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Autore: The Writer Of The Stars    02/10/2014    4 recensioni
Questa è una storia come tante. é una storia che parla di adolescenti,come se ne conoscono tanti. Loro però sono solo un po' più sfortunati. Ma questo non significhi che non abbiano voglia di vivere al meglio. Comincia tutto così. In un aula canto di un liceo come tanti, dove un gruppo di ragazzi si incontrano, si conoscono e capiscono di avere in comune molto più di ciò che pensano. Sarà un professore un po' fuori dal comune a spingere i ragazzi a vivere la loro vita al meglio, a non farsi sconfiggere dalle avversità, ad unirli sotto un'unica passione. La musica. Bulma è cresciuta da sola, con una madre che non la vuole e non l'ha mai voluta.Vegeta è stato abbandonato dalla madre e non ha più tracce del padre. Goku vive in un orfanotrofio e Chichi vive in precarie condizioni economiche con suo padre. Sarà la forza dell'amore, dell'amicizia e la voglia di farsi valere che spingerà un gruppo di sfigati canterini a mostrare il loro vero valore. E a farli diventare qualcuno.
Questa è la mia prima long, ambientata in un universo alternativo. Spero che vi piaccia e conto di aggiornare regolarmente. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spalancammo in contemporanea gli occhi: “Ma –ma non è possibile …” balbettammo all’unisono. Ci voltammo leggermente uno verso l’altro, fissandoci allibiti per la sconvolgente scoperta. Vegeta si scontrò con i miei occhi cerulei colmi di lacrime, alche sobbalzò leggermente, sorpreso ma soprattutto infuriato per ciò che aveva sentito. “T –ti rendi conto? Era stato Freezer a dare la nostra canzone agli Usignoli, lui e suo padre sono contro di noi da quando abbiamo messo piede in quell’aula canto! Il Glee Club, il Professor Dawson, a lui devo ogni cosa … E adesso, vogliono portarcelo via, vogliono distruggere tutto quello che noi siamo riusciti a creare … non è giusto …” balbettai tra i singhiozzi. Strinsi i pugni infuriata, continuando a piangere. Non potevano farci una cosa del genere … “Lo impediremo.” Disse ad un tratto Vegeta. Alzai lo sguardo su di lui, scontrandomi con i suo meravigliosi occhi d’antracite, concentrati in un’espressione decisa e incoraggiante. “Non dovevano farlo …” continuò. Io intanto continuavo a piangere, il solo pensiero che tutto ciò che avevamo creato con cura in quei mesi, potesse scomparire così, da un momento all’altro mi faceva impazzire. Quel Glee Club, era tutto per me. Era lì che avevo incontrato i miei amici, Vegeta, il nostro meraviglioso insegnante, e adesso dei bastardi volevano portare tutto via, eliminare ogni cosa come se quell’aula canto non fosse mai esistita. “Ehi …” mi richiamò Vegeta. Lo guardai negli occhi, continuando a piangere. “Non accadrà nulla al Professor Dawson, né tantomeno al nostro Glee Club. Resteremo tutti uniti. Te lo prometto.”


Il Professor Dawson camminava per i corridoi a testa bassa. Non riusciva ancora a credere a quanto era accaduto. Non voleva crederci. Eppure era così, doveva davvero andarsene. Ma non era giusto, non era affatto giusto. Arrivò di fronte all’aula sette, e osservando la vecchia porta di legno sospirò tristemente: quella sarebbe stata l’ultima volta in cui sarebbe entrato lì dentro. Abbassò lentamente la maniglia, entrando poi nell’aula canto, immersa nel buio. Era ancora presto, la lezione del Glee Club sarebbe iniziata tra mezz’ora. L’ultima lezione. Con il cuore in gola, accese la luce, osservando poi tristemente l’ambiente circostante. Gli strumenti appoggiati ai loro posti, le sedie dove i suoi alunni sedevano ogni giorno per ascoltarlo adoranti, pendenti dalle sue labbra, erano disposte ordinatamente, come sempre. La lavagna sporca e consumata, mostrava ancora le tracce del suo passaggio: al centro di essa infatti, troneggiava la scritta fatta con i vecchi gessetti, “Voci fuori dal coro” leggermente sbiadita ma ancora presente. Una fitta allo stomaco lo colse, osservando le parole scritte con il gessetto bianco sulla lastra nera di ardesia. Il ricordo di quel giorno di qualche mese fa lo colse come un uragano in pieno maggio, un’onda di ricordi lo travolsero, impedendogli quasi di respirare. Li rivide tutti lì, i suoi ragazzi, seduti di fronte a lui, che discutevano tra di loro per trovare il nome adatto a quel gruppo di sfigatelli dal potenziale fuori dal comune. E poi, quando Vegeta aveva pronunciato in mezzo alla confusione quelle parole, Voci fuori dal coro, una scintilla si era accesa negli occhi del professore, capendo che era davvero quello il nome perfetto. Si sedette lentamente sul vecchio pianoforte, come ogni volta. Stavolta però era diverso, lo sapeva. Continuò a percorrere con lo sguardo ogni centimetro di quell’aula canto, come a voler imprimere nella sua memoria anche il più piccolo dettaglio del luogo dove la sua vita era cambiata, grazie a dei ragazzi incredibili. Così, in mezzo a tutti quegli strumenti e alle sedie vuote, scoppiò in lacrime, piangendo come mai aveva fatto. Li avrebbe persi. Avrebbe perso la sua famiglia.


