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Autore: drem_of_love    10/10/2014    5 recensioni
Salve amici, eccomi qui che ripubblico lamia storia amore impossibile con un nuovo titolo e con numerose revisioni e modifiche. Spero vi Piaccia, ho intenzione di riempire le lacune della storia e gli spazzi di tempo tra una cosa e l'altra, li avevo un po saltati.
Soun è vedono con tre figlie. Ha deciso di risposarsi con la sorella del suo migliore amico. Vedova anche lei, ha un figlio 16enne, il quale dovrà imparare a vivere con tre splendide ragazze e sentimenti contrastanti. Spero di avervi incuriosito.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 17
Partenze


Pov Ranma


Il treno era partito. Ero crollato a terra esausto, non credevo ai miei occhi, aveva preferito scappare per l’ennesima volta. Frustato tirai un pugno al muro, vibrò sotto al mio colpo. Un dolore acuto s’insinuò al centro del mio petto, con un urlo liberatorio squarciai l’aria. Era troppo anche per un’artista marziale come me. Attraversai la stazione a ritroso in un attimo, non volevo restare un minuto in più in quel posto. Ero quasi fuori quando i miei piedi s’incamminarono da soli, verso la biglietteria. Dovevo seguirla, non poteva finire così. Possibile che la notte passata insieme, non avesse lo stesso significato per lei? Con questi pensieri, mi avvicinai alla fila. Poche persone e l’avrei raggiunta, avevo bisogno di risposte. Mezz’ora dopo era allo sportello. Un impiegato stanco e dal sorriso meccanizzato, mi chiese cordialmente.

<< Buongiorno giovanotto, cosa posso fare per lei?>>.

<< Buongiorno, vorrei un biglietto per il prossimo treno per … >>.

Non riuscii a terminare la frase, che il suono del cellulare, attirò la mia attenzione.

Al mondo non c’è posto per noi, dimenticami. È stato uno sbaglio, perdonami se puoi.


Non credevo ai miei occhi, come poteva dirmi una cosa del genere? Capivo le sue paure ma perché mollare così?


Va bene, c'è un perché
Se sei sicura
Che non c'è posto al mondo
Più per noi.
Ma so che in fondo hai solo
Un po' paura
E che tu non mi
Dimenticherai
Perché siamo una scintilla
D'acqua e d'elettricità
Io sarò
Dove sei
Scriverò sui muri
Ovunque andrai
Ci sarò,
Ci sarai
per sempre.
 
Come stai?
Con chi sei?
Chiederò alle strade
Ovunque andrai
E lo so
prima o poi m'incontrerai.
Ovunque andrai (Matteo Branciamore)

L’impiegato spazientito mi riprese.
<< Giovanotto allora? Parte sì o no?>>

Avevo deciso, avrei dato retta al mio orgoglio, in fondo solo il tempo mi avrebbe dato le risposte che cercavo.

<< Un biglietto per la Cina, solo andata.>>

Pochi attimi dopo, ero al centro della stazione con il biglietto tra le mani. Sarei andato in Cina, avrei risolto i miei problemi e infine sarei ritornato a casa. Non portavo bagagli con me, partivo con la speranza di alleggerire le pene del mio cuore e perché no di arricchire il mio spirito. Non avevo bisogno di nessuna valigia, i miei stenti sarebbero stati il mio unico bagaglio.

 



Pov Akane

Il treno sfrecciava verso Ryugenzawa, mi sentivo morire. Amavo Ranma ma ero una codarda. Non riuscivo a sopportare l’idea di rovinare la mia famiglia un’altra volta. Era troppo per me. Il tempo mi avrebbe aiutato a lenire le ferite e perché no a dimenticare. In fondo ero forte, avrei superato anche questo. Mi poggiai con la testa al finestrino e osservai il paesaggio scorrermi velocemente davanti agi occhi. Non riuscivo a non pensarlo, chissà come l’avevo ferito nell’orgoglio con quel messaggio. Ingenuamente avevo atteso anche una sua risposta ma niente. Il telefono restava lì muto sul mio grembo.

 Stupida Akane Tendo cosa ti aspettavi? Che ti augurasse buon viaggio? Che t’implorasse di tornare o che ti amava?


Mi diedi un pugno in testa e smisi di pensare. Basta forse me lo meritavo questo silenzio. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare. Ero stanca di lottare, di scappare e di perdermi in continuazione. Chi ero io? Che cosa volevo? Presto avrei trovato la risposta.

Avevo dormito qualche ora, mi sentivo tutta indolenzita. Dormire stravaccata sul sedile di un treno, non era certo il massimo. Mi ero svegliata dopo due ore di viaggio, a causa del rumore del mio vecchio cellulare. Un messaggio. Pigiai il bottoncino svogliatamente, sicuramente era quella matta di Nabiki che mi rimproverava. Appena lessi il mittente, il fiato mi si mozzò in gola, Ranma mi aveva risposto.


