Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: fusion    05/10/2008    3 recensioni
A Vegeta viene affidato un compito apparentemente molto semplice. Peccato che gli imprevisti capitano e non sempre le cose vanno nel verso giusto.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL BELLO DELLA DIRETTA

IL BELLO DELLA DIRETTA

 

Scena due: “Dalla padella nella brace”. Motore… Azione!

 

Il peso di una creatura così piccola, nelle braccia di un giovane Saiyan, non doveva essere che appena percepibile. Ciò nonostante, Trunks, sebbene stesse adoperando una parte infinitesimale della sua straordinaria forza e apparisse il ritratto della serenità, sorreggeva la sorellina con un’espressione quasi rapita dalla concentrazione, nella quale l’affetto che traspariva in modo tangibile pareva rasentare a momenti la devozione. Con passo non troppo spedito, stava percorrendo i corridoi della Capsule Corporation, ormai illuminati dalla luce fioca del sole al tramonto; senza alcuna fretta, riservava di tanto in tanto alla minuscola Saiyan uno sguardo sorridente.

Assorto nell’osservare lo sguardo curioso della sorellina, che scrutava il tragitto in cerca di qualche indizio sul luogo verso il quale era diretta, notò una piccola ciocca di capelli che le ricadeva sul viso e delicatamente, con una mano, la scostò per liberarla da quel fastidio. “Allora Bra, sei contenta? Stiamo andando alla tua festa!” le annunciò al contempo, come se la bambina potesse quasi comprendere le sue parole.

Lo sguardo della piccola si sollevò sul volto del fratello maggiore con un moto di curiosità mista a perplessità e, per un breve momento, mentre era intenta a fissare concentrata i lineamenti del ragazzo, le minuscole labbra si piegarono appena in maniera singolare. Solo in un secondo tempo, parve intuire dal sorriso del suo interlocutore che ciò che l’era appena stato detto fosse qualcosa di bello e, di riflesso, cominciò a sorridere a sua volta, agitando le manine e farfugliando qualche parola sconnessa, apparentemente senza senso.

Il giovane Saiyan continuò a sorridere, dialogando con la bimba come fosse realmente capace di capire, “Vedrai che bei regali riceverai! La mamma ha riempito il salotto di palloncini, pensa!”.  Il ciuffo ricadde nuovamente sul visino della piccola e Trunks si limitò a scostarla sorridendo, questa volta tra sé e sé. “Indovina un po', ti stanno aspettando tutti!” continuò.

Il movimento della mano del ragazzo suscitò nuovamente l’interesse di Bra e gli occhi della piccola tentarono di seguire, non senza qualche difficoltà, la direzione di quel movimento al di sopra del suo campo visivo. Lo sguardo confuso e non pienamente cosciente del significato di quel gesto, che il fratello continuava a ripetere, le conferì un’espressione dubbiosa e titubante per un istante. Quell’azione apparentemente incomprensibile tuttavia, aveva il potere di far scomparire ogni volta una fastidiosa sensazione di disturbo e la bambina pareva essere invece pienamente consapevole di questo strano avvenimento. Scostò lo sguardo sul viso del fratello, infatti, apprestandosi a ricambiare ancora una volta il sorriso di lui. A frenarla fu però la figura poco distante che intravide e che, nonostante l’età, riconobbe al volo. “Papà!” esclamò improvvisamente, sporgendosi in direzione del genitore con l’intento di afferrarlo.

Apparentemente senza scomporsi troppo, Trunks rivolse appena lo sguardo in direzione dell’uomo appoggiato indolentemente alla parete, a qualche metro di distanza, rivolgendo un secondo dopo lo stesso sguardo decisamente sorpreso alla sorellina. Tornando infine nuovamente su suo padre, come a volersi accertare che Bra avesse realmente parlato con lui e non lo avesse nominato in uno dei suoi soliti monologhi senza senso, la sua espressione si fece quasi incredula. Accortosi già da tempo della presenza silenziosa di Vegeta, la sua sorpresa era, infatti, dettata più di ogni altra cosa dalla reazione inaspettata della sorella. Nell’avvicinarsi alla figura assorta del padre tuttavia, il suo sguardo aveva tradito per un momento anche una lieve preoccupazione; considerato il pessimo umore di lui, sperava di non trovarsi malauguratamente ad infastidirlo senza un valido motivo.