“No, non è vero …” balbettò Chichi incredula. Vegeta annuì tristemente. “Invece purtroppo è così. Il Professor Dawson se ne andrà, e le Voci fuori dal coro non esisteranno più.” “Ma dobbiamo fare qualcosa, non possiamo lasciare che accada una cosa del genere!” sbottò Yamcha adirato.”Lo so, per questo dobbiamo pensare a qualcosa, ad un piano. Dobbiamo impedire con ogni mezzo che il Professor Dawson se ne vada, le Voci fuori dal coro non possono scomparire così.” Riprese Vegeta risoluto. Lo sguardo di tutti era ora puntato su di me. come biasimarli? pallida come un cencio, addirittura più del normale, il viso rivolto a terra, lo sguardo fisso nel vuoto, e il corpo scosso da violenti singhiozzi. Tra tutti, sembravo essere io colei ad aver preso peggio quella notizia sconvolgente. Mi sentivo svuotata, incapace di fare qualcosa, inutile. “Bulma?” mi richiamò dolcemente Vegeta. “N – non possono portarmi via da voi, dal Professor Dawson … voi siete l’unica cosa che ho …” sussurrai tra le lacrime. Si avvicinarono tutti a me, cingendomi in un caldo abbraccio protettivo. In quel momento, ne avevamo tutti bisogno.”Anche noi …” sussurrò Chichi, ormai anche lei vicina alle lacrime. “Bulma.” Ripeté poi Vegeta, una volta che l’abbraccio collettivo si fu sciolto. Lo guardai, spostando i miei occhi spenti su di lei. “Se vogliamo far sì che il Professor Dawson resti con noi, dobbiamo darci da fare. Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto. Ci stai?” mi chiese cercando di incoraggiarmi. In quel momento, capii che aveva ragione, dovevamo fare qualcosa, non solo piangerci addosso. Una scintilla di determinazione brillò nei miei occhi azzurri che ormai da diverso tempo versavano lacrime. Annuii decisa, rispondendo poi: “Certo che ci sto.”


Quando il Professor Dawson rientrò nell’aula canto, dopo essersi assentato per qualche minuto, si scontrò con la fredda figura del signor Cold. Sobbalzò leggermente nel trovarlo di fronte alla porta dell’aula sette, così riacquistando una certa freddezza, chiese: “E lei che ci fa qui?” quello ringhiò, rispondendo poi: “Ma è per caso impazzito? È stato lei a dirmi di venire qui, a quest’ora.” Il nostro insegnante sgranò gli occhi, balbettando poi: “N – no, si sbaglia, io …” “Guardi qua. L’ho trovato poco fa sulla mia scrivania. ” Lo interruppe il vice preside, piazzandogli sotto il naso un foglietto leggermente stropicciato. Lui lo lesse curioso, sgranando poi gli occhi: “Ma non sono stato io a scriverlo! Deve esserci un errore …” “Mi prende in giro?! Chi vuole che sia stato a chiedermi di venire proprio qui, se non lei?!” sbottò nervoso. L’insegnante sbiancò, iniziando a farsi una mezza idea di chi potesse essere stato. In un gesto quasi spontaneo, aprì la porta dell’aula canto, immersa nell’oscurità. Nel momento in cui il leggero raggio di luce inondò l’aula, Vegeta fece un cenno del capo ai musicisti, che dalla loro posizione iniziarono a suonare. “M – ma che succede?” chiese confuso il vice preside, al suono della musica. il Professor Dawson accese la luce, trovandosi faccia a faccia con una Bulma più determinata che mai. E che in quel momento, iniziò a cantare. (http://www.youtube.com/watch?v=-TqFjsiM1_I canzone)

Bulma:
I used to bite my tongue and hold my breath
Scared to rock the boat and make a mess

Avevamo deciso che dovevamo far capire al vice preside quanto il Glee Club, quanto il Professor Dawson fosse importante per noi. E quale modo migliore, se non attraverso la musica?

