Ferite
Una
dolce melodia risuonava nell’aria, una melodia
soporifera che lentamente stava facendo cadere Poliwrath in un sonno
profondo.
Era il Meloderba di Leafeon che stava facendo finalmente effetto.
«Non ci starai forse sottovalutando? Per quanto forte
possa essere il tuo attacco, Poliwrath si sveglierà in
pochissimo tempo» disse
Red, per nulla preoccupato dallo stato del suo Pokémon.
«Forse sei tu che stai sottovalutando la mia
strategia…» rispose fredda Touko.
Sapeva che l’effetto di Meloderba non sarebbe durato a
lungo, ma doveva comunque tentare.
«Forza Leafeon, usa Fendifoglia sui rami degli
alberi!» esclamò la brunetta pregando con tutta se
stessa che il suo piano
funzionasse.
E così fu.
Il Pokémon rigoglioso si arrampicò a balzi sopra
una
gigantesca quercia e una volta arrivato in cima spiccò un
salto e, grazie a
Fendifogllia, tagliò di netto la maggior parte dei rami che
oscuravano la
radura, illuminandola maggiormente.
«Posso chiederti perché non mi hai attaccato, ma
anzi
hai sprecato un’occasione per fare…il
giardiniere?» chiese Red tra lo stupito e
l’ironico.
Era stata una mossa insolita e abbastanza imprevedibile
che sicuramente il ragazzo non si sarebbe mai aspettato.
«Ho osservato il tuo Poliwrath. Ha una difesa molto
forte, quindi anche se ti avessi attaccato non sarebbe cambiato molto,
ma
così…» un grande sorriso era stampato
sul bel volto di Touko.
«Usa di nuovo Attacco Rapido» ordinò al
suo compagno
il quale caricò il colpo.
«Ribaltiro» si limitò a dire Red dal
momento che il
suo Pokémon si era svegliato ed era pronto a combattere
nuovamente.
Il Poliwrath cercò di inquadrare bene il Leafeon, il
quale però si spostava ad una velocità
spaventosa. Poi quando il Pokémon
rigoglioso gli fu vicino lo colpì in pieno senza che
l’altro avesse il tempo di
reagire e contrattaccare.
«Come…» provò a chiedere Red
sbalordito dal
cambiamento di velocità dell’avversario.
«Semplice, l’abilità di Leafeon gli
permette di
raddoppiare la velocità sotto una luce solare intensa quindi
ora siamo in grado
di schivare i
vostri attacchi» le rispose Touko con una punta
d’orgoglio.
Era felice di essere riuscita a mettere per lo meno in
difficoltà Red di Biancavilla.
Dal canto suo il ragazzo era sorpreso.
Doveva
ammettere che aveva sottovalutato la situazione e soprattutto
l’intelligenza
della ragazza, ma comunque aveva anche lui il suo asso nella manica.
Perciò si limitò a sorridere e ordinò
semplicemente al
compagno «Usa Geloraggio a raffica»
Il Poliwrath iniziò a cercare di colpire il Leafeon,
il quale puntualmente si spostava schivando il colpo. In men che non si
dica
però il campo lotta divenne un’enorme pista
ghiacciata sulla quale il Pokémon
rigoglioso faticava a muoversi. Era questo ciò a cui Red
mirava, ora la
velocità acquisita dall’avversario era
pressoché inutile.
«Ora Dinamipugno» disse sempre con quel tono
svogliato, mentre il Pokémon girino caricava il colpo.
«Leafeon continua a schivare» ordinò
Touko, ma sapeva
bene che non poteva più contare su quella tattica difensiva
perché il suo
compagno iniziava a essere affaticato.
“La miglior difesa è
l’attacco” pensò tra sé
così
iniziò a riflettere sul da farsi, senza accorgersi che il
suo Pokémon in
quell’istante veniva colpito da un potente Dinamipugno.
«Mi spiace, penso il tuo Leafeon sia abbastanza
stanco» le sorrise canzonatorio Red.
