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Autore: Iaiasdream    04/10/2014    1 recensioni
Seguito di: A QUEL PUNTO... MI SAREI FERMATO
Rea, ormai venticinquenne, dirige il liceo Dolce Amoris, conducendo una vita lontanissima dal suo passato, infatti ha qualcosa che gliel'ha letteralmente cambiata... ma... come si soleva immaginare, qualcuno risorgerà dagli abissi in un giorno molto importante... cosa succederà?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
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I suoi occhi brillano, sembrano diamanti sospesi tra le nuvole. Non riesco a non guardarlo. Siamo a pochi metri di distanza l'una dall'altro: io dalla parte di Rosalya e lui da quella di Lysandro. Ci siamo alzati solo noi due, testimoni delle nozze, per assistere al fatidico giuramento.
<< Rosalya, vuoi tu prendere come sposo il qui presente Lysandro, amarlo e onorarlo, in ricchezza e in povertà, nella salute e in malattia, finché morte non vi separi? >>
Sento quelle parole rivolte a me, mentre continuo a guardare Castiel che fissa l'altare con un'aria quasi malinconica, e in sottofondo al "sì" di Rosalya, riecheggia flebile il mio.
Vedo Castiel drizzare la schiena e voltarsi smarrito verso di me. Non so perché, ma imbarazzata, mi giro verso l'altare facendo finta di nulla.
Purtroppo i miei occhi sono peggio di una calamita, e non resistono un minuto lontano da quelli del rosso, e così involontariamente mi ritrovo a guardarlo, accorgendomi che lo sta facendo anche lui con me. Mi sorride, e ritorna a guardare davanti a se.
Ho male in petto. Perché dobbiamo trovarci a un matrimonio che non è il nostro? Mi chiedo triste. Perché non posso stare con te? Potrò mai dirti anche io, sì?

Usciamo dalla Chiesa e tutti gli invitati si preparano per lanciare il riso agli sposi. Mi inoltro nella folla per raggiungere zia Michelle e il bambino, e non so se notare con piacere o dispiacere che a loro si è avvicinato Castiel. Mi avvicino lentamente, vedo Etienne tiragli un lembo della giacca verso il basso; lui abbassa lo sguardo, << Cosa c'è? >> gli chiede accarezzandogli la testa. Etienne solleva le braccia verso di lui, per essere preso in braccio. Castiel, dal canto suo, non se lo fa dire, lo prende e rimane a fissarlo.
<< Castiel? >> chiede Etienne.
<< Mhm? >>
<< Perché buttano il riso agli sposi? >>
<< Lanciare il riso agli sposi è un augurio di prosperità, benessere e abbondanza >> risponde Castiel tutto d'un fiato. Etienne fa una smorfia contrariata << Il riso si mangia, non si lancia >> borbotta giocando con il colletto del rosso, il quale si lascia scappare un sorriso.
<< Mamma! >> esclama il bambino dopo avermi visto. Castiel si volta di scatto e mi guarda.
<< Hai visto, papà non è venuto >>. Trasalisco a quelle parole e subito guardo Castiel senza capirne il motivo. Lui ricambia lo sguardo e aggrotta le sopracciglia incuriosito dalla mia espressione.
<< V-verrà più tardi Etienne >> rispondo, per non lasciare dubbi.
<< Ma se hai detto che non... >>
<< Etienne! >> lo interrompo cercando di mantenere la calma, << perché non vai a lanciare anche tu il riso agli sposi? >> chiedo sorridendo a stento. Lui annuisce, scende da Castiel e accompagnato da mia zia, si inoltra tra la folla.
<< Mi sono perso qualcosa? >> chiede ad un tratto Castiel mettendosi le mani nelle tasche del pantalone.
Dio com'è bellissimo in giacca e cravatta.
<< N-nulla... Cosa dovevi perderti? >> chiedo incerta.
<< Pensi che non ti conosca? >> ribatte lui guardandomi sottocchio.
<< ...come sta Alain? >> chiedo cercando di cambiare discorso, dopo aver esitato un istante.
Prima di rispondermi, mi fissa attentamente. Volgo lo sguardo da un'altra parte perché non riesco a reggere il suo.
