Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: EleNicka_MM    11/10/2014    2 recensioni
Una figura umana uscì dal muro di tempesta. Sprigionava vento e ghiaccio dalle dita. Con un solo movimento della mano mandò Skye a cozzare contro il parabrezza di un'auto, davanti alla quale si accasciò priva di sensi. May premette il grilletto, ma una fortissima folata di vento le fece sbagliare mira. Il proiettile colpì la schiena fasciata dalla giacca nera di fronte a lei. Coulson crollò sull'asfalto, esanime. May urlò
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Start Over: the serie'
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Stark caricò il colpo in canna e si nascose dietro al muretto. Sentì qualcuno arrivare dietro di lui, con una grossa maschera nera che gli oscurava il viso. Capì che era un alleato solo dall'azzuro del giubbotto antiproiettile. Sparò un paio di colpi dietro di se e l'uomo al suo fianco fece lo stesso.

Il rumore e il seguente gemito di un colpo andato a segno.

Tony si girò e alzò in aria, vittorioso, il fucile da paintball: « Che c'è Capitano? Perdiamo i colpi? »

Steve Rogers si levò la maglietta sulla quale campeggiava un'enorme chiazza di vernice rosa shocking.

« Ah, non è stato un gioco leale! Voi eravate in tre contro uno. » ribatté Rogers.

Banner si tolse la maschera e disse ridendo: « Rogers, meno chiacchiere, stai veramente perdendo i colpi. Mi sta bene ti avesse colpito Barton » aggiunse indicandolo mentre si calava agilmente da una finta grondaia « Ma, andiamo, un fisico nucleare che mette KO il più grande soldato della storia! »

Stark e Barton proruppero in una fragorosa risata e anche il Capitano si sciolse in un sorriso.

« E poi dai, hai avuto almeno dieci occasioni per colpirmi ma non l'hai fatto. Che c'è? Hai paura che mi surriscaldi solo per una partita a paintball? » continuò Bruce.

« Non si è mai troppo prudenti, dottore » disse Stark, in una perfetta imitazione di Rogers.

Il capitano li mando in un determinato posto, ma poi si avviò con loro, sorridendo.

Avevano affittato la palestra per evadere un po' dalla monotonia della Stark Tower.

L'unico problema era che non appena si muovevano, anche solo per andare a portare a spasso Jackson - il Buledogue Francese che Stark aveva regalato a Pepper per il loro anniversario – venivano travolti da orde di fangirl urlanti e giornalisti accorsi probabilmente per vedere quante volte faceva pipì il cane di Iron Man.

All'inizio erano lusingati da tutta quella gente venuta per autografi, dichiarazioni e interviste, ma dopo un po' l'entusiasmo si era trasformato in irritazione e sembrerà strano dirlo, ma anche l'egocentrico Tony Stark aveva iniziato ad evitare le telecamere uscendo dalle porte sul retro di ristoranti e luoghi pubblici.

E così fu quel giorno: furono accolti da una grande folla di gente, i soliti visi che li salutavano la mattina appena svegli da fuori la Stark Tower e che li accoglievano alla sera tardi quando tornavano da locali o conferenze.

Erano di buon umore e quindi quel giorno si concessero ai fans e ai giornalisti. Erano talmente presi dal rilasciare dichiarazioni sulla notizia della gravidanza di Natasha - che, non si sa bene come, aveva già fatto il giro del modo due ore dopo che la donna aveva dato la notizia ai compagni – che non notarono il grande furgone posteggiato dall'altro lato della strada. Era tutto nero, con una grossa antenna sul tettuccio.

Non appena si fecero largo attraverso la calca e salirono sulla nuova auto di Tony, una Ferrari FF comprata pochi mesi prima, il furgone partì sgommando. Avevano appena svoltato l'angolo quando il cellulare di Steve squillò: « Pronto?»