C18:
So I sat quietly, agreed politely
I guess that I forgot I had a choice

Chichi:
I let you push me past the breaking point
I stood for nothing, so I fell for everything


Il vice preside ci guardava allibito. Non capiva che intenzione avessimo, ne tantomeno per quale motivo avevamo messo in scena quella pagliacciata, come l’avrebbe chiamata lui. Ma iniziò a capire cosa stava accadendo, quando ascoltò le parole che stavamo intonando.

Vegeta:
You held me down, but I got up (Hey!)
Already brushing off the dust

Tutti:
You hear my voice, you hear that sound
Like thunder, gonna shake your ground

You held me down, but I got up
Get ready 'cause I've had enough
I see it all, I see it now


La faccia del Professor Dawson era diventata una maschera indecifrabile. Non ci stava capendo più niente: come facevano i suoi ragazzi a sapere che se ne sarebbe andato, se ancora non glielo aveva detto?Cosa stava succedendo? Ma poi, vedendoci cantare così decisi, così determinati quelle parole rivolte al vice preside, capì quanto i suoi ragazzi lo amavano. Stavano affrontando il Vice preside, per lui.

Tutti:
I got the eye of the tiger, the fighter
Dancing through the fire
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!

Louder, louder than a lion
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!

Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh
Oh oh oh oh oh oh oh oh

You're gonna hear me roar!

Ormai nessuno poteva più fermarci. Stavamo sputando in faccia al vice preside tutto ciò che avremmo voluto dirgli, gli stavamo dicendo che era arrivato il momento di farci sentire, di farci valere, di ruggire più forte di un leone. E ne lui, ne nessun altro ce lo avrebbe impedito.

Bulma:
Now I'm floating like a butterfly
Stinging like a bee I earned my stripes

 
I went from zero, to my own hero
Bulma e Vegeta:
You held me down, but I got up 
Already brushing off the dust
You hear my voice, you hear that sound
Like thunder, gonna shake the ground

You held me down, but I got up 
Get ready 'cause I've had enough
I see it all, I see it now

 
Continuavamo, fregandoci del fatto che molto probabilmente al termine di quell’esibizione il signor Cold si sarebbe infuriato con noi. non ce ne importava niente, perché in quel momento, cantando decisi e determinati, stavamo salvando il nostro Glee Club.

Tutti:
I got the eye of the tiger, a fighter
Dancing through the fire
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!
Louder, louder than a lion
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!

Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh

You're gonna hear me roar!
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh

You're gonna hear me roar!
Tutti:
Roar, roar, roar, roar, roar!

Arrivò quindi il bridge, dove tutti insieme, accerchiammo il vice preside continuando a cantare e a fissarlo decisi. Lui intanto era sconvolto.

Bulma:
I got the eye of the tiger, a fighter!


Tutti:
Dancing through the fire
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!
Louder, louder than a lion
'Cause I am a champion, and you're gonna hear me roar!

 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh
You're gonna hear me roar!
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
Oh oh oh oh oh oh oh oh 
You're gonna hear me roar!