<< Lo opereranno alla Vigilia di Natale >>, lo sento mormorare dopo un po'.
<< Fra una settimana? Perché non prima? >> chiedo scettica.
<< Non lo so >>
<< Andrà tutto bene? >>, abbasso lo sguardo.
<< Deve andare tutto bene. Alain vivrà, e questo anche grazie a te >>
<< A me? Perché? >>
<< Sei stata tu a convincerlo >> risponde sorridendomi << Anche se devo dire che è un po' troppo sfacciato >>
<< Che intendi? >> chiedo.
<< Ha detto che non appena tutto finirà, farà di tutto per conquistarti >>
Sorrido imbarazzata, mentre lui mi lincia con gli occhi.
<< Perché mi guardi così? >>
Non mi risponde, sfila una mano dalla tasca e la porta al mio braccio, accarezzandolo << Lui non ha ancora capito a chi appartieni >> sussurra avvicinandosi. Sobbalzo, sentendomi rabbrividire sia a quel tocco che a quelle parole. Mi scosto da lui, e imbarazzata soggiungo: << Sarà meglio andare, gli sposi sono già partiti >> detto questo mi allontano per raggiungere la macchina dove Kim, Michelle e Etienne mi stanno aspettando.
Non devo lasciarmi travolgere dalle sue parole, dopo tutto quello che mi è successo, anche se Armin non fa più parte della mia vita, è inevitabile che Castiel e io non possiamo stare insieme. Anche se quel non, mi ferisce il cuore, devo trovare la forza di rimanere con i piedi per terra. La vera Rea si dissolse quella notte in cui i suoi sogni l'abbandonarono.

La neve ha annunciato la sua presenza, regalandosi a quel giorno molto importante per Rosalya e Lysandro. La mia amica però non la pensa allo stesso modo, infatti si sta lamentando per l'acconciatura che l'umidità le sta rovinando. Kim la mette subito a tacere dicendole che in fondo i festeggiamenti sono all'interno della sala e che quindi i capelli non rischiano nulla.
Alle volte vorrei avere anche io lo stesso carattere schietto della bruna. Mi risparmierei molti problemi, e invece cosa faccio? Me ne sto seduta al mio tavolo a guardare gli altri come ballano.
La musica è rumorosa, e stranamente mi da fastidio. Per fortuna termina, dando il posto a un lento.
<< Mi concedi questo ballo? >> sento chiedere ad un tratto. Mi giro sorridendo.
<< Erich? Anche tu qui? Non ti avevo visto >>
<< Preferivo rimanere a casa, ma mio fratello mi ha trascinato >> risponde lui sorridendo << allora, vuoi ballare >>
Ci penso su per qualche istante, poi gli porgo la mano accettando. Ci mettiamo in pista con gli altri. Erich mi arriva all'altezza del petto. Ripenso a quando mi afferrava il lembo della camicia, allora aveva solo sei anni. È cresciuto ormai, e sta diventando un ragazzino molto carino. Lo guardo negli occhi.
<< Cosa c'è? >> mi chiede ad un tratto.
<< Nulla. Stavo solo guardando i tuoi occhi >> rispondo accennando un sorriso.
<< E cos'hanno i miei occhi? >>
<< I tuoi occhi sono come i suoi >> rispondo tutto d'un fiato indicando con la testa Castiel, seduto a parlare con lo sposo. Erich fa lo stesso e sorride.
<< Ti piacciono? >> chiede
<< Tanto >> rispondo malinconica.
<< Rea, ricordi la prima volta che ci incontrammo? Ti dissi quella frase, perché capii >>
Fermo i miei passi, rimanendo impietrita.
<< E-Erich... >>
<< Tranquilla, non l'ho detto a nessuno... >> mi interrompe.
Non so se sospirare di sollievo o continuare a preoccuparmi.
<< Io so che forse hai le tue ragioni per tenerlo nascosto >> riprende abbassando lo sguardo << ma come me ne sono accorto io, non pensi che prima o poi se ne accorgerà anche lui? >>
Non so cosa rispondere, quelle parole le ha uscite fuori a bruciapelo, so solo che non riesco più a muovermi, e non lo fa neanche lui.