Il padre, in realtà, non sembrò prestare loro molta attenzione e Trunks cominciò vagamente a preoccuparsi, vedendosi costretto ad avvicinarsi. “Sì” farfugliò leggermente in imbarazzo alla sorellina, “E’ papà, hai visto?” confermò, nella speranza che Bra si accontentasse di rivolgere uno dei suoi sorrisi anche a Vegeta e non sperasse di ottenere chissà che cosa.

“Papà, Papà!” Bra cominciò ad agitarsi tra le braccia del fratello maggiore, si allungò verso il padre aprendo e chiudendo le manine con il chiaro proposito di aggrapparsi a lui. “Papà!” insistette.

Soltanto in quel momento, quando erano ormai non molto distanti, Vegeta diede segno di essersi accorto dei figli e posò per un momento, quasi senza volerlo, lo sguardo sulla più piccola. Solo dopo si rivolse anche al maggiore, senza però proferire parola. Sul suo volto, infatti, era ancora visibile il palese nervosismo che il litigio con la compagna e la pessima giornata gli avevano suscitato.

Leggermente spiazzato per la reazione della sorellina, che continuava ad agitarsi e che era stato costretto a contenere con più energia, Trunks aveva appena notato l’espressione accigliata di suo padre. Finì per incrociare il suo sguardo solo in un secondo momento, istintivamente, e ciò che vi lesse in modo fin troppo chiaro lo indusse a sua volta ad incupirsi.  In realtà, anche il fatto stesso che Vegeta si trovasse così seriamente assorto in qualche pensiero, proprio lì in corridoio, non appariva agli occhi del ragazzino come un buon segno. Gli innumerevoli litigi tra i suoi genitori, a cui aveva assistito molte volte ormai, normalmente si risolvevano con qualche scenata isterica di sua madre all’indirizzo di terzi e con le fughe di suo padre nel trainer o da qualche parte sul pianeta, ad allenarsi. Sua madre, invece, era stata stranamente tranquilla quella sera, mentre Vegeta ora se ne stava in corridoio, senza fare nulla e con un’espressione decisamente scura in volto; e la cosa non gli era sembrata del tutto normale.

L’ostinazione di Bra tuttavia, costrinse Trunks a concentrare su di lei la sua attenzione. Si accorse dell’ennesima ciocca che nuovamente era ricaduta sul viso della piccola e, con delicatezza, si premurò di scostarle ancora una volta il fastidioso ciuffetto, sorridendole in maniera naturale. “Ciao papà” salutò poi, mentre era ancora rivolto alla sorella. Solo dopo pochi istanti, sollevò lo sguardo per osservare il padre con l’espressione più serena che gli riuscì di esibire.

Vegeta guardò il figlio di sottecchi, le sopracciglia aggrottate e la mascella serrata indicavano un notevole fastidio, “Ciao” rispose tetro, tornando a volgere la propria attenzione al di là del vetro.

Nel frattempo, la piccola Bra continuava ad agitarsi, diventando sempre più inquieta con l’avvicinarsi al padre. “Papà” mormorò con più tranquillità dopo averlo finalmente raggiunto.

“Che vuoi, mocciosa?!” brontolò brusco l’uomo, sbirciando l’espressione della figlia che, a discapito del cipiglio paterno, continuava a sorridere ignara del suo umore. Lo sguardo di Vegeta subì un leggero scatto nervoso e la sua espressione, benché immancabilmente imbronciata, si tinse di una leggera punta d’imbarazzo.

Quell’impercettibile reazione non sfuggì a Trunks, che sembrò tranquillizzarsi di colpo, enormemente. A pochi passi da Vegeta, aveva mostrato una lievissima esitazione, indeciso se proseguire come nulla fosse o assecondare la sorella. Le parole di Vegeta rivolte alla piccola Bra peraltro, in cui aveva riconosciuto un tono decisamente familiare, avevano avuto ormai del tutto il potere di fargli ritrovare un atteggiamento realmente sereno.

Deciso a fermarsi un momento si affiancò al genitore, riservandogli un’occhiata affettuosa “Non vieni alla festa papà?” gli chiese con un tono del tutto naturale.

Lo sguardo che Vegeta rivolse a suo figlio, d’altra parte, dalle tonalità chiaramente sarcastiche, parve una risposta fin troppo eloquente, che non lasciava dubbi rispetto a una possibile interpretazione; nella fattispecie suonava in tutto e per tutto come un ‘neanche morto!’.

Bra, non esattamente interessata al dialogo, seguitava nel frattempo a dimostrare un inequivocabile interessamento nei confronti dell’uomo. “Papà!!” lo reclamò ancora una volta, senza smettere di cercare di attirare la sua attenzione.

