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Autore: CixRed_    03/10/2014    3 recensioni
Dopo circa cinque secondi mi sussurra di rimando un ‘’Buonanotte Beth’’. Con il cuore leggero mi addormento, cullata dal respiro regolare di Daryl.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Secondo.

A giudicare dalla posizione del sole deduco che sia appena l’alba. Mi giro verso la persona che mi dorme accanto. Una ragazza dai lunghi capelli biondi che corrisponde al nome di Beth Greene detta anche ‘’ragazzina’’ sta russando alla grande. Nonostante il rumore infernale che sta facendo la trovo comunque adorabile. Non ho dormito. Ho passato tutta la notte a pensare a lei, e a guardarla. Qualcosa è cambiato, ma non riesco ancora a capire precisamente cosa. Per esempio, perché amo così tanto stuzzicarla? Non mi era mai successo con nessun’altra, di solito con le altre esisteva solamente un desiderio carnale. Per carità, Beth è una bellissima ragazza, e in certi momenti ho dovuto ricorrere in tutto l’autocontrollo che per mia fortuna possiedo per non saltarle addosso, ma con lei c’è qualcosa in più che per il momento non riesco ancora a riconoscere. Avrei voluto tanto dormire, chiudere gli occhi e non pensare più, ma non ci riesco con lei nel mio stesso letto. Ho anche provato ad andare a dormire nel divano, ma appena provavo ad alzarmi lei mi si stringeva ancora di più addosso, forse alla ricerca del calore.

Le dedico un ultimo sguardo, carico di una dolcezza che non so neanche da dove possa provenire, e mi alzo.

Ho troppi pensieri, e la caccia mi aiuta tantissimo a rilassarmi. Lentamente scendo dal letto e cerco i pantaloni per la stanza, facendo attenzione a non svegliarla. Una volta vestito e che ho svuotato la vescica sono pronto per andare a caccia. Esco dalla casa e respiro a pieni polmoni l’aria mattutina. Inizio con una passeggiata, poi mi addentro sempre di più nel bosco posizionato proprio dietro la casa.

Dopo circa due ore mi incammino sulla strada del ritorno, sono riuscito a cacciare due conigli incredibilmente grassi. Sono fiero di me stesso, ma non del tutto. Mentre cacciavo non riuscivo a togliermi dalla testa Beth. Continuavo a pensare a cose assurde. Mi sono chiesto svariate volte se le piaccio. Le donne solitamente le capisco sempre al volo, ma Beth no. Per me è totalmente un mistero. Mi spiazza ogni volta. Sospiro e continuo a camminare. Il sole ormai è sorto da un pezzo. Il vento delicato mi soffia contro, ma è una sensazione piacevole. Arrivo nella casa e inizio a pulire i conigli obesi. Mentre cerco disperatamente un modo per togliermi definitivamente dalla testa la ragazzina, l’oggetto dei miei desideri mi appare magicamente davanti.

Beth mi si avvicina, e si mette seduta di fronte a me. << Buongiorno. >>

La prima cosa che ho notato è che aveva solamente una camicia lunga a coprire parzialmente le sue gambe pallide. Cerco di comportarmi come al solito. << Non mi hai fatto chiudere occhio, russi in una maniera spaventosa. Penso che ti abbiano sentita tutti i zombie della Georgia. >>

Lei mi guarda malissimo e arrossisce. << Se ti davo così tanto fastidio perché allora non te ne sei andato? >> mi chiede lei mentre cerca di soffocare uno sbadiglio.

<< Ci ho provato ragazzina, ma tu ad un certo punto ti sei appiccicata a me in stile piovra gigante. >> ghigno soddisfatto. Sto tornando ad essere me stesso, ora sì che mi riconosco.

<< Non è che magari in fondo ti piaceva quella situazione? >> chiede lei velenosa incrociando le braccia e guardandomi.

<< Ti sei per caso bevuta il cervello ragazzina? Ho di meglio da fare che da farti da balia mentre sbavi a tutto spiano. >>

Lei si avvicina sempre di più al mio viso. Le punte dei nostri nasi quasi si sfiorano. << Sei sempre il solito barbaro. >>

Beth si alza, irritata e ancora assonnata, e si dirige verso il bagno. La seguo con lo sguardo e vedo che prima di chiudere la porta mi rivolge uno sguardo strano.

Cosa si è messa in testa quella scema? Solo io posso fare questo giochetto delle occhiate eloquenti, non di certo lei. Vuole giocare? Bene, l’accontenterò. Continuo a pulire i conigli, con il rumore costante del getto della doccia che mi tiene compagnia. Ad un certo punto mi balena in mente l’immagine di Beth in questo preciso istante, sotto alla doccia, bagnata. Inizio a muovermi a disagio sulla sedia. Perché ora sto pensando di nuovo in questo modo alla ragazzina? Cosa mi ha fatto, un incantesimo? E’ una strega? Beh è probabile, considerando la sua vena odiosa e acida che la contraddistingue.

