Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: hinayuki    10/10/2008    2 recensioni
Sono tornata con la mia seconda ficcy su Acquarion, dopo essermi rivista tutte le puntate dell'anime(l'ultima puntata ho pianto). Questa raccolta(devo ancora decidere il numero di capitoli) racconta un possibile seguito(felice) dell'anime.
Il primo capitolo è ispirato alla bellissima canzone "Wherever you will go" e ripercorre, tramite i pensieri di un personaggio, alcuni momenti delle utime puntate del cartone.
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic

Every time

 

Notice me, take my hand

Why are we strangers

When our love is strong

Why carry on without me?

Accorgiti di me, prendi la mia mano

Perché siamo estranei

 Quando il nostro amore è forte?

Perché andare avanti senza di me?

 

Com’è possibile, Apollo?

Come puoi esserti scordato di me?

Come puoi esserti dimenticati di una delle persone che ti ama di più al mondo?

Come puoi esserti dimenticato della persona che ami?

 

Ora ci siamo ridotti di nuovo a due estranei...

A cosa è servito tutto ciò che abbiamo passato se adesso siamo di nuovo al questo punto?

Il nostro amore era forte, lo so...

Lo sappiamo entrambi perché ha resistito 12.000 anni.

 

Non lasciare il tuo cuore fermo in quell’oblio senza di me.

Non andare avanti senza di me.

Non fare nulla senza di me.

Perché non è giusto che sia l’unica a non poter fare nulla senza di te.

 

Accorgiti che ci sono io, di nuovo al tuo fianco.

Chiamami con strani soprannomi, anche di pessimo gusto...

Ma chiamami, così che possa capire dov’è la parte di te che ancora si ricorda di me.

Cosicché possa prenderla per mano.

 

And every time I try to fly

I fall without my wings

I feel so small

I guess I need you baby

And every time I see you in my dreams

I see your face

It’s haunting me

I guess I need you baby

E ogni volta che provo a volare

Cado senza le mie ali

Mi sento così piccola

Credo di avere bisogno di te, tesoro

E ogni volta ti vedo nei miei sogni

Vedo il tuo volto

Mi perseguita

Credo di avere bisogno di te, tesoro

 

Ed adesso, ogni volta che volo mi sembra di precipitare.

Senza di te, senza le tue ali spendenti

Senza il tuo calore ed il tuo affetto...

Mi sento così piccola e misera.

Mi servi perché altrimenti non posso fare nulla.

 

Quando chiudo gli occhi ti vedo...

Ma non sei con me realmente.

Quando li riapro ti ritrovo vicino a me

Ma non serve a nulla se tu non ti ricordi di me.

 

Sei una costante per me.

Il tuo pensiero mi perseguita.

E se richiedo perché lo trovo così assurdo...

La risposta è lampante:

Ho bisogno di te!

 

I make believe, that you are here

It’s the only way I see clear

What have I done

You seams to move on easy

Sono convinta che, il fatto che tu sia qui,

E' l'unico modo perché io possa capire

Quello che ho fatto

Così che tu possa andare avanti facilmente

 

Sono sicura che questa è una punizione...

Ino punizione perché quasi fino alla fine non ho voluto credere...

Credere in te...

Credere chi tu fossi realmente...

 

Adesso posso vederlo chiaramente

Perché il cuore mi fa male...

Perché io così non posso andare avanti...

Ma forse, finalmente, tu si...

 

E so che lo farai senza difficoltà, com’è sempre stato...

Però vorrei che mi aspettassi...

In modo da andare avanti assieme...

Perché è ciò che vogliamo entrambi.

 

I may have made it end

Please forgive me…

My weakness caused your pain

And this song is my sorrow

Ho fatto in modo che finisse
Ti prego perdonami...

La mia debolezza è stata la causa del tuo dolore
E questa canzone è per scusarmi

 

Ho causato io la fine di tutto...

Ho capito come doveva andare...

Ho capito come doveva finire il gioco...

E l’avevo anche accettato...

 

Perdonami se sono egoista...

E se adesso piango, facendoti stare male...

Ma non sia quanto sto male io a vederti così...

Ti chiedo scusa...

 

Ma voglio che anche tu mi chieda perdono...

Perché a sbagliare si è sempre in due!

E se io ti chiedo perdono per come ti ho lasciato andare e come ti ho trattato...

Tu mi devi chiedere scusa per esserti dimenticato di me!

 

At night I pray

That soon your face

Will fade away…

Di notte prego

Che presto la tua faccia

Se ne vada...

 

E di notte non ci sono altro che lacrime...

Perché non è giusto!

Perché non voglio essere la sola a soffrire...