«O la va, o la spacca» pensò Touko ad
alta voce
«Leafeon, metti tutte le tue forze in questo attacco, usa
Fendifoglia»
«Un attacco frontale… che
banalità» sospirò annoiato
il ragazzo «Intercettalo con Dinamipugno»
Il Leafeon si avvicinò all’avversario a una
velocità
sorprendente mentre
quest’ultimo
attaccava con Dinamipugno. All’ultimo però
scavalcò il Poliwrath e gli si
piazzò alle spalle, quindi attaccò. Il
Pokémon girino, già provato in precedenza,
cadde in ginocchio quasi esausto.
«Non ti facevo così scorretta»
sussurrò Red.
«A mali estremi… Finiamola con un altro
Fendifoglia!»
disse Touko.
Il Leafeon attaccò il Poliwrath apparentemente inerme
che cadde definitivamente a terra esausto.
La brunetta esultò mentalmente per l’ottimo
lavoro, ma
il suo sorriso si smorzò quando vide che Red la guardava con espressione
ambigua.
«Perché mi fissi così?»
chiese curiosa.
«Guarda un po’ il tuo Leafeon» le rispose
lui, sempre
con quel mezzo sorriso.
Touko si voltò come le era stato detto e vide che
anche il suo compagno era a terra, mezzo agonizzante.
Gli si avvicinò e lì si accorse di ciò
che era
successo: era stato avvelenato.
«Com’è possibile?»
esclamò stupita.
«Io la chiamo tattica di emergenza, quando io e Poliwrath
stiamo per perdere lui usa ormai automaticamente il suo ultimo
attacco…»
«Velenospina» concluse lei reprimendo un moto di
stizza.
«Esatto, gliel’ho fatto imparare apposta per casi
come
questi» sorrise Red.
«Ora io non penso tu voglia far combattere quel povero
Pokémon»
«Certo che no!» rispose la ragazza indignata.
Per chi l’aveva presa? Lei non maltrattava certo i
suoi Pokémon.
“Però maltratti gli umani” le disse una
vocina interna nella sua
testa, che Touko zittì immediatamente.
«Se non sbaglio la lotta non è finita, sempre che
tu
non voglia ritirarti» la provocò il ragazzo
Ora la vecchia Touko, quella ingenua e troppo
impulsiva, avrebbe sicuramente aggredito Red e gli avrebbe fato una
scenata
colossale, ma invece la nuova Touko era diversa. Era una persona priva
di
emozioni e come tale doveva rimanere, anche durante una sfida.
Aveva sbagliato
a lasciarsi prendere dall’entusiasmo pensando di aver vinto
la prima lotta
contro Poliwrath perché ora ne pagava le conseguenze.
Erano pari per il momento, perciò doveva giocarsi bene
le sue carte.
«Conto su di te Sigilyph» esclamò dunque
con tono
deciso.
«Bene, Campionessa, che ne dici di una lotta
aerea?»
domandò retoricamente il ragazzo «Charizard, sai
cosa fare»
E detto questo lanciò la Pokéball del
Pokémon fiamma
verso il campo lotta.
Le gambe le tremavano dalla fatica eppure per qualche
strana ragione lei continuava a camminare.
Percorreva in fretta le gallerie di quella
falda che l’avrebbe portata dal suo capo, il sommo
Ghecis.
Solo poche ore prima,
dopo chissà quanto tempo di coma, si era svegliata
nell’infermeria del Team
Plasma con la parte destra del viso che bruciava in modo insopportabile
e con
una continua tosse che non le dava respiro. Eppure aveva chiesto sin da
subito
udienza dal loro capo per comunicargli delle “cose
urgenti” e nessuno aveva
ribattuto.
Ovviamente, dal momento che lei era Adelaide, il primo generale e
Braccio destro di Ghecis.
Il motivo di tutta quella fretta? Semplicemente
quell’insulso ragazzo, N, le era sfuggito dalle mani.
Perché proprio lei era stata incaricata, insieme ad
una semplice recluta, di riportare il principino nel Team, ma aveva
fallito. Il
potente Reshiram si era messo contro di loro provocando un grosso
incendio nel
Bosco Girandola, dal quale Adelaide era uscita viva per un
soffio.