La porta si apre ed esce una Beth tutta imbacuccata per non prendere troppo freddo. << Daryl vado di sopra a vestirmi, non salire per nessuna ragione al mondo. >>

Alzo un sopracciglio. << Detto fra noi, ma chi ti vuole vedere? Va a vestirti e muoviti che dobbiamo uscire. >>

<< Uscire dove? >> mi chiede lei con sguardo interrogativo.

<< Un ristorante a cinque stelle può andarti bene? O preferisci andare al cinema? Che razza di domanda è? Ti porto in un posto dove posso insegnarti in tutta tranquillità come si maneggia la balestra, non si sa mai. >> ribatto ironico guardandola con intensità.

Mentre parlavo mi si era avvicinata, ma ora sta indietreggiando lentamente. Forse non se lo aspettava, questo giochetto mi diverte già da matti.

<< Ragazzina che hai? >> chiedo guardandomi con falso interesse le unghie.

Beth fa una smorfia e se ne va, senza dire nulla. Cosa cazzo le è preso? Non le permetto di andarsene così, se proprio sente la necessità di andare da un’altra parte deve prima rispondermi, e poi è libera di fare ciò che vuole. Non mi piace quando la gente non mi risponde, soprattutto se lo fa lei. Così sistemo questi maledetti conigli, mi lavo le mani e la seguo al piano superiore. Lei è in camera, intenta a pettinarsi i capelli. Mi accuccio in modo tale che lei non possa vedermi. Passo dieci minuti a fissarla. Non mi ero mai reso veramente conto di quanto potesse essere bella. Ora si è alzata dal letto e si sta per togliere l’asciugamano. Questo è il momento giusto per ritornare giù di sotto. Mi alzo con cautela e scendo le scale. Ancora non capisco per quale strana motivazione io l’abbia seguita fino in camera.

<< Sono pronta.>> Beth mi guarda incuriosita mentre io sono ancora assorto nei miei pensieri contorti.

Si avvicina e mi sventola una mano davanti agli occhi. << Sei vivo? >> mi chiede scherzosamente.

<< Certo ragazzina, smettila con queste cazzate e andiamo che abbiamo molto da fare. >> mi alzo e prendo la mia amata balestra. Vedo con la coda dell’occhio che lei continua a guardarmi, così mi giro di scatto e ghigno.

<< Fammi capire, ma tu passi la tua vita a fissarmi con aria sognante? >> lei diventa immediatamente paonazza e mi supera di corsa, ma non prima di averti urlato contro un sonoro ‘’vaffanculo’’. Adoro tutto questo.

Beth mi sta aspettando nel giardino ormai abbandonato della casa, mentre io prendo le ultime armi.

Ogni tanto le lancio qualche occhiata dalla finestra, ma lei continua a darmi le spalle, immobile come una statua, con i capelli che le svolazzano da tutte le parti.

<< Eccomi ragazzina. >> lei mi squadra e poi annuisce.

E’ stata incredibilmente zitta per tutta la durata del viaggio, cosa anomala. Eravamo quasi giunti a destinazione quando mi decido e parlo. << Allora nanetta, si può sapere che ti prende? >>

Beth mi guarda con uno sguardo che secondo lei dovrebbe essere minaccioso << Non sono una nanetta. >>

<< Si certo come no. >> faccio una smorfia. E’ impossibile, deve sempre ribattere qualsiasi cosa.

<< Ti ho detto che non sono una nanetta!>>

<< Ma se vicino a me sembri uno gnomo. >> ribatto io, sempre più divertito.

Sbuffando si mette accanto a me, e con mia somma gioia mi da ragione. << D’accordo, sono lievemente più bassa di te ma questo perché tu sei semplicemente troppo cresciuto e vecchio >> ha pronunciato l’ultima parola con un tono di voce carico di sfida.

Decido di stare al suo gioco e di non prendermela troppo.

<< Se io sono vecchio allora tu sei una neonata.>> mi ringhia contro e si mette a camminare, ma dalla direzione opposta.

<< Dove stai andando genio, bisogna prendere il sentiero a sinistra. >> le indico il sentiero proprio davanti a noi.

Lei mi supera senza dire una parola e imbocca il sentiero sbuffando. Con un sospiro la seguo e osservo i suoi lunghi capelli ondeggiare a ogni suo passo. Tempo due minuti e ci ritroviamo in una radura.