“Sta un po’ zitta!” sbottò improvvisamente Vegeta, stufo dei continui richiami della figlia.

Il risultato di quella brusca intimidazione non fu però quello sperato da Vegeta, né quello ipotizzato da Trunks. La piccola Saiyan, dapprima fattasi seria e silenziosamente concentrata sull’espressione severa del genitore, si sciolse un secondo dopo in un nuovo e raggiante sorriso, cominciando ad agitarsi maggiormente tra le braccia del fratello e ad applaudire in maniera scomposta.

Senza nemmeno avere il tempo di incassare l’occhiataccia sarcastica e pungente di Vegeta, né di replicare, l’attenzione di Trunks finì per essere catturata di nuovo dalla sorellina. Preoccupato per come avrebbe potuto reagire alla risposta dura e incollerita del padre, si ritrovò all'opposto a trattenere un risolino divertito, dopo aver assistito alla scena. “Ok” rispose prontamente per togliersi dall’imbarazzo, “Beh, noi andiamo” annunciò con l’intento di proseguire verso il salotto.

“Tsk” fu la sola reazione che ebbe il Principe dei Saiyan. Un attimo dopo tornò a volgere la sua attenzione fuori dalla finestra, non prima di aver incrociato le braccia al petto con un gesto d’indifferenza.

“Papà?” si lamentò invece languida la piccola Bra, vedendosi allontanare sempre di più dal padre.  Nel distanziarsi da lui, la bimba cercò di sbirciare oltre la spalla del fratello; non senza difficoltà, giacché un’insistente ciocca perseverava a coprirle fastidiosamente il viso. Trunks si ritrovò a dover riposizionare la sorella in una posizione più gestibile sistemandole, ancora una volta, i capelli, ma nel farlo non riuscì a non notare il suo faccino improvvisamente triste. Spiazzato dagli occhioni lucidi della bambina, il giovane Saiyan cercò subito di farle tornare il sorriso, “Papà ha molto da fare adesso, non vuoi andare dalla mamma?” spiegò ad alta voce e con una tonalità allegra, intuendo il motivo che aveva indotto la piccola a cambiare così improvvisamente umore. Bra si limitò a scrutare suo fratello con un’aria vagamente perplessa. Osservandolo sorridere tuttavia, in pochi istanti finì per fare altrettanto.

Soltanto quando i due figli si furono definitivamente allontanati, Vegeta gettò un’occhiata sfuggente in direzione del salotto della Capsule.

“Dannata mocciosa!” farfugliò tra sé, definitivamente attratto dal paesaggio esterno alla casa.

 

Il mare di palloncini colorati sul pavimento del salotto ondeggiava quieto e festoso, increspandosi di tanto in tanto, sospinto dai movimenti veloci e aggraziati di Bunny Brief, che si spostava da una parte all’altra della stanza, apparecchiando l’enorme tavolo con ogni bendiddio e fischiettando con fare allegro. Suo marito le rivolgeva ad intervalli irregolari un’occhiata distratta, non più interessata di quelle che riservava alla tv, accesa a volume basso sul canale dei notiziari, che osservava con l’aria di chi stesse ingannando il tempo con la prima occupazione che gli era capitata a tiro.  Bulma pareva invece intenta a fissare un punto non meglio identificato al di là dal vetro della finestra; assorta in qualche pensiero, il suo sguardo sembrava lontano milioni di chilometri da quel luogo. La voce di Trunks, in corridoio, la riscosse tuttavia in un lampo; in meno di un istante la sua espressione si fece sorridente e distesa, si voltò e si diresse verso la porta, facendosi largo a grandi falcate tra i palloncini, che cominciarono a scuotersi in preda ad un’allegria frenetica per tutta la stanza.

“Ecco la festeggiata!” annunciò Trunks, varcando la soglia del salotto ed esibendo al resto della famiglia la sorellina, che reggeva ancora saldamente tra le braccia. Bulma si avvicinò al figlio reclamando la piccola Bra e stringendola con delicatezza. “Hai visto Bra? Tutto questo è per te” spiegò mostrandole le decorazioni e portandosi al centro della stanza, dove c’erano i nonni ad attenderla.

La piccola Bra spalancò per un momento gli occhi confusa, investita dai colori della stanza e dai cinguettii allegri della nonna, che si era avvicinata in tutta fretta trillando allegra qualche moina. Fissò poi lo sguardo lievemente smarrito in quello della madre, che continuava a sorriderle raggiante. Contagiata dall’allegria generale, finì per ricambiarla con un sorriso ugualmente luminoso e felice, e cominciò quindi a riservare altrettante espressioni di gioia e di eccitazione a tutti i presenti.