D’altronde
lei se la cavava sempre in ogni situazione ed era questo il motivo per
cui era
diventata così influente nel Team Plasma.
Oltre alla sua abilità nelle lotte.
Questa volta però Adelaide non si sentiva affatto
bene. Oltre all’immenso dolore fisico che sentiva, provava
anche una grande
inquietudine nell’animo. Sapeva che il suo fallimento
difficilmente sarebbe
rimasto impunito.
Per di più notava qualcosa di strano in sé, come
se la
sua visuale del mondo si fosse in qualche modo rimpicciolita.
Sull’onda di questi pensieri entrò dunque nella
grotta
dove il sommo Ghecis era rintanato. Egli sembrava quasi aspettarla.
Lei si inchinò senza proferire parola mentre lui con
un gesto la fece alzare.
«Ho sentito cos’è successo.
C’è scappato anche il
morto, come si suol dire» iniziò l’uomo
con un tono calmo.
Troppo calmo.
«Sì, mio signore» si limitò a
rispondere Adelaide con
voce roca.
Quando parlava la gola le raschiava facendole provare
un dolore terribile, evidentemente era la conseguenza per
l’inalazione di
qualche gas durante l’incendio.
«E immagino N sia scappato» continuò
Ghecis
«Si» sussurrò con odio lei.
Il sommo Ghecis si mise a camminare avanti e indietro
per la grotta, segno della grande rabbia che provava.
«Un infinità di tempo» iniziò
«Adelaide, è un’infinità
di tempo che sono rinchiuso qui dentro per nascondermi. Il mio, il
nostro unico
modo per poter tornare grandi è trovare e portare qui il
ragazzo con il
leggendario e tu hai fallito…» l’uomo
parve prendere fiato.
Fece altri tre passi per la grotta e poi si fermò come
fulminato.
«Io… io sono stanco di vivere
così!» Ghecis sembrava
sull’orlo della pazzia.
D’altronde come potergli dare torto, dal momento che
erano anni che non vedeva nemmeno la luce del sole.
«Ma tu, Adelaide, sei fortunata. Per te ho un altro
incarico, quindi un’altra possibilità»
una smorfia, che somigliava ad un
sorriso, deformò la faccia dell’uomo.
«Significa che non mi
punirete?» chiese Adelaide con
voce quasi supplicante.
La reazione di Ghecis la sorprese.
L’uomo si mise a ridere come un folle e le disse
«Hai
già avuto la tua punizione»
Poi le indico una pozza d’acqua che bagnava il
pavimento della grotta e Adelaide si avvicinò.
Quello che vide riflesso la fece urlare dallo spavento
preso.
L’acqua rifletteva una donna dai capelli biondi
anneriti e bruciati dalle fiamme, la pelle piena di tagli e gli
occhi… o per
meglio dire l’occhio!
Solo l’occhio sinistro era visibile, mentre quello
destro era coperto da un drappo di stoffa, o per meglio dire una benda.
Una orrenda
cicatrice invece le tagliava a metà la faccia: da una parte
la pelle candida mentre
dall’altra quelle ustionata dalle fiamme.
Certo, Adelaide aveva visto le strane
occhiate che le reclute le avevano lanciato, ma mai avrebbe pensato a
tanto.
La sua bellezza era perduta, per sempre. Ne era sempre
andata fiera e ora…
“Ora rimane solo la vendetta” pensò
trattenendo le lacrime.
Non poteva credere a ciò che le era successo e invece
era tutto vero. Ora si ritrovava con metà volto sfigurato e
la sua vita non
sarebbe mai stata come prima, lo sapeva.
Odio, frustrazione e rabbia erano i
sentimenti che si alternavano ora nel suo cuore. Non le importava della
recluta
morta, le importava solamente di ciò che era successo a lei.
«Ditemi che devo fare» disse con un tono carico di
rancore
«Trovami la ragazzina» le ordinò Ghecis
che pareva
essere tornato normale.
Ormai era una cosa quotidiana per lui alternare
momenti di totale follia e momenti di brillante intelligenza.
«Non solo, signore» disse
Adelaide uscendo dalla grotta «Vi
porterò sia lei che il ragazzo, sarete fiero di
me».
