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Autore: Alexiel Mihawk    29/09/2014    4 recensioni
Suki l’aveva spesso presa bonariamente in giro sull’argomento ricordandole quella famosa volta in cui, al passo del serpente, era finita in mare e l’aveva scambiata per Sokka: « Non vorrai mica ripetere un’esperienza simile » le diceva sempre « Guarda che la prossima volta ti lascio andare a fondo! »
[Breve raccolta di missing moments su Toph e Sokka | Tokka | presenza di molti degli altri personaggi | Collocazione temporale: tra la fine di ATLA e la morte di Sokka. ]
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Sokka, Toph
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I will not lose you
 
Lay down tonight
The stars as our spine
Summer will fade
And it feels like I will lose you
With each of the turning tides
Till the first snow arrives
Dash Berlin – Earth meets water

 
Lin – 3 mesi.
Da quando Lin era nata casa Beifong a Republic City era diventata un porto di mare; la prima ad arrivare era stata Katara, aveva piazzato il piccolo Tenzin in un box e aveva iniziato ad aiutare Toph coi compiti più semplici, in modo tale che si potesse poi abituare a svolgerli da sola. Non era semplice per una donna maldestra, per di più cieca, capire come cambiare un pannolino, a che temperatura scaldare il latte, perché non puoi stordire tua figlia con una badilata in testa ogni volta che piange. Quindi era stato il turno di Aang, ogni pomeriggio, una volta finito di svolgere le sue mansioni da Avatar, di venire a cucinare per lei e Lin, mentre Toph riusciva in quelle poche ore a recuperare il sonno perduto. Le volte in cui si presentava Suki era quasi un lusso, la – non più così giovane – guerriera Kyoshi aveva una dote innata con i bambini e sebbene avesse deciso che non ne avrebbe mai avuti per conto suo era davvero brava a gestire quelli degli altri; ma Suki era spesso in viaggio, Aang era impegnato col lavoro e Katara aveva già tre figli a cui badare. Così dopo qualche mese di rodaggio divenne chiaro chi sarebbe stato ad aiutarla con quella grana urlante.
Si presentò a casa sua un giovedì mattina spalancando la porta con la chiave di riserva, si precipitò dentro come un tornado e le si piazzò di fronte con cipiglio severo.
« Ho calcolato ogni cosa e mi sono premunito di ogni possibile oggetto che potrebbe salvarci la vita » esclamò Sokka aprendo di colpo l’enorme sacca di pelle marrone che aveva portato con sé « Prima di tutto un peluche di un tasso-talpa, non deve dimenticarsi le sue origini; poi ho portato un sonaglio della tribù dell’acqua, era mio di quando ero bambino; una miniatura di un boomerang, l’ho inciso io nel legno, meraviglioso non trovi? » continuò a parlare per cinque minuti senza lasciare a Toph il tempo di replicare, continuando a tirare oggetti fuori dalla borsa e lanciandoseli subitamente alle spalle.
L’amica gli lanciò uno sguardo di sufficienza quindi con un colpo di frusta gli strappò la sacca dalle mani.
« Per l’amor del cielo, Sokka, stai zitto. Puoi fare quello che vuoi, basta che tieni Lin e che mi lasciate dormire, per quanto tempo puoi rimanere? »
« Tutto il tempo che sarà necessario ».
Sokka rimase per un anno.
 
Lin – 4 anni.
« Eravamo oramai senza via d’uscita e l’uomo combustione avanzava minaccioso verso di noi, avevamo quasi perso le speranze, nessuno aveva abbastanza spazio di manovra per utilizzare il suo dominio, fu in quel momento che, tirato fuori il mio fidato amico boomerang, risolsi la situazione e con un lancio magistrale… »
« Zio Sokka, conosco già questa storia, me l’hai già raccontata. La racconti sempre. »
« Ah, non dirlo a me, io ero lì! » esclamò esasperata Toph, quindi sollevando la figlia per la collottola la riportò al centro della stanza « Sokka piantala di distrarre Lin durante l’allenamento, deve imparare a leggere le vibrazioni del terreno, deve imparare a vedere senza usare la vista. » borbottò la dominatrice avvolgendo un pezzo di stoffa verde attorno agli occhi della bambina.
Sokka sospirò.
« Vado a prendere i cerotti ».
 
