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Autore: its_CrissColfer    28/09/2014    3 recensioni
Le cose sono andate un po' diversamente dopo il non-matrimonio di Emma e Will a San Valentino: Kurt non è più tornato a Lima per il Glee Club o per qualsiasi altra cosa che riguardasse la sua vecchia città natale, e Blaine non è più andato a New York a cercare di farsi perdonare da Kurt. Intanto, sono passati sei anni, ed entrambi sono andati avanti con le loro vite. O almeno, ci hanno provato. Kurt continua a cercare, nei suoi amanti, qualcuno che assomigli al ragazzo di cui è stato sempre innamorato, e Blaine è intrappolato in una relazione che non vuole più. Sei anni dopo, due persone completamente diverse si rincontrano per puro destino. E solo il destino può sapere come andranno a finire le cose.
“Oh, there you are. I've been looking for you forever.”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Am I in too deep? Have I lost my mind?
I don't care, you're here tonight.


NOTE INIZIALI: Vi consiglio di ascoltare questa canzone, quando dovrete. E credetemi, capirete quando dovrete. È una canzone che io amo da morire, tra l'altro, ahah. http://youtube.com/watch?v=cRM70Jw7F4M
 

 

Blaine stava ridendo come un bambino drogato. Il che la diceva tutta. In verità, la sua risata era estremamente contagiosa, e dopo pochi secondi non potè evitare di ridere anche lui. Era così felice che alla fine il suo ex fosse venuto. Quando aveva detto che gli sarebbe piaciuto, mica scherzava. Il fatto è che Blaine rideva perchè era già da più di venti minuti che cercavano Rachel e Santana, sparite nella folla. In più, la cosa più esilarante, era che quando finalmente le aveva trovate, avevano acceso la macchinetta della schiuma e quella per il fumo, così le aveva perse di vista un ennesima volta. Aveva sbuffato, e Blaine era scoppiato a ridere.

“Credo, a questo punto, che Rachel se la siano divorata i fan, mentre Santana abbia trovato qualche maschio arrapato da prendere per il culo.” l'occhiata interrogativa del moro, lo fece continuare. “E' da un po' che fa questo “gioco”. Praticamente se qualcuno la importuna, lei ci sta per i primi dieci minuti e poi quando provano a baciarla o ad andare oltre, semplicemente alza le spalle e dice di essere lesbica. E loro se ne vanno delusi e con un erezione che dovranno soddisfare da soli.”

Se possibile, Blaine rise ancora di più. Anche il sorriso di Kurt si ampliò. C'era una sola domanda che gli svolazzava in testa, e cioè, il perchè Blaine avesse cambiato idea in meno di ventiquattr'ore. O meglio, la cosa che più gli interessava sapere era il perchè avesse rifiutato la sera precedente. Avevano un intera notte a disposizione. Prima o poi glielo avrebbe chiesto. Per il momento era solo felice che si trovassero ad una festa insieme. E insieme a migliaia di Newyorkesi.

Solo quando Blaine mise su un espressione da oddio-che-idea-grandiosa, Kurt si rese conto di essere rimasto a fissarlo per tutto il tempo in cui rideva. “Tequila boom boom.” esclamò il moro, subito dopo aver ghignato.

“Come, scusa?” chiese il più grande. In verità era troppo distratto dalla camicia nera sbottonata che lasciava intravedere la polo bianca aderente sotto,* per pensare troppo alle parole che la sua magnifica bocca aveva appena pronunciato

“Non l'hai mai bevuta? Oh, non ci credo.” Kurt scosse la testa, anche se in realtà non aveva la minima idea di cosa stesse parlando.

Fatto sta che un secondo dopo era stato trascinato quasi di peso su uno degli sgabelli davanti a dei banconi che avevano installato il giorno prima. Avevano appena trovato un buco per passare attraverso la folla che si scatenava sulle note di me against the music. In realtà, Blaine aveva appena trovato un buco per passare. Blaine lo aveva trascinato lì davanti. Lui ancora non aveva capito perchè erano passati dalla piazza piena di schiuma ad un bancone che vendeva alcolici, un po' più lontano. Oh, giusto.

Vide Blaine sussurrare qualcosa al barista che un cenno d'assenso si allontanò. Kurt cercò di scovare una qualsiasi informazione dal viso dell'altro ragazzo, ma solo quando il barista tornò con un vassoio, Blaine gli rivolse un occhiata divertita.

“Allora? L'hai mai bevuta?” gli urlò praticamente in un orecchio per sovrastare il rumore assordante della musica. Kurt scosse la testa, confuso. Sul vassoio erano posati due spicchi di lime, due shot di, avrebbe detto, tequila e una saliera. Una saliera. Una saliera? La sua espressione si fece, se possibile, ancora più confusa, mentre tornava a guardare il suo ex ragazzo. Aveva bevuto qualsiasi tipo di drink, cocktail e alcolici in venticinque anni di vita, ma questa era veramente nuova. Blaine sorrise divertito. “E' il massimo veramente. Guarda me.”

Kurt fece come gli era stato detto, e vide il moro bagnarsi il pezzo di pelle tra il pollice e l'indice con il lime, per poi spargerci sopra un po' di sale. Assunse un espressione disgustata quando Blaine lo leccò via. Sale, brr. Dopodiché lo vide ingoiare in un solo sorso il suo shot e strizzarsi dentro la bocca il succo di lime, che infine ingoiò. Non era ancora convinto quando Blaine sorrise verso di lui e gli disse di provarci. Blaine se ne accorse e solo quando gli chiese con quegli occhi da cucciolo “Ti fidi di me?” decise di farlo.

