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13 -
Then
I heard your heartbeating
“Kate, fermati!”.
Castle sta
cercando di farti
ragionare ma non riesci a fermarti.
Sai che non
è nemmeno tutta
colpa di Kelly Nieman. È Tyson il vero artefice di tutto.
Ma ora, tutto
quello che hai
provato quando credevi che Rick fosse morto, tutto quello che avete
passato in
quegli anni per colpa del 3xk e della sua complice e tutta
l’ansia di quei
giorni in ospedale si sta riversando su quel corpo morto,
diabolicamente uguale
a te.
“Kate,
basta... guardami”,
continua a dirti Castle.
Lo senti
abbracciarti da dietro
bloccandoti così le braccia tra le sue.
“Basta...
va tutto bene...
guardami”, continua a ripetere come una litania.
Quando
finalmente ti calmi lui
ti volta “Guardami, Kate. Non guardare lei”.
Sei di fronte a
lui ma ancora
non hai la forza di incrociare il suo sguardo.
Ti prende il
viso tra le mano e
con i pollici ti asciuga le lacrime “Guardami”.
E poi obbedisci.
E nei suoi occhi
vedi anche più
dolore.
Perché
lui ti ha già vista
morta. Ma non era una tua sosia.
Eri proprio tu,
quella esanime
tra le sue braccia.
Deve essere
stato terribile.
Ne avete parlato
qualche volta,
certo. Ma solo ora capisci quanto deve essere stato devastante.
Come se stessi
scalando una
parete, ti arrampichi su di lui per abbracciarlo e stringerlo forte.
In punta di
piedi con le tue
braccia strette al sul collo mentre lui affonda il viso nel tuo per non
guardare la finta Kate.
Restate
lì così per dei
lunghissimi minuti fino a quando delle infermiere non vi chiedono di
uscire.
Tornate in
camera e vi sedete
sulla sponda dello stesso letto.
Appoggi la testa
sulla sua
spalla e lui ti avvolge la schiena con il braccio.
“È
tutta colpa mia”, sussurri
senza alzare la testa da quel comodo appoggio.
Castle si volta
e ti lascia un
amorevole bacio sulla fronte “Non dire
così”.
“Ma
è vero”, ora ti sposti e lo
guardi negli occhi “Non avresti mai dovuto seguire il mio
lavoro. Avrei dovuto
tener testa a Montgomery!”, ribatti seria.
“E io
non avrei dovuto sfidare
Jerry Tyson, allora. È me che vuole”, risponde
prontamente Castle “Non avrei
dovuto inventare un personaggio su di te che attira psicopatici che ti fanno esplodere la
casa”.
Riappoggi la
testa sulla sua
spalla, sbuffando.
Con i
‘se’ e con i ‘ma’ non
andrete da nessuna parte.
“L’unico
responsabile è Jerry
Tyson e noi non dobbiamo vivere nella paura e nell’angoscia a
causa sua”,
prosegue Castle.
“Ma
è ancora là fuori, pronto a
vendicarsi!”, esclami con la voce strozzata.
Ti accarezza la
schiena per
confortarti “Farà un passo falso”,
risponde sicuro “E noi saremo pronti.
Staremo più in guardia”.
“Nessun
annuncio sul NY
Ledger?” domandi con un piccolo sorriso.
Sorriso che
viene subito
ricambiato “Nessun annuncio, niente Hamptons e di sicuro mai
più trecento
invitati. Solo amici e parenti stretti la prossima volta”.
Quelle parole ti
illuminano
dentro “Ci sposiamo?”, domandi come se non fosse
poi così scontato, dopo tutto
quello che avete appena affrontato.
“Ci
puoi scommettere!” ti
risponde prima di baciarti.
“Sai
di ospedale...mmm
buono...”, mormora sulle tue labbra “Vedi le cose
che riesci a fare? Trovami
qualcun’altro a cui piaccia il sapore di ospedale!”.
Sorridi ancora.
Lo baci ancora.
Lo ami. Lo ami e
basta.
E
perché lo ami non vuoi che
soffra.