Bulma la sistemò sul suo seggiolone, avendo cura di mostrarle l’immensa tavola imbandita di dolci e di regali e facendo in modo che la piccola avesse un punto di osservazione privilegiato sull’intera stanza e sulla colorata varietà di palloncini e decorazioni, che le donne della Capsule avevano allestito con tanta cura. L’espressione sorridente di Trunks, che si era unito al gruppo attorno alla festeggiata, pareva non meno entusiasta e felice di quella della bambina.

“Ti piacciono i palloncini, tesoro?” domandò Bulma alla piccola, scostandole una piccola ciocca di capelli che le ricadeva sul viso.

Il volto della bimba si fece ancora una volta esitante, in qualche modo lievemente delusa di non essere più tra le braccia della madre. Il gesto di lei, tuttavia, che le aveva inspiegabilmente e nuovamente donato sollievo, e il tono interrogativo con cui le era stata rivolta una qualche affermazione che pareva aspettare una risposta, la ipnotizzarono nuovamente per qualche istante. I colori brillanti tutt’intorno e i volti sorridenti dei presenti finirono di nuovo per distrarla e contagiarle una reazione allegra. Fissò nuovamente lo sguardo in quello del fratello maggiore, sorridendo radiosa.

Continuando a sorridere, allungò le mani verso di lui con il chiaro intento di tornare tra le sue braccia, “Papà!” esclamò rivolta al ragazzo.

Il volto di Trunks si fece sul momento assorto; le regalò un altro sorriso, questa volta un po’ impacciato, e si avvicinò a lei, chinandosi per guardarla negli occhi. “No piccola, papà non viene alla festa. Ha altro da fare” cercò di spiegarle in tono tranquillo e diplomatico.

L’espressione di Bulma si rabbuiò invece all'istante, divenendo seria in un lampo e irrigidendosi. La donna serrò i muscoli del viso come se avesse appena ingoiato un boccone amaro e si fece silenziosa, limitandosi ad osservare i figli con uno sguardo assente.

La piccola Bra manifestò nuovamente un’aria perplessa e confusa. Fissò il fratello con un’espressione concentrata, come se tentasse davvero di capire che cosa le aveva appena detto. Un momento dopo riservò la stessa espressione confusa e assorta a sua madre. “Mamma?”, la chiamò.

L’intervento di Bunny, che s’intromise col suo solito tono spensierato come nulla fosse, fu a quel punto provvidenziale. “Perché non iniziate a mangiare questi deliziosi pasticcini?” domandò allegra dall’altro capo del tavolo, afferrando un portavivande ricolmo di dolci e apprestandosi ad offrirne ai presenti.

Anche il Dottor Brief, distratto dalla televisione, si voltò e sorrise alla moglie che lo invitava a servirsi.

Bulma, in realtà, appariva ancora completamente immersa nelle sue riflessioni e Trunks, intuendo il flusso dei pensieri materni, intervenne prontamente, cogliendo l’occasione, e cambiò definitivamente argomento. “Oh, io voglio un pasticcino, nonna!” proclamò attirando l’attenzione della donna bionda e affrettandosi a rubare il vassoio da sotto il naso di suo nonno; poi tornò a rivolgersi alla madre nel tentativo di distrarla, “Tu mamma? Vuoi un pasticcino?” le domandò cordiale.

Bulma si ridestò di soprassalto e mutò improvvisamente espressione tornando a sorridere. “Ehm, sì certo” acconsentì. Afferrò distrattamente un pasticcino e si rivolse alla figlia “Vuoi un pasticcino anche tu?”.

Bra parve dimenticarsi in un lampo della strana espressione di sua madre e di suo fratello, completamente rapita dal tono di voce della donna e da quella che le appariva una proposta simpatica, nonché dall’oggetto interessante che sua madre aveva in mano. Rispose con un ennesimo sorriso felice e cominciò ad allungare le manine e a scalciare eccitata.

“Certo che ne vuole uno!” esclamò Bunny, avvicinandosi e riappropriandosi del portavivande con una mossa repentina.

Il tono di voce della donna suscitò nella piccola un’espressione ancora più allegra, mentre Trunks, improvvisamente a mani vuote, arraffò una manciata di pasticcini dal vassoio che si stava allontanando e se li infilò in bocca con avidità. “Afriamo i fregafi?” bofonchiò in una lingua non comprensibile o quantomeno non apparentemente terrestre.