<< Ehi Erich! >> sentiamo Castiel esclamare dietro di noi. Il bambino mi lascia girandosi verso il fratello, << va a giocare con la pulce >> aggiunge il rosso.
<< Ok >> risponde Erich contento, poi volgendosi verso di me mi sorride facendo un occhiolino.
Rimango in pista, rendendomi conto che io e Castiel siamo gli unici fermi.
<< Che vi stavate dicendo? >> chiede.
<< Nulla di importante. Scusami >> rispondo iniziando a incamminarmi per ritornare al mio tavolo.
Lui però mi ferma, afferrandomi per un polso.
<< Cosa c'è? >> chiedo senza girarmi, sentendo il cuore iniziare a palpitare più forte.
<< Balla con me >> dice salendo la mano verso la piegatura del gomito, facendomi indietreggiare per ritrovarmi di fronte a lui. Non riesco a guardarlo negli occhi, non ce la faccio. Sono troppo occupata a cercare di calmare i battiti che freneticamente stanno risvegliando alcuni miei sentimenti. Lui afferra le mie mani, portandole al suo collo. Gli permetto quel gesto senza oppormi; poi sento cingermi i fianchi dalle sue braccia, e in men che non si dica il mio corpo tocca il suo. Abbasso lo sguardo sentendo il viso avvampare.
<< Castiel, non è il caso... >> mormoro imbarazzata.
<< Ssh... Non ho intenzione di lasciarti andare >> sibila lui sensualmente, dando inizio ai lenti passi coordinandoli con la musica.
<< Sai che mi stai facendo impazzire? >> aggiunge dopo un po' avvicinando la sua bocca al mio orecchio.
<< P- perché? >>
<< Vederti con quest'abito. Anche i tuoi soli movimenti... Non so come diavolo sto facendo a trattenermi >>
Sorrido, appoggiando inconsciamente la fronte sul suo petto, chiudendo gli occhi.
<< Michelle mi ha detto che hai lasciato Armin >>
Schiudo le palpebre di scatto e alzo la testa incrociando i suoi occhi.
<< È stato per come si comportò quella sera, non è vero? >> chiede serio.
<< I-io... >> provo a parlare, ma sento la saliva pietrificarsi on gola.
<< Meglio così... >> interviene sicuro di se << non avrei resistito un minuto di più, sapendo che lui poteva toccarti al mio posto >> sussurra portando una mano sul mio foulard e facendolo scivolare dal mio collo.
Ecco che ritorna il ricordo di quella sera, e insieme ad esso l'evidenza di quei segni che Castiel sta per scoprire e che non deve assolutamente vedere.
Porto istintivamente le mani al petto, fermando bruscamente il suo gesto.
<< No! >> esclamo, indietreggiando. Lui mi guarda allibito. << C-Castiel, s-sei sposato, non possiamo... >> non so come diavolo ho fatto a formulare quella frase, fatto sta, che lui mi guarda alquanto irritato, e io non posso fare altro che allontanarmi; ma in mezzo alla penombra e a quelle persone, la mia fuga termina presto. Mi sento afferrare per un braccio. Mi volto di scatto è ancora lui, e mi guarda con severità.
<< Lasciami Castiel >> esclamo, ma la mia voce viene sopraffatta dal ritmo rumoroso della nuova canzone.
<< Vieni con me >> mi ordina il rosso, trascinandomi.
Usciamo dalla sala ritrovandoci nella hall. Continuiamo a camminare.
<< Castiel fermati, dove mi stai portando? >> chiedo inutilmente. Lui non mi risponde e né accenna a fermarsi. I suoi passi sono sicuri, come se sapesse già dove andare. Dopo qualche minuto entriamo in un piccolo salotto di intrattenimento, a quel punto lui mi lascia il polso, si gira verso di me e mi guarda.
<< Che vuoi fare? >> chiedo fremendo.
<< Togliti il foulard >> ordina serio.
Trasalisco strabuzzando gli occhi << C-Cos... Perché dovrei toglierlo? >> chiedo tremante. "Mio Dio ti prego, fa che non l'abbia visto".
<< Togliti il foulard, Rea! >> esclama facendomi trasalire.
