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Autore: eliseCS    07/10/2014    1 recensioni
...L’unica cosa che proprio non sopportava era Grifondoro o, più precisamente Stefan Grifondoro.
Il che era naturale se la Casa in cui eri stata smistata era Serpeverde, e il tuo nome di battesimo era nientemeno che Celaena Astoria Serpeverde...
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E' la mia prima ff, siate clementi... ma non troppo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Mi assicurano che dopo i primi capitoli la storia migliora :) (dovevo ancora riscaldarmi...)
Grazie a tutti e buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I fondatori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2 - Finalmente a casa

 
 
“Buongiorno sorellina
L’ultima cosa che Celaena si sarebbe aspettata al suo arrivo era quel saluto da parte di quella persona.
Il viaggio era stato veloce e uguale a quelli degli anni scorsi: la non proprio gradevole sensazione di essere risucchiata in una specie di imbuto, tanta aria in faccia, un po’ di cenere negli occhi e, infine, il brusco impatto con il pavimento. Si ricordava ancora delle prime volte quando, non ancora abituata, si ritrovava immancabilmente a perdere l’equilibrio cadendo per terra.
Più brusco del suo ‘atterraggio’ era però stato il saluto che aveva ricevuto da quella voce fredda e beffarda.
Scorpius Arden Serpeverde, suo fratello, era infatti lì in piedi davanti a lei: alto, biondo come lei, con occhi grigi, duri come il ghiaccio; le mani sui fianchi in posizione di sfida e un ghigno sul volto che Celaena avrebbe volentieri cancellato.
Per qualche oscura ragione che la ragazza non era ancora riuscita ad afferrare, anche se sospettava che lo facesse soltanto per darle fastidio, Scorpius si divertiva sempre a chiamarla con quel fastidioso nomignolo, nonostante in realtà fosse lei la maggiore, e lui frequentasse solo il quinto anno. Il fatto che poi lui fosse più alto di circa una spanna era secondo lei del tutto ininfluente, e detestava con tutto il suo cuore essere chiamata così.
Inizialmente il rapporto tra i due era sempre stato molto stretto: dove andava Celaena c’era sempre anche Scorpius, e soprattutto dopo la morte della madre i due sembravano essere diventati quasi inseparabili.
Quasi.
Le cose erano infatti cambiate radicalmente quando i due fratelli avevano iniziato a frequentare la scuola, più precisamente quando Scorpius era arrivato a Hogwarts e aveva trovato la “scena” occupata dalla sorella maggiore. Trovandosi oscurato, all’ombra della sorella, il ragazzo aveva cercato a sua volta di farsi notare, ma quando finalmente ci era riuscito Celaena non era riuscita a perdonarlo, per il semplice motivo che quello che Scorpius aveva fatto era imperdonabile: si era alleato con il nemico.
Avendo trovato nuovi amici con cui sostituirlo, a scuola Celaena aveva preso a non considerare più il fratello come una volta, e così, l’allora undicenne Scorpius, era arrivato alla conclusione che l’unico modo per farsi di nuovo notare dalla sorella –ma anche da tutti gli altri- fosse andarle contro. E quale modo migliore per farlo se non diventare amico di Stefan Grifondoro?
All’inizio Celaena non riusciva a spiegarsi come Stefan riuscisse sempre a coglierla di sorpresa in tema di ‘scherzi’ e offese, e questo non le piaceva affatto. Quando poi aveva scoperto che il traditore era nientemeno che il suo caro fratellino, aveva dato il meglio di sé in un’epica sfuriata che tutti ancora ricordavano, e da quel momento non gli rivolgeva più la parola, a meno che non potesse proprio evitarlo, e di certo quando lo faceva non c’era più traccia dell’amicizia e complicità fraterna che una volta li legava.
 