“Trunks! Non parlare con la bocca piena!” lo rimproverò sua madre, lanciandogli un’occhiataccia bieca. Quello sguardo sfuggente e la mano appoggiata sul fianco con fare minaccioso suscitarono immediatamente un certo imbarazzo nel ragazzo, che si vide costretto a deglutire alla svelta.

Nel frattempo, Bulma era riuscita anche a porgere, con aria tutt’altro che minacciosa, il dolcetto alla bambina, che lo aveva afferrato molto più interessata alla sua forma e al suo colore che non al suo reale utilizzo e lo fissava con sguardo rapito dalla concentrazione.

“Mangialo, tesoro, è buono!” la invitò sua nonna. La piccola Bra portò istintivamente il pasticcino alla bocca e la sua espressione incantata fu la conferma a quelle ultime parole della donna, che annuì soddisfatta beandosi dell’ottimo suggerimento.

Il Dottor Brief, l’unico ad aver colto la proposta di Trunks, si avvicinò a quel punto alla bambina con una scatola colorata. “Guarda cosa ti ha costruito il nonno, tesoruccio”. Il cofanetto, una volta appoggiato sul tavolo, si aprì di scatto e ne uscì una specie di mostriciattolo a molla. Bra, per un momento sbalordita, sembrò subito dopo molto divertita e cominciò a ridere e ad applaudire entusiasta, dimenticandosi all’istante del dolcetto e abbandonandolo al suo destino. “Papà!” esclamò poi, all'improvviso sull’onda dell’entusiasmo.

Trunks si avvicinò alla sorella, “No, pap…”. Con lo sguardo seguì la direzione presa dagli occhi della bambina e notò la figura adagiata contro la parete in fondo alla stanza, “Papà!” esclamò incredulo, attirando l’attenzione degli altri membri della famiglia; soprattutto della madre, che si voltò sgranando gli occhi nel constatare la presenza del Saiyan. “Vegeta” mormorò in un sussurro appena percettibile.

Il Principe dei Saiyan, appoggiato al muro accanto alla porta, a braccia conserte, aveva a malapena mostrato un’impercettibile, vaga manifestazione d’interesse di fronte alla reazione della figlia. Consapevole che non avrebbe potuto passare inosservato per tutta la sera, non aveva tuttavia immaginato di apparire in modo così plateale e, soprattutto, non aveva considerato di essere una fonte di attrazione così sensazionale per la mocciosa. La cosa non aveva mancato ovviamente di contrariarlo, ma finì per limitarsi, nonostante tutto, a ignorare la rumorosa accoglienza dei suoi figli e a riservare uno sguardo impassibile a Bulma. La sua espressione imperturbabile, d’altra parte, lasciava chiaramente intuire che il suo umore non era per niente migliorato.

“Oh Vegeta, sei arrivato” lo accolse calorosamente Bunny, “Vieni a prendere un dolcetto!” lo invitò.

Una statua di sale avrebbe sicuramente avuto una reazione più evidente, Vegeta, infatti, si limitò a fissare un punto non meglio identificato nella stanza, senza dare alcun segno di aver udito la donna, né di aver percepito la sua presenza.

Bulma, dal canto suo, aveva appena ricambiato lo sguardo di lui, sciogliendo la tensione in un piccolo sorriso, più che altro rivolto a se stessa, che le aveva impercettibilmente addolcito i lineamenti del volto. Distolse lo sguardo solo dopo qualche momento, però, evitando di rivolgergli la parola, nonostante il gesto inaspettato dell’uomo avesse ormai dissipato quasi del tutto ogni ombra sul suo viso. Intanto il Dottor Brief aveva preso a parlottare da solo, commentando i regali adagiati sul tavolo e Bulma, non volendo, finì per rivolgere quello stesso sorriso, ormai divertito, a suo padre.

“Papà, devi mangiare questi dolci, la nonna ha superato se stessa!” lo accolse Trunks andandogli incontro.

“Non m’interessa!” rispose bruscamente Vegeta, sfoderando l’ennesima espressione seccata. Per un istante parve pentirsi di aver varcato quella soglia; il suo interesse, tuttavia, fu attratto quasi contro la sua volontà da Bulma, che sorrideva con un’espressione intenerita e divertita allo stesso tempo, alla quale riservò uno sguardo apparentemente soprappensiero, con la coda dell’occhio.