 

*

 

Esisteva solo una cosa al mondo di cui Blaine era sicuro: Kurt era la cosa più bella che i suoi occhi avessero mai visto. Kurt che lo guardava confuso, o sorpreso, o sorridente. Non importava che espressione indossasse. Kurt era sempre bellissimo. Kurt era diventato ancora più bello negli ultimi anni. I suoi lineamenti si erano induriti, dimenticando così per sempre l'aria da ragazzino che aveva prima. Per non parlare del corpo da favola che aveva messo su. In realtà, Kurt era sempre stato un bel ragazzo, con un sedere decisamente fantastico. Il fatto è che adesso non si trovava più davanti ad un ragazzo di appena diciannove anni, ma davanti ad un uomo.

Anche se, in quel momento, sembrava così timoroso mentre buttava giù lo shot di tequila. E sembrava essere tornato per un attimo il ragazzo che Blaine conosceva come le sue tasche. Per non parlare dell'espressione che aveva assunto il suo viso quando si era dovuto ritrovare a leccare del sale. Alla fine, quando poi aveva ingoiato il succo di lime, si era girato verso il proprio ex e aveva esclamato che era la cosa più buona che avesse mai bevuto. Beh, su questo non ne avrebbe avuto dubbi. Sorrise divertito all'espressione estasiata del suo ex.

Pochi secondi dopo partì una canzone che entrambi conoscevano e amavano.

“Balliamo.” disse Blaine, prendendo una delle sue mani tra le proprie. Kurt lo fissò con un espressione tra il sorpreso e il lusingato. Infine sorrise, alzandosi.

“Con molto piacere.”

Dopo essersi fatti strada tra le coppiette che si strusciavano addosso in una maniera davvero da denuncia per atti osceni in luogo pubblico, trovarono un posto, più o meno, in mezzo alla piazza, abbastanza largo per ballare. Sia la musica che le luci stroboscopiche che andavano a ritmo e illuminavano abbastanza i loro volti, rendevano l'aria tra di loro ancora più intrigante e leggermente eccitante, mentre cominciavano a muoversi sulle note di who owns my heart.

All'inizio restarono abbastanza a distanza “di sicurezza”, non essendo sicuri di come l'altro avrebbe potuto reagire se avessero cominciato a ballare troppo vicini, ma si stavano divertendo, tirandosi di tanto in tanto occhiatine, o ridacchiando. Era da troppo tempo – veramente troppo – che non si trovava in una situazione del genere col suo ex. E tutto quello gli era mancato. Gli era mancato da morire il modo in cui Kurt muoveva o gestiva il proprio corpo, o di come sapeva ammaliarlo solamente con un occhiata. Si sentiva come un pezzettino di burro quando era vicino a lui. E gli era mancato sentirsi così. Soprattutto quando si era reso conto di avere ancora lo stesso effetto anche lui. Solo quando vide Kurt sussultare perchè qualcuno – molto probabilmente – gli aveva toccato il culo, lo tirò a sé, tenendolo per i fianchi e lanciando occhiate omicide a chiunque si trovasse dietro le sue spalle. Vide un ragazzo dai capelli scuri lanciargli un occhiatina divertita e alzare le mani, in segno di resa. Non gli importava niente di passare per possessivo. Kurt era suo quella sera. Kurt era sempre suo.

Sentì le mani di quest'ultimo posarglisi sulle spalle e ridacchiare, mentre lo ringraziava silenziosamente con lo sguardo. Sorrise e alzò le spalle, prima di ricominciare a muoversi. Kurt non si allontanò, anzi cominciò a muoversi a ritmo con lui, così ne approfittò per chiudere le mani dietro la sua schiena e avvicinare il proprio ex a sé, proprio mentre Miley urlava dalle casse “keep provoking me, keep on roping me, like a rodeo, baby pull me close”.

Si sorrisero maliziosamente a vicenda per il resto della canzone, mentre i loro fianchi si muovevano insieme, le loro mani facevano in modo di avvicinare i loro corpi all'inverosimile – sembravano quasi una persona sola ad un certo punto –, e i loro bacini si scontravano di tanto in tanto. Blaine avrebbe persino pensato di aver sentito Kurt gemere sottovoce un paio di volte, ma non ne era per niente sicuro.

Quando la musica finì, restarono qualche secondo a fissarsi negli occhi, mentre cercavano di ricominciare a respirare normalmente. Non che avessero fatto questo gran sforzo a muoversi un po', ma i loro cuori avevano cominciato a battere talmente forte da far mancare loro il respiro. Il loro momento di tensione sessuale fu distrutto da Rachel Berry che cominciò a urlare qualcosa come “Li ho trovati”.

Kurt roteò gli occhi all'indietro, mentre Blaine ricominciava a ridacchiare leggermente. Tolse le mani dalla schiena dell'altro ragazzo – mani che avevano continuato ad accarezzarlo per tutto il tempo in cui erano rimasti in quella posizione a fissarsi – costringendo Kurt a fare lo stesso. Rivolsero la loro attenzione a Rachel e Santana che si erano appena avvicinate. Mentre Kurt iniziava una conversazione con le due ragazze, Blaine spostò lo sguardo dietro di loro e vide una cosa che lo fece sorridere. Sperò tanto che avrebbe fatto sorridere anche Kurt.