« Tesoro? Sono io. Senti potreste per caso venire a casa? io e Pepper siamo appena state aggredite da un tizio che non si sa come ha eluso la sorveglianza ed è comparso in bagno » rispose Natasha, con voce tranquilla dall'altra parte del telefono.
Steve strabuzzò gli occhi: « Che cosa?!? Ma state bene? »

« Sì, certamente. Del tizio se ne sta occupando Happy ma non credo che parlerà per un po' »

« Perché? » chiese Steve

« Bah, sai com'è » introdusse Natasha con tono noncurante « La signorina Potts ha imparato qualche mossa niente male e gli ha lussato la mandibola con un calcio prima ancora che io fossi entrata nella stanza. Quasi quasi mi licenzio. Ora ti devo lasciare, ho appena scoperto che Coulson sta lavorando a dei casi analoghi di rapimento; meglio che lo chiami »

Rogers riattaccò dopo aver chiesto di nuovo alla fidanzata se stava bene. Poi spiegò ciò che era successo ai compagni, che lo guardavano con sguardo interrogativo.
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Skye si svegliò. Prima di aprire gli occhi sentì un sobbalzo, poi un rumore simile ad un motore.

Quando aprì gli occhi, trovò la faccia di James che guardava la strada di fronte a sè e sorrideva. La ragazza tirò su il sedile, guardò la strada e disse, con tono scherzoso: « Ok, ho capito! Mi hai addormentata, rapita e ora mi stai portando in una capanna in mezzo ad un bosco per imprigionarmi e chiedere il riscatto »

James rise: « Sì, certo, hai afferrato. E io in realtà non sono un agente dell'FBI ma faccio parte di una setta satanica che sacrifica le vergini per bere il loro sangue. Oh » continuò con finto fare sbadato « Mi sa che ho sbagliato persona »

Entrambi scoppiarono a ridere. Poi Skye continuò: « Dai seriamente, dove mi stai portando? »

« In un posto carino! » rispose lui, con tono misterioso « Comunque lo vedrai fra poco, dove siamo! »

Infatti qualche chilometro dopo si intravide un cartello con scritto “Coney Island Luna Park”...

« Non ci posso credere! La nostra prima notte a letto insieme e tu il giorno dopo mi porti al luna park! »

James si fece subito serio: « Cosa c'è? Non ti piacciono le giostre? »

« Ma certo che mi piacciono, idiota! ».

Scesero dall'auto Skye gli diede un bacio a stampo sulla bocca e partì di corsa, esortandolo a seguirla.
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________« « Ha alzato la posta » disse Coulson, entrando nella sala riunioni.

Sullo schermo apparvero le fotografie relative ai casi dei rapimenti.

« C'è un'altra vittima? » chiese Triplett.

« Fortunatamente no, ma il rapitore si è infiltrato nella Stark Tower e ha cercato di rapire la signorina Pepper Potts. Romanoff era con lei, visto che ora tutti gli Avengers vivono nella torre, e insieme a Happy Hogan è riuscita a fermarlo »

« Imposto la rotta per New York. Partiamo fra venti minuti »

« Perfetto. Simmons, ti voglio operativa. Devi cercare di scoprire chi è il tizio che hanno catturato. Per oggi prenderai il posto di Skye.»

Simmons annuì e andò subito da Fitz.

