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Autore: B_Alive    05/10/2014    3 recensioni
FanFiction su Callie e Arizona, AU
Dal primo capitolo:
Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.
[...]
Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Cap. 2



Non avevo nessuna intenzione di andarmene da lì e tornare a casa.

Passeggiavo sulla spiaggia e pensavo ai recenti avvenimenti nella mia vita. Pensavo a Jenny, alla sua decisione di lasciarmi dopo tre anni di relazione. Pensavo alle nostre frequenti litigate in salotto e al lavoro, ai colleghi che si sentivano in obbligo di prendere le difese di una o dell’altra. Dovevano decidere da che parte stare e raramente io avevo la meglio perché, diciamolo, lei era un nostro superiore. Provate a mettervi contro un superiore.

Mi ricordo che quel mercoledì Jenny tornò a casa leggermente più tardi del solito. Mi disse che doveva parlarmi e ci sedemmo sul letto della nostra camera. Aveva deciso di rompere con me perché si erano venute a creare troppe situazioni scomode al lavoro e non le sembrava più il caso di fare brutte figure con gli altri. Ci teneva alla carriera e alla reputazione e lo sapevo. Il problema sorgeva quando metteva sempre il lavoro prima di me. Ero io il suo ostacolo, non le permettevo di realizzarsi come avrebbe voluto.

Ma ormai l’avevo capito. Non mi amava più come un tempo, come le prime volte che si sta insieme e si vede tutto rose e fiori. Non c’era più quella complicità che ci caratterizzava all’inizio e che ci aveva fatte cadere l’una nelle braccia dell’altra. Non ci guardavamo più come una volta da tanto tempo. Quando capitava, accadeva così, all’improvviso, che facevamo sesso per ore e io non sentivo assolutamente nulla, emotivamente parlando. Non c’era più sentimento né nel suo cuore né nel mio. Io, però, ci stavo male. Quando se ne andò, quella sera, mi resi improvvisamente conto di averlo sempre saputo, di essere stata insieme a lei perché era giusto, per abitudine, perché non volevo ferirla. A me andava bene così, o almeno credevo. Ma lei aveva ferito me, anche se non provavo più le stesse cose di tre anni prima.

Il mattino dopo non andai in ufficio. Chiamai Teddy in segreteria e la avvertii che non avrei più fatto ritorno. Quella sera prenotai un biglietto aereo di sola andata.

Ero ormai giunta sul molo. Il sole stava sorgendo e c’era ancora poca gente in giro. Mi appoggiai alla ringhiera sulla mia destra e guardai il mare all’orizzonte. Com’era bella l’alba lì: le prime ore del giorno, le prime luci del mattino, il blu del cielo che fa spazio alle sfumature arancione del sole.

Non avevo nessuna intenzione di andarmene da lì e tornare a casa.

Fissando un gabbiano in volo, arrivai, così, ad una semplice conclusione. Dovevo affittare un appartamento.

Erano solo le 7 del mattino, però. Avevo un leggero mal di testa, ma soprattutto avevo grande necessità di mettere qualcosa nello stomaco. Mi incamminai verso la spiaggia e mi diressi verso il locale che mi aveva accolta la sera prima.

Aprii la porta e notai subito, con grande sollievo per la mia testa, il suono di una musica leggera, a volume basso, molto diversa da quella mettevano la sera. Andai a sedermi ad un tavolino vicino alla vetrata che mi permetteva, così, di contemplare i passanti diretti al lavoro o alla spiaggia. Ero assorta nei miei pensieri, quando improvvisamente trasalii nell’udire una voce.

Buongiorno! Cosa ti porto?”

Mi voltai di scatto e non ci potevo credere. Era lei, la donna della sera prima, la stessa che mi aveva servito, la stessa che avevo scrutato dalla testa a…beh, alla pancia, essendo lei dietro al bancone. Ma adesso era lì di fronte a me, con un’espressione in volto alquanto accigliata, che aspettava una risposta alla sua domanda posta col sorriso sulle sue labbra carnose. E io le stavo fissando la scollatura.

Ehm…ciao! Si, dunque…oddio, non ho neanche guardato il menu della colazione” lo afferrai velocemente, imbarazzata.

Vuoi che ti lasci un minuto?” disse ridendo.

“No no. Ecco, vorrei un caffè doppio con panna e dei pancakes con i frutti di bosco.”

Prese nota sul suo blocchetto e si chinò verso di me.

“Ottima scelta, sono favolosi” sussurrò e se ne andò.

Potevo vederle. Anche sotto quei pantaloni scuri io potevo vederle, potevo immaginarle le sue gambe, lunghe, sexy .

Passarono pochi minuti e fece ritorno con ciò che avevo ordinato.

“Ecco a te, caffè doppio con panna e pancakes con frutti di bosco.”

Appoggiò il tutto sul tavolino, ma rimase lì a fissarmi in attesa di qualcosa.

“Oh, ti…ti devo pagare adesso? Pensavo che…”

“No no, paghi dopo alla cassa. Sto solo aspettando di vedere la tua faccia dopo aver assaggiato i pancakes più buoni di Santa Monica.”

"Ah." Un po’ perplessa dalla sua risposta, presi in mano le posate e ne assaggiai un pezzo.

“Cavolo, sono buonissimi! Devo venire più spesso a fare colazione qui allora.”

“Oh beh, mi farebbe piacere.”

Rimase lì a parlare con me perché era ancora presto e i clienti erano ancora pochi.

“Sei nuova della zona, vero? Non ti ho mai vista da queste parti.”

“Sì, in effetti sono arrivata proprio ieri sera da Baltimora. È la prima volta che vengo ad ovest.”