“Scusatemi un attimo.” disse ad un certo punto, posando una mano sulla spalla di Kurt, per poi sorridere e sparire dietro le sue spalle. Prima di sparire in mezzo alla folla, intravide Kurt lanciargli un occhiata tipo non lasciarmi qui da solo. Non potè evitare di ridere.

 

*

 

Kurt non aveva la minima idea di dove Blaine se ne fosse andato. In realtà, lo aveva appena lasciato in balia di Rachel che lo stava tempestando con domande tipo cosa c'è tra te e Blaine? o sai cosa sarebbe successo se vi foste baciati? o peggio ancora eravate molto eccitanti mentre ballavate a praticamente meno di cinque centimetri l'uno dal viso dell'altro. Hai idea di quanti sguardi avete attirato?, e quindi lo avrebbe ammazzato sicuramente. Ma la cosa che più lo faceva aver voglia di prendere a pugni la propria migliore amica era il fatto che quest'ultima gli stava ricordando in tutti i modi che Blaine era fidanzato. Oh, come se non me ne fossi accorto.

“Pensa se queste voci arrivassero alle orecchie del ragazzo di Blaine. Come pensi che la prenderebbe?” chiese Rachel, proprio in quel momento.

La musica era stata spenta qualche secondo prima, permettendo così alle persone di riprendersi un attimo, o di prendersi un drink. Tranne il chiacchiericcio di alcune persone vicine, niente poteva interrompere la loro conversazione.

“Dio, Rachel,” fece il ragazzo, alzando gli occhi al cielo. “Non l'ho mica violentato in mezzo a Times Square. Abbiamo ballato insieme. E se proprio lo vuoi sapere, è stato lui ad avvicinarmi in quel modo, non il contrario.” disse incrociando le braccia al petto. Era stato sorpreso ma sicuramente entusiasta quando Blaine lo aveva afferrato per i fianchi, e lo aveva fatto avvicinare a sé, facendo capire a quel tizio che gli aveva strusciato la mano sul culo che non avrebbe avuto nessuna chance. Si era sentito così suo in quel momento. E niente avrebbe mai potuto farlo sentire meglio di come si sentiva, quando Blaine voleva far capire agli altri che era solo suo. Era sempre stato molto protettivo, ed era una cosa che Kurt aveva sempre amato.

Vide Rachel incrociare le braccia al petto, così sbuffo. “Kurt, io sarei la persona più felice del mondo, se tu trovassi nuovamente la felicità. Ma Blaine sta con un altro adesso, e potrebbe spezzare il tuo cuore come un grissino, se volesse.”

Kurt alzò un sopracciglio, scettico. “Non lo farebbe mai.” disse deciso. “L'ha fatto una volta, ma non sarebbe mai capace di farlo una seconda.” continuò. “E sono sicuro che tra noi ci sia ancora qualcosa. C'è sempre stato qualcosa. Anche in questi anni che siamo stati divisi. E se non mi volesse intorno, non mi ci lascerebbe stare. Molto semplice.” disse, alzando le spalle. “Conosco Blaine, molto più di te.” aggiunse infine, come se fosse necessario sottolineare quella cosa.

“Su questo non ho dubbi, ma -” la voce della sua migliore amica si interruppe quando venne fatta ripartire la musica. Lei gli lanciò un occhiata da non è finita qua, e Kurt, nonostante tutto, non potè evitare di ridacchiare. Almeno fino a quando, pochissimo dopo, un microfono venne fatto volare proprio davanti al suo naso. Grazie ai riflessi sviluppati durante gli anni di liceo, riuscì ad acchiapparlo al volo, prima che si sfracellasse al suolo. Alzando lo sguardo confuso, incontrò gli occhi caldi del suo ex, e un sorriso divertito. Si rese conto che molti degli occhi e dei sorrisi complici della folla erano rivolti a loro. Ma che..

“Spero tu conosca le parole.” sussurrò Blaine al microfono che Kurt non si era reso conto tenesse in mano e scatenando alcune risatine da parte dei Newyorkesi. Solo in quel momento si concesse un momento per ascoltare la musica che diffondevano le casse. Ovviamente la conosceva, ma dio, Blaine gli stava chiedendo di cantare con lui a Times Square? Sarebbero stati sui giornali il giorno dopo, ne era sicuro.

Quando arrivò il momento di cantare, vide Blaine portarsi il microfono davanti alle labbra. Ovviamente un idea del genere sarebbe potuta venire solamente a lui. Era rimasto il solito esibizionista. Un sorriso tenero gli si disegnò sul viso. E poi, la voce di Blaine fu l'unica cosa importante.

Guess this means you're sorry,
You're standing at my door.
Guess this means you take back all you said before,
like how much you wanted, anyone but me,
Said you'd never come back, but here you are again.

Vide Blaine sorridere divertito a quelle ultime frasi. Ovviamente il bastardo aveva trovato la canzone perfetta, che rispecchiava la loro situazione. Ovviamente.

Sorrise nuovamente, quando Blaine gli fece cenno con la mano. Poco dopo le loro voci si mescolarono per il ritornello. E dio, l'alchimia era sicuramente rimasta. Anzi, niente sembrava essere cambiato in quei sei anni. Assolutamente niente. E in quel momento se ne era reso conto. Aveva sempre amato come le loro voci si mischiassero alla perfezione, senza mai aver bisogno di sovrastare l'altro. Era il compagno di duetti che al Glee aveva sempre desiderato. Ed era il compagno che avrebbe voluto per il resto della sua vita.

Ok, a quello avrebbe pensato dopo.