La supero e le deposito in mano con infinita delicatezza la mia balestra. << Mi raccomando trattamela bene Greene. >>

Lei mi guarda come se fossi un pazzo. << Tratti la balestra come se fosse la tua fidanzata, stai messo bene con il cervello eh? >>

Mi avvicino a lei e mentre lei mi guarda io ne approfitto per accarezzarle una guancia. Beth sbarra gli occhi dalla sorpresa e io, da bravo bastardo, mi sposto da lei come se niente fosse.

Cammino fino al centro della radura e faccio un cenno a Beth di raggiungermi. << Ascolta bene nanetta, è fondamentale che tu impari ad usare la balestra. So che sei abile con la pistola e con i coltelli ma putacaso mi succedesse qualcosa, devi sapere dove mettere le mani. >>

<< D’accordo. >>

Ci stiamo esercitando da ore, ma lei sbaglia ogni volta. Mentre tiene la balestra ha le braccia che le tremano, e di conseguenza sbaglia la mira.

<< Beth rilassati, è tutto un fattore psicologico. >> cerco di incoraggiarla ma a ogni sbaglio lei si abbatte sempre di più.

<< Basta è inutile! Non sono capace Daryl, mi dispiace. >> mi guarda con quegli occhioni colmi di dispiacere. Mi sento strano davanti a quella vista.

<< Esattamente, perché ti dispiace? Non è successo nulla. >>

<< Perché non sono capace di fare nulla. Sono una stupida e una debole che pensa in continuazione al suicidio. >> si accascia per terra e io di istinto l’abbraccio. Si aggrappa a me, e io la stringo con forza. Rimaniamo così per ore, fino a quando non inizia a fare buio. E proprio nella penombra, pronuncio delle parole che mai e poi mai avrei mai pensato di dire.

<< Tu sei importante per me, e non sei una debole. >>

Beth sbatte più volte gli occhi incredula, e in effetti lo sono anch’io. Non mi ero mai così tanto lasciato andare con nessuna, e la cosa inizia a spaventarmi.

<< Daryl… grazie. >> si mette in punta di piedi e mi deposita con leggerezza un bacio sulla guancia.

Ci incamminiamo verso la casa poco dopo. Passo tutto il tempo a ripensare a quell’innocente bacio, fino a quando i miei pensieri furono interrotti bruscamente da un rumore fin troppo familiare.

<< Beth, tira fuori i coltelli, stanno arrivan…>> e mi interrompo perché vedo che lei è già armata e mi sorride complice.

<< Si, li ho sentiti. Non hanno esattamente un passo felpato. >> le sorrido e insieme iniziamo a scappare facendo il meno rumore possibile. Eravamo quasi alla fine del sentiero, quando Beth inciampa e cade. Allarmato torno indietro e me la carico sulle spalle, nonostante lei continui a protestare dicendo che è in grado di camminare da sola. Convinto di averli seminati, smetto di correre per riprendere fiato. Faccio appena in tempo a spostare Beth che uno zombie mi si fionda addosso, pronto a mordermi. Perdo l’equilibrio e cadiamo insieme sui sassi appuntiti. Non trovando la balestra nei paraggi vado nel panico più assoluto e cerco di trovare un modo per sbarazzarmi di lui. Mentre provo in tutti i modi di non diventare il prossimo pranzo di Natale dello zombie vedo una freccia conficcarsi con precisione nel suo cranio. Giro la testa stupito e vedo Beth con in mano la mia balestra e un senso di orgoglio mi pervade. Mi raggiunge con un aria preoccupata.

<< Daryl stai bene? Ti ha morso? Hai visto che ci sono riuscita? Scusa se ci ho messo tanto ma avevo paura di sbagliare e di colpirti… >> sembrava un fiume in piena, e per calmarla ho fatto l’unica cosa che mi sembrava giusta. L’ho abbracciata brevemente, per la seconda volta.

<< Grazie Beth, mi hai salvato. >> le rivolgo un sorriso vago e mi riprendo la balestra.

Ricambia il sorriso. << L’ho fatto solo perché sennò non mi sarebbe rimasto più nessun’altro con cui discutere.>>

Per tutto il resto del viaggio non abbiamo più parlato. Non conosco le sue motivazioni, magari è semplicemente stanca oppure sta pensando.

<< Daryl, ogni tanto ti capita di pensare a qualcuno del nostro gruppo? >> mi chiede lei a bruciapelo, continuando a camminarmi accanto.

<< Beh sì. >> decido di risponderle con la verità. Beth ha una strana espressione, sembra essere triste.

<< E a chi pensi? >> continua a chiedermi mentre si raccoglie i capelli e si fa una coda.

