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Autore: Tuna_salad    01/10/2014    2 recensioni
I protagonisti sono ovviamente Yu e Miki (altrimenti che ff sarebbe?), ma in un contesto molto diverso da come li conosciamo. si, si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e si, si amano di nascosto..ma tanto per cominciare non c'è stato il doppio matrimonio, solo quello di Rumi e Yoshi, che oltretutto sono l'esatto opposto di quelli del manga. Lei è una donna fragile e insicura, Lui un padre severo e autoritario. E se questo non bastasse, scoppia il finimondo quando Miky parte per un viaggio in Europa e non torna più a casa....tratto dal capitolo 2:
“ non vedi proprio l'ora di iniziare eh?” chiese Miky. Era ancora pallida, ma Yu sembrò non farci caso.
“ assolutamente” disse con lo sguardo puntato fuori dalla finestra, la voce ferma. Il ritratto della determinazione. “ e non permetterò a niente e nessuno di ostacolarmi”.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miki/Yuu | Coppie: Miki/Yuu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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tadaaa!!! ho buttato alle ortiche tutto quello che ho scritto questa estate! ahahahahah
questo capitoletto è frutto di un raro momento di ispirazione, perciò spero davvero che vi piaccia.
grazie a tutti per la pazienza, Tuna_


Meiko pov

E' tutto proprio come lo avevo sognato, o quasi. Non posso fare a meno di sentire la sua mancanza. Mi guardo allo specchio e mi chiedo se lei avrebbe approvato questo vestito, mi chiedo se avremmo fatto un addio al nubilato, se.....

Ma lei non c'è. È il giorno più importante della mia vita e la mia migliore amica non c'è. Allora perché non sono arrabbiata? Perché non posso fare a meno di preoccuparmi per lei? Di chiedermi se sta bene, se è sola, se è in difficoltà?

“ oh Meiko...sei bellissima” mi dice Arimi, mentre mi sistema i capelli.

“Arimi...grazie...di tutto”

“ ehi, ehi..adesso non piangere, altrimenti che figura ci faccio con gli altri?” rispose la moretta ridendo. Quella ilarità però durò poco.

“ I tuoi non ci sono. Mi dispiace Meiko, abbiamo provato di tutto” si giustificò la ragazza.

“ non importa, ho sempre saputo che loro non ci sarebbero stati.

Toc toc. Un giovane uomo dai capelli corvini fece capolino nella stanza.

“oh, Satoshi” lo accolse la sposa. Le cose fra loro si erano sistemate naturalmente, senza drammi e da quando Miky era sparita, avevano fatto gioco di squadra per aiutare Yu, finendo per diventare ottimi amici.

“ accidenti Meiko, sei uno spettacolo. Oggi invidio Shinichi ancora più del solito”.

“anch'io” gli fece eco Ginta, che stava sbirciando dalla porta semi-aperta.

“ ehi!” lo rimproverò Arimi, mettendo su un finto broncio che scatenò le risate generali.

“ sensei ti sta aspettando- disse Ginta mentre riprendeva il controllo- ed è parecchio agitato. Mette quasi tenerezza”. Di nuovo, tutti scoppiarono a ridere.

Grazie ragazzi, grazie Arimi. Questo è un giorno speciale e io ho intenzione di essere felice.

 

Per essere un matrimonio all'occidentale(*) non c'erano tanti ospiti. Meiko entrò in sala da sola, accompagnata dai mormorii che si levavano a destra e a sinistra. Era veramente bellissima. L'abito bianco le fasciava un vitino da vespa per poi cadere morbido e lungo fino a coprire le caviglie, con maniche lunghe decorate con merletti e piccoli guanti bianchi che le arrivavano al polso. I capelli, tirati in alto, mettevano in mostra gli orecchini di zaffiro, un regalo di sua madre, di tanto tempo fa. Lo sposo era vestito anche lui all'occidentale, con una cravatta azzurro chiaro e il fazzoletto bianco all'occhiello. La madre di Shinichi aveva invece scelto di indossare un Kurotomesode(**), con ognuno dei 5 kamon in un colore diverso.

Non c'era un vero e proprio prete officiante, così fu Satoshi a condurre la cerimonia. I due sposi si scambiarono le promesse e gli anelli nuziali mentre l'incenso(***) veniva bruciato e diffondeva per la sala.

 

Fu solo più tardi, al ricevimento, che comparve Yu. Satoshi le si avvicinò in silenzio. Non c'era bisogno di parole, entrambi stavano pensando la stessa cosa. Erano due settimane che non lo vedevano, da quando aveva lasciato la casa di suo padre. Sembrava dimagrito, la pelle troppo larga intorno alle dita, le mani piene di escoriazioni e uno o due lividi erano ben visibili sotto lo zigomo destro. Il resto del viso era coperto dalla barba, non troppo folta ma sicuramente lunga.

“ è un disastro” disse Satoshi, “ credo sia stato licenziato. Non ho capito bene ma sembra che il padre gli stia facendo terra bruciata intorno..inoltre...”

“inoltre?”

Satoshi prese un respiro profondo prima di rispondere. Guardava fisso Yu, le sopracciglia corrucciate, i muscoli della mandibola insolitamente tesi, come se faticasse a trovare le parole.

“ tra pochi giorni..sarà ufficialmente un anno. Credo..credo che i suoi vogliano dichiarare la morte presunta(4*)”.

“ MIKY NON E'..- esclamò Meiko sdegnata- Non si può continuare così...almeno ti ha detto dove abita adesso?”

“ No, ma ho intenzione di scoprirlo...non ti preoccupare adesso. Ci penso io. Oggi è il tuo matrimonio, prenditi una pausa” disse, cercando, invano, di risollevare l'umore.

