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Autore: lagunablu    04/10/2014    5 recensioni
Unima. Sono passati tre anni da quando il team Plasma è stato battuto, ma ora una grave minaccia incombe sulla regione e rischia di sconvolgere da vicino la vita di una nuova Touko. La ragazza questa volta non è sicura di potercela fare, o per lo meno non da sola.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ferite

Una dolce melodia risuonava nell’aria, una melodia soporifera che lentamente stava facendo cadere Poliwrath in un sonno profondo. 
Era il Meloderba di Leafeon che stava facendo finalmente effetto.
«Non ci starai forse sottovalutando? Per quanto forte possa essere il tuo attacco, Poliwrath si sveglierà in pochissimo tempo» disse Red, per nulla preoccupato dallo stato del suo Pokémon.
«Forse sei tu che stai sottovalutando la mia strategia…» rispose fredda Touko.
Sapeva che l’effetto di Meloderba non sarebbe durato a lungo, ma doveva comunque tentare.
«Forza Leafeon, usa Fendifoglia sui rami degli alberi!» esclamò la brunetta pregando con tutta se stessa che il suo piano funzionasse.
E così fu.
Il Pokémon rigoglioso si arrampicò a balzi sopra una gigantesca quercia e una volta arrivato in cima spiccò un salto e, grazie a Fendifogllia, tagliò di netto la maggior parte dei rami che oscuravano la radura, illuminandola maggiormente.
«Posso chiederti perché non mi hai attaccato, ma anzi hai sprecato un’occasione per fare…il giardiniere?» chiese Red tra lo stupito e l’ironico.
Era stata una mossa insolita e abbastanza imprevedibile che sicuramente il ragazzo non si sarebbe mai aspettato.
«Ho osservato il tuo Poliwrath. Ha una difesa molto forte, quindi anche se ti avessi attaccato non sarebbe cambiato molto, ma così…» un grande sorriso era stampato sul bel volto di Touko.
«Usa di nuovo Attacco Rapido» ordinò al suo compagno il quale caricò il colpo.
«Ribaltiro» si limitò a dire Red dal momento che il suo Pokémon si era svegliato ed era pronto a combattere nuovamente.
Il Poliwrath cercò di inquadrare bene il Leafeon, il quale però si spostava ad una velocità spaventosa. Poi quando il Pokémon rigoglioso gli fu vicino lo colpì in pieno senza che l’altro avesse il tempo di reagire e contrattaccare.
«Come…» provò a chiedere Red sbalordito dal cambiamento di velocità dell’avversario.
«Semplice, l’abilità di Leafeon gli permette di raddoppiare la velocità sotto una luce solare intensa quindi ora siamo in grado di
schivare i vostri attacchi» le rispose Touko con una punta d’orgoglio.
Era felice di essere riuscita a mettere per lo meno in difficoltà Red di Biancavilla.
Dal canto suo il ragazzo era sorpreso. 
Doveva ammettere che aveva sottovalutato la situazione e soprattutto l’intelligenza della ragazza, ma comunque aveva anche lui il suo asso nella manica.
Perciò si limitò a sorridere e ordinò semplicemente al compagno «Usa Geloraggio a raffica»
Il Poliwrath iniziò a cercare di colpire il Leafeon, il quale puntualmente si spostava schivando il colpo. In men che non si dica però il campo lotta divenne un’enorme pista ghiacciata sulla quale il Pokémon rigoglioso faticava a muoversi. Era questo ciò a cui Red mirava, ora la velocità acquisita dall’avversario era pressoché inutile.
