Crossover
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Autore: Suikotsu    11/10/2008    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 36: L'ASSALTO

Eccomi con un nuovo capitolo, ben più lungo del precedente.

Vorrei ringraziare:

XIllidan: No, non era Hanzaemon, ma se aspetti un po'...
XBankotsu: Nuovi dubbi, ma ci saranno nuove risposte.
XGiodan: Ciao, puoi commentare anche il cap precedente, per favore?(non ho molte recensioni, lo sai.)

Dampachi e gli altri stregoni, sotto ordine di Muto, avevano contattato molti guerrieri sparsi per la città, ordinandoli di rientrare nella base.
"Voi resterete qui, a proteggere gli uffici. Noi invece assalteremo la base della gang Aoto."
"Cosa?" - obiettò Dampachi - "Ma siete solo in cinque! E mi hanno informato che la sorveglianza è stata rafforzata! Dovrete portarvi via almeno qualche decina di uomini!"
Goshiro fece cenno all'amico di tacere.
"Non preoccuparti. Sono forti almeno quanto me, se non di più. Andremo soltanto noi, così non subiremo perdite."
L'uomo si voltò.
"Siete con me?"
"Sì!" - risposero i quattro.
Il gruppo, col samurai come guida, si diresse verso la residenza di Hanzaemon, che venne raggiunta verso sera.
L'edificio era un piccolo castello, circondato da decine di guardie, sia del castellano - i guerrieri col codino vestiti di viola - che di Decio.
"Ce ne sono molti." - disse Rannek fissando il portone principale davanti a loro.
Drizzt sguainò le spade.
"Magnifico! Adoro i massacri!"
"Non vorrai divertirti tutto da solo, vero?" - chiese Illius con un sorriso.
"Certo che no! Avanti, mostriamoli cosa vuol dire saper combattere!"
I due uscirono allo scoperto.
"Intrusi!"
Lo stregone fece roteare il bastone.
"Non ho mai ucciso un mio simile." - confessò all'amico.
"Questi non sono tuoi simili! Sono solo dei bastardi assassini! Non mostrare pietà!"
Una vampata di fuoco partì verso i soldati, separando in due lo schieramento.
"Rannek, Zhai, Goshiro, andate! Ho aperto una breccia!"
I tre corsero sul terreno bruciato, raggiunsero la porta e fecero irruzione, per poi richiuderla alle loro spalle.
I soldati fecero per seguirli, ma Drizzt con un balzo si parò davanti a loro.
"Alt! Se volete passare, prima dovrete uccidermi!"
"Niente di più facile!" - disse un soldato prima di lanciarsi all'attacco e di essere ucciso.
Mentre Illius e Drizzt tenevano a bada i soldati, all'interno gli altri tre stavano facendo una strage.
"Sono deboli!" - gridò Rannek - "Voi andate avanti, vi copro io!"
"Buona fortuna!" - disse il samurai correndo e aprendosi la strada a spadate con Zhai.
I due uscirono dalla stanza, ma trovarono un ostacolo.
"Kyogiro!" - ringhiò Muto.
Una donna, di circa trent'anni, con addosso un abito viola era davanti a loro.
La guerriera si passò la mano sui lunghi capelli neri, poi i suoi occhi scuri si posarono su Goshiro.
"Che credi di fare? Anche se ti sei portato dietro qualche amichetto non riuscirai nel tuo intento."
Il samurai si mise in posizione.
"Prosegui. Ci penso io." - si offrì Zhai.
"Sei sicura? Quella donna è molto forte."
"Lo sono anch'io."
"Grazie."
L'uomo salì le scale e corse via.
"Hum...non sei umana...orecchie a punta...un'elfa..."
La donna sguainò una lunga spada dentata.
"Sono ansiosa di vedere di che colore è il tuo sangue!"
Con gli occhi che ardevano di pura follia, Kyogiro attaccò con un affondo, che l'avversaria evitò rotolando di lato, per poi tentare di trapassare il fianco della nemica, ma inutilmente.
Nel frattempo Muto era arrivato nella stanza del capo; con una spadata abbatté la porta ed entrò.
"Muto! Che gradevole sorpresa!" - disse un quarantenne con i capelli scuri raccolti a codino e vestito di blu.
"Hanzaemon."