Cause we belong togheter now, yeah,
Forever united here somehow, yeah,
You got a piece of me, and honestly,
My life –
sorrise, quando sentì la folla fare i cori – would suck, without you.

Dopo aver cantato quel pezzo, guardandosi esattamente negli occhi e sorridendosi a vicenda, vide Blaine scomparire dietro la folla. Dopo un momento di confusione, anche lui girò i tacchi e passò in mezzo alla folla, che continuava a muoversi a ritmo di musica e ad urlare. Gli lasciarono aperti dei varchi mentre passava, e Kurt semplicemente non potè evitare di sorridere, mentre intonava il secondo verso della canzone.

Maybe I was stupid, for telling you goodbye,
Maybe I was wrong for tryin' to pick a fight,
I know that I've got issues, but you're pretty messed up too.
Either way, I found that, I'm nothing without you.

Fu felice di sentire la voce di Blaine unirsi a lui nuovamente. Continuava a camminare tra la folla, alla ricerca disperata di quegli occhi color caramello che tanto voleva rivedere. E poi li vide. Sopra una specie di pedana rialzata vicino al dj che applaudiva a tempo di musica. Blaine stava sorridendo e – probabilmente – lo stava cercando in mezzo alla folla.

Kurt si chiese immediatamente se ci fosse un'altr – bingo. Corse velocemente verso la pedana, dall'altra parte del palco del dj e di Blaine, e mentre – con un salto agile – saliva sulla pedana, cominciò ad intonare insieme a Blaine il ritornello. Sentì il moro ridacchiare mentre cantava, quando lo vide in piedi dall'altra parta. I loro occhi si trovarono un ennesima volta.

Cause we belong togheter, now, yeah,
Forever united here, somehow, yeah,
You got a piece of me, and honestly,
My life –
questa volta i cori della folla erano persino più alti – would suck, without you.

Non ebbero quasi tempo per riprendere fiato, che dovettero ricominciare con il terzo e ultimo verso. Questa volta le loro espressioni erano serie, perchè in quelle poche parole, si racchiudeva tutta la verità. Continuavano ad amarsi, e lo avrebbero fatto per l'eternità.

Being with you is so disfunctional,
I really shouldn't miss you,
But I can't let you go.

Vide Blaine ricominciare a sorridere lentamente. Non potè evitare di fare lo stesso, quando lo vide muoversi lentamente a tempo di musica. Le persone continuavano ad urlare, a sorridere e a saltare sotto di loro per la loro esibizione, e si vedeva proprio che Blaine era fiero di sé. Si, era rimasto il solito esibizionista. Nonostante tutto, sorrise imbarazzato e si portò una mano sugli occhi, realizzando solo in quel momento che si stavano praticamente cantando i loro sentimenti in una piazza affollata di New York. Era la cosa più bella che avesse mai fatto da quando abitava in quella città. Ed era tutto dire.

Ripresero a cantare gli ultimi due ritornelli. Sempre insieme. Sempre uniti da quel legame che si chiamava musica. Si erano uniti in quel modo quando andavano alla Dalton e avevano avuto il coraggio di cantare un duetto romantico davanti a dei giudici. Davanti all'Ohio, la patria dell'omofobia. E adesso, quel 20 Dicembre, si stavano riunendo lentamente, anche se nessuno dei due lo sapeva ancora.

Cause we belong togheter, now, yeah,
Forever united here, somehow, yeah,
You got a piece of me, and honestly,
My life would suck without you.

Finita la musica, l'intera piazza scoppiò in un applauso fragoroso e in fischi d'apprezzamento. All'inizio neanche se ne era reso conto visto che i suoi occhi e tutte le sue attenzioni erano rivolte verso Blaine che gli stava sorridendo e gli stava mimando un sei bravissimo con le labbra dall'altra parte del palco. Solo in quel momento si sentì arrossire leggermente, mentre le urla e gli applausi della folla riempivano il suo cervello. Gli era mancato quel momento di fama, e non era neanche minimamente paragonabile agli applausi che gli concedevano durante i suoi anni scolastici per aver fatto da sfondo a Rachel Berry. Era un applauso tutto suo. Suo e di Blaine. L'unica persona che lo avesse mai fatto sentire veramente unico. Beh, sicuramente in quello non era cambiato.

Abbassò gli occhi quando vide qualcuno tendergli una mano, e i boati della folla farsi ancora più alti, soprattutto da parte delle donne. Blaine era lì, sotto la pedana, attendendo di stringere la sua mano. Aspetta, ma quando era sceso? Alzò le spalle sorridendo, e senza farsi troppe domande afferrò la mano del suo ex e cadde coi piedi per terra. Poco dopo Blaine lo stava stringendo tra le sue braccia.

Oh si se gli era mancato tutto quello.

 

*

 

Le quattro di notte arrivarono anche prima di quello che Kurt si sarebbe aspettato. Quella era una di quelle feste che cominciavano la sera presto e finivano la mattina dopo verso l'alba. Aveva visto Rachel verso l'una di notte. Gli aveva riferito che sarebbe tornata a casa insieme a Santana, e adesso si trovava da solo con Blaine. La folla era già diminuita. Avevano cominciato ad andarsene verso le due e mezzo. Kurt aveva notato di come la maggior parte sembrassero i soliti autisti designati che portavano a casa gli amici super mega ubriachi. In verità, anche lui e Blaine avevano forse esagerato un po' con quella tequila boom boom, ma non si potevano assolutamente definire ubriachi. Entrambi, in quegli anni, avevano sviluppato un modo per saper capire quando sarebbe dovuto arrivare il momento di smettere di bere. E lo avevano fatto. Avevano smesso verso le due di notte, quando avevano cominciato a ridacchiare per ogni singola cosa.

