochi secondi a capire come controllare il flusso di rocce.
I ciottoli fluttuavano ora in aria a formare una sagoma lupina.
Col passare  dei giorni l’abilità di Alexander aumentava a dismisura, in un mese era in grado di controllare l’aria creando violentissime folate di vento.
La dispensa della sua baracca era vuota, aveva  passato talmente tanto tempo a casa, immerso nella magia, da dimenticarsi di fare provviste, decise di recarsi al mercato in giornata.
Quest’ultimo si teneva  nella piazza  principale del villaggio, un esagono con pavimentazione in pietra piuttosto consumata, le bancarelle di legno, mal messe e marce in alcuni punti, non impedivano alla gente di accalcarsi intorno ad esse per acquistare di che vivere.
Profumo di spezie di Dhares e di primizie della Terra della  Crescita permeava l’aria.
Alexander riusciva a malapena a muoversi in tutto quel trambusto, la sua tunica bianca veniva continuamente urtata e sporcata dai paesani, odiava quel posto.
Si avvicinò ad un mercante per comprare della frutta, poco dopo, con la coda dell’occhio, un movimento inusuale catturò l’attenzione del mago.
“FERMO!” urlò il giovane “Se vuoi quella frutta devi pagare, come tutti noi…”
“Non ti impicciare in faccende che non ti riguardano, pivello” rispose il ladro, un brutto uomo sulla cinquantina con il naso enorme e una tunica marrone sudicia “Questo mercante ha un debito con me, con lui ci faccio quel che voglio” il bagordo estrasse un lama arrugginita da una tasca della tunica e, in un baleno fu alle spalle di Alexander.
“Se non vuoi che faccia di te ciò che voglio, carne morta, vattene alla svelta!”
Il ragazzo sorrise “Carne morta? Siete tutti uguali voi usurai, compensate la vostra scarsa intelligenza con la violenza”
In una frazione di secondo il delinquente fu sollevato da terra e sbattuto al suolo con violenza, diversi metri più avanti, la lama lontana dal suo corpo.
Il giovane sollevò con la magia l’arma del ladro
“Ora restituisci ciò che hai rubato, se non vuoi che la tua stessa lama ti tagli la gola”
L’usuraio in preda al panico gettò la merce rubata e scappò urlando “Un mago!! Un mago!!”
Alexander, provato, lasciò planare il pugnale a terra e riconsegnò la frutta al mercante che, impaurito, la riprese e chiuse baracca.
Gli abitanti intorno a lui guardarono la scena ammutoliti, nel giro di poche ore tutto il villaggio e le campagne vicine sapevano dell’accaduto.
spazio degli autori: Ciao a tutti :) Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e vi informiamo che i prossimi usciranno ogni mercoledì.

Un’altra notte era trascorsa ai confini tra la Terra della Crescita e le aride Terre di Dhares.

Come ogni notte un ragazzo, Alexander, stava studiando pesanti tomi.
Alexander non era un ragazzo qualsiasi, era un aspirante mago, fuori dal comune per abilità e facilità di apprendimento. Imparare era il suo pane quotidiano, anzi, notturno.

“Troppo facile, tutti questi libri sono troppo semplici” pensò il giovane, deluso.

Era da troppo ormai che perdeva tempo rinchiuso in quella stanza buia e fredda. Era stufo della teoria, ora voleva testare sul campo. E con quel pensiero si assopì.

 

Il mattino seguente, Alexander si svegliò con una nuova ambizione. Il mondo doveva conoscere il suo potere.

“Mmh pietre…non male per iniziare”

Il giovane uscì e si recò nel retro della sua baracca di legno, il suolo era erboso e tappezzato qua e là di rocce di varie dimensioni, alcune erano coperte di muschio, altre di terriccio.

“E ora…Volate!!” pensò il mago.

Nessuna pietra si mosse… “Volate!!!!” i sassi più piccoli cominciarono a sollevarsi dal terreno, ma non era sufficiente per l’ambizioso Alexander.

“VOLATE!!” urlò stavolta il giovane.

Le pietre, come impazzite, cominciarono a vorticare in aria colpendo il ragazzo in pieno volto, il mago ci mise pochi secondi a capire come controllare il flusso di rocce.

I ciottoli fluttuavano ora in aria a formare una sagoma lupina.

Col passare dei giorni l’abilità di Alexander aumentava a dismisura, in un mese era in grado di controllare l’aria creando violentissime folate di vento.

La dispensa della sua baracca era vuota, aveva passato talmente tanto tempo a casa, immerso nella magia, da dimenticarsi di fare provviste, decise di recarsi al mercato in giornata.

Quest’ultimo si teneva nella piazza principale del villaggio, un esagono con pavimentazione in pietra piuttosto consumata, le bancarelle di legno, mal messe e marce in alcuni punti, non impedivano alla gente di accalcarsi intorno ad esse per acquistare di che vivere.
Profumo di spezie di Dhares e di primizie della Terra della Crescita permeava l’aria.

Alexander riusciva a malapena a muoversi in tutto quel trambusto, la sua tunica bianca veniva continuamente urtata e sporcata dai paesani, odiava quel posto.

Si avvicinò ad un mercante per comprare della frutta, poco dopo, con la coda dell’occhio, un movimento inusuale catturò l’attenzione del mago.

“FERMO!” urlò il giovane “Se vuoi quella frutta devi pagare, come tutti noi…”

“Non ti impicciare in faccende che non ti riguardano, pivello” rispose il ladro, un brutto uomo sulla cinquantina con il naso enorme e una tunica marrone sudicia “Questo mercante ha un debito con me, con lui ci faccio quel che voglio” il bagordo estrasse un lama arrugginita da una tasca della tunica e, in un baleno fu alle spalle di Alexander.

“Se non vuoi che faccia di te ciò che voglio, carne morta, vattene alla svelta!”

Il ragazzo sorrise “Carne morta? Siete tutti uguali voi usurai, compensate la vostra scarsa intelligenza con la violenza”

In una frazione di secondo il delinquente fu sollevato da terra e sbattuto al suolo con violenza, diversi metri più avanti, la lama lontana dal suo corpo.

Il giovane sollevò con la magia l’arma del ladro

“Ora restituisci ciò che hai rubato, se non vuoi che la tua stessa lama ti tagli la gola”

L’usuraio in preda al panico gettò la merce rubata e, in preda al panico, scappò urlando “Un mago!! Un mago!!”

Alexander, provato, lasciò planare il pugnale a terra e riconsegnò la frutta al mercante che, impaurito, la riprese e chiuse baracca.

 

Gli abitanti intorno a lui guardarono la scena ammutoliti, nel giro di poche ore tutto il villaggio e le campagne vicine sapevano dell’accaduto.

 

 

spazio degli autori: Ciao a tutti :) Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e vi informiamo che i prossimi usciranno ogni mercoledì.
  
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