Era colpa sua, colpa di N e del suo stupido Reshiram
se ciò era successo e ora lei si trovava con
un’orribile cicatrice in volto.
Era sfigurata e il solo pensiero le provocava una stretta allo stomaco
«Pagherà per tutto» sussurrò
imboccando il tunnel che
saliva in superficie.
Quello era ormai il quinto di fila e il ghiaccio di
cui in precedenza era coperto il suolo si era ormai sciolto di fronte
al calore
delle fiamme.
«Sigilyph intercettalo con Psicoraggio» disse Touko
concentrata.
I pensieri sfrecciavano veloci nella sua mente. Mille
idee, mille strategie, una strada per poter vincere quel logorante
incontro per
il quale non vedeva alcuna via di salvezza.
I due Pokémon erano alla pari, nel
senso che entrambi non avevano punti deboli e i due tipi erano
equilibrati. Ovviamente
la grande potenza distruttrice di Charizard era superiore al Sigilyph,
che
comunque non se la stava cavando male.
«Eterelama!» esclamò la brunetta che
stava cercando
con tutta se stessa di sbloccare la situazione, apparentemente in
stallo.
«Proteggiti con Ondacalda» ribatté il
ragazzo
Un altro attacco a vuoto, la situazione si stava
facendo snervante. Ormai il Sigilyph di Touko iniziava ad affaticarsi
per i
continui attacchi, mentre il ben allenato Charizard di Red sembrava non
mostrare segni di cedimento.
«Se questo è il livello di una
Campionessa…»
«Fammi almeno il favore di stare zitto»
scattò Touko,
che ormai cominciava a perdere la pazienza.
«Siamo nervosetti?» la canzonò allora il
ragazzo.
“Calma” pensò “Calma e pensa
con lucidità”.
Non doveva
assolutamente innervosirsi altrimenti le sue poche chance di vittoria
sarebbero
andate in fumo.
«Posso farti una domanda?»
disse Red interrompendo il suo flusso di
pensieri.
«Tanto me la faresti comunque quindi…»
sospirò
distrattamente Touko.
«Sei la prima persona che incontro che non mi chiede
spiegazioni su chi io sia, è un po’
strano»
«Cosa intendi dire» gli chiese la brunetta.
«Sei una delle poche persone che non mi assilla con le
sue curiosità sulla mia storia e…»
«Scusa tanto Campione, ma mi sembra che il tuo ego vada
un po’ ridimensionato» gli rispose fredda Touko
«Questa è la tua vita, non
dovrei farmi gli affari tuoi»
Red rimase spiazzato da quella risposta. Nessuno gli
aveva mai risposto così, di solito la gente faceva carte
false anche solo per
vederlo e questa proprio non se la sarebbe mai aspettata.
Soprattutto la ragazza aveva sputato quelle parole
come se fossero veleno.
Dal canto suo Touko si accorse di essere stata un po’ troppo
scortese, ma d’altronde ciò che aveva detto era la
pura verità: ognuno ha la
propria vita.
E lei non era certo il tipo che andava a spiare quella
altrui gelosa com’era della sua.
«Perdona il mio tono, solo che detesto le persone che
si impicciano degli affari altrui» provò a
scusarsi la ragazza pensando
inconsciamente a ciò che Belle le aveva fatto la sera prima,
ma stavolta fu lei
a essere spiazzata dalla reazione dell’Allenatore
«Parole saggie, soprattutto se pronunciate da una come
te» rise il ragazzo e Touko pensò che forse
alludeva alla solitudine in cui
spesso lei si rinchiudeva.
«Immagino che se ora ti chiedessi di te tu non mi
risponderesti» disse la brunetta disinteressata.
«Charizard usa Lanciafiamme» fu la più
che esauriente risposta
di Red alla sua affermazione.
Touko non fece in tempo ad accorgersene e sfortunatamente
il suo Sigilyph non riuscì a schivare in tempo
l’attacco e venne colpito di
striscio, perdendo così quota.
