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Autore: Blanche Hope    29/09/2014    0 recensioni
L'amore o salva le persone o le distrugge, a voi la scelta.
Non si nasce cattivi, lo si diventa.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian, Jones/Capitan, Uncino, Nuovo, personaggio, Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono mesi, forse anni dal loro incontro con lo strano ragazzo e da quel momento vivevano sull’Isola. Era difficile capire quanto tempo era passato, laggiù era tutto diverso, le stagioni si confondevano tra di loro, il tempo sembrava immobile, fermo, nessuno su quell’isola cresceva e Lilith non sapeva nemmeno più l’anno corrente, ormai si ricordava appena l’anno “1242”, ci teneva a ricordarlo, non voleva dimenticare l’unica cosa che la legava ancora al passato, il tempo. Realtà e finzione si mescolavano inesorabilmente tra di loro. L’isola era divisa in quattro parti; la laguna era il luogo più tranquillo dove infatti era situato il rifugio, la foresta proibita, lugubre e pericolosa per la quale Peter aveva imposto il divieto assoluto di acesso, il lago incantato sormontato da un’imponente cascata e infine il vulcano che si ergeva imponente sovrastando ogni cosa. Lilith aveva fatto un sacco di domande e ne aveva molte altre ma le risposte di Peter erano sempre molto vaghe e confuse. Era diventato come un mentore per loro, gli aveva insegnato a cacciare, a nuotare con le sirene, ad arrampicarsi e a vivere in quell’ambiente così diverso da come erano sempre abituati . Conobbero il resto della strana combricola, erano una dozzina di ragazzi che si facevano chiamare i “bimbi sperduti” ma il capo indiscusso era proprio Peter Pan, aveva l’aria da ragazzino, era gentile con tutti e amava scherzare e divertirsi ogni giorno ma Lilith sentiva che c’era qualcosa di più, c’era qualcosa di strano in lui che non riusciva a capire, la sua espressione vispa era enigmatica; non aveva ancora capito cosa si celasse dietro quel sorriso mozzafiato, ma era sicura che prima o poi l’avrebbe scoperto. Felix non le aveva più rivolto la parola da quando erano giunti sull’Isola, ogni volta che Lilith tentava di parlargli lui la schivava, quanto avrebbe voluto chiarire tutto “In fondo è colpa sua se è qui, non mi avrebbe dovuta seguire sino alla foresta, se l’è cercata” pensava continuamente cercando di autoconvincersi inutilmente. “Leroy! Leroy!” chiamarono tutti all’unisono il suo nome interrompendo le sue riflessioni “I ragazzi vogliono fare un salto al lago ci fai l’onore di venire anche tu o pensi di stare tutto il giorno sotto un albero a dormire?” proseguì Peter sghignazzando insieme agli altri. Se fosse stato un giorno come gli altri gli avrebbe risposto a tono come faceva sempre ma quel giorno era diverso, aveva cose più importanti di cui occuparsi. Per tre notti di fila aveva fatto lo stesso sogno, il primo da quando era giunta sull’Isola, e più che un sogno era un vero e proprio incubo che la perseguitava ogni notte. Iniziava sempre allo stesso modo, lei che si ritrovava sola di notte nella foresta proibita e seguiva un piccolo viottolo tra i rami secchi e i cespugli che le si impigliavano tra la stoffa dei vestiti; ad un tratto la strada si ramificava in tre diverse vie, la prima notte scelse la via a sinistra che la condusse in un covo di lupi dove venne sbranata, la seconda notte scelse la via a destra che la porto a un dirupo a strapiombo dove venne spinta giù proprio da Peter Pan, e la terza notte scelse la via centrale, quella più macabra e buia, iniziò a camminare nel buio fino a quando vide una luce in lontananza, iniziò a correre ma la luce sembrava allontanarsi, non curante dei rami impigliati tra la stoffa e dei tagli che le provocavano, sentiva il dolore pungente ma era troppo ansiosa e l’inquietudine l’assalì, ormai era stremata, le gambe erano a pezzi e non sapeva più dove si trovava, ovunque si girasse c’era il buio tranne quella lucina che lentamente scompariva alla visuale. Così stremata caddè al suolo, stanca e senza più forze. A quel punto si svegliava singhiozzante e intorno a lei la brandina bagnata di lacrime salate. “Non posso andare avanti così, diventerò pazza” pensò. Così decise di affrontare il problema andandoci incontro. Rifiutò la proposta di Peter e dei ragazzi e appena fu sicura che se ne fossero andati uscì dal rifugio e si incamminò verso la foresta proibita. Tutto era come nel sogno, il piccolo viottolo, le fronde e gli alberi che nascondevano la luce e i rami che si impigliavano dappertutto. Quando pensava di essersi persa veramente raggiunse le tre vie e senza pensarci un secondo intraprese quella di mezzo. La luce scomparve del tutto, non sapeva dove stava andando ma quel punto luminoso che aspettava non tardò a presentarsi, così inziò a seguirlo come nel sogno ma quando stava per scomparire si prese forza. Non caddè a terra come nel sogno, la forza di volontà prese il sopravvento e anche senza fiato continuò a correre combattendo contro i rami che sembravano braccia che la tiravano indietro verso l’oscurità. La luce divenne sempre più grande e luminosa e quando si accorse di cosa fosse non credette ai suoi occhi.
   
 
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