 

Si, oggi è il giorno del mio matrimonio, il giorno più bello della mia vita. E sarebbe stato davvero un giorno perfetto, se solo i miei genitori non fossero così orribili, se solo la mia migliore amica non fosse scomparsa e se solo io non dovessi stare qui a raccogliere i pezzi di quello che si è lasciata dietro. Si, è proprio un giorno (quasi) perfetto!

 

 

 

 

 

 

 

Reika Pov.

 

“Meiko Azikuki” disse Reika sovrappensiero, mentre beveva la sua tazza mattutina di caffè nero. Da quando aveva cominciato a lavorare come assistente sociale, era costretta a orari assurdi e agli ordini di un responsabile stakanovista. I giorni liberi erano un'occasione rara e preziosa, in cui ricaricarsi e fare tutto con calma, a cominciare dalla colazione. Purtroppo quello, non era uno di quei giorni.

“uh?” le rispose Miki, mentre finiva di raccogliere i giocattoli di Toshiro da terra.

“ è il nome della tua amica vero? La scrittrice..”

“ si, perché?”.

“ guarda qui- disse la riccia porgendole il giornale- sarà in città dopodomani per autografare il nuovo libro”.

“ quindi?”

“ pensi di andare? Lo so che ti manca, hai tutti i suoi libri di là in camera” disse la riccia, alludendo all'ultimo scaffale in alto della camera da letto, quello fuori dalla portata di Toshiro.

“ si...Meiko mi manca molto. - rispose Miky con un sospiro- Ma non posso, Reika e tu lo sai. Nessuno deve sapere che sono ancora viva, men che meno che abito qui. E poi....dopo tutto questo tempo, non credo di avere il diritto di farle questo. Sono passati quasi 4 anni, ormai lei è andata avanti con la sua vita e io non posso rovesciarle addosso una cosa come questa, non è giusto. Dovrei spiegarle tutto e a quel punto.....”

“mmm..capisco. O meglio, no, non capisco. Vuoi davvero che la tua migliore amica ti creda morta?”

“ è la cosa migliore per tutti. Adesso basta, devo andare a lavoro.”

 

 

La notorietà di Meiko era molto maggiore di quanto si fosse aspettata. Una coda di quasi mezzo chilometro anticipava l'ingresso della libreria,dove un poster grandezza naturale della giovane scrittrice scendeva a coprire le finestre del primo piano. La fila avanzava lentamente e passava, per maestria degli organizzatori, davanti allo stand d'esposizione del nuovo libro e poi davanti alle casse.

Praticamente una catena di montaggio, pensò Reika mentre si sottometteva al sistema e comprava una copia de “ UN GIORNO (quasi) PERFETTO”.

Miki ha detto di non voler venire, ma non ciò non significa che io non possa incontrarla. Ok, probabilmente mi ucciderà, posso solo sperare che prima o poi capisca che lo faccio per lei e decida di resuscitarmi. Un po' sono curiosa, chissà come sarà. Mi sono sempre chiesta come fosse la migliore amica di Miky prima che succedesse tutto. Immagino che anche lei sia cambiata in fondo...

“ il prossimo” sento dire da uno degli energumeni della security, la classica casacca fluorescente e trasmittente alla mano.

“ciao, tu sei....?” chiese Meiko, sorridendo all'ennesima fan che le si presentava davanti quel giorno.

“ ehm...Reika, mi chiamo Reika Hanacomachi”. Erano le undici passate, probabilmente avrà salutato centinaia di persone eppure il suo sorriso non era stanco o fittizio. Sembrava sinceramente contenta di essere lì e interessata a tutte le sue lettrici.

“ grazie per aver comprato il libro. È la prima volta che leggi qualcosa di mio?”

“ eh?..oh! A dire il vero si- rispose tremendamente imbarazzata,ma in meno di un secondo la sua determinazione aveva di nuovo preso il controllo- ma la mia coinquilina è una grande fan. Ha tutti i suoi libri, una volta mi ha raccontato che in effetti, ha frequentato la sua stessa scuola...quando ancora viveva a Tokyo....credo addirittura che ti considerasse la sua migliore amica.” disse Reika, seminando le prime briciole.

“ davvero?” chiese entusiasta Meiko - “ come mai non è venuta lei allora?”.

La fila cominciava a spazientirsi, ma il piano richiedeva il tempo necessario.

“ non può- rispose Reika, guardando la scrittrice negli occhi- dice che vi siete lasciate in malo modo e ora ha paura che non potrai mai perdonarla. Quindi eccomi qua- esclamò d'un tratto Reika con un sorriso- l'autografo è per lei. Le dispiace aggiungere una piccola dedica? Qualcosa di personale...” disse Reika, porgendole la sua copia del libro.

“ sicuro! Qual è il nome?”

“ Miky, si chiama Miky.”

 

 

 

 

(*, **,***) I matrimoni giapponesi si celebrano per lo più secondo il rito shintoista, a cui sono ammessi solo i membri della famiglia. Sono tanto ristretti che in genere si tengono a casa dello sposo. Il Kurotomesode è un kimono particolare, indossato dalle donne sposate e, pare essere tipico della madre dello sposo. Infine, l'incenso è un elemento qui, del costume shintoista.

Mi sarebbe piaciuto descrivere un matrimonio tradizionale, ma un punto importante di questa cerimonia è la benedizione data dai genitori dei due sposi e l'interazione, diciamo così, tra consuoceri. Ovviamente, essendo i genitori di Meiko assenti, l'intero rito non è possibile.

(4*) dunque..in ITALIA, per dichiarare la morte presunta devono essere trascorsi almeno 9 anni dall'ultima volta in cui si hanno avuto notizie. Per semplicità narrativa, facciamo finta che in Giappone basti un anno,ok?

  
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