Per questo uscì dal camino dell’ufficio del padre senza degnarlo di uno sguardo, sistemandosi la gonna e scuotendo via la cenere dai vestiti, e sempre senza rispondere gli volse le spalle per aspettare l’arrivo del suo baule. Questo, per fortuna, non si fece attendere troppo, e dopo averlo fatto levitare in modo da poterlo spostare facilmente si avviò verso la porta. All’ultimo momento si girò e si rivolse freddamente a Scorpius, guardando però un punto indistinto della parete alle sue spalle: “Visto che, a quanto pare, ormai sei diventato il suo fedele cagnolino, gradirei davvero molto se volessi riferire a quell’idiota del tuo amico che quest’anno non ho intenzione di perdere tempo dietro a lui.”
“Buon anno scolastico” aggiunse infine sbattendosi la porta alle spalle. Com’era sua intenzione era riuscita a cancellare quel sorrisetto dalla faccia del fratello: Celaena 1, Scorpius 0.
Il tragitto dall’aula di Pozioni (che era comunicante con lo studio di suo padre che, ovviamente, insegnava quella materia) alla Sala Comune di Serpeverde non era molto lungo. Ben presto infatti la ragazza si fermò di fronte ad una compatta parete in pietra. In qualità di Caposcuola, era stato affidato a lei il compito di scegliere la nuova parola d’ordine, che avrebbe poi provveduto a far sapere a tutti gli altri ragazzi della Casa … forse si sarebbe potuta dimenticare di dirla a Scorpius …
Durante l’estate aveva pensato a diverse opzioni, come :Stefan è un idiota, Stefan è una mezza cartuccia, e altre varianti sul tema, ma alla fine aveva optato per Mirabilis Incantatio, pensando che fosse più consona e seria.
Proprio mentre stava per pronunciare la parola d’ordine qualcuno le arrivò alle spalle prendendola per la vita, facendole cacciare uno strillo che rimbombò per tutti i sotterranei.
La bacchetta magica in mano, una fattura già sulle labbra: la ragazza riuscì a fermarsi appena in tempo per non colpire il suo aggressore, il quale si era tirato bruscamente indietro alzando le mani in segno di resa e commentando sarcasticamente: “Siamo un po’ nervosette oggi, eh?”
“Be’, Orion, avresti potuto pensarci due volte prima di fare una cosa del genere: lo sai che io prima agisco e poi chiedo le spiegazioni …” disse Celaena con il sorriso sulle labbra. L’attimo seguente aveva già rinfoderato la bacchetta e lo stava abbracciando.
Celaena e Orion Black -figlio di Amycus Black, un caro amico di famiglia- si erano conosciuti al loro arrivo a Hogwarts, dopo essere stati smistati: calma e pacata lei, più irrequieto e turbolento lui, i due si erano subito trovati e da quel momento la loro amicizia non era mai stata scalfita. C’era chi mormorava che i due fossero addirittura fidanzati –in seguito ad un accordo segreto tra Black e Serpeverde- ma la verità era che i due erano semplicemente ottimi amici.
“Come mai già qui?” domandò curiosa Celaena squadrando l’amico da capo a piedi: indossava un completo dall’aspetto costoso color viola molto scuro, che nonostante tutto non stonava con i suoi capelli neri e gli occhi altrettanto scuri.
“Ovviamente volevo riuscire ad arrivare primo per aggiudicarmi il posto migliore in dormitorio … non posso permettere che anche quest’anno qualcuno si accaparri il letto vicino alla stufa al posto mio: lo scorso inverno ho rischiato di congelarmi!” rispose lui sorridendo angelicamente.
“Ma va’!” lo interruppe lei “E quindi vorresti dire che il qui presente Orion Black non sarebbe in grado di trovare il modo per scaldarsi in una fredda notte d’inverno?”
Sorridendo maliziosamente Orion replicò: “Vorrà dire che quest’anno, se mai sentirò freddo, chiederò aiuto a voi, mia cara …” al che Celaena arrossì abbastanza vistosamente e gli diede una pacca sul braccio.
“Comunque” riprese poi cambiando argomento notando l’occhiata che gli aveva lanciato l’amica “Dobbiamo stare qui ad aspettare tutti gli altri? A voi l’onore di pronunciare la parola d’ordine di quest’anno, anche perché io non la so …”
Celaena sospirò alzando gli occhi al cielo, poi, rivolta alla parete, disse in tono serio: “Mirabilis Incantatio!”
Alle sue parole la parete si fratturò nel centro e scorrendo si aprì lasciando trasparire una specie di cunicolo comunque abbastanza alto da poter essere percorso restando dritti.
La ragazza entrò lasciandosi alle spalle il baule che fu debitamente recuperato da Orion (“Ma che cosa c’è qui dentro? Sassi?” “No, Orion, no. Esistono delle cose chiamate libri, sai…”)
Dopo un breve tragitto la Sala Comune si aprì davanti a loro, accogliente come ogni anno: i camini con il fuoco già acceso, i tavoli in lucido legno scuro e divani comodi su cui riposare. Per non parlare dei tappeti, dei quadri e delle decorazioni che ricordavano lo stemma della Casa: un serpente posizionato a formare una ‘S’ su sfondo verde e argento. Ma la cosa che di più piaceva a Celaena era la parete nord, che semplicemente … non c’era. La Sala Comune era infatti allo stesso livello del Lago Nero, le cui acque erano state bloccate da un incantesimo in modo che formassero esse stesse una delle pareti della sala. Celaena amava restare lì ad osservare i movimenti delle creature sottomarine che abitavano il lago, e avrebbe giurato di aver scorto, almeno un paio di volte, una sirena.
Era molto contenta di essere finalmente arrivata. Ormai da diversi anni d’estate faceva il conto alla rovescia aspettando di tornare a scuola: il maniero dove abitava le sembrava troppo grande; e con solo lei, il fratello e il padre (e qualche elfo domestico) come abitanti le sembrava sempre vuoto.
L’ambiente raccolto e accogliente della Sala Comune riusciva invece a farla sentire sempre a proprio agio: finalmente era tornata a casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi di nuovo!
All’inizio l’arrivo di Celaena a Hogwarts non doveva essere proprio così, ma alla fine le parole sono venute fuori da sole e il risultato non mi dispiace poi così tanto (lo so che i libri ancora non esistevano…)
Per il prossimo capitolo dovrete aspettare un po’ di più: ho già qualcosa in cantiere, però niente di definito.
Per il resto … lascio ai posteri l’ardua sentenza! Fatemi sapere cosa ne pensate!
 
Un ringraziamento speciale a:
-ninamarauder che ha lasciato un breve commento (ma molto gradito) al capitolo precedente
-Lui_LucyHP che ha inserito la storia tra le ‘ricordate’
-dracomalfoy94 che ha inserito la storia tra le ‘seguite’
Grazie!
   
 
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