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« Jemma, ne abbiamo già parlato, sto bene! » disse Fitz, dopo che un'indaffaratissima Simmons riguardò per la centesima volta i referti di quelli che erano probabilmente i terzi ceck-up completi del ragazzo.
« Questo lo decido io, e poi comunque non si è mai troppo prudenti. Ti sei appena svegliato da un coma di quasi due mesi, dobbiamo lasciare il tempo anche al tuo corpo per riprendersi, non solo al tuo cervello »
« Come vuoooooi... » cantilenò Fitz, giocherellando con le lenzuola del letto.
Stava recuperando velocemente, tanto che Simmons aveva previsto un inizio anticipato della fisioterapia ma quello sarebbe stato solo l'inizio di un percorso lungo e faticoso, per riavere il Fitz di sempre.
« Jemma? »
« Dimmi » Rabbrividì, sentendosi chiamare per nome.
« Io aspetto ancora una risposta. Riguardo a ciò che ci siamo detti là sotto »
Lei non rispose per un lungo tempo. Finì di riordinare la stanza, archiviò i referti  e  buttò nel contenitore dei rifiuti sanitari i guanti di lattice. Poi si avvicinò al ragazzo e lo baciò sulla fronte: « Io ti voglio bene, Fitz. Ti voglio bene più di ogni altra cosa. Magari ti amo, ma in questo momento non riesco... Non riesco a parlare, non riesco a scegliere, non riesco a pensare. Ho archiviato tutto, tutto ciò che è successo quel giorno in una parte del mio cervello, perché avevo bisogno di essere il più
lucida possibile per riuscire a tenerti in vita. E ora che stai meglio, sta ritornando tutto su. Lasciami il tempo Fitz, ti prego »
Fitz chiuse gli occhi. Cercò di capire che cosa lui provasse veramente.
Ma capì che i suoi sentimenti non erano cambiati.
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Tony guardò l'uomo seduto sulla sedia con disgusto.

« Come ha fatto ad entrare, questo? » chiese freddo a Happy, che si stava tamponando con un fazzoletto bagnato il labbro sanguinante.

« Non ne ho idea. Il livello di sicurezza non è cambiato, siamo sempre tutti al nostro posto »

Erano nel grande salone dell'appartamento nella Stark Tower. C'erano vetri dappertutto, parecchi mobiletti del bar erano andati in frantumi e una lampada (la preferita di Pepper, in vetro di Murano) era ormai ridotta a una polvere sottile.

L'uomo responsabile di tutto quel macello era ammanettato ad una sedia, con il corpo immobilizzato da una sciarpa ma, nonostante le scarse misure di sicurezza, non sembrava aver nessuna intenzione di muoversi.

Barton si avvicinò al prigioniero e lo afferrò per i capelli mandandogli in dietro il collo.

« Chi cazzo sei, eh? » gli sussurrò nell'orecchio « Chi. Cazzo. Sei! » ripeté, quando questo tenne la bocca chiusa, per quanto la lussazione glielo permettesse.

Barton aspettò per qualche secondo la risposta dell'uomo, e quando non la ottenne, si mise davanti a lui, infilò i pollici in bocca all'uomo e, senza tante cerimonie, gli riassestò la mandibola.

L'urlo del prigioniero risuonò per tutta la torre. Quando il dolore si placò l'uomo sorrise faticosamente a Barton e disse: « Hail, Hydra! »

« Io non lo ripeterei se fossi in te »

Phil Coulson entrò nella stanza, seguito a ruota da May e Triplett.

« Era ora! » commentò Stark. May lo zittì con un'occhiataccia.

Coulson si avvicinò all'uomo, gli tirò su i polsini della felpa e scoprì un tatuaggio verde: non era un fiore, ma il simbolo dell'Hydra.

Signore, grazie alla microcamera ho identificato il prigioniero. Cioè, in teoria non l'ho identificato”

« Cosa intendi dire, Simmons » soffiò Coulson nel microfono, allontanandosi dall'uomo.

Intendo dire ciò che ho appena detto, signore. Non esiste nessun uomo in nessun database mondiale che abbia quella faccia. Tutti i file sono stati ripuliti”

« Ricevuto. Io provo a fargli dire qualcosa, tu continua a cercare. Se Fitz se la sente, passa a lui il contatto audio » disse il direttore.

Eccomi, signore” rispose Fitz dall'altra parte dell'auricolare.