Il genere di musica, invece, era cambiato più o meno un ora prima. Il dj adesso si divertiva a saltellare tra un pezzo rock, ad un pezzo house, ad un pezzo pop, per finire con dei lenti. Il primo lento lo avevano ballato con ancora quasi tutta la dose di alcool in corpo. Quindi, non si poteva dire che avessero ballato, ma piuttosto che si erano mossi un po' a caso, ridendo come matti ogni volta che uno dei due pestava i piedi all'altro.

Ad un ora di distanza, dopo aver smaltito parte dell'alcool, si trovarono praticamente appiccicati, con due sorrisi da ebeti – non derivati dall'alcool – stampati in faccia, mentre cominciavano ad ondeggiare lentamente a ritmo con Hero. Blaine teneva le proprie mani dietro la schiena di Kurt, giusto poco sopra il suo sedere, e quest'ultimo le aveva intrecciate al collo del moro. Si stavano guardando negli occhi. Si stavano completamente perdendo l'uno negli occhi degli altri, mentre ascoltavano la dolce voce di Enrique Iglesias entrar loro direttamente nelle vene.

“Non ti sembra arrivato il momento di darmi una spiegazione?” chiese ad un certo punto il più grande, distruggendo il silenzio che si era creato tra i due. In tutta risposta, si beccò un'espressione confusa da parte del moro, cosa che lo fece sorridere ancora di più. “Insomma, ieri sera rifiuti il mio invito, e poi mi sorprendi così, presentandoti all'ultimo minuto.” scherzò, continuando a fissarlo in quei due occhi che amava. Blaine ridacchiò leggermente.

“Ho litigato con Alex ieri sera.” ammise, senza pensarci il moro. “Abbiamo avuto una discussione sul fatto che come ogni volta, è dovuto partire proprio vicino a Natale per una di quelle masterclass che tengono praticamente dall'altra parte del mondo.” continuò poi, stringendo, quasi senza rendersene conto, Kurt a sé. “Mi dispiace non avertene parlato ieri sera, ma stavo un po' giù di morale.” finì poi, alzando impercettibilmente le spalle.

Kurt aggrottò le sopracciglia. “Come ogni volta?” chiese, sinceramente curioso.

“Beh si, è già il secondo anno di fila che parte così, senza preavviso.”

Kurt non rispose subito, lasciando che il silenzio cadesse nuovamente tra i due, mentre continuavano a muoversi a ritmo di musica. Aveva delle supposizioni su quelle partenze di Alex. Supposizioni che avrebbe avuto se fosse stato il suo di ragazzo a dirgli che sarebbe dovuto partire per una masterclass così, all'ultimo minuto, durante il periodo di Natale. E per due volte di fila. Ovviamente, non poteva esternarle con Blaine. Di certo non voleva farlo preoccupare per niente. Il suo ex era sempre stato un po' così. Si fidava fin troppo delle persone. O forse era semplicemente lui che era diventato troppo cinico negli ultimi anni. Chissà.

“E quant'è che state insieme?” si limitò a chiedere poi, dimostrando più indifferenza possibile. E probabilmente, fallendo miseramente. Blaine distorse la bocca in una smorfia, distogliendo per qualche secondo lo sguardo dai suoi occhi.

“Quattro anni tra pochi giorni.” rispose infine, senza la minima traccia di emozione.

“E' una cosa seria allora.” replicò il più grande, cercando in tutti i modi di non farla sembrare una domanda. Anche se sperava che il suo ex gli rispondesse no, in realtà mi sono fidanzato con lui perchè non sapevo cosa fare. Aspettavo solo che tornassi tu nella mia vita. Mmh, forse non sarebbe successo.

“Dovrebbe esserlo?” chiese invece Blaine, assottigliando leggermente gli occhi, senza smettere di fissarlo. Kurt alzò le spalle, anche se il tono indeciso di Blaine fece in modo che il suo cuore cominciasse a battere leggermente più forte. Aveva ancora una speranza?

“Penso che dopo quattro anni.. si, penso che dovrebbe esserlo. Se due persone stanno insieme così tanto, un motivo ci dev'essere.” rispose infine, sperando che il suo ex ragazzo lo contraddisse in qualche modo. Qualsiasi modo.

Blaine alzò le spalle, nuovamente. Infine, emise una risatina priva di gioia. “Il motivo c'è. Il problema è che non è quello che dovrebbe invece essere.”

Kurt non aveva la minima idea di come interpretare quelle parole. Blaine gli stava inviando quei cazzo di messaggi in codice. Cosa di cui era capace fare persino al liceo. E nonostante Kurt fosse sempre riuscito a capirlo, c'era qualcosa di nascosto dietro. Qualcosa di cui lui non era a conoscenza. Lo sentiva. Blaine stava sperando, in qualche modo, che Kurt avesse sviluppato un qualche tipo di potere veggente, e che potesse trovare la risposta da solo, senza aver bisogno di dirglielo per forza. Ma purtroppo non era così.

“Cosa vuoi dire?” chiese infatti infine il più grande, passando distrattamente una mano tra i capelli dietro la nuca del moro. Sapeva che era una cosa che era sempre riuscito a calmarlo quando doveva parlare di cose che lo mettevano a disagio. E sentiva che la cosa non era cambiata. Blaine si era leggermente irrigidito mentre parlavano, e quel semplice gesto lo aveva fatto sciogliere come un cubetto di ghiaccio al sole. Sorrise leggermente quando sentì il potere che aveva ancora sul suo ex. Quando sentì di conoscerlo così bene. Sicuramente quella era una cosa che Alex non sapeva.