Bra, ormai contagiata dalla confusione che la circondava, appariva assolutamente allegra ed eccitata e cominciò a pronunciare una sequela di parole sconnesse ad alta voce. Come fosse la copia in miniatura di suo nonno, era assolutamente compresa in un assorto e curioso dialogo a senso unico col pupazzo regalatole dallo scienziato, cui sembrava intenta a riferire alcune informazioni di vitale importanza, tra cui comparivano concetti di spicco quali ‘papà’ e altri argomenti.

Se Trunks rimase leggermente deluso dalla reazione di Vegeta, non lo diede a vedere per più di un secondo. Non aspettandosi nulla di diverso, sembrò non badare al suo tono brusco e scostante e si limitò a fare spallucce come nulla fosse e a rivolgere la sua attenzione al vassoio dei dolci. Bulma, d’altra parte, aveva ritrovato in un istante una certa fermezza. Decisa a non dare a Mr. Scimmione-Zuccone più attenzioni di quante secondo lei ne meritasse, rivolse definitivamente il suo interesse a suo padre, che si dedicava a Bra, ormai persuasa ad ignorare l’atteggiamento scorbutico del compagno. Tuttavia, quella particolare increspatura delle labbra che assomigliava a un sorriso non era ancora scomparsa del tutto dal suo volto.

L’unico che non aveva smesso di prestare ancora attenzione alla bambina, all’entrata in scena di Vegeta, era, infatti, suo nonno. “Vuoi aprire un altro regalo cara?” propose.

L’interesse della piccola fu nuovamente catturato dalla voce dell’anziano scienziato. Ancora una volta, la bimba si ritrovò a sorridere, in attesa, a quella che le sembrò l’ennesima domanda simpatica della serata. Lo sguardo di Vegeta si posò a quel punto, spinto da qualche forza inspiegabilmente potente, sull’espressione felice della figlia e, subito dopo, guidato da un istinto altrettanto incomprensibile, il Saiyan rivolse nuovamente lo sguardo alla compagna, che osservava la bambina con un’espressione indescrivibile. I lineamenti del volto dell’uomo sembrarono distendersi appena, senza un motivo apparente.

Il Dottor Brief sorrise nel notare la reazione della nipotina, si appoggiò una mano al mento osservando i regali ancora da scartare, “Mm, vediamo un po’” farfugliò pensieroso.

“Prendi il mio nonno, il mio!” esclamò Trunks raggiungendolo e pescando nel mucchio il sacchetto che conteneva il suo regalo.

Bulma, che si era limitata ad osservare la scena sorridendo, si avvicinò alla figlia e le scostò con un gesto affettuoso la ciocca di capelli che continuava a ricaderle sugli occhi.

“Oh, ma quello è Vegeta!” esclamò improvvisamente Bunny, “Come sta bene in televisione!” aggiunse con aria sognante.

Le attività dei presenti parvero congelarsi improvvisamente a quella semplice frase. Il tempo si fermò in un attimo di stupore e silenzio innaturale. Trunks e suo nonno si volsero come al rallentatore verso lo schermo e Bulma, la fronte aggrottata in un’espressione dubbiosa e meravigliata, sollevò con altrettanta lentezza lo sguardo sul gigantesco plasma. Sgranò gli occhi e dischiuse leggermente le labbra, in procinto di dire qualcosa che non riuscì a pronunciare, non appena riconobbe la figura che appariva sul video. Istintivamente, si voltò con la stessa espressione sbalordita verso il compagno, incapace di aggiungere una sola parola a quello che gli stava già comunicando senza parlare.

L’espressione che era invece apparsa sul volto del Saiyan tradiva la stessa improvvisa sorpresa, ma pareva pervasa dallo sgomento. Gli occhi sbarrati e fissi sullo schermo, s’irrigidì in una posa nervosa, non appena comprese di trovarsi di fronte alla scena che aveva vissuto di persona, con non meno sgomento, qualche ora prima.

Il Dottor Brief afferrò il telecomando e alzò il volume dell’apparecchio, sistemandosi comodamente sul divano davanti allo schermo. Un annunciatore del notiziario stava parlando di una tentata rapina, avvenuta nel tardo pomeriggio nel centro commerciale, sventata da un eroico cittadino con notevole sprezzo del pericolo.

L’eroico e sprezzante cittadino, che non riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo e a staccare gli occhi dallo schermo, parve attraversato da una gamma di emozioni tra le più svariate. Nonostante cercasse di mantenere il più assoluto contegno, ad un occhio esperto la sua espressione avrebbe rivelato quasi il panico. Come se ne fosse consapevole, Vegeta aveva incrociato solo un istante lo sguardo di Bulma, per poi distoglierlo in meno di una frazione di secondo.