“E come ti sembra per ora?”

“Beh, finora ho visto l’aeroporto, una stanza d’hotel, il molo e questo bar. Direi che sono a buon punto” scherzai.

“Sai, quando sei in vacanza devi cercare di goderti tutto al meglio e visitare i luoghi migliori della zona.”

“Oh no, non è una vacanza. Era partita come tale, ma ho deciso di trasferirmi qui esattamente…quarantacinque minuti fa.”

“Fai bene. È un posto fantastico. Me ne sono innamorata subito quando mi sono trasferita qui.”

La guardai.

“Già, è bellissimo…”

Crollò un imbarazzante silenzio che lei si preoccupò di rompere pochi attimi dopo.

“Mi dispiace interrompere la chiacchierata, ma comincia ad arrivare gente…”

“Non ti preoccupare, anzi, scusami se ti ho trattenuta. Ci saranno sicuramente altre occasioni. Comunque mi chiamo Arizona, piacere.”

Allungò la sua mano per stringere la mia.

“Piacere Arizona, io sono Callie. E se ti servisse qualcosa, sai, tipo un consiglio su cosa visitare o dove andare, puoi sempre chiedermi.” mi avvertì.

“Ti ringrazio, sei la prima persona con cui ho instaurato una vera conversazione e a cui ho rivolto la parola da quando sono qui, se non contiamo il tassista, la signorina della reception e il tuo collega!” scherzai.

“Mi ha fatto piacere. Ai prossimi pancakes, Arizona” mi sorrise e si allontanò verso un altro tavolino.

Finii ciò che avevo nel piatto e andai a pagare il conto.

Uscii dal bar e tirai un respiro profondo. Mi incamminai lungo il viale e mi venne in mente che il mio cellulare era ancora spento dal giorno prima. Dovevo assolutamente fare sapere alla mia migliore amica dove fossi. Tornai, quindi, nella mia stanza d’hotel, mi sdraiai su quel letto davvero morbido e immediatamente composi un numero che conoscevo ormai a memoria.

“Che cavolo di fine hai fatto?!”

“Ciao anche a te, Teddy.”

“Al lavoro tutti chiedono di te, non si sparisce così! E non rispondevi neanche a quel cavolo di cellulare! Mi sono preoccupata da morire! Non farlo mai più!”

“L’ho tenuto spento perché non avevo voglia di sentire nessuno…”

“Non lo metto in dubbio, ma almeno un messaggio alla tua migliore amica potevi mandarlo! Stavo pure per chiamare tua madre!”

“No, per carità! Mia madre no! Se sa che ho lasciato il lavoro mi uccide! Comunque scusami dai, perdonami…”

“Si si…come stai? Ma soprattutto, dove sei?”

“Sono atterrata ieri sera a Los Angeles, ma ho una stanza in hotel a Santa Monica. E sto bene, non preoccuparti!”

“Los Angeles?! Ma è dall’altra parte del Paese!”

“Oh, lo so. Era proprio il mio scopo.”

“E conoscendoti, non hai molta intenzione di tornare indietro, vero?”

“Teddy, lo sai che non posso. Avevo davvero bisogno di staccare e di cambiare e qui mi sembra fantastico. C’è il mare, fa caldo, ci sono tante belle persone…”

“Oddio, chi è la poveretta che ti sei già portata a letto?”

“Non mi sono portata a letto nessuno, Teddy. Non ancora, per lo meno...”scherzai.

“Non cambi mai, eh?”

“Ehi, non ho più vent’anni e non ho più intenzione di andare a letto con la prima che passa. Non sono più come una volta, adesso che so cosa significa esseri lasciati…”

“Lo so, ti chiedo scusa. Comunque, senti, Jenny ha chiesto di te. È preoccupata anche lei…”

“Avrebbe dovuto preoccuparsi prima…”

“Le posso dire che stai bene, che non ti sei uccisa o che non sei saltata giù da un palazzo?”

“Forse dovresti invece, così almeno si sentirebbe un po’ in colpa…”

“Arizona…”

“Ok, va bene…”

“Ehi, ti lascio che se passa Jenny e capisce che sei tu magari ti vuole parlare e, visto che ti voglio bene, non lascerò che questo accada perché so che non lo vorresti.”

“Ti voglio bene anch’io, Teddy.”

“Fatti sentire!”

“Lo farò, promesso” e riagganciai.

Erano quasi le 9 del mattino e quel letto era talmente comodo che conciliava incredibilmente il sonno. Chiusi gli occhi con la speranza di trovare in fretta un’abitazione, dovuta ad un’assidua e accurata ricerca che sarebbe cominciata non appena mi fossi svegliata poche ore più tardi.



to be continued…



Note dell’autrice:

Eccomi tornata! Un giorno prima del previsto per la gioia (?) di chi segue e apprezza questa mia fanfiction.

Ed ecco un primo dialogo tra Arizona e Callie. Chissà se si conosceranno meglio…

Abbiamo conosciuto anche Teddy, immancabile sostegno per la sua migliore amica. Ci saranno altre telefonate interessanti?

E niente, come al solito, se volete chiedermi curiosità o darmi consigli o quello che vi pare, fatemelo sapere e io vi risponderò appena possibile.

Spero che questo secondo capitolo vi piaccia e che continuerete a seguirmi in attesa dei prossimi.

Ah, e se volete, vi lascio QUI il mio profilo Facebook (che trovate anche sul mio account qui su EFP), così possiamo romperci le scatole a vicenda :D

Vado a cominciare il terzo! Alla prossima!



#acca#

  
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