Blaine sospirò, prima di ricominciare a parlare. “Vedi, Kurt, quando tu te ne sei tornato a New York, dopo quel San Valentino, ho veramente pensato che avremmo potuto avere una seconda chance.” cominciò il moro. “E' stato quando, lentamente, ho cominciato a perdere i contatti con te, che mi sono reso conto che in verità non sarebbe stato così.”

“Blaine, ne sono veramente pentito.” sussurrò il più grande, stringendosi lentamente a lui.

“Lo so.” ed era vero. Blaine aveva letto il pentimento negli occhi di Kurt per aver lasciato che la loro storia andasse alla deriva, ogni secondo che avevano passato insieme in quei due giorni. “Lo so bene, e non ti sto incolpando assolutamente di niente. E – dio, è per questo che non volevo parlartene.” disse infine, sbuffando di frustrazione. Lo sentì allentare la presa da dietro la sua schiena, ma fu più veloce. Portò le sue mani su quelle del moro, costringendolo a rimanere lì.

“Parlamene.” disse semplicemente. Quando fu sicuro che Blaine non sarebbe scappato, gli lasciò le mani e tornò ad incrociarle dietro il collo del suo ex.

Lo vide chiudere gli occhi e sospirare piano. Infine annuì a sé stesso, e ricominciò. Riaprì gli occhi e gli incatenò a quelli di Kurt. “Ho rischiato di finire in depressione.” Kurt, nonostante sentì il suo cuore battere dolorosamente, e le gambe cedergli, mantenne un'espressione indecifrabile. Sapeva che Blaine non doveva essere interrotto in quel momento. “E ho conosciuto Alex nel periodo peggiore. Mi è stato accanto, nonostante la depressione che avanzava lentamente, ha fatto in modo che non mi richiudessi in me stesso, e mi ha.. mi ha aiutato in ogni modo possibile immaginabile. Non lo amavo quando ho deciso di accettare di trasferirmi qui con lui.” disse poi, cambiando argomento. “Non lo amavo quando mi chiese di stare con lui. E no, Kurt, non lo amo nemmeno adesso.” sussurrò infine. “E non c'è cosa al mondo di cui io sia più sicuro.”

“Quindi,” Kurt si schiarì la gola, sopraffatto dall'emozione. “Stai con lui, perchè credi di dovergli qualcosa, non è così?”

“Immagino sia per quello.” rispose subito l'altro, annuendo.

“Tu non gli.. non gli devi assolutamente niente. Non lo hai costretto a starti accanto. È lui che ha deciso di farlo di sua spontanea volontà. Questo non ti da il dovere di dargli la tua vita in cambio. Non puoi amarlo, se non ci riesci. Se qualcosa te lo impedisce.” sussurrò il più grande, senza distogliere lo sguardo.

Rimasero in silenzio per qualche secondo che sembrava infinito, mentre Enrique Iglesias arrivava quasi alla fine della canzone. Quando Kurt ebbe finito di parlare, Blaine aveva arrestato i propri passi, smettendo di ondeggiare insieme a lui. Adesso si stavano semplicemente fissando. Nessuno osava dire niente, nessuno osava distruggere quel momento infinito in cui i loro occhi si stavano innamorando nuovamente. Lasciarono che il vento notturno scompigliasse loro i capelli, mentre la canzone volgeva al termine.

“Sei tu che me lo impedisci.” sussurrò il moro, mentre la folla scoppiava in un applauso, e un pezzo rock anni settanta cominciava ad uscire dalle casse. Loro rimasero semplicemente fermi in quella posizione, ancora abbracciati, ancora come se le parole di Hero stessero continuando a volteggiare nell'aria. Fermi, in quel momento infinito. Momento che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare. Un momento tutto loro, che nessuno avrebbe potuto rubare. Alla fine, con le ultime parole di Blaine che gli rimbombavano in testa, Kurt sorrise. Perchè non avrebbe potuto dire o fare nient'altro. Sorrise perchè, nonostante tutto, era felice di sentire quelle parole.

You can take my breath away..
I can be your hero.

 

*

 

Alle cinque e dieci del mattino arrivò il momento in cui si resero conto che sarebbe stato meglio arrendersi. Ridacchiando ogni secondo si erano avviati verso casa del moro, che sembrava essere quella più vicina. Ormai erano rimaste veramente poche persone, la maggior parte ragazzi che andavano dai diciotto ai trent'anni, e Kurt aveva cominciato a lamentarsi del fatto che i suoi piedi stessero chiedendo pietà. In realtà aveva cominciato verso l'una a dirlo, ma Blaine aveva fatto finta di non sentirlo e lo aveva trascinato da una parte all'altra della festa. Kurt avrebbe cercato la sua vendetta un giorno di quelli, ne era sicuro.

Il breve tratto di strada da Times Square al palazzo di Blaine fu relativamente silenzioso. Era interrotto solamente da alcune chiacchieratine e risatine. Non fu un silenzio imbarazzante, visto che in fondo non parlavano un granchè solo per il fatto che erano talmente stanchi persino solo per aprire bocca. Fu un silenzio rilassante.

