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Autore: Gufo di ebano    08/10/2014    1 recensioni
"Ho ucciso intere famiglie per te, ho abbandonato tutto quello che avevo per seguirti, è adesso mi lasci così? "
"Ertas...io non ti ho mai amato"
Tre ribelli in un mondo di ingiustizie.
Un tiranno da uccidere.
Un amore da salvare.
Senza regole, senza pudore, senza morale.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Kaira era la figlia dell'Imperatore, ma non era la solita ragazza tutta pizzi e trine; a dire la verità era un maschiaccio. Aveva distrutto uno dei banchetti del padre affermando che 'C'era una mosca sulla torta', passava il tempo esercitandosi nel tiro con l'arco e lanciando pugnali, ed una volta era addirittura salita sul torrione del castello per far smettere gli allevatori di maltrattare gli animali. Tara, la regina, era stata avvelenata, e la ragazza aveva ancora lasciti di quello che era successo, ma la vendetta esigeva ancora il suo prezzo.

Dektera quella mattina si alzò inquieta. Non avrebbe saputo dire il perchè,ma qualcosa aleggiava nell'aria quel giorno . Forse furono l'incessante rumore che l'aveva svegliata o la frenetica attività del Rifugio, ma alla fine quel qualcosa venne  sotto forma di un messaggero dai capelli biondi e gli occhi verdi. 'Mia signora, Shira è stata rapita!' aveva esclamato lui, e Dektera era svenuta sul duro pavimento di roccia. Solo l'incoscienza poteva dargli una ragione per continuare a vivere.

Shira si svegliò intorpidita, come se qualcuno l'avesse drogata. La testa le faceva male, e faticava persino a parlare. Era in una stanza umida, le braccia legate da ceppi pesantissimi attaccati alle catene. 'Dove sono?' si era chiesta la ragazza... la risposta era venuta dopo qualche ora, a giudicare dalla luce che filtrava nelle finestrelle sbarrate, e si era posta più terribile di quanto avesse immaginato. In quale posto una ragazza armata si sarebbe potuta trovare senza armi? La riposta era semplice. Una prigione. Hetra. E per la prima volta dopo tanto tempo Shira si mise a piangere disperata.

Un affondo colse di sorpresa Kaira, ma la ragazza scartò velocemente il colpo, mirando a una congiunzione malamente nascosta nell'armatura dell'avversario. La lama affondò nella gamba dell'uomo come burro. E in quell'istante il sangue sgorgò dalla ferita, prorompente... C'era troppo sangue! 'Aiuto! Ho bisogno di aiuto!' Aveva gridato Kaira, e le guardie erano accorse velocemente, ma non abbastanza da poter salvare l'uomo che adesso giaceva in modo scomposto in una pozza di sangue. 'Forse è ancora vivo, forse è ancora vivo!' aveva sperato la ragazza. Ma la pelle dell'uomo era diventata pallida e fredda, gli occhi si erano annebbiati. Era stata lei ad ucciderlo, era stata lei ad uccidere l'uomo che amava, l'uomo che adesso la guardava dolcemente dall'Altro mondo.                                                                            
' Addio Harer'


'Dobbiamo liberarla!  Non possiamo lasciare uno dei nostri condottieri più capaci in mano al nemico!' aveva esclamato Dektera nella Sala dei Consigli davanti a un gruppo di anziani che guardavano spauriti quella furia.                                                                                                                  
'Nessuno dovrà sapere di questo' aveva detto la ragazza, con un pò più di controllo                        
'Se il popolo lo saprebbe farebbe troppa pressione sui vertici militari, e potremmo finire la nostra missione in una carica folle contro uno dei carceri più sorvegliati delle Quattro terre'    
'Quanti contro la proposta di Dektera?' aveva declamato  uno degli Anziani.                                    
Nessuno aveva votato contro la condottiera.                                                                                            
'Quanti a favore?' ripetè l'uomo                                                                                                                          
Stavolta tutti gli anziani votarono, con grande soddisfazione di Dektera. Se il suo piano avesse funzionato Shira sarebbe ritornata a casa in poco più di una settimana.

Il boia era un uomo imponente, massiccio, che incuteva timore. Shira sapeva cosa volevano; estrargli con qualsiasi mezzo delle informazione sui ribelli, e se non avesse detto niente nemmeno con la tortura sarebbe stata lasciata morire per fame e sete, chiusa in una prigione asfittica e minuscola, ed il suo corpo esposto sulle mura del carcere insieme a quelli di molti altri come esca per i ribelli, che avrebbero attaccato il carcere sacrificandosi inutilmente. Come da manuale Shira si era rifiutata di dire alcunchè sui ribelli, e il boia aveva estratto un astuccio pieno di coltelli di ogni misura, pinze metalliche, catene, spilloni...          
Aveva acceso un fuoco ( cosa di cui lo avrebbe ringraziato in diverse circostanze) in un treppiede di bronzo dove aveva lasciato alcuni coltelli, e adesso sceglieva degli spilloni, prendendoli in mano uno a uno, come assaporando in modo perverso il potere che esercitava su di lei. Il boia prese gli spilloni e gliene conficcò  sempre di più grandi nella schiena; urlare equivaleva ad arrendersi, ma Shira non potè trattenersi quando sentì i coltelli incadescenti che le cauterizzavano la schiena. Quella era la sua prova. E la doveva superare.
   
 
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