Serie TV > White Collar
Segui la storia  |       
Autore: fredlove    08/10/2014    4 recensioni
Emma Jo Mitchell è la nipote di Peter ed Elizabeth.
Neal Caffrey... è Neal. Sicuro di sè, di far sempre colpo sulle donne, abituato a vederle a cadere ai suoi piedi.
Tutto inizia con delle frecciatine, battibecchi finché ci scappa anche un bacio! Ma... Emma si tira indietro.
C'è un passato che lei vuole dimenticare, e Neal non fa altro che ricordarglielo inconsciamente.
Bene, vi ho incuriosito? Leggete!!!
[... ]
Dal capitolo 3
Peter scosse il capo, mentre Emma rimaneva a guardare Neal che continuava a provocarla.
- Te crois-tu tout permis pour ta beautè et pour charme de tes yeaux bleus.* - sibilò, sorridendo con una smorfia alla sua espressione interrogativa.
Neal finì di sorseggiare il caffé, prima di alzarsi con eleganza, indossare il cappello e seguire Peter verso l'uscita.
Poi si voltò, un'ultima volta. - Ciao Eli, ci vediamo. -
- Ciao Neal. - gli rispose dalla cucina.
- En passant, merci pour le compliment.* - disse poi, rivolgendosi ad Emma che si era portata la tazza alle labbra.
La ragazza tossì, visto che le era andato di traverso il contenuto ed alzò lo sguardo su di lui.
- A più tardi, Emma. -

[...]
Non meno importante. La storia è in collaborazione con la mia amica Ambra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


In fondo, l'amore immaturo dice: Ti amo perché ho bisogno di te, quello maturo dice: Ho bisogno di te perché ti amo.
Erich Fromm









Cap 60








I dottori non avevano dato nessuna novità, riguardo a Peter. Elizabeth era accanto a lui, guardandolo con amore.
- Ti serve qualcosa?- le si era avvicinato.
La voce di Neal la scosse, e si voltò a guardarlo. - No, tesoro. Grazie. -
Gli aveva preso la mano, stringendogliela. E Neal, automaticamente aveva inziato ad accarezzargliela con il pollice.
- Si risveglierà. -
- Lo so. -
- Vieni, hai bisogno di camminare un pò. -
Fu dolce, nel costringerla a camminare fuori dalla stanza.
- Emma cosa sa?-
- Solo di Peter. -
- Oh, Neal. Come lei scoprirà... -
- Me la vedrò io con lei. Non devi preoccuparti. -
Elizabeth era stanca, e lui anche. Tutta la notte svegli al capezzale di Peter.
Lui disubbidendo al volere del medico, che lo voleva ricoverare. Non poteva stendersi su un letto. Non ci riusciva.
Chiudeva gli occhi e rivedeva Peter che crollava a terra. Il dolore che aveva provato, pensando di perdere una figura così importante nella sua vita.
No. Era inammissibile, dormire. Solo quando Peter si sarebbe svegliato, lui si sarebbe riposato.
- Non voglio pensare al peggio. -
Elizabeth, aveva gettato il bicchierino di plastica, sporco di caffè, e si era passata le mani sul viso. Era distrutta.
- Non devi. - la guardò. - Peter non te lo permetterebbe, e nemmeno io. -
- So che il lavoro che fate è così.. ma non...- si mise a piangere. - Non potrei farcela se Peter mi lasciasse. -
Neal l'abbracciò fraterno, stringendola dolcemente. Sentendo così le lacrime, che gli bagnavano il colletto della camicia. Le accarezzò la schiena, scossa dai singhiozzi, baciandola poi tra i capelli.
- Non ci lascerà. -
Dei passi concitati, li distolsero. Riportandoli in quel corridoio asettico.
- Zia!-
Emma era arrivata.




Elizabeth, l'aveva abbracciata forte. Provando a sorridere tra le lacrime.
- Sono contenta che tu sia qui, amore mio. -
- Oh, zia, mi dispiace. Come sta?- le asciugò le lacrime. - I dott...-
- I dottori non dicono niente. - la interruppe Neal. - Nessuna novità. -
Emma lo guardò. -Ma si riprenderà, vero?-
Neal non seppe risponderle, sinceramente. Nonostante lo sguardo di lei lo stesse pregando.
- Sì. -
Fu Elizabeth, risoluta, a dirlo.