Blaine sorrise divertito quando si fermò davanti il proprio palazzo, mentre Kurt, distratto dal fatto che stava chiacchierando vivacemente, non se ne accorse e continuò a camminare lentamente. Quando poi, rivolse una domanda alla sua destra e si rese conto che non c'era più nessuno, si girò, incontrando il ghigno divertito del suo ex a qualche passo di distanza fermo davanti ad un portone con le mani nelle tasche nere dei jeans aderenti, che lo fissava. Probabilmente si era chiesto quando si sarebbe fermato. Sorrise anche lui, riavvicinandosi al moro.

“Dov'è che abiti?” chiese quest'ultimo, quando furono nuovamente faccia a faccia.

“Dove abitavo sei anni fa.” rispose il più grande, ficcando le mani nelle tasche dei jeans. La verità è che stava letteralmente gelando. Per tutta la notte si era chiesto come cazzo aveva fatto Blaine a rimanere semplicemente con una polo e una camicia sopra. Sicuramente non era una persona freddolosa.

“Non ci posso credere.” fece il moro, sorridendo ampiamente. “Non ti sei mai mosso da lì, in tutti questi anni?” chiese, sinceramente curioso. Kurt alzò un sopracciglio.

“Beh, no.” rispose. Poi ridacchiò, all'espressione sorpresa di Blaine. “E' così strano il fatto che non mi sia mai trasferito?”

Blaine sembrò risvegliarsi e scosse la testa, sorridendo leggermente. “No, è che, avevi detto di voler cambiare appartamento almeno una volta al mese, quando mi sarei trasferito io.” ricordò lui, con un sorrisetto.

Kurt alzò le spalle, senza distogliere lo sguardo da quello del suo ex. “Ma tu non ti sei mai trasferito.” disse semplicemente. “Non per me, almeno.” aggiunse poi.

Vide Blaine annuire, e abbassare lo sguardo. Ogni singola traccia di sorriso era sparita dal volto di entrambi. Dopo aver passato qualche secondo in silenzio – e quella volta si che era un silenzio imbarazzante – in cui Blaine calciava qualche sassino, senza avere idea da dove arrivassero, e Kurt faceva vagare lo sguardo imbarazzato da qualsiasi parte, il moro rialzò lo sguardo, improvvisando un sorriso tirato. Anche Kurt lo rialzò su di lui. “Io vado allora.” disse il moro, ammiccando distrattamente al portone, dal quale, in quel momento, ne uscì un uomo che sorrise ad entrambi e si allontanò. Kurt guardò l'orologio. Le cinque e mezzo. Annuì.

“Penso sia meglio che riposiamo un po', si.” rispose allora, incrociando le braccia al petto. Cazzo, stava morendo di freddo. Vide Blaine sorridere, e poi, sembrando all'inizio un po' esitante, spalancare le braccia per permettere all'altro di fiondarcisi. Cosa che lui non tardò a fare. Aveva avuto la fortuna di abbracciare il suo ex ben due volte quella notte, ed entrambe le volte si era sentito finalmente a casa. Come se ogni pezzo del puzzle fosse tornato al proprio posto, dopo un tempo che era parso infinito ad entrambi.

Quando si staccarono da quel caloroso abbraccio, Blaine sorrise un ultima volta, prima di voltarsi e salire i tre scalini che lo separavano dal portone. Quando l'ebbe aperto augurò un “buonanotte” - nonostante l'orario – a Kurt, e sparì dentro il palazzo.

E fu in quel momento che al ragazzo rimasto a congelare sul marciapiede venne un idea. Un idea rischiosa, bizzarra e idiota sicuramente. Ma pur sempre un idea. Superò i tre scalini con un balzò veloce e battè forte le nocche sul portone nero del palazzo. Ci vollero pochi secondi prima che dei riccioli neri e un espressione confusa sbucassero da quest'ultimo. Quando si accorse che si trattava ancora di Kurt, spalancò la porta e si appoggiò allo stipite con un espressione divertita in viso. Incrociò le braccia al petto. “Sì?” chiese lentamente, sorridendo. Kurt non potè evitare di ridacchiare.

“So che è un idea stupida,” cominciò a dire velocemente. “Ma mi stavo chiedendo se avevi dei piani per Natale.”

“Per Natale?” chiese il moro, sgranando gli occhi. Di certo quella domanda non se l'aspettava. Aggrottò le sopracciglia, prima di continuare. “No, veramente no.”

“Vieni con me allora.” replicò immediatamente l'altro, non potendo evitare l'entusiasmo che l'aveva sopraffatto. “Sempre se ti va, ovviamente.” aggiunse poi, mettendo entrambe le mani avanti a sé. Mani che Blaine si affrettò ad abbassare, ridacchiando.

“Venire con te?” chiese poi, continuando a sorridere leggermente.