“Che
succede qui dentro?”, ti
lascia un altro bacio sulla fronte quando si accorge del tuo repentino
cambiamento d’umore “A cosa pensi?”.
“Penso
che ti amo”.
“Interessante”
scherza lui.
“Penso
che ti amo e che stare
con me è pericoloso” aggiungi ignorando il suo
commento “Penso che tu sei la
luce e io l’oscurità e che rischio di trascinarti
con me nel buio”.
Capisce che stai
parlando
seriamente e si irrigidisce.
“Perché
stavamo parlando di
matrimonio e ora sembra che mi vuoi lasciare?” ti domanda
allarmato.
“Non
ti voglio lasciare”, gli
rispondi lasciando andare una lacrima “Non ne sono
capace”.
Castle ti
solleva il volto
posandoti l’indice sotto il mento “Non
c’è oscurità senza luce, Kate, e
viceversa. Si completano a vicenda”, ti dice ora
accarezzandoti la guancia “E
sai cosa? Se anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei
di portarti dalla
mia parte, ma verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda
e starei
nell’oscurità con te”.
Sei
completamente, totalmente
persa nel suo sguardo. Ubriaca di quelle parole.
Se foste in un
qualsiasi altro
luogo ora faresti l’amore con lui.
Ma siete in
ospedale e stanno
bussando alla vostra porta.
Alexis e Martha
entrano nella
stanza lasciando l’uscio aperto.
“Vi
abbiamo portato dei vestiti
puliti”, esclama Alexis “Trevor sarà qui
tra un attimo con il vostro borsone”.
“Trevor?”,
l’attenzione di
Castle è subito catalizzata dal nome maschile appena
pronunciato dalla figlia “Chi
è Trevor?”.
L’infermiere
che i primi giorni
di degenza aveva avvicinato i vostri letti entra con un borsone nero a
tracolla.
“Oh,
certo... Trevor...”,
sussurra stringendo gli
occhi.
Alexis lo
ringrazia con una
risatina svenevole e lui arrossisce, prima di andarsene.
“Sei
consapevole che stai
mettendo a frutto i consigli di una psicopatica innamorata di un altro
psicopatico e per di più assassino seriale?”, le
domanda quando lei lo
abbraccia.
“Però
funzionano...”, risponde
lei, baciandolo sulla guancia.
Martha appoggia
il borsone sul
letto accanto a te e tu cominci a cercare qualcosa di tuo.
Frughi un
po’ ma non riconosci
nulla.
Sollevi una
maglia color verde
bottiglia che sei certa non ti appartenga.
“Vestiti
puliti? Questi sono
nuovi di zecca!”, esclami passando una camicia a Rick.
“Questa
non è mia”, conferma
infatti.
Nonna e nipote
si guardano
negli occhi.
“Ecco...noi
non sapevamo se
avreste voluto... vedete...”,
Martha
vorrebbe cercare le parole giuste ma al momento non riesce a trovarle
“Oh,
cari... hanno indossato quasi tutti i vostri abiti... noi non sapevamo
se li
avreste voluti ancora quindi ne abbiamo presi di nuovi”.
Restate tutti e
due a bocca
aperta.
Sembra una
sciocchezza il fatto
che abbiano indossato i vostri vestiti, mangiato alla vostra tavola e,
come entrambi
immaginate, dormito nel vostro letto.
Inorridite al
pensiero.
Non è
affatto una sciocchezza.
Hanno violato
casa vostra.
“Grazie,
avete fatto bene”,
rispondi sinceramente grata.
“Credo...”,
Castle attira la vostra attenzione “Credo che dovremmo
considerare l’idea di
cambiare casa”.
Ivi’s
corner:
Ma i Caskett riusciranno mai ad
avere un momento di intimità senza che qualcuno bussi alla
porta o li chiami al
telefono?
I misteri dei
telefilm... mai
un attimo di pace! :p
Quanto amo
Castle quando dice
frasi del genere??? Gliene dovevo far dire una anche io, oh! Per
restare nel
personaggio u.u
E va bene sono
una
romanticooona lo sapete, su! *-*-*-*-*
Vi aspetto
sabato per discutere
assieme a proposito del trasloco! :-*