Tanto era bastato alla donna per riuscire a leggervi l’incredulità e il terrore, in realtà, e tutto ciò non aveva fatto altro che generare un risolino divertito che non era riuscita a trattenere. “Potevi dirmelo, che era per questo” si lasciò sfuggire, pentendosi appena un secondo più tardi.

Vegeta si limitò ad osservare Trunks e la nonna, che si accomodavano sul divano per gustarsi lo spettacolo, in preda a qualche pensiero omicida, mentre istintivamente passava in rassegna tutte le possibili giustificazioni che aveva a disposizione.

“Vegeta, perché non ci hai detto che andavi in televisione?” chiese candidamente Bunny Brief. “Oh accidenti, erano addirittura in quattro!” bofonchiò accanto a lei il marito.

Ormai visibilmente in imbarazzo, Vegeta si trovò suo malgrado a grugnire qualche parola sconnessa all’indirizzo della compagna, in tono estremamente seccato. Considerando che far saltare in aria il televisore avrebbe aggravato probabilmente la sua posizione, non gli era rimasta altra soluzione che quella di sperare, totalmente impotente, che quella pagliacciata finisse in fretta. Scappare, a quel punto, sarebbe stato un gesto da vigliacchi, questo era certo.

La piccola Bra, nel frattempo, cominciò a rendersi conto che qualche particolare avvenimento aveva distolto l’attenzione dei presenti dalla sua persona. Intenta ad aprire il pacchetto che era stato abbandonato fra le sue mani, con non poca difficoltà, sollevò lo sguardo perplessa, in cerca di aiuto, notando ben presto che l’unica persona che non sembrava intenta ad osservare con attenzione l’enorme quadrato colorato era suo padre. La soluzione ai suoi problemi le sembrò ovvia e lampante e sollevò con slancio il pacchetto in direzione del Saiyan.

“Papà!” lo invitò candidamente ad aprire il pacchetto.

“Lasciami in pace!” borbottò ancora più seccato lui, senza sapere più che pesci pigliare.

“Sei stato grande papà! Li hai stesi!” esultò il figlio alzando un pugno al cielo e ignorando l’irritazione del genitore, a cui dava le spalle. Nel frattempo, quello che era un iniziale risolino, si tramutò ben presto in una sonora risata; Bulma si ritrovò ormai letteralmente piegata in due dal ridere, “Non prendertela tesoro, in fondo hai fatto una bella cosa, no?” cercò di tranquillizzarlo, peraltro senza un minimo di credibilità.

L’imbarazzo di Vegeta si era ormai tramutato in vera e propria irritazione. Alla risata di Bulma reagì irrigidendosi ancora di più e serrando i pugni all’estremo della sopportazione. La voce del telecronista, che si profondeva elogiando la modestia di quell’eroico cittadino che non aveva voluto apparire e lasciare dichiarazioni, preferendo restare nell’anonimato e servire la città con abnegazione e umiltà, sì assommò al commento della donna come un’ulteriore presa per i fondelli, strappandogli infine un brontolio terribilmente truce.

“Sai Vegeta, il blu ti dona veramente molto” continuò imperterrita Bunny.

Inarrestabili, i commenti degli spettatori continuavano a piovere sul malcapitato uno dopo l’altro, ad ogni parola del cronista. E l’ilarità di Bulma era ormai altrettanto inarrestabile. La donna, con una mano davanti alla bocca nel tentativo inutile e disperato di fingere un contegno, non riusciva a questo punto nemmeno a parlare per tentare di arginare in qualche modo la collera dell’uomo. Il suo unico risultato fu quello di contagiare anche la più piccola del gruppo, che rideva ormai di gusto imitando sua madre e senza intuirne il motivo.

Vegeta, ormai oltre ogni limite di sopportazione e a un soffio dal generare un’esplosione ben più potente di quella che aveva ucciso Majin-Bu, tra un’occhiata assassina e l’altra ai membri della famiglia e sul punto di mandarli se non altro al diavolo senza troppi complimenti, cominciò a considerare seriamente l’ipotesi di riabilitare la sua reputazione soprattutto agli occhi di quel maledetto cronista, che non faceva che ritrasmettere la sua faccia terrorizzata in mezzo ai giornalisti. Forse, una breve dimostrazione di chi fosse realmente il Principe dei Saiyan a quel detestabile idiota lo avrebbe ripagato di quell’umiliazione. Non aveva pensato nemmeno per un momento, però, che stava per fare i conti con qualcosa di addirittura peggiore.