Lin – 5 anni e mezzo.
Toph entrò in camera sua con i capelli bagnati sciolti lungo le spalle.
« Non dovresti entrare qui, Sokka » mormorò dirigendosi verso il grande armadio a muro.
« C’è qualcosa di cui devo parlarti » rispose l’amico, per niente intimidito dal fatto che Toph indossasse solo un accappatoio.
« Beh, direi che può aspettare, forza, fuori dalle balle non vedi che devo vestirmi?! » borbottò la mora senza girarsi « Fingere di dovermi parlare per sbirciare mentre mi cambio, cos’è hai di nuovo sedici anni, ragazzo boomerang? »
« Toph, devo tornare al polo sud ».
La dominatrice della terra non rispose, ma si bloccò di colpo, la sua mano strinse più forte l’anta dell’armadio; dentro di sé sperò di non spezzarla.
« Si tratta di mio padre, oramai è anziano, più che anziano. È malato, Toph, ha bisogno di me. Katara non può lasciare Aang, non può lasciare i bambini. »
« Ma tu sì » rispose piano lei.
Non lo aveva detto apertamente, ma un’accusa silenziosa gravava su entrambi, qualcosa a cui entrambi stavano pensando, ma che nessuno dei due avrebbe mai detto ad alta voce.
Puoi lasciare noi, puoi lasciare me.
Sokka strinse i pugni e abbassò lo sguardo, sapeva – razionalmente certo – che stava facendo la cosa giusta, che quello era il suo dovere, ma vedere le spalle di Toph incurvarsi in quel modo in qualche modo gli spezzò il cuore. Sapeva che sia lei che Lin lo consideravano come un membro della famiglia, non era un marito, né un padre, ma era la cosa più simile ad entrambe che avessero conosciuto; c’erano stati momenti in cui il calore che gli avevano trasmesso era stato paragonabile solo a quello che era riuscita a trasmettergli sua madre da piccolo. C’erano state risate e grandi piani, come quella volta, qualche mese prima, in cui aveva risfoderato la sua vecchia barba finta per presentarsi, senza farsi riconoscere, al colloquio al quale erano stati chiamati i genitori di Lin all’asilo dopo che la bambina aveva distrutto una parete. C’era stata la volta in cui Toph aveva cercato di cucinare una torta per il terzo compleanno di Lin mentre lui e la bambina erano fuori e quando erano tornati avevano trovato la casa invasa di farina. Scosse il capo, cercando di scacciare tutti quei ricordi, in quel momento troppo dolorosi, troppo intensi.
Le si avvicinò piano e le posò una mano sulla spalla con delicatezza.
« Mi dispiace, mi dispiace davvero »
Toph si girò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi – o almeno rivolse il viso nella direzione in cui sperava ci fossero i suoi occhi, cosa piuttosto insolita visto che lei odiava guardare in faccia la gente, parlando – fece un sorriso mesto e gli accarezzò il viso con una mano.
« Lo so, dispiace anche a me ».
Sokka non seppe mai cosa gli prese in quell’istante, forse fu l’impulso del momento, la volontà di creare un ultimo ricordo prima di partire – il più vivo di tutti – la volontà di sentirla di nuovo sua come quella notte diciannove anni prima o forse, semplicemente, seguì il suo istinto e lasciò perdere, per una volta, le possibili conseguenze.
Prese la mano di Toph, che era rimasta appoggiata alla sua guancia, e con delicatezza se la portò oltre la spalla, quindi si piegò su di lei e le depose un bacio gentile sulle labbra. Fu solo questione di un attimo prima che Toph rispondesse al suo bacio, concedendogli di approfondirlo. Quella notte Sokka non tornò a casa.
Una settimana dopo era in partenza, diretto verso la tribù dell’acqua del sud.
Nove mesi dopo nacque Suyin.
Sokka non lo seppe mai.
 
Due anni dopo suo padre morì, e lui ereditò il titolo di Capo tribù.
Non tornò mai più a Repubblic City.







Note:
Prima di tutto mi dispiace se sono andata OOC, ho questa spiacevole sensazione, in particolare con Toph. Quello di cui vorrei però tenessimo tutti conto è che questi personag
gi sono adulti e quindi non possono avere lo stesso modo di relazionarsi al prossimo che avevano a quindici anni. Nel primo flash Toph ha 32 anni, nel secondo ne ha 36 e nel terzo 37; Sokka invece, che canonicamente ha qualche anno in più, ne ha rispettivamente 36, 40 e 41. Insomma i miei bimbi sono grandi ora, Toph è a capo della polizia e Sokka è membro del concilio e inseguito capo della tribù dell'acqua del sud. 
Sento Toph vagamente OOC nell'ultima parte, perché mi rendo conto di avere descritto una donna in qualche modo tenera, niente di eccezionale, non è quel genere di persona che rinuncia ai suoi sogni per gli altri o che chiede aiuto o si lamenta, Toph, non direbbe mai a Sokka "Non partire", però io un po' la immagino a guardarlo andare via e pensare che dopotutto non sia così giusto.
Quindi mi scuso ancora se sono andata OOC, ma non sono proprio riuscita a farne a meno.












   
 
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