La donna si era allontanata, quando un dottore l'aveva chiamata.
E loro due, erano rimasti soli. Emma era rimasta in silenzio, cercando di capire dai gesti dell'uomo e di sua zia - cosa si dicessero.
- Continua a dire le stesse cose. - le disse Neal, venendole in soccorso. - Stabile, e bisogna aspettare che si svegli. -
- Se, si sveglia. - si trovò a dire, mentre tirava su i capelli e li legava in una coda disordinata.
Era stata così veloce, che Neal aveva perso i gesti.
- Com'è successo?-
- Non riesco a crederci, ancora. - sospirò, si passò una mano sugli occhi. Ma nel farlo, sentì il dolore alla spalla, e gli sfuggì un gemito.
Emma lo guardò, allarmata.
- Sono solo stanco. - le mentì, sedendo su una sedia accanto al muro. - Il traffico d'arte su cui stavamo indagando. -
- Da quando si finisce sul tavolo operatorio, per un caso simile?! -
Lui la guardò. - Da quando in mezzo c'è di più. Capita. -
- Capita... Neal, non posso perdere mio zio! È una cosa impensabile! Lui è più vicino ad un padre, che uno zio. -
- Credi, non sappia come ti senti? Peter è anche la mia famiglia! Credi non mi senta in colpa, per non averlo protetto di più? Lui si è messo in mezzo, per proteggere me!- aveva alzato il tono di voce, tanto da incuriosire due infermieri che uscivano da una stanza. - E me lo sono visto cadere davanti agli occhi! Non riesco a.. .chiudere gli occhi, per non rivedere la scena!- continuò poi con un tono sommesso.
La ragazza era rimasta in silenzio. Sapeva che erano importanti per Neal, ma non così tanto.
- L'avete preso?-
- No. - Neal abbassò il capo, mentre poggiava i gomiti sulle ginocchia. - Gli ho sparato, ed è morto sul colpo. -
Lo disse con un tono così distrutto, che ad Emma le si strinse il cuore. Neal poteva vantarsi di essere un mascalzone, criminale, truffatore, uno cui le donne cedevano al primo suo sguardo, ma assassino no. Sapeva che detestava le armi, anche se le sapeva usare, e non sopportava l'utilizzo di esse.
Gli si avvicinò, fermandosigli di fronte, in modo che lui poggiasse la fronte sotto il suo seno. Allungò una mano tra i suoi capelli, accarezzandolo dolcemente.
Sebbene, fosse rigido, lo sentiva. Era scosso, e stava piangendo.
Non riusciva a trovare le parole per consolarlo, così rimase in silenzio. Continuando con le mani, tra i suoi capelli e sulla nuca.
Così, per quasi un quarto d'ora. Poi lui sollevò il capo, mentre si passava le mani sul viso.
- Grazie. -
Non c'era più traccia del pianto.
- Per una volta, volevo ricambiare. Di solito sei sempre tu... a consolarmi. -
Lui si alzò dalla sedia, mentre lei si scostava. - È normale, sono il tuo ragazzo. - le disse spontaneo.
Emma sollevò lo sguardo, attirata dalle sue labbra.
- Dovevamo rivederci, in un momento... migliore. - ammise Neal. - E volevo essere io, ad aspettarti all'aereoporto.-
- Non preoccuparti. - lo guardò. - Secondo te, si riprenderà?-
- Ne sono certo. - sussurrò.
Per qualche minuto, restarono entrambi in silenzio. Mentre lei si guardava intorno, nervosa, Neal si era fermato ad osservarla.
Quanto gli era mancata. Anche se con le telefonate, la distanza sembrava diminuita, lui aveva sentito soprattutto la sua mancanza fisica.
- Non ti ho ancora baciata, oggi. Vero?- le domandò, interrompendo il silenzio.
Muovendo qualche passo verso di lei.
- No. - sussurrò, colpita da sè stessa, che bravama tanto il bacio. - Anche se non sembra il caso... -
- Ne ho bisogno io, Emma. - continuò, mentre si chinava verso di lei.
Le prese il viso tra le mani, e la baciò. Accarezzandole, dolcemente, il palato con la lingua.
Sfuggendole ed inseguendola. Ed ancora, languido.
- Ti amo. - le disse, sussurrandoglielo sulle labbra.



   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: fredlove