"Stai solo perdendo tempo. Presto la Gemma della Terra sarà mia! E conquisterò prima la città, poi l'intero mondo! Prendetelo!"
Quattro soldati uscirono allo scoperto, attaccando il guerriero.
Il samurai parò il primo colpo, indietreggiando e sbilanciando così l'avversario, per poi ucciderlo.
Gli altri tre sferrarono alcuni attacchi, ma senza successo.
Muto sorrise e con tre precisi colpi tagliò le katane avversarie.
"Ed ora come la mettiamo?" - chiese.
I guerrieri indietreggiarono.
"Che aspettate?! Attaccate!"
I tre non si mossero; poi lanciarono un gemito di dolore e caddero a terra con la schiena squarciata.
Hanzaemon fece roteare l'enorme spada usata per uccidere i suoi uomini.
"Non hai pietà nemmeno per i tuoi sottoposti?"
"NO! IAAAA!"
I due si lanciarono l'uno contro l'altro, ingaggiando una prova di forza con le spade, restando nella stessa posizione per un minuto, poiché erano alla pari. Compreso ciò si staccarono e si sferrarono alcuni rapidi e precisi colpi di spada.
"Non mi batterai mai!"-  gridò Hanzaemon colpendo Muto con un calcio sul ginocchio, piegandoli la gamba.
"Muori!"
Muto mise la spada in posizione orizzontale, parando il colpo; dopo qualche istante cadde all'indietro di proposito, dette un calcio al rivale sollevandolo di peso e mandandolo contro il muro.
Nel frattempo all'esterno il guerriero e lo stregone si stavano battendo furiosamente.
"Crepa!" - gridò Drizzt tagliando la gola di un nemico.
I due amici si misero schiena contro schiena.
"Ehi Illius, tu quanti ne hai uccisi fin ora?"
Lo stregone fulminò alcuni avversari, poi rispose:
"Contando questi? 45."
"Ha! Io 46! È inutile, contro di me non c'è storia!"
"Staremo a vedere!"
"Ora!" - ordinò un ufficiale a degli arcieri.
Il mago alzò la mano e rispedì i colpi ai mittenti, mentre Drizzt piombò sull'ufficiale per poi ucciderlo.
Nel frattempo Rannek aveva messo con le spalle al muro i guerrieri nemici.
"Vi arrendete sì o no? Posso anche risparmiarvi se collaborate!"
Gli uomini esitarono, guardandosi.
"Levatevi, branco di incapaci!"
Lo spadaccino fu raggiunto da una decina di guerrieri armati di lance, sia uomini che donne.
"Ce ne occupiamo noi guardie scelte! Voi siete troppo deboli!"
Il guerriero si fermò un attimo.
"Non è nel mio stile combattere contro le donne."
"E allora muori!" - gridò una di loro tentando un colpo al cuore.
"Ma per questa volta posso fare un'eccezione!"
Le guardie cercarono di circondarlo, ma lo spadaccino rotolò di lato e si preparò al contrattacco.
Zhai invece si stava battendo con Kyogiro: né l'una né l'altra riusciva a prevalere. Erano alla pari sia in forza che in velocità.
L'elfa decise così di ricorrere alla magia.
"Luna crescente!"
La donna parò il colpo con la spada.
"Te la cavi bene." - ammise l'elfa.
"Anche tu sei forte..."
Le due incrociarono le loro armi.
"...ma questo duello è durato anche troppo!"
Kyogiro tentò una serie di affondi, ma Zhai li evitò e colpì di striscio il braccio sinistro dell'avversaria.
"Ho, il mio sangue..."
La donna ne prese qualche goccia, lo annusò e lo bevve.
"QUESTA ME LA PAGHI!"
L'umana si lanciò all'attacco con la sua micidiale spada, costringendo l'elfa ad indietreggiare salendo le scale.
Mentre le lotte infuriavano, lo scontro tra Goshiro e Hanzaemon stava proseguendo senza esclusione di colpi.
Il secondo cercò di ferire il rivale con alcune abile mosse, ma senza risultato.
"Chissà chi cadrà per primo...i tuoi compagni, quei barbari stranieri, oppure tu, contro di me?"
"Taci, Hanzaemon! Io non cederò! E guarda!" - ribatté il samurai stracciando le tende con un colpo: i due videro Drizzt e Illius circondati da cadaveri, mentre i soldati rimasti cadevano uno ad uno.