Maledizione, mi viene da piangere << Castiel, sono un po' raffreddata, non farmelo t... >> mi interrompo. Il suo gesto è stato più veloce delle parole, mi ha letteralmente strappato il foulard di dosso. Mi guarda il petto con titubanza.
<< Che hai fatto? >> chiedo con voce di pianto, cercando di coprirmi il petto con le mani.
<< Non avevo visto male >>, lo sento mormorare.
<< Ma che dici? >> chiedo facendo la gnorri.
<< Cosa sono quei raschi? >>
<< S-sono... Caduta... >> spiego smarrita, stringendo la mano al petto
<< Pensi davvero che sia così idiota da crederci? >> ribatte afferrandomi la mano, allontanandola dalla scollatura. << Queste sono unghie >>
<< Castiel... Mi sono fatta male da sola... >> rispondo cercando di rendere la mia voce il più credibile possibile, ma non riesco a nascondere quell'angosciante tremore dovuto anche alla paura. Non può scoprirlo, non dovrà mai scoprirlo.
Ci fissiamo negli occhi per qualche istante, poi lui mi afferra dolcemente per le spalle e mi abbraccia, stringendomi forte a se.
<< Per un momento, ho pensato che Armin ti avesse fatto del male >> sussurra tra il collo e la spalla. Trasalisco sgranando gli occhi e sentendo mancare un battito al cuore.
<< C-che dici? >> chiedo chiudendo le palpebre brucianti di lacrime che riesco a trattenere. Lo sento strusciare la sua guancia ben sbarbata sul collo, le sue labbra sfiorano la mia pelle colma di brividi, e le sue mani: una fra i capelli e l'altra dietro la schiena, si muovono in dolci e travolgenti carezze.
<< Se solo ti avesse fatto qualcosa, io lo avrei ucciso con le mie stesse mani >> digrigna, tra gli ansimi.
Riapro gli occhi strabuzzandoli. Lui smette di parlare e si lascia trasportare dalle sue stesse vemenze. Mi bacia con più passione la pelle, mentre mi spinge lentamente verso il muro. Le mani iniziano a vagare sul mio corpo, quasi disegnandolo.
<< Cas... >> provo a respingerlo, ma lui si oppone.
<< Facciamolo Rea... Non resisto più >> ansima afferrandomi per le guance preparandosi a baciarmi sulle labbra, mentre il suo busto poggia sul mio, riesco a sentire la sua virilità piena di vita.
Mi sento venir meno. La mente è affollata di pensieri e sento che tra un po' scoppierò. Per fortuna a salvarmi è il suo cellulare che squilla frenetico.
<< Castiel rispondi >> mormoro, cercando di divincolarmi.
<< Lascialo squillare >> sussurra lui continuando la sua opera.
<< No, ti prego! >> esclamo riuscendo a respingerlo.
Lui si distacca sbuffando. Afferra il cellulare senza distogliermi gli occhi di dosso.
<< Pronto... Ah Michelle, cosa c'è?... Sì è qui con me... Ok... >>. Chiude la chiamata.
<< Cosa c'è? >> chiedo con voce flebile.
<< Tuo figlio se l'è fatta sotto >> risponde sorridendo. Mi distacco dal muro, riprendendo il foulard e rimettendomelo al petto nel migliore dei modi. Cerco di ricompormi in fretta e poi mi reco alla porta.
<< Rea? >>
<< Dimmi? >> mi giro, e non appena lo faccio, me lo vedo piombare sulle mie labbra. Rimango scioccata per pochi secondi, poi non resistendo, decido di concedermi, lui si distacca, leccandosi le labbra.
<< Sappi che non mi fermerò la prossima volta >> mormora, poi avvicinando la bocca al mio orecchio.
Non so per quale motivo, ma pensando che ci potrebbe essere una prossima volta, sento la paura invadermi il cuore.


BAKA TIME: ... Dannato telefono! Starete sicuramente pensando... Ah-ah... Pur volendo, avrei potuto continuare la scena in tutta la sua completezza, ma mi son detta: No, lascia passare, per il momento. Deve pur soffrire qualcun altro oltre a Rea, no? ⌒.⌒ Aspetta Castiellino, aspetta e vedrai.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelo sapere, alla prossima friends! Un bacione.
Iaia. :-*
 
   
 
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