La carrellata d’immagini si concentrò infatti sul volto della donna accompagnata dal moccioso, incontrata al negozio appena qualche ora prima. “Un signore per bene, era qui per comprare un regalo per la sua bambina…” affermò evidentemente affascinata e ammirata, riempiendo lo schermo con il suo faccione incipriato e imbellettato a puntino. “Sì” fu poi il turno della commessa, “Aveva scelto questo vestitino rosa” confermò mostrando sorridente l’indumento alle telecamere.

Bulma aveva oltrepassato da tempo un altro tipo di limite riguardo al suo contegno e non pareva nemmeno preoccuparsi di frenare le sue reazioni. Nonostante ciò che dicevano alla televisione avrebbe dovuto dissipare definitivamente ogni suo dubbio sul comportamento del compagno, la sua mente non percepiva ormai più le parole. Il gesto compiuto da Vegeta era stato già relegato in secondo piano, come qualcosa a cui avrebbe pensato in seguito; tutto quello che aveva di fronte non faceva che accrescere il suo divertimento, che a questo punto non si curava più di nascondere. Anche Trunks, che non riusciva a staccare gli occhi colmi di ammirazione dalla scena che appariva in tv, non era riuscito a non voltarsi per un momento verso suo padre con l’aria di chi finalmente avesse cominciato a capire qualcosa che gli era sfuggito fino a quel momento.

Il Dottor Brief, invece, si limitò a dare una boccata alla sua sigaretta con movenze flemmatiche. “Ottima scelta, Vegeta” rincarò la dose il vecchietto, alludendo al vestitino mostrato in televisione.

“Oh che grazioso!” esclamò di rimando Bunny dando man forte al marito.

“Stanno mentendo!” sbottò infuriato Vegeta all’indirizzo delle due donne sullo schermo, agitando un pugno ormai in preda alla collera.

Bulma si riscosse per alcuni istanti, non senza sforzo, tossendo leggermente con l’intento di riacquistare compostezza e fissando l’uomo negli occhi, “Cosa c’è di male? In fondo… quel colore a Bra sta benissimo” la sua serietà si concluse miseramente in quel frangente, tornando a ridere più di prima.

E infine il vaso traboccò. Decisamente aveva subito troppo. Non solo aveva dovuto sopportare una maledetta giornata in un centro commerciale, coinvolto in idiozie terrestri della peggior specie; non solo aveva dovuto sopportare le lamentele isteriche di quella maledetta donna. Ora, come se tutto quello non fosse già di per sé intollerabile, doveva anche starsene lì a farsi prendere in giro. E tutto per quella dannata mocciosa!

Bra, continuando a ridere contagiata dalle espressioni dei suoi famigliari, di sua madre in particolare, porse nuovamente il pacchetto, che ancora non era riuscita ad aprire,  a suo padre. “Pà?” lo invitò, ma Vegeta riuscì sorprendentemente a mantenere il controllo, ignorandola e lasciando la stanza senza fare vittime. Tra le ultime terrificanti minacce che pronunciò prima di uscire, inframmezzate da ringhi dal suono atroce, i presenti riuscirono a distinguere qualcosa come ‘dannata mocciosa!’; ma le risate non si placarono, neanche quando era ormai lontano.

 

CONTINUA…

 

vivvina: Grazie mille, speriamo che ti sia piaciuto anche il secondo capitolo.

 

LeftEye: Noi due? Ops, ci hai già riconosciuto? Ad ogni modo ti ringraziamo, ma per evitare eventuali battibecchi tra di noi preferiamo essere chiamate Joker e Venom XD. Comunque ecco a te il nuovo capitolo del tipo con i capelli strani.

 

ka93: Sfortunati loro, sfortunato lui ^^. Il povero Vegeta non ha avuto una bella giornata, e come vedi peggiora.

 

CHiBI cHU: Due delle più brave scrittrici? Mm forse non ci hai riconosciuto XD. Magari la fusion riesce a migliorarci ^^. Un sentito grazie da parte di entrambe

 

Sweet Memole 87: Cominciamo col dire che quella di destra declina ogni responsabilità sulla FanArt, mentre quella di sinistra… beh, lei non si esprime! Ad ogni modo dovrai accontentarti, niente filmato, Vegeta ne ha avuto abbastanza di telecamere XD. Grazie mille ^^.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: fusion