Mi è bastato tenerti
Un maledetto secondo tra le mie braccia
 Per capire...
Non ti dimenticherò mai...
Di provare
Quella terribile fitta al cuore, quando ti vedo.
Perché è successo proprio a noi?
Me lo sono chiesto tante volte sai?
Sei fuggita con ogni possibile risposta.
Vorrei buttarmi il passato alle spalle
Dimenticarmi di te.
A questo mondo non c'è posto per noi!
Sei stata tu a dirlo ... Addio Tendo.


Freddo, impassibile quasi lapidario. Meritavo la sua risposta. Buttai il cellulare nella borsa, un attimo di pura felicità mi stava costando tutto questo inferno.

 

Pov Nodoka


Mi ero alzata presto per preparare la colazione, l’indomani sarei partita con Soun e non me la sentivo di non risolvere la situazione con i ragazzi. Avevo deciso, avrei parlato prima con loro e poi con Soun. Non capivo la sua indignazione per mio figlio. Capivo il discorso dell’impegno ma dopo lo spettacolo al matrimonio, credevo che Shinnosuke fosse fuori dai giochi. Perché si comportava così?
Arrivai alla camera di Akane e bussai piano. Attesi qualche minuto, poi spinsi la porta. Probabilmente dormiva ancora.

Entrai silenziosa nella camera, era tutto perfettamente in ordine. Una cosa mi fece gelare il sangue nelle vene, l’armadio era spalancato e completamente vuoto. Cercai qua e là per la stanza qualche segno di quella fuga. Era lì in bella mostra sullo scrittoio, una lettera. Afferrai la busta con mani tremanti e n’estrassi un piccolo foglietto giallo. Iniziai a leggere avidamente quelle parole cariche di dolore.


Cara Nodoka,
Sono sicurissima che sarai tu a trovare  questa lettera. Ti ringrazio per questi sei mesi insieme, mi hai regalato un po’ di quell’affetto materno, di cui la vita mi aveva privato. Grazie. Vi chiedo scusa se vado via così, come una ladra nel cuore della notte. Non volevo darvi alcun dolore, sono partita per un po’. Ho bisogno di ritrovare me stessa. Perdonami per Ranma, non volevo farlo soffrire ma preferisco non rovinare di nuovo la famiglia.
Ti abbraccio a presto Akane.


Ero furiosa, cosa significava quel “non volevo di nuovo rovinare la famiglia”?
Decisi di precipitarmi direttamente dal mio sposo, afferrai la mia katana e mi diressi nel do-jo come una furia.

<< Cara cosa c’è?>> Chiese mio marito ignaro della mia furia.

<< Questo.>> gli urlai mostrandogli la lettera.

Soun si alzò e mi si parò davanti.
<< Mia figlia è stata più saggia del tuo.>>

Affermò incrociando le braccia al petto.

<< Non parlavo di questo. Perché Akane crede di aver già rovinato una volta la sua famiglia?>> Temevo di conoscere la risposta e non l’accettavo.

<< Ci tieni a saperlo?>>

<< Sì, sono tutta orecchi.>>

<< Qualche anno fa in una discussione, l’ho incolpata di essere responsabile della morte di Yuko.>> Pronunciò mio marito furioso, stringendo i pugni.

<< Le hai mai spiegato che eri solo arrabbiato? Quella povera ragazza è convinta di aver ucciso sua madre. Crede di essere la rovina di questa famiglia e tu che fai? Le impedisci di amare Ranma?>>

 I toni ormai erano accesi. Stavamo urlando così forte che il resto della casa si precipitò in palestra.

<< Tutto bene?>> Chiese ingenuamente Kasumi.

<< Certo cara, stavamo solo discutendo.>>

<< Parlavate di Ranma immagino.>> Puntualizzò mio fratello aggiustandosi gli occhiali sul naso.

<< Non ne avevamo dubbi. Papà cos’ha Ranma di sbagliato?>> Domandò arguta Nabiki.

Vidi l’espressione di mio marito diventare funesta.

<< Niente ma non posso accettarlo. Dovevano amarsi come fratello o sorella niente di più.>>

<< Cosa c’è di sbagliato in loro?>> Urlai con la gola ormai secca.

<< Noi siamo marito e moglie. Nerima sparlerebbe di noi ed io non voglio.>>

Non so cosa centrasse quell’affermazione ma in me scatenò una rabbia incontrollata.

<< Dovevo capirlo prima, non ti avrei sposato se questo significava renderli felici.>>

Sbattei la porta del do-jo e andai via. Ance in camera di Ranma trovai un biglietto. Un post-it dalla calligrafia disordinata.

Parto mamma, mi mancherai.

Mi stesi sul futon di mio figlio e iniziai a piangere, perché doveva essere tutto così difficile?