« Quindi » introdusse May, avvicinandosi all'uomo ed estraendo la pistola « Hai rapito due donne, hai cercato di rapirne una quarta cercando di infiltrarti in uno degli edifici più blindati d'America e hai giurato fedeltà ad un'organizzazione filonazista. Dammi dei validi motivi per non farti saltare il cervello. »

« Eh eh eh, agente May. Di motivi ne ho quanti ne vuole. La maggior parte riguardano il suo capo e quella specie di mostriciattolo umanoide che avete portato al calduccio nella vostra base. Gli altri, beh, ce li avete già sotto gli occhi: quando ha imprudentemente inserito quella chiavetta USB nel suo portatile, la vostra sciocca hacker ha attivato un conto alla rovescia. Voi avete erroneamente pensato che fosse il tempo che mancava alla bella Audrey Nathan. Invece... mi sa che sono un passo davanti a voi. »

Con un colpo le manette caddero per terra. L'uomo afferrò saldamente la pistola di May, che la lasciò andare prima che questa si trasformasse in una massa informe di acciaio fuso. L'uomo soffiò sopra ai resti della pistola, facendoli solidificare, e poi li posò per terra, si alzò dalla sedia e intimò a tutti di abbassare le armi. Barton levò più alto l'arco e così il prigioniero, con il solo movimento della mano, levò una folata di vento mandandolo a cozzare contro la parete opposta.

Poi prese tranquillamente posto di fronte alla postazione computer della stanza.

Era strabiliante la tranquillità con la quale l'uomo si aggirava per la stanza, attorniato da tutti quegli uomini forti e armati, come fosse stato certo che nessuno avrebbe mai provato a fargli del male. Che nessuno avesse tanto fegato da provarci...

« Stavo dicendo, che la vostra Skye ha attivato un conto alla rovescia. Quando il vostro biondino muscoloso ha trovato la signorina Nathan, mi sono permesso di fermare apparentemente questo conto alla rovescia. Quando voi avete lasciato il pianeta il timer ha raggiunto il secondo zero e all'istante centocinquantamila androidi si sono attivati. Dappertutto, dentro ogni organizzazione governativa, ogni luogo pubblico, ogni strada, via o vicolo del mondo. Ecco la situazione. »

Mostrò a Coulson una quarantina di video sullo schermo del computer: inquadravano la Casa Bianca, Buckingham Palace, il Colosseo, Central Park e decine di altri luoghi importanti e pullulanti di persone.

« Ora, le informazioni che cercavo me le avete gentilmente offerte voi, inserendo quella fantomatica chiavetta nei vostri server. »

L'uomo si alzò in piedi e spalancò la porta-finestra che dava sul terrazzo: « Io ora me ne andrò e voi mi lascerete andare. Se cercherete di fermarmi in qualsiasi modo basterà che io mi sfiori il polso e tutti quegli androidi si autodistruggeranno portando con se tutta la gente del pianeta. »

Coulson decise di assecondare l'uomo: « Dimmi almeno chi sei »

Il prigioniero rise una risata fredda, malefica, senza gioia: « Il professor James Moriarty, Lord Voldemort, Mr. Hide, in pratica, il tuo miglior nemico! »

L'uomo fece per girarsi verso la finestra e saltare di sotto, quando si sentì un boato e un lampo argentato lo colpì, mandando l'uomo a cozzare contro il mobiletto del bar. Coulson ne approfittò per scaricargli il caricatore di un I.C.E.R. addoso.

« Era ora » disse Stark, rivolto alla figura che era appena atterrata sul terrazzo.

« C'era traffico!» bofonchiò Thor spazzolandosi i vestiti e lanciando il braciale cercapersone sul divano.

« C'era traffico.... vuoi dirmi che ormai ti sposti solo più in macchina? Andiamo bene »

Il semidio stava per rispondergli a tono, quando Coulson si intromise: « Ok, basta. L'importante è che lo abbiamo fermato. Nel mentre che è addormentato bendategli gli occhi e portatelo sul Pulmino. »

« Ricevuto » Triplett obbedì e, aiutato da Barton lo portò nella cella del Pulmino.
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« James, ti prego, un altro giro! »
Il ragazzo stava quasi per vomitare, dopo quello che probabilmente era il decimo giro sulle montagne russe.

