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Autore: _Laine    11/10/2014    1 recensioni
Alla morte dei genitori, quattro fratelli si ritrovano improvvisamente tra le mani un'eredità da capogiro. Sorgono problemi e nascono tensioni, i sentimenti vengono nascosti e le frustrazioni sfogate nei modi più sbagliati.
Ognuno dei fratelli Westmore aveva qualcosa da nascondere; i loro segreti potevano portarli in alto e realizzare i loro sogni, oppure trascinarli nel fondo del baratro.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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3. Harriet


 
Da quando il detective aveva menzionato Peter Collins, Aidan aveva iniziato chiaramente a scavare nella sua memoria alla ricerca di un episodio, un avvenimento, un ricordo che includesse quell'uomo.
Harriet vide il fratello seriamente concentrato e per un istante si chiese se qualcuno avesse voluto uccidere una persona vicina, per poi giungere a loro e fare del male a lei e ai suoi fratelli. Scosse la testa, pensando che probabilmente negli ultimi tempi aveva visto troppi film polizieschi in televisione.
E poi Aidan sembrava sincero nel dichiarare: «No, non ho mai avuto nulla a che fare con lui, almeno non di persona.»
«Ho formulato alcune ipotesi sin da subito» disse James Miller. «Forse l'assassino aveva avuto dei precedenti con la vittima, oppure quest'ultima aveva o sapeva qualcosa che non poteva essere divulgata. Ovviamente sono solo congetture, ma riusciremo a venirne a capo.»
Harriet aveva notato che di tanto in tanto il detective osservava sua sorella Ellie, cercando di non farsi notare. Lei era evidentemente scossa, non parlava e restava rannicchiata sulla poltrona, fissando il pavimento. Era chiaro che aveva di nuovo alzato il gomito e, seppure tentasse, non riusciva proprio a mantenere un'aria disinvolta.
«Non preoccupatevi» riprese Miller. «Presto scopriremo la verità e come si sono svolti i fatti. Nel frattempo vi suggerisco di fare molta attenzione: il killer è da qualche parte e, se il mio intuito non sbaglia, potrebbe essere in qualche modo alla ricerca di uno di voi.»
«Farò tutto il possibile per proteggere le mie sorelle.»
Dopodiché il detective annunciò che per il momento era sufficiente, ma raccomandò loro di fargli una telefonata per qualsiasi evenienza. «Se vi venisse in mente qualsiasi dettaglio, anche il più insignificante, non esitate a contattarmi. Mi trovate sempre disponibile a questo numero.»
Si alzò e porse a Aidan un biglietto da visita, poi aggiunse: «Per ora non voglio disturbarvi oltre.»
«La accompagno alla porta» disse il fratello maggiore e, dopo aver salutato, i due si diressero verso l'ingresso.

Una volta rimaste sole, Harriet disse: «Wow, ci voleva un omicidio per ravvivare l'ambiente. Negli ultimi tempi da queste parti era un autentico mortorio.»
Era consapevole dell'assurda stupidità della sua battuta, ma almeno riuscì a strappare una risatina alla sorella maggiore, la quale sembrò sollevata dopo che Miller si era congedato.
Poi sopraggiunse l'imbarazzo. Harriet non sapeva mai come comportarsi in presenza di sua sorella, cosa dire per farla sentire a suo agio e non darle fastidio. Sapeva che dopo aver bevuto poteva avere reazioni imprevedibili a ciò che la circondava e, per quanto si sforzasse di mantenersi calma e disinvolta, spesso la giovane Westmore si trovava in difficoltà.

Qualcuno si schiarì la voce e alle loro spalle apparve Samuel. «Signorine, gradireste qualcosa da bere? Pauline sta preparando del tè.»
«Volentieri, grazie» rispose Harriet, mentre sua sorella si limitava a scuotere la testa, per poi aggiungere: «Credo che andrò in camera mia a riposare.»
Una volta lasciato il soggiorno, il maggiordomo si avvicinò alla più giovane dei fratelli e le disse sottovoce: «Mi dispiace moltissimo, signorina Harriet.»
«Per cosa?» domandò lei, perplessa.
«Non so proprio come Elizabeth abbia fatto a trovare degli alcolici. Io stesso ho fatto in modo che sparissero dall'appartamento e gli unici ancora presenti sono ben nascosti nello studio di Aidan, in un luogo che solo lui conosce.»
«Non preoccuparti, Samuel, parlerò con mio fratello e vedremo cosa si può fare in proposito.»
La ragazza fece un ampio sorriso all'uomo che più si poteva avvicinare alla figura del padre che aveva perso quasi due anni prima. Insieme a Aidan e Sean, il maggiordomo era una delle sue più importanti figure di riferimento.
Prima di tornare in cucina, Samuel aggiunse: «Comunque il suo nuovo look le dona molto.»
Harriet sorrise di nuovo mentre, ancora seduta comodamente sul divano bianco, si arrotolava una ciocca di capelli biondo platino tra le dita.