«Ora Dinamipugno» disse sempre con quel tono svogliato, mentre il Pokémon girino caricava il colpo.
«Leafeon continua a schivare» ordinò Touko, ma sapeva bene che non poteva più contare su quella tattica difensiva perché il suo compagno iniziava a essere affaticato.
“La miglior difesa è l’attacco” pensò tra sé così iniziò a riflettere sul da farsi, senza accorgersi che il suo Pokémon in quell’istante veniva colpito da un potente Dinamipugno.
«Mi spiace, penso il tuo Leafeon sia abbastanza stanco» le sorrise canzonatorio Red.
«O la va, o la spacca» pensò Touko ad alta voce «Leafeon, metti tutte le tue forze in questo attacco, usa Fendifoglia» 
«Un attacco frontale… che banalità» sospirò annoiato il ragazzo «Intercettalo con Dinamipugno»
Il Leafeon si avvicinò all’avversario a una velocità sorprendente  mentre quest’ultimo attaccava con Dinamipugno. All’ultimo però scavalcò il Poliwrath e gli si piazzò alle spalle, quindi attaccò. Il Pokémon girino, già provato in precedenza, cadde in ginocchio quasi esausto.
«Non ti facevo così scorretta» sussurrò Red.
«A mali estremi… Finiamola con un altro Fendifoglia!» disse Touko.
Il Leafeon attaccò il Poliwrath apparentemente inerme che cadde definitivamente a terra esausto.
La brunetta esultò mentalmente per l’ottimo lavoro, ma il suo sorriso si smorzò quando vide che Red  la guardava con espressione ambigua.
«Perché mi fissi così?» chiese curiosa.
«Guarda un po’ il tuo Leafeon» le rispose lui, sempre con quel mezzo sorriso.
Touko si voltò come le era stato detto e vide che anche il suo compagno era a terra, mezzo agonizzante.
Gli si avvicinò e lì si accorse di ciò che era successo: era stato avvelenato.
«Com’è possibile?» esclamò stupita.
«Io la chiamo tattica di emergenza, quando io e Poliwrath stiamo per perdere lui usa ormai automaticamente il suo ultimo attacco…»
«Velenospina» concluse lei reprimendo un moto di stizza.
«Esatto, gliel’ho fatto imparare apposta per casi come questi» sorrise Red.
«Ora io non penso tu voglia far combattere quel povero Pokémon»
«Certo che no!» rispose la ragazza indignata.
Per chi l’aveva presa? Lei non maltrattava certo i suoi Pokémon. 
“Però maltratti gli umani” le disse una vocina interna nella sua testa, che Touko zittì immediatamente.
«Se non sbaglio la lotta non è finita, sempre che tu non voglia ritirarti» la provocò il ragazzo
Ora la vecchia Touko, quella ingenua e troppo impulsiva, avrebbe sicuramente aggredito Red e gli avrebbe fato una scenata colossale, ma invece la nuova Touko era diversa. Era una persona priva di emozioni e come tale doveva rimanere, anche durante una sfida. 
Aveva sbagliato a lasciarsi prendere dall’entusiasmo pensando di aver vinto la prima lotta contro Poliwrath perché ora ne pagava le conseguenze.
Erano pari per il momento, perciò doveva giocarsi bene le sue carte.
«Conto su di te Sigilyph» esclamò dunque con tono deciso.
«Bene, Campionessa, che ne dici di una lotta aerea?» domandò retoricamente il ragazzo «Charizard, sai cosa fare»
E detto questo lanciò la Pokéball del Pokémon fiamma verso il campo lotta.