Il Pokémon fiamma non si fece scappare
l’occasione e sfruttando l’esitazione
dell’avversario si avvicinò maggiormente
e attaccò con il Rogodenti impartitogli dal suo allenatore.
La ragazza rimase immobile.
Era successo tutto troppo
in fretta e lei non aveva avuto nemmeno il tempo per ragionare o per
difendersi.
Red l’aveva distratta e lei c’era cascata come una
novellina.
Il Sigilyph perse ulteriormente quota e la ragazza
capì che non poteva andare avanti così, doveva
giocarsi il tutto e per tutto
«Sigilyph forza, usa Sincrumore» ordinò
sperando che
l’attacco funzionasse.
Una forte onda psichica investì in pieno il Charizard
che sbandò, ma senza perdere quota e anzi
contrattaccò con un altro
Lanciafiamme. La sua potenza era inarrestabile e il Pokémon
pseuduccello venne
colpito nuovamente.
Niente da fare, se prima la lotta era difficile di
suo, ora era praticamente impossibile dal momento che Charizard poteva
contare
su due possenti ali che lo tenevano in aria, mentre Sigilyph ne aveva
una
ferita.
Touko doveva assolutamente trovare il
modo per far scendere l’avversario, per
intrattenere una lotta a terra.
«Psichico» sussurrò al suo compagno
mentre questi
indirizzava contro l’avversario una potente forza
telecinetica, riuscendo a
controllare il gigantesco corpo del Pokémon fiamma.
«Bene» si permise di sorridere la brunetta
«E ora
trascinalo verso il basso»
Seppur con fatica l’attacco riuscì e
l’immensa mole di
Charizard venne scaraventata al suolo provocando in esso un grosso
cratere.
Red non si fece prendere dallo spavento e
contrattaccò con l’ennesimo Lanciafiamme, mancato
per un soffio dal Sigilyph.
La sua ala però, precedentemente ferita dal Rogodenti, stava
diventando sempre
più un peso per la lotta, perciò Touko
capì che doveva far finire lo scontro il
prima possibile.
«Usa ancora Psichico» disse, ma il
Pokémon non fece
nemmeno in tempo ad attaccare che si ritrovò avvolto in un
turbine di fiamme.
«Non penso il tuo Sigilyph riuscirà a liberarsi
facilmente da Turbofuoco» disse Red con tono disinteressato.
Sembrava quasi che l’esito della lotta non gli
importasse più e questo Touko non lo poteva sopportare.
«Non mi dare già per spacciata» sorrise
quindi e
indicò al ragazzo il Charizard che si stava avvicinando al
vortice di fuoco.
«Che cosa sta succedendo?» chiese stupito Red
«Sigilyph sta usando Psichico…»
«Nonostante sia intrappolato in Turbofuoco?»
domandò
nuovamente il ragazzo vedendo che il suo Pokémon si stava
avvicinando
pericolosamente alle fiamme.
«Sì, il duro lavoro paga» sorrise la
brunetta.
Ciò che aveva detto era vero. Si erano allenati molto
duramente anche per poter compensare alla debolezza in difesa di
Sigilyph, e
dopo molti faticosi allenamenti erano riusciti a far si che potesse
attaccare
anche nelle situazioni più disperate.
«Sono colpito…» sussurrò Red
«Ma non perderò!»
Il pub di Guna
Aspettando l’illuminazione per un
nome migliore, tengo
questo e poi si vedrà…
Allora quinto capitolo andato e avanti un altro!
Questa è la prima vera lotta che descrivo e spero
vivamente sia venuta bene, inizialmente avrei
voluto farla
finire in questo capitolo, ma poi è venuto un papiro
chilometrico e così…
questa è la vita.
Adelaide è un personaggio che ho inventato io (ma no?)
e spero col tempo possa piacervi.
Ringrazio molto SM99 (una scheggia nel recensire),
Levyan, che ha aggiunto la storia (con mia grande gioia) tra le
preferite e
Andy Black che nonostante gli impegni è sempre presente.
Ringrazio molto anche
chi legge questa storia e… niente, oggi ero in vena di
ringraziamenti.
Spero il capitolo vi abbia soddisfatto e un saluto a
tutti!