« Cos'è questa, una nuova forma di tortura che usate allo S.H.I.EL.D.? » chiese a Skye appoggiandosi ad un muretto « È quella che avete usato prima di rispedire Loki ad Asgard? »

Skye si fece seria: « Non pronunciare il nome di Loki. Mi rovini la giornata. »

« Ok, ok. Tranquilla. Scusa, non pensavo facesse questo effetto » rispose James.

« Scusami tu » disse Skye « È solo che quell'essere spregevole ha distrutto la vita di troppe persone a cui voglio bene »

Skye guardò l'orologio: « James, è meglio che mi riporti a casa. Devo recuperare la mia roba e ritornare alla base. »

Il viaggio di ritorno fu silenzioso.

James seppe che con quella battuta infelice riguardo Loki aveva rovinato la giornata e Skye pensava alla stessa cosa, mentre guardava scorrere i palazzi di New York dal finestrino.

Arrivati sotto casa, 3 ore dopo, Skye salutò James e lo pregò di andare via il più presto possibile. I protocolli obbligavano tutti gli agenti che in licenza avevano incontrato dei famigliari a far perdere le proprie tracce entro un'ora dalla separazione.

E così Skye fece. Salì velocemente nell'appartamento, prese tutte le sue cose e salì in macchina diretta alla base.

#

Skye fu contentissima di aver convinto Coulson a permetterle di riparare il vetusto sistema di riconoscimento, che, riconoscendo la targa della sua macchina e il suo volte, le aprì senza problemi il pesante portellone della rimessa.

Raccattò stancamente il borsone dal sedile posteriore e scese le scale, pronta per una bella dormita.

Stava per tirare dritto verso gli alloggi quando vide la luce della cucina accesa:

« Hey, come hai fatto ad evadere » chiese a Fitz, che stava guardando con aria assente nel frigorifero.

« Simmons dorme! » rispose lui, aguantando un barattolo di burro d'arachidi e spingendo la sedia a rotelle verso il tavolo, dove del pane in cassetta e un coltello erano già stati disposti su un tagliere.

Offrì una fetta di pane imburrato a Skye, che accettò sedendosi a cavalcioni su una sedia.

« Come stai? » chiese al ragazzo.

« Tutto sommato bene, è solo che la riabilitazione mi sta sfiancando. E il male alle gambe non mi fa dormire di notte. »

Restarono lì in silenzio per un po', a gustare la merenda notturna, quando un altra persona sbucò dalla porta: « Oho, c'è una festa qui » disse Tripp, riempiendosi un bicchiere d'acqua « Nessuno dorme qua dentro? »

I due fecero cenno di no con la testa, impossibilitati a parlare dalle grosse quantità di cibo che avevano in bocca.

« May sta facendo Tai Chi e Coulson è da ieri sera quando siamo tornati che è chiuso nel suo ufficio. Sta cercando di capire chi sia il tizio di ieri. »

Skye lo guardo interrogativo.

« Non ti ha avvertito? » chiese Tripplett stupefatto.

« Avvertirmi di cosa? »

« Abbiamo preso quel pazzo... è un dotato, ma non è schedato »

Skye strabuzzò gli occhi: « E perché non mi avete detto niente? >

I due ragazzi fecero spallucce; Skye si alzò e tirò dritto verso l'ufficio del direttore, ignorando il “non vuole essere disturbato”, pronunciato da May quando Skye le passò davanti.

Bussò lievemente alla porta. Ottenne risposta dall'altro lato e quindi entrò.

« Com'è andata la giornata? » chiese Skye, come se non sapesse niente.

« Bene » rispose lui, con tono fasullo.