“A Lima.” si affrettò a chiarire l'altro ragazzo. Un espressione di aspettativa stampata in volto. Sperava tanto che Blaine gli rispondesse di si. Neanche lui era sicuro del perchè. Forse per il fatto che per sei anni avesse sperato di trovare sotto l'albero Blaine impacchettato e pronto a stare con lui per tutta la vita come si erano promessi, e adesso ne aveva la possibilità. Beh, almeno di passare finalmente un Natale con Blaine che non includesse solo pattini e una canzone improvvisata nel bel mezzo della pista ghiacciata, poi abbracci, sguardi non molto convinti, e che ancora non erano pronti a perdonare da parte sua e sorrisi incerti da parte del moro, che non molto velatamente stavano chiedendo il suo permesso di iscriversi alla NYADA, l'anno seguente. Voleva un Natale coi fiocchi. Un Natale da passare con suo padre, Carole e Finn. E Blaine. Un Natale in famiglia, visto che solo quelle quattro persone messe insieme rappresentavano l'intero mondo per lui. Un Natale pieno di risate, cioccolate calde, pranzi e cene insieme. Un Natale pieno di magia, come dovrebbe essere. E come lui, in quei sei anni, non aveva ancora avuto la fortuna di passare. Dopo l'ultimo Natale passato con Blaine, ogni anno, quel giorno, semplicemente si rinchiudeva in casa, cercando una qualsiasi scusa per non farsi trascinare da nessuna parte. Non aveva senso uscire il giorno che dovrebbe essere il più felice dell'anno, quando non sei felice. Solo un anno era stato fortunato, un anno in cui sia Rachel che Santana erano impegnati con i loro rispettivi partner. Troppo impegnati, anche solo per pensare a lui. In un modo o nell'altro era loro grato per quello. Poi c'era stato quell'anno in cui praticamente con la forza suo padre lo costrinse a tornare a Lima. Passò cinque giorni in compagnia della sua famiglia, e, nonostante tutto, non era riuscito ad essere completamente felice. L'ultimo giorno, quel santo di suo padre, l'aveva preso da parte e gli aveva praticamente sbattuto in faccia il fatto che si era perfettamente reso conto che c'era qualcosa che non andava. Senza neanche lasciare tempo al figlio di replicare o contraddirlo in qualche modo, Burt aveva anche aggiunto che sapeva che riguardava Blaine. E in quel momento, Kurt aveva perso ogni qualsiasi capacità di parlare. Suo padre gli aveva ricordato quanto si erano amati, e aveva aggiunto il fatto che lui era praticamente sicuro che un giorno, se fosse stato destino, i due si sarebbero rincontrati, in qualche modo. Kurt aveva, ovviamente, alzato un sopracciglio scettico e aveva replicato che il mondo era troppo grande perchè loro due si potessero rincontrare in un qualsiasi modo. Suo padre aveva semplicemente risposto se è destino, lasciando il tono a mezz'aria e sorridendo divertito.

In quel momento, ancora in piedi al gelo, in attesa di una risposta, Kurt si chiese se suo padre avesse qualche potere veggente. Probabilmente era così.

“A Lima.” sussurrò Blaine, più a sé stesso che a Kurt. “Dici, da tuo padre, giusto?” Kurt annuì semplicemente, e vide il moro sorridere felice.** “Molto volentieri, Kurt.” aggiunse infine, annuendo.

Kurt semplicemente non sapeva se piangere per la gioia o scoppiare a ridere. Alla fine, decise, per non sembrare uno psicopatico, di sorridere e basta.

“Bene,” disse poi, schiarendosi la voce. “Si, ehm, mi fa piacere.”

Blaine rise. Una risata cristallina che Kurt amò immediatamente. Alla fine, non sapendo bene perchè, non potè evitare di imitarlo.

Era felice. Era completamente felice. I pezzi stavano tornando lentamente al proprio posto. Il posto dove sarebbero sempre dovuti stare. Il posto che il destino aveva deciso per loro. Finalmente. 




* Non so se avete mai visto “Girls Most Likely”, ma c'è una scena in cui Lee (Darren) e l'altra donna di cui non ricordo il nome, vanno in una specie di discoteca. 
In quella scena, Darren è vestito così.
** Shippo molto la coppia Blaine/Burt. Problemi? No dai, seriamente, scherzo. Però ho sempre amato un rapporto molto padre/figlio tra di loro, e Dio, spero con tutte le mie forze che nella sesta stagione Burt torni molto più spesso e che il loro rapporto si rafforzi ancora di più.
Ah, a proposito, non pensate che Blaine abbi accettato solo per rivedere il padre di Kurt – sicuramente solo io ho pensato che qualcuno di voi potesse pensarlo – la sua era solo una domanda di curiosità. 
Giusto per chiarire. 

Note: Natale. Che magnifica festa il Natale. Dal prossimo capitolo, l'amerete forse un pochino di più. Taaanto fluff.
Che dire? Mi fa strano scrivere del Natale, della neve e del freddo di questi tempi, visto che io sto morendo di caldo nel mio letto. 
Ho amato scrivere questo capitolo, e ho amato il momento dove cantano, visto che si stava svolgendo nella mia mente. Argh, mi piacerebbe vedere una scena del genere in Glee.
A proposito di Glee. Su Tumblr, qualche giorno fa si parlava della canzone che vorremmo sentir cantare da Blaine e Kurt al loro matrimonio. Io penso che One and Only di Adele sia bellissima, e potrei piangere se fanno cantare loro quella canzone. Anzi, piangerei di sicuro. O meglio, piangerò comunque, qualsiasi canzone sentiremo. 
Beh, comunque, a voi quale piacerebbe?
Seconda domanda – perchè mi piace veramente farmi i cazzi vostri – vorreste il ritorno dei Warblers o le New Direction
WARBLERSWARBLERSWARBLES. Potrei morire se fanno tornare Sebastian, Jeff, Wes, Nick, David e tutti gli altri. Oddio, sclero solo al pensiero di un Sebastian che si mette a fare battutine. Oddio. Muoio. L'amore mio.
Tornando alla storia – ehm, ehm – pronti a passare il Natale con Blaine e Kurt?
Buon Natale a tutti!

ps. So che questo capitolo è leggermente più corto degli altri, ma fidatevi, mi farò perdonare nel prossimo!

  
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