 

 
Le gambe le tremavano dalla fatica eppure per qualche strana ragione lei continuava a camminare. 
Percorreva in fretta le gallerie di quella falda che l’avrebbe portata dal suo capo, il sommo Ghecis. 
Solo poche ore prima, dopo chissà quanto tempo di coma, si era svegliata nell’infermeria del Team Plasma con la parte destra del viso che bruciava in modo insopportabile e con una continua tosse che non le dava respiro. Eppure aveva chiesto sin da subito udienza dal loro capo per comunicargli delle “cose urgenti” e nessuno aveva ribattuto. 
Ovviamente, dal momento che lei era Adelaide, il primo generale e Braccio destro di Ghecis.
Il motivo di tutta quella fretta? Semplicemente quell’insulso ragazzo, N, le era sfuggito dalle mani.
Perché proprio lei era stata incaricata, insieme ad una semplice recluta, di riportare il principino nel Team, ma aveva fallito. Il potente Reshiram si era messo contro di loro provocando un grosso incendio nel Bosco Girandola, dal quale Adelaide era uscita viva per un soffio. 
D’altronde lei se la cavava sempre in ogni situazione ed era questo il motivo per cui era diventata così influente nel Team Plasma. 
Oltre alla sua abilità nelle lotte.
Questa volta però Adelaide non si sentiva affatto bene. Oltre all’immenso dolore fisico che sentiva, provava anche una grande inquietudine nell’animo. Sapeva che il suo fallimento difficilmente sarebbe rimasto impunito.
Per di più notava qualcosa di strano in sé, come se la sua visuale del mondo si fosse in qualche modo rimpicciolita.
Sull’onda di questi pensieri entrò dunque nella grotta dove il sommo Ghecis era rintanato. Egli sembrava quasi aspettarla.
Lei si inchinò senza proferire parola mentre lui con un gesto la fece alzare.
«Ho sentito cos’è successo. C’è scappato anche il morto, come si suol dire» iniziò l’uomo con un tono calmo.
Troppo calmo.
«Sì, mio signore» si limitò a rispondere Adelaide con voce roca.
Quando parlava la gola le raschiava facendole provare un dolore terribile, evidentemente era la conseguenza per l’inalazione di qualche gas durante l’incendio.
«E immagino N sia scappato» continuò Ghecis
«Si» sussurrò con odio lei.
Il sommo Ghecis si mise a camminare avanti e indietro per la grotta, segno della grande rabbia che provava.
«Un infinità di tempo» iniziò «Adelaide, è un’infinità di tempo che sono rinchiuso qui dentro per nascondermi. Il mio, il nostro unico modo per poter tornare grandi è trovare e portare qui il ragazzo con il leggendario e tu hai fallito…» l’uomo parve prendere fiato.
Fece altri tre passi per la grotta e poi si fermò come fulminato.
«Io… io sono stanco di vivere così!» Ghecis sembrava sull’orlo della pazzia.
D’altronde come potergli dare torto, dal momento che erano anni che non vedeva nemmeno la luce del sole.
«Ma tu, Adelaide, sei fortunata. Per te ho un altro incarico, quindi un’altra possibilità» una smorfia, che somigliava ad un sorriso, deformò la faccia dell’uomo.

«Significa che non mi punirete?» chiese Adelaide con voce quasi supplicante.
La reazione di Ghecis la sorprese.
L’uomo si mise a ridere come un folle e le disse «Hai già avuto la tua punizione»
Poi le indico una pozza d’acqua che bagnava il pavimento della grotta e Adelaide si avvicinò.
Quello che vide riflesso la fece urlare dallo spavento preso.
L’acqua rifletteva una donna dai capelli biondi anneriti e bruciati dalle fiamme, la pelle piena di tagli e gli occhi… o per meglio dire l’occhio!
Solo l’occhio sinistro era visibile, mentre quello destro era coperto da un drappo di stoffa, o per meglio dire una benda. Una orrenda cicatrice invece le tagliava a metà la faccia: da una parte la pelle candida mentre dall’altra quelle ustionata dalle fiamme. 
Certo, Adelaide aveva visto le strane occhiate che le reclute le avevano lanciato, ma mai avrebbe pensato a tanto.
La sua bellezza era perduta, per sempre. Ne era sempre andata fiera e ora…
“Ora rimane solo la vendetta” pensò trattenendo le lacrime.
Non poteva credere a ciò che le era successo e invece era tutto vero. Ora si ritrovava con metà volto sfigurato e la sua vita non sarebbe mai stata come prima, lo sapeva. 
Odio, frustrazione e rabbia erano i sentimenti che si alternavano ora nel suo cuore. Non le importava della recluta morta, le importava solamente di ciò che era successo a lei.
«Ditemi che devo fare» disse con un tono carico di rancore
«Trovami la ragazzina» le ordinò Ghecis che pareva essere tornato normale.
Ormai era una cosa quotidiana per lui alternare momenti di totale follia e momenti di brillante intelligenza.
«Non solo, signore»  disse Adelaide uscendo dalla grotta «Vi porterò sia lei che il ragazzo, sarete fiero di me».
Era colpa sua, colpa di N e del suo stupido Reshiram se ciò era successo e ora lei si trovava con un’orribile cicatrice in volto.
Era sfigurata e il solo pensiero le provocava una stretta allo stomaco
«Pagherà per tutto» sussurrò imboccando il tunnel che saliva in superficie.