 

 
 
Pov Ranma


Ero in treno da ore, povera mamma chissà quando avrebbe scoperto della mia partenza come ci sarebbe stata male. Ero sdraiato in malo modo sul sedile del treno quando due  stazioni dopo Nerima salirono un sacco di passeggeri. Il treno si riempì improvvisamente. Andai al bagno, in fondo il mio posto era riservato. Al ritorno trovai gli altri sedili vuoti.

<< Mi scusi, potrebbe farmi passare un attimo?>> Chiesi educatamente alla persona seduta nel posto accanto al mio.

Alzò lo sguardo e la vidi.
Ucchan mi fissava disgustata.

Non l’avevo più vista da quel giorno a casa Tendo, era arrabbiata con me e non le davo torto.

<< Aspetti, ora le lascio libero il passaggio.>>

Cercò di alzarsi ma con un abile balzo la trattenni per un polso.

<< Hai ragione a essere incazzata, ti chiedo scusa. Non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti.>>

Rilassò le braccia e si lascò cadere sul sedile.

<< Perdonami Ranma, dovevo capirlo da sola. Siamo ancora amici vero?>>

Avevo davvero bisogno di un’amica in quel momento e Ucchan, mi era mancata tanto.

<< Certo, solo amici però. Intesi?>>

La cuoca annuì e mi butto le braccia al collo.

<< Mi sei mancato Ranchan.>>

Divenni rosso come un peperone, i gesti affettuosi mi mettevano sempre in imbarazzo. Decisi di stemperare la tensione.

<< Dove stai andando?>>

<< In Cina da mio nonno. E tu?>> Sorrise la ragazza.

<< Anch’io vado in Cina, devo recarmi a Yusenko.>>

Ucchan mi afferrò le mani e sorrise.
<< Bene allora saremo compagni di viaggio, mio nonno abita li vicino.>>

Annuii e le sorrisi, forse una compagna di viaggio non mi avrebbe fatto male.


 
Pov Soun


Mi sentivo così in colpa, non avevo mai visto Nodoka così agitata. Vagava avanti e indietro per la casa e non la smetteva di piangere. Forse aveva ragione, ero stato tropo duro con i ragazzi ma come spiegarle i miei motivi? Purtroppo avevo un segreto troppo grande nel cuore.

La mia sposa non immaginava chi era stato quel santo di suo marito. Nemmeno io lo immaginavo fino a dieci anni prima quando la mia Yuko prima di morire mi confessò l’unica sua debolezza. Giovane era stata innamorata di Hayama e una sera, prima della loro partenza per Hiroshima erano stati a letto insieme. Come facevo a dire a quella donna che suo marito e mia moglie erano dei traditori? Come facevo a confessarle che mentre lei era incinta di Ranma, il suo caro maritino procreava con la mia Yuko.


Presi la foto del diploma che ritraeva noi quattro, la scagliai contro il muro.
La sua migliore amica la tradiva con suo marito …

Akane era la prova di quell’errore.

 Ranma e Akane, erano davvero fratello e sorella.

Mi lasciai cadere sul pavimento distrutto e ingurgitai una bottiglia di sakè. No, non avrei dato questa sofferenza alla mia amata.
 


Pov Akane

Avevo attraversato la foresta velocemente. C’ero stata solo due volte in quel bosco ma lo conoscevo come le mie tasche. Arrivai davanti alla casa del nonno in meno di mezz’ora, quel vecchietto così simpatico spesso mi mancava. Presi la chiave da sotto lo zerbino ed entrai. Tutto era rimasto proprio come lo ricordavo. Riguardai il cellulare, chissà Ranma dov’era. Mi buttai sul futon e iniziai a fissare il soffitto.


Ero lì a fissare il soffitto.
Un dolore al centro del petto, sembrava togliermi il respiro.
 
Mi manca …
Vedevo i suoi occhi ovunque
sentivo le sue risa riempire la stanza.
Avevo un vuoto …
Enorme e silenzioso nel cuore.
Vorrei riempirlo per non sentire più
questa forte angoscia
attanagliarmi l'anima.
Mi manchi Ranma, non puoi nemmeno immaginare quanto.

Mi appisolai piangendo. Un rumore improvviso mi fece ridestare. Qualcuno stava entrando.

<< Chi va là?>> urlai mettendomi in posizione di difesa.

<< tranquilla, sono io.>> Alzò le mani in segno di resa e sorrise.

<< Ciao Ryoga , cosa ci fai qui?>>

Il moro sorrise malizioso.
<< e pur sempre casa di mio nonno, potrei chiederti la stessa cosa.>>

Aveva ragione, forse era meglio non sapere.

<< Touchè, un po’ di compagnia è ben accetta.>>

Sorridemmo come due cretini, forse questo viaggio sarebbe stato davvero divertente.
 
   
 
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