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Autore: Kisuke94    11/10/2014    2 recensioni
Lo Zero;Requiem è riuscito a portare stabilità all'interno di Britannia e del mondo intero, ma non nella mente e nel cuore di Suzaku. Egli si appresta a fronteggiare una minaccia sconosciuta che potrebbe minare tutto ciò che lui e Lelouch hanno costruito.. immergiti in un'avventura ricca di mistero e di domande sul passato, sul presente e sul futuro del mondo e della razza umana!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kallen Stadtfeld, Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge, Nunnaly Lamperouge, Sorpresa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La vita sembrava scorrere normalmente in quella fredda notte parigina. Francesi, turisti, tutti erano indaffarati: c’era chi correva all’acquisto degli ultimi regali per la notte del 25, chi affollava le vie principali nella speranza di ritornare a casa per l’ora di cena. Flash illuminavano ogni monumento della città, turisti intenti a catturare l’estetica neoclassica dell’Arco di Trionfo: atto, in origine, a celebrare le vittorie di Napoleone Bonaparte, ricostruito fedelmente dopo la guerra a Euro Universe da parte di Britannia, era adesso ornato dalle bandiere di entrambe le regioni sui suoi lati; e ancora, sguardi attoniti verso la cattedrale gotica di Notre Dame, ancora in ristrutturazione dopo che recentemente la parte sinistra dei colonnati esterni era crollata. Nonostante Parigi si fosse ampliata con una serie di high-tower di nuova generazione, la Città Vecchia restava il luogo più amato e visitato dell’ex-nazione francese.
Mentre la vita proseguiva in tranquillità, in una stanza buia, lontana da occhi indiscreti, un uomo con le mani congiunte fissava una serie di monitor collegati a innumerevoli telecamere sparse per la Città Vecchia. Ogni monitor, dieci in tutto, era suddiviso in quattro schermate che prendevano il nome della zona che sorvegliavano; il loro compito infatti era quello di proteggere i cittadini da qualsiasi azione sovversiva da parte di organizzazioni che di tanto in tanto nascevano in quell’epoca di pace. Organizzazioni che miravano a destabilizzare l’ordine costituito in nome di ideali spesso incomprensibili persino dalle menti più geniali dello stato. Quella però non sembrava una stanza del Quartier Generale della Euro Universe, qualcuno aveva avuto acceso ai codici delle telecamere, e le stava utilizzando per i suoi scopi, e continuava a tracciare attentamente gli spostamenti di un ragazzo: indossava un cappotto marrone e un cappello blu scuro che non permetteva all’angolazione delle telecamere di identificarne il volto. La luce intensa dei monitor permetteva di leggere un ghigno malefico sul volto dell’uomo che con gli occhi continuava a seguire le telecamere che si aggiornavano continuamente, mostrando tutte le parti della città. Ad un tratto si sistemò, iniziò a digitare su una tastiera virtuale, che era comparsa davanti a lui quando aveva poggiato le mani su di un ripiano; una serie di codici avevano unificato le immagini dei monitor ad un’unica telecamera. Adesso tutti e dieci formavano una schermata singola, puntata proprio sul ragazzo dal cappotto marrone. “Ti ho trovato!” disse tra sé l’uomo, poi prese un telefono e chiamò un numero pre-impostato al tasto 1. Dell’altra parte della linea si udirono delle campane risuonare prima che