 

 
«Carizard, usa Lanciafiamme» ordinò Red, mentre il Pokémon fiamma attaccava l’avversario sputando letteralmente fuoco dalla bocca.
Quello era ormai il quinto di fila e il ghiaccio di cui in precedenza era coperto il suolo si era ormai sciolto di fronte al calore delle fiamme.
«Sigilyph intercettalo con Psicoraggio» disse Touko concentrata.
I pensieri sfrecciavano veloci nella sua mente. Mille idee, mille strategie, una strada per poter vincere quel logorante incontro per il quale non vedeva alcuna via di salvezza. 
I due Pokémon erano alla pari, nel senso che entrambi non avevano punti deboli e i due tipi erano equilibrati. Ovviamente la grande potenza distruttrice di Charizard era superiore al Sigilyph, che comunque non se la stava cavando male.
«Eterelama!» esclamò la brunetta che stava cercando con tutta se stessa di sbloccare la situazione, apparentemente in stallo.
«Proteggiti con Ondacalda» ribatté il ragazzo
Un altro attacco a vuoto, la situazione si stava facendo snervante. Ormai il Sigilyph di Touko iniziava ad affaticarsi per i continui attacchi, mentre il ben allenato Charizard di Red sembrava non mostrare segni di cedimento.
«Se questo è il livello di una Campionessa…»
«Fammi almeno il favore di stare zitto» scattò Touko, che ormai cominciava a perdere la pazienza.
«Siamo nervosetti?» la canzonò allora il ragazzo.
“Calma” pensò “Calma e pensa con lucidità”. 

Non doveva assolutamente innervosirsi altrimenti le sue poche chance di vittoria sarebbero andate in fumo.
«Posso farti una domanda?»  disse Red interrompendo il suo flusso di pensieri.
«Tanto me la faresti comunque quindi…» sospirò distrattamente Touko.
«Sei la prima persona che incontro che non mi chiede spiegazioni su chi io sia, è un po’ strano»
«Cosa intendi dire» gli chiese la brunetta.
«Sei una delle poche persone che non mi assilla con le sue curiosità sulla mia storia e…»
«Scusa tanto Campione, ma mi sembra che il tuo ego vada un po’ ridimensionato» gli rispose fredda Touko «Questa è la tua vita, non dovrei farmi gli affari tuoi»
Red rimase spiazzato da quella risposta. Nessuno gli aveva mai risposto così, di solito la gente faceva carte false anche solo per vederlo e questa proprio non se la sarebbe mai aspettata.
Soprattutto la ragazza aveva sputato quelle parole come se fossero veleno.
Dal canto suo Touko si accorse di essere stata un po’ troppo scortese, ma d’altronde ciò che aveva detto era la pura verità: ognuno ha la propria vita.
E lei non era certo il tipo che andava a spiare quella altrui gelosa com’era della sua.
«Perdona il mio tono, solo che detesto le persone che si impicciano degli affari altrui» provò a scusarsi la ragazza pensando inconsciamente a ciò che Belle le aveva fatto la sera prima, ma stavolta fu lei a essere spiazzata dalla reazione dell’Allenatore
«Parole saggie, soprattutto se pronunciate da una come te» rise il ragazzo e Touko pensò che forse alludeva alla solitudine in cui spesso lei si rinchiudeva.
«Immagino che se ora ti chiedessi di te tu non mi risponderesti» disse la brunetta disinteressata.
«Charizard usa Lanciafiamme» fu la più che esauriente risposta di Red alla sua affermazione.
Touko non fece in tempo ad accorgersene e sfortunatamente il suo Sigilyph non riuscì a schivare in tempo l’attacco e venne colpito di striscio, perdendo così quota.
Il Pokémon fiamma non si fece scappare l’occasione e sfruttando l’esitazione dell’avversario si avvicinò maggiormente e attaccò con il Rogodenti impartitogli dal suo allenatore.