"Hai visto?"
"Ma com'è possibile? Come possono esistere uomini così potenti?"
In quel momento Rannek uscì dall'edificio, e dette manforte ai compagni. Qualche istante dopo i soldati si diedero alla fuga.
"Branco di codardi! La pagheranno!"
"Risparmia il fiato. Perché ora è il tuo turno."
"Questo lo vedremo!"
I due si misero in posizione e si fissarono qualche istante, poi urlarono ed attaccarono, ed entrambi furono colpiti, ma solo uno di loro cadde in ginocchio.
"Ha ha! Hai perso, Muto!"
"Ne sei sicuro? Io non ne sarei così convinto."
Hanzaemon sentì un dolore lancinante al fianco, poi le gambe cedettero. Era stato colpito in pieno.
"No. Io non posso morire così. Io dovevo diventare il dominatore di Amahara, del mondo intero..."
L'umano alzò lo sguardo e vide Goshiro che torreggiava su di lui.
"Questo è per il tuo predecessore." - dichiarò alzando la katana e colpendo con violenza.
E fu così che il malvagio Hanzaemon morì.
"Giustizia è fatta."
Anche il duello tra Zhai e Kyogiro era ormai alla fine.
L'elfa sferrò un calcio all'avversaria, gettandola dalle scale, poi scivolò in piedi sulla ringhiera.
"Muori!" - gridò tentando un affondo, ma la donna rotolò di lato.
"Per questa volta te la lascio vinta, ma ci rivedremo! Contaci!"
Kyogiro si gettò dalla finestra e fuggì. Zhai fece per inseguirla, ma fu attaccata alle spalle da un guerriero. Il tempo di sconfiggerlo che la donna era già scappata.
"Maledizione, mi è sfuggita! Per oggi..."
Pochi minuti dopo i quattro erano riuniti nel cortile.
"...59." - stava dicendo il drow.
"Ti ho battuto! 62!"
"Diamine!"
Goshiro raggiunse i guerrieri.
"Sul retro troverete dei buoni cavalli. Con essi potrete proseguire. Grazie a voi, ora Amahara è libera. Verrei volentieri con voi, ma la mia presenza è richiesta in città."
"Non preoccuparti. Ce la caveremo."
"Aspetta. Prima lascia che ti curi." - disse lo stregone curando la ferita al fianco.
"Ecco fatto. Sarà bene comunque che non ti sforzi."
"Tsk! Era solo un graffio!"
I guerrieri andarono a prendere le cavalcature e le vettovaglie.
Muto fece un inchino.
"Arrivederci, amici miei."
Rannek gli strinse la mano in segno di saluto.
"Arrivederci, Goshiro."
Il gruppo partì, e il samurai rimase a fissare i quattro che cavalcavano, fino a sparire all'orizzonte.
"Li attende un viaggio ancora lungo e difficile, ma sento che ce la faranno. Ora però devo tornare agli uffici. Il regno di Hanzaemon è finito per sempre, ed ora dobbiamo risistemare la città."
Il guerriero si incamminò verso la meta.
"Zhai mi ha detto che Kyogiro è fuggita" - pensò quando era quasi arrivato - "Ma da sola non potrà combinare molto e..."
Un'esplosione fece tremare la terra ai suoi piedi.
"Cosa succede!?" - si chiese fissando la direzione da dove era venuto il rumore.
"Ma laggiù ci sono gli uffici!"
Muto corse a perdifiato per arrivare il più rapidamente possibile sul posto, ma all'arrivo lo attendeva un'amara sorpresa.
"NO, NO, NO!"
Decine e decine di magistrati giacevano a terra morti: le armi erano spezzate, i corpi dilaniati o carbonizzati.
"Ma cosa diavolo è successo!? Non ci sono i segni del passaggio di un battaglione! Dampachi!"
Muto corse verso l'amico che giaceva a terra in fin di vita, con una profonda ferita al fianco.
"Dampachi! Svegliati, svegliati amico mio!"
"G...Goshiro..."
"Non sforzarti!"
"Q...quattro uomini..."
"Sta zitto! Non stai bene!"
"Va via di qui...sono troppo forti...ho cercato di oppormi, ma era impossibile...ha!"
"Dampachi! Dampachiiiiiii!"