Perché il tuo volto è sempre nella mia mente, anche quando dormo.

 

E voglio che ti ricordi di me...

Per poter volare assieme...

Per poter restare assieme...

Perché io... ti amo...

 

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-Probabilmente si tratta di amnesia...- Suppose un uomo sulla cinquantina andante. Era il primario dell’ospedale interno della Deva. Capelli brizzolati, barba folta e ben tenuta, più scura rispetto a quelli e sorriso bonario.

Silvia era corsa ad avvertirlo, preoccupatissima, non appena si era ripresa dallo shock di non essere stata riconosciuta dal ragazzo che amava. E soprattutto, non appena furono giunte le infermiere a controllare lo stato di Apollo.

-Può capitare dopo quello che ha passato. Anche suo fratello, signorina, è nella stesa situazione, benché la sua forma sia più lieve!- Le spiegò. Effettivamente anche Sirius ci aveva messo un po’ a riconoscerla, ma infondo, loro erano due parti di una stessa anima.

Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.

Aveva una gran voglia di prendere a pugni qualcuno.

Ringraziò e lasciò lo studio del primario, prima di rompere qualcosa, per dirigersi verso la camera dell’amico.

 

Data l’ora tarda fu costretta a tornare a casa senza passare a salutare.

Stesa sul suo letto ripensò a quello che le aveva detto il medico: amnesia?!

Come poteva essere amnesia? Non si era dimenticato di lei in 12.000 anni, come aveva potuto farlo in poco più di una settimana?

Già, perché alle squadre speciali della DEVA c’erano voluti dieci giorni per trovare l’Aquarion ed estrarre i corpi che vi erano rimasti imprigionati all’interno.

Ne avevano trovati solamente due: Apollo e Sirius... di Toma nemmeno una traccia.

L’ipotesi più plausibile che era sorta era quella della distruzione completa del suo corpo, ormai ridotto ad una specie di guscio vuoto senza nemmeno una briciola di Prana al suo interno.

Gli altri, invece, erano stati protetti dall’Aquarion stesso che, per loro, aveva funto da “Grembo materno”, proteggendoli dalla pressione, e nutrendoli, non si sa in quale maniera.

Silvia si girò su se stessa, affondando la testa nel cuscino e sperando che l’ultima immagine che conservava di Apollo scomparisse, come lei era scomparsa dalla sua memoria.

 

Le pareti bianche e verdi dell’ospedale non le davano una bella sensazione.

E nemmeno l’odore di disinfettante che riempiva i corridoi le piaceva.

Quando giunse davanti alla porta della stanza udì delle risa.

La voce di suo fratello era tranquilla, coperta quasi completamente da quella di Pier e degli altri elements.

Tanto che anche lei si sentì un po’ più rincuorata.

C’erano proprio tutti.

In fondo erano tutti preoccupatissimi per la sorte dei loro compagni.

 

Entrò senza fare troppo rumore e si sedette su di una sedia libera, vicino al letto di Apollo, che stava partecipando ai discorsi degli altri con la solita spensieratezza.

Quando la vide l’accolse con un grande sorriso che lei non ricambiò, stizzita.

-Oh ooh... la principessa è di cattivo umore..!- La canzonò l’element Dongiovanni che si zittì dopo un’occhiata fulminante da parte della bionda.

Nella stanza calò il silenzio per un istante, poi tutti ricominciarono a parlare del più e del meno, aggiornando Sirius su ciò che era accaduto durante e dopo la loro battaglia ad Atlandia.

Il giovane si scusò innumerevoli volte per le sue azioni.

Dovette calpestare il suo orgoglio, a malincuore.

In fondo gli dispiaceva.

E gli altri lo confortarono dicendogli che era tutta acqua passata e che in quel momento doveva pensare solo a riprendersi.

Silvia, da quando era entrata nella stanza, aveva cominciato a martoriarsi le mani per il nervoso e tutti cercavano di evitare di rivolgerle la parla per paura di disturbarla.

Apollo, benché ancora non avesse riacquistato alcun ricordo di lei, era preoccupato dalla cosa e ad un certo puntò su stancò dell’indifferenza degli altri nei confronti della giovane.

-Ehi, Principessa Fessa...- Proruppe, tappandosi poi la bocca quando vide Silvia voltarsi a guardarlo con una faccia allibita, imitata dagli altri Elements.

-Dillo di nuovo..!- Gli ordinò la ragazza, con gli occhi che già si riempivano di lacrime. Sorpreso e sconcertato il ragazzo la fissò, esaudendo poi la sua richiesta.

-Principessa Fessa?- La ragazza scoppiò a piangere e si gettò tra le sue braccia.

 

  
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