 
E così, di fronte alle faccia incredule del signor Cold, terminammo la nostra dichiarazione di guerra, il nostro discorso verso quell’odioso essere che voleva portarci via l’unica cosa che avevamo. Il Glee Club. Il Professor Dawson invece si era commosso, e non appena terminammo la canzone, ci corse incontro, abbracciandoci. Ci stringemmo tutti a lui, in un caldo abbraccio di gruppo, che mai come ora era di fondamentale importanza. “Ragazzi … “ sussurrò il nostro insegnante, stringendoci. “Grazie …” continuò. Gli sorridemmo riconoscente ed emozionati. “No, siamo noi che dobbiamo ringraziarla. È solo grazie a lei che siamo qui, tutti insieme. È tutto merito suo. Non potevamo permettere che distruggessero tutto questo.” Dissi a nome di tutti, indicando noi stessi. Lui sorrise commosso.
Clap,clap,clap. Ci voltammo tutti in contemporanea verso la provenienza di quel suono. Ci girammo tutti stupiti, scontrandoci con la figura del signor Cold, che batteva lentamente le mani, con un ghigno malefico stampato in viso. “Ma che scenetta commovente. Bravi ragazzini, cosa speravate di ottenere con questa patetica esibizione? Speravate di farmi cambiare idea riguardo il vostro stupido club? Beh, perché se è così, vi sbagliate di grosso.” Disse sorridendo sadicamente. Serrammo tutti le mascelle, stringendo poi i pugni. Eravamo infuriati, non era possibile che quell’esibizione non avesse sortito in quell’essere malvagio alcun effetto, che il nostro piano non avesse funzionato. “Caro Professore, mi dispiace deluderla, ma questa eroico gesto da parte dei suoi amati ragazzini non è servito a nulla. Lei domani lascerà questa scuola, che lo voglia o no.” “Cosa sta succedendo qui?” sobbalzammo tutti, al suono di quella voce. Ci girammo verso la porta, scoprendo con stupore la figura del …”Preside Muten! Ma lei che ci fa qui? Sapevo che stesse male, come mai è rientrato a scuola?” chiese in preda al panico il vice preside. Il preside alzò le spalle, rispondendo poi: “Beh, oggi mi sentivo molto meglio e ho deciso di rientrare. Allora, cos’è questa storia del Professor Dawson? cosa sta succedendo?” chiese con fare indagatore. Il signor Cold iniziò a sudare freddo, non sapendo cosa dire. Fu il professor Dawson ad intervenire: “Ma come Preside, non lo sa? Sono stato trasferito alla Dalton High School, il signor Cold mi ha consegnato la mia lettera di trasferimento questa mattina …” disse tristemente. Il preside corrucciò lo sguardo dietro le lenti scure dei suoi occhiali da sole: “Ma di cosa state parlando? Io non so niente di trasferimenti o cose varie!” sbottò infatti confuso. Sgranammo tutti gli occhi, sorpresi. “ M – ma Preside, sulla lettera di trasferimento c’era anche la sua firma, come ….” “Io non ho firmato un bel niente! In questi giorni sono rimasto a casa malato, non ho avuto alcun contatto con nessuno …” “Ma allora …” balbettò il Professore, iniziando finalmente a collegare tutti i pezzi. “Signor Cold! Cos’è questa storia del trasferimento del professore?! Io non ho firmato un bel niente, come è possibile che la mia firma compaia in una lettera di trasferimento?!” esclamò arrabbiato, avendo capito cosa era accaduto. Il Professor Cold era ormai diventato una statua di sale: immobile, fissava ora il Preside ora noi ragazzi, rimasti ancora sconcertati da ciò che era accaduto. Il primo a parlare fu Vegeta: “Ha fatto tutto lei! È stato lei a decidere del trasferimento del professore, il Preside Muten non ne sapeva nulla! Ha falsificato la sua firma, non è così?!” sbottò infuriato. Il vice preside strinse i pugni sbottando poi: “Si e sarebbe stato tutto perfetto, se solo il Preside Muten non fosse rientrato!” Vegeta incollerito, si scagliò su di lui, come una furia: “Brutto bastardo, come ha osato!” “Vegeta!” lo bloccammo noi, impedendo così che il mio ragazzo rompesse qualche osso al vice preside. In tutto quel trambusto il Preside Muten aveva capito tutto, e infuriato esclamò: “Fermi tutti! Non c’è nessun trasferimento: dimenticate ogni cosa che vi ha detto il signor Cold: il Glee Club resterà intatto, e lei professore, resterà qui.” A quelle parole, esplodemmo tutti quanti in un grido di gioia, increduli ed emozionati. “E in quanto a lei, signor Cold.” Continuò il Preside, rivolgendosi a quel mostro ormai rimasto pietrificato. “Venga con me nel mio ufficio. Abbiamo molto di cui parlare.” Disse duro, uscendo dall’aula canto, seguito da un ormai infuriato signor Cold. Uscirono dalla stanza, lasciando tutti noi soli, insieme al nostro insegnante. e in quel momento, dopo esserci lanciati tutti un’occhiata complice e felice, ci abbracciammo emozionati, mettendo le mani al centro del gruppo una sopra all’altra. “Ce l’abbiamo fatta ragazzi! Voci – fuori- dal –coro!” gridò entusiasta il nostro insegnante. “Voci – fuori- dal- coro!” rispondemmo noi in coro, alzando le mani verso l’alto. Il nostro Glee Club, era salvo.

Nota autrice:
ìBuenas noche amigos! Eccomi qua, con il nuovo capitolo della long! Come avete visto, alla fine le cose si sono risolte per il nostro amato Glee Club, finalmente! Vi ho inserito come sempre il link ella canzone cantata dai ragazzi, anche se non è un’esibizione ma solo un lyrics … vi consiglio comunque di ascoltarla, se volete! ;) bene, vi lascio, ringraziandovi già da ora per l’attenzione e per leggere e seguire la mia storia! Aspetto recensioni,fatemi sapere cosa ne pensate della storia, mi farebbe piacere! ;) al prossimo capitolo!
Saluti
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