« Bene per il fatto che avete catturato quel bastardo? Perché non mi hai chiamata, non stavo facendo niente di importante. E poi esco con un agente dell'FBI: avrebbe capito. »

« Ecco, a proposito. È meglio che ti accomodi, devo dirti una cosa. » disse lui, passandosi un mano fra i capelli. Coulson si alzò dalla scrivania e si avvicinò alla cassaforte. Prelevò dal suo interno un fascicolo di documenti.

Poi continuò, rivolto a Skye, che era sempre più confusa: « I ragazzi ti hanno spiegato cos'è successo oggi? » Skye annuì.

« Ho scoperto che l'uomo che teniamo in custodia è un certo Jeff Gornsey, un pazzo entrato nelle schiere dell'HYDRA parecchio tempo fa. È un dotato, ma non è mai stato schedato, forse perché dopo le sue poche manifestazioni pubbliche non è mai rimasto nessun testimone. Mentre lavoravo con uno dei programmi che Fury mi ha lasciato, quello per riconoscere le identità fasulle, ho erroneamente scannerizzato tutti i profili presenti nel database. »

Phil girò lo schermo del computer verso la ragazza.

Un simbolo rosso di pericolo lampeggiava di fronte alla scritta che indicava il nome di James Stone. La ragazza guardò prima il monitor e dopo il suo capo, che la guardò con aria grave.

« Che cosa significa? » gli chiese, anche se sapeva già la risposta.

« Significa che ti ho lasciato una scelta. Non ho ancora proceduto alla verifica, aspettavo il tuo ritorno, ma sappi che qualunque cosa tu decida io devo procedere con le misure di sicurezza di protocollo. »

Alla ragazza sembrò di stare tornando indietro nel tempo. Una nuova vita non avrebbe dovuto implicare “un nuovo Ward”. Sta volta però, si disse Skye, avrebbe voluto sapere tutto subito.

Premette il pulsante invio... quando lesse, desiderò non averlo mai fatto.
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« Dove sei stato? »

« Non ti deve interessare »

« No, non mi devo interessare delle tue faccende. Ma dovrebbero interessarmi le ultime direttive del mio sire. Ricordi? Rapporti costanti ogni du... »

« Ogni due giorni, ogni due giorni. Guarda che non ho bisogno di una baby-sitter! »

Loki si alzò e iniziò a camminare in circolo per la stanza.

« Sif, mi vedi? Pensi che sia ancora quello di una volta? Ti pare che se non fossi stato degno di fiducia mio padre mi avesse messo a regnare? »

« Io mi fido di Odino. E Odino si fida di te. »

« Ma tu non ti fidi di me.»

« Mi spiace, tu la mia fiducia l'hai persa parecchio tempo fa. E sono certa che qualunque nobile cpsa tu faccia non la riconquisterai mai. »

La guerriera fece per andarsene, ma arrivata sulla porta si girò di nuovo verso l'uomo: « Ah, è da quando scendi sulla Terra sistematicamente succede qualcosa. C'è mancato poco che Coulson e la sua squadra ti scoprissero l'altro giorno. »

« Tu sai perché torno sulla Terra ogni giorno. E non negarlo, perché me lo ha riferito Haimdall. »

« Sì, lo so. E visto che lo so ti dico questo: faresti meglio a lasciar perdere, tanto quando lo scopriranno, non saranno così clementi come credi. »

Detto ciò, Sif se ne andò sbattendo la porta.




Ohila genteeee!!! Nuovo capitolo on: che ne pensate?
Vorrei scusarmi per i tempi infiniti di attesa ma a causa scuola/blocco dello scrittore/stagione 2 di AoS mi sono completamente impallata! Ringrazio tutti quelli che hanno letto/preferito/ricordato/recensito la mia storia e in particolare la mia salvatrice (grazie Martiiiiii), senza la quale questo capitolo sarebbe stato una schifezzuola!
Ci si vede alla prossma! <3.<3
Kissssssssssssssissimissimi,
Ele <3



P.s.: non posterò ancora il volto del nuovo personaggio..... serve un po' di suspance!!!
  
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