Prima di rispondere mi incanto per un momento a guardare la ragazzina armeggiare con quei capelli ribelli. << Penso a tutti, ma a maggior modo a Carol. >>

Lei si blocca, sbarrando gli occhi. Si allontana leggermente da me e continua a camminare. << Ah, capisco. >> dice fredda.

La guardo senza capire. Cosa sta insinuando quella piccoletta? Dopo svariati minuti dove ho passato in rassegna ogni motivo valido che mi passasse per la testa per quel suo repentino cambiamento d’umore, decido di rinunciarci. Magari ha il ciclo.

La supero in silenzio, guardando intorno alla fitta vegetazione. Siamo quasi arrivati alla casa, e infatti ce la ritroviamo di fronte dopo neanche cinque minuti.

Apro la porta, facendo sempre attenzione a non farla cigolare, e Beth si precipita al secondo piano. Prima di vederla scomparire dalle scale mi è sembrato di udire un piccolo singhiozzo.

Decido di lasciarla per i fatti suoi e intanto vado a farmi la doccia. Stranamente funziona, cosa che mi ha particolarmente colpito. Sotto il getto d’acqua calda mi rilasso completamente, mentre penso alla giornata. Pensavo che insegnarle ad usare la mia balestra, che tra parentesi non l’ha mai usata nessun’altro eccetto me, mi avrebbe fatto apparire diverso ai suoi occhi, o che perlomeno avrebbe gradito il gesto. E invece no, ha messo il broncio. Dopo che ripenso continuamente alla scena, noto un piccolo particolare che prima dev’essermi sfuggito. Lei ha messo il broncio subito dopo che le ho detto di Carol. All’improvviso capisco. Mi vesto di corsa e mi precipito da lei.

Arrivo davanti alla camera, la porta è aperta. Beth è sdraiata e fa finta di dormire. Mi avvicino sorridendo e mi siedo accanto a lei.

<< Con Carol non è mai successo nulla. E’ l’unica persona che sento essere quasi una mia amica. E ti assicuro che non me ne sono mai innamorato. >>

Beth si volta verso me con il viso rigato dalle lacrime. Senza dire una parola mi abbraccia fino ad addormentarsi. Rimango un po’ sul letto ad accarezzarle i capelli e a sistemarle di tanto in tanto la coperta fino a quando decido di andare a preparare la cena. Una volta in cucina decido che per stasera possiamo anche fare uno strappo alla regola, quindi afferro l’ultima confezione di carne essiccata. Rovistando in cucina ho trovato un vassoio, così mi viene in mente un’idea. Pochi minuti dopo sono fuori dalla camera da letto, con il vassoio pieno. Apro la porta, mi dirigo verso il comodino e poso il vassoio. Mi ritrovo a fissarla nuovamente, incapace di distogliere lo sguardo. Ancora non capisco perché ogni tanto mi incanto. Cosa diavolo mi sta succedendo?

Le scrollo una spalla con delicatezza. << Forza svegliati ragazzina. >>

Apre i suoi occhi verdi e sbadiglia.

<< Che c’è Daryl? >>

Le rispondo semplicemente prendendo il vassoio e posizionandolo tra noi due. Beth mi guarda e mi regala un sorriso meraviglioso.

<< Mi hai portato la cena al letto! >> prende il suo piatto e inizia a mangiare, dev’essere affamata a giudicare dal modo in cui sta sbranando la carne.

<< Però, tu sì che sei perspicace. >> le rispondo con una punta di ironia mentre inizio anch’io a mangiare.

Ceniamo in silenzio, come ieri, ognuno perso tra i propri pensieri. Una volta che anche Beth ha finito di mangiare mi alzo per riportare tutto in cucina. Ritorno in camera ma lei si è addormentata di nuovo. Mi spoglio velocemente e mi butto sul letto, facendo particolare attenzione a non sfiorarla neanche col pensiero. Così mi giro verso il muro e chiudo gli occhi, ma Beth mi chiama.

<< Daryl. >>

Apro di scatto gli occhi ma non mi giro. << Che vuoi adesso? >>

<< Posso dormire abbracciata a te? Per favore. >> mi chiede con voce implorante.

Per un momento mi paralizzo dalla sua strana richiesta, ma subito dopo mi volto verso lei e alzo le braccia, pronta ad accoglierla. Felice come una bimba lei si fionda letteralmente tra le mie braccia. E’ strano sentirla così vicina, con i suoi capelli che mi solleticano il collo. La sua testa è appoggiata sul mio petto e penso che mi stia ascoltando i battiti del cuore. Sono teso come una corda di un violino, ma piano piano inizio sempre di più a rilassarmi, fino a quando non chiudo lentamente gli occhi, con la consapevolezza di non essere più solo.


  
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