Pochi attimi dopo Aidan fece ritorno. «Dov'è Ellie?»
«È nella sua stanza a riposare. Aidan, credo che sia riuscita a procurarsi degli alcolici.»
«Come fai a saperlo?»
Harriet era basita. «Non hai visto come si comportava in presenza di Miller? Era assente, teneva lo sguardo basso ed evitava il contatto visivo con tutti.»
«Non sembrava ubriaca» osservò il fratello maggiore.
«No, ma evidentemente non era in sé. Mi sorprende che tu non te ne sia accorto.»
Aidan alzò le spalle. «Mi dispiace, ero sconvolto per ciò che ha detto il detective.»
«Non ti preoccupare» Harriet cercò di consolarlo. «Vedrai che alla fine si sistemerà tutto.»
«Lo spero» rispose lui, poi aggiunse: «Ora devo proprio tornare al lavoro. Per favore, potresti tenere d'occhio Ellie?»
«Certo.»
«Grazie» Aidan le depositò un dolce bacio sulla testa, poi prese la valigetta e uscì, urlando: «A stasera!»
Harriet rimase da sola nel soggiorno, aspettando che il tè di Pauline fosse pronto.
Non era affatto una ragazza ingenua: si era resa conto che il fratello maggiore, da qualche tempo, le riservava delle attenzioni particolari che non aveva verso nessun altro componente della famiglia.
Aveva però pensato che si trattasse di un cambiamento dovuto alla scomparsa dei genitori; al fatto che, essendo la più piccola, Aidan si sentisse in dovere di proteggerla e farla sentire coccolata ed amata. Ma lei non sentiva queste esigenze, poiché l'unica cosa di cui aveva bisogno era la vicinanza di Sean, il suo gemello, la persona che più le somigliava e di cui non avrebbe mai potuto fare a meno.
Sean era un ragazzo difficile, che amava creare problemi a chiunque gli stesse vicino. Harriet però sapeva che non feriva gli altri intenzionalmente; è solo che ognuno dei fratelli aveva reagito in modo diverso alla perdita dei genitori: qualcuno aveva iniziato a bere, qualcuno sfogava la sua rabbia durante le risse, qualcun altro si era gettato a capofitto nel lavoro.
Paradossalmente Harriet era forse quella che aveva sofferto di meno. Certo, i primi giorni erano stati devastanti, ma lei aveva sempre trovato conforto e serenità grazie a Sean.
La ragazza sapeva che senza di lui non ce l'avrebbe mai fatta.

Ripensando a tutto ciò che era accaduto quel giorno sentì il bisogno di avere il fratello accanto. Sapeva che sarebbe tornato la settimana seguente, ma per qualche strana ragione era convinta che il ragazzo dovesse tornare a casa al più presto. Avvertiva che il fratello era nei guai, grazie ad una particolare connessione che solo i gemelli possono sviluppare.
Sperava con tutto il cuore di sbagliarsi, ma quella sensazione permaneva e non riusciva a darsi una spiegazione.
Si ripromise di fargli una telefonata, ma solo dopo aver finito la tazza di tè che la domestica Pauline le stava portando con un sorriso.


 
*
 

Era quasi giunto il momento di agire.
Una figura si nascondeva nell'ombra di un vicolo angusto e pieno di sacchi dell'immondizia, intenta ad osservare l'entrata del parcheggio sotterraneo dell'imenso palazzo. Storse il naso, cercando di non respirare i cattivi odori che quel luogo emanava.
Aidan uscì alla guida di un'auto sportiva che doveva valere una fortuna, poi si immise nel traffico cittadino.
Oh, non hanno idea di ciò che li aspetta.
Era solo un'ombra, ma presto avrebbe assunto un ruolo importante all'interno della famiglia Westmore.
O meglio, di ciò che ne restava.
Sogghignò a quel pensiero.
Avrebbe potuto entrare in scena in grande stile, ma poi convenne che era meglio insinuarsi lentamente, con discrezione ed astuzia, per poi distruggere la famiglia dall'interno.
E nessuno di loro avrebbe mai saputo la verità. Sarebbero rimasti per sempre all'oscuro della storia.
La figura rise di nuovo. La sua mente era invasa da pensieri malvagi e sconnessi.
Ci divertiremo così tanto insieme, miei cari ragazzi.
Non avevano idea di quello che stava per accadere.
  
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