La ragazza rimase immobile. 
Era successo tutto troppo in fretta e lei non aveva avuto nemmeno il tempo per ragionare o per difendersi. Red l’aveva distratta e lei c’era cascata come una novellina.
Il Sigilyph perse ulteriormente quota e la ragazza capì che non poteva andare avanti così, doveva giocarsi il tutto e per tutto
«Sigilyph forza, usa Sincrumore» ordinò sperando che l’attacco funzionasse.
Una forte onda psichica investì in pieno il Charizard che sbandò, ma senza perdere quota e anzi contrattaccò con un altro Lanciafiamme. La sua potenza era inarrestabile e il Pokémon pseuduccello venne colpito nuovamente.
Niente da fare, se prima la lotta era difficile di suo, ora era praticamente impossibile dal momento che Charizard poteva contare su due possenti ali che lo tenevano in aria, mentre Sigilyph ne aveva una ferita. 
Touko doveva assolutamente trovare il  modo per far scendere l’avversario, per intrattenere una lotta a terra.
«Psichico» sussurrò al suo compagno mentre questi indirizzava contro l’avversario una potente forza telecinetica, riuscendo a controllare il gigantesco corpo del Pokémon fiamma.
«Bene» si permise di sorridere la brunetta «E ora trascinalo verso il basso»
Seppur con fatica l’attacco riuscì e l’immensa mole di Charizard venne scaraventata al suolo provocando in esso un grosso cratere.
Red non si fece prendere dallo spavento e contrattaccò con l’ennesimo Lanciafiamme, mancato per un soffio dal Sigilyph. 
La sua ala però, precedentemente ferita dal Rogodenti, stava diventando sempre più un peso per la lotta, perciò Touko capì che doveva far finire lo scontro il prima possibile.
«Usa ancora Psichico» disse, ma il Pokémon non fece nemmeno in tempo ad attaccare che si ritrovò avvolto in un turbine di fiamme.
«Non penso il tuo Sigilyph riuscirà a liberarsi facilmente da Turbofuoco» disse Red con tono disinteressato.
Sembrava quasi che l’esito della lotta non gli importasse più e questo Touko non lo poteva sopportare.
«Non mi dare già per spacciata» sorrise quindi e indicò al ragazzo il Charizard che si stava avvicinando al vortice di fuoco.
«Che cosa sta succedendo?» chiese stupito Red
«Sigilyph sta usando Psichico…»
«Nonostante sia intrappolato in Turbofuoco?» domandò nuovamente il ragazzo vedendo che il suo Pokémon si stava avvicinando pericolosamente alle fiamme.
«Sì, il duro lavoro paga» sorrise la brunetta.
Ciò che aveva detto era vero. Si erano allenati molto duramente anche per poter compensare alla debolezza in difesa di Sigilyph, e dopo molti faticosi allenamenti erano riusciti a far si che potesse attaccare anche nelle situazioni più disperate.
«Sono colpito…» sussurrò Red «Ma non perderò!»

 


Il pub di Guna
Aspettando l’illuminazione per un nome migliore, tengo questo e poi si vedrà…
Allora quinto capitolo andato e avanti un altro!
Questa è la prima vera lotta che descrivo e spero vivamente sia venuta bene, inizialmente avrei voluto farla finire in questo capitolo, ma poi è venuto un papiro chilometrico e così… questa è la vita.
Adelaide è un personaggio che ho inventato io (ma no?) e spero col tempo possa piacervi.
Ringrazio molto SM99 (una scheggia nel recensire), Levyan, che ha aggiunto la storia (con mia grande gioia) tra le preferite e Andy Black che nonostante gli impegni è sempre presente. Ringrazio molto anche chi legge questa storia e… niente, oggi ero in vena di ringraziamenti.
Spero il capitolo vi abbia soddisfatto e un saluto a tutti!

  
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