Il samurai si alzò dal corpo dell'amico, si guardò intorno furioso e con tutto il fiato che aveva in gola urlò:
"DOVE SIETE, SPORCHI BASTARDI?! VENITE FUORI!!!"
"Con calma samurai, siamo qui."
Muto si voltò: vide quattro uomini.
Il primo era armato di artigli da combattimento, il secondo di una lunga spada, il quarto di un cannone e il terzo, quello con una croce viola disegnata in fronte, di un'enorme alabarda.
"Voi! Dove sono i vostri compagni!? Vi ucciderò tutti!"
I quattro risero.
"Ma guarda che abbiamo fatto tutto noi. E come speri di batterci?" - chiese il ragazzo con l'arma enorme.
Goshiro sguainò la spada.
"Combatti!"
Il giovane scosse la testa, poi conficcò l'arma nel suolo.
"Cos'hai in mente?"
"Di combattere. Capisci, con uno come te non ho bisogno di Banryu."
"Lo vedremo!"
Il samurai attaccò con grande rapidità, ma al ragazzo bastò muovere il capo per evitare i colpi.
"Un po' lento..." - commentò fermando la spada con due dita.
Infuriato, Muto colpì ancora, ma venne fermato da un pugno nello stomaco che gli fece vomitare sangue e bile.
L'uomo, stordito, barcollò. 
Un secondo pugno lo mise fuori combattimento.
"Ma così è troppo facile..." - borbottò il ragazzo sollevando il corpo e alzando le dita, pronto a trapassare la gola dell'avversario.
"Fermo!"
Il gruppo alzò lo sguardo e vide una ventina di uomini che gli stava correndo incontro.
Due di loro puntarono le spade al collo di Muto.
"Costui ci serve come prigioniero. Ordini di Decio."
"Ho capito. Ora pagate." - disse il ragazzo lasciando la presa.
L'ufficiale in capo dette a Bankotsu un sacco di monete d'oro.
"Renkotsu! Conta!"
"Trenta, quaranta...sì, sono giuste."
"Molto bene. Serve qualcos'altro?"
"No. Non avete più nulla da fare qui. Potete andare."
"Aspetta." - disse Renkotsu.
"Cosa c'è?"
"Questa città non è in un luogo strategico da nessun punto di vista. Cosa se ne fa Decio?"
I soldati non dissero nulla.
"Suvvia Ren-kun." - disse il capitano mettendogli una mano sulla spalla - "Noi siamo solo mercenari. Siamo pagati per uccidere e distruggere, non per fare domande."
"Ma..."
"Dai, andiamo!"
Il capo partì, seguito dagli altri due sottoposti; Renkotsu fissò i soldati per qualche istante, poi seguì i compagni.
"O-aniki Bankotsu, sei sicuro di quello che fai?"
"He?"
"Insomma...perché inviare tutti questi soldati? Perché reclutare addirittura dei mercenari del nostro livello? Tutto per una misera cittadina? Per questo Arthas ci ha fatto fare un simile viaggio?"
"Caro Renkotsu, tu ti preoccupi sempre per niente. Rilassati. Il nostro unico obiettivo è combattere. Siamo nati per questo e non ci serve altro. Ora potremo pure tornare nelle terre di Damara e dintorni, qui non c'è neanche un bordello..."
"Ma Ban-kun! A me non hai pensato?" - chiese Jakotsu.
"Ma certo! Di te mi preoccuperò sempre Ja-chan!"
"Ho Ban-kun, come sei premuroso!" - disse abbracciandolo e palpandolo.
"Sui-kun, aiutami!"
Il mercenario cominciò a fischiettare con aria indifferente.
"Scatenati Ja-chan!"
"Questi sciocchi ridono e scherzano! Possibile che non gliene importi niente? Quando troverò Arthas gli chiederò il motivo, perché qui ci sono troppe cose che non quadrano! Bankotsu è proprio uno stupido!"
I mercenari continuarono a camminare, fino all'uscita della città.
"Peccato che non l'abbiamo distrutta del tutto. Mi sarebbe piaciuto. E non abbiamo neanche trovato avversari al nostro livello."
Suikotsu si strinse nelle spalle.
"Non preoccuparti, o-aniki. Sono certo che presto troveremo qualcuno alla nostra altezza."




Il capitolo è concluso. Non vi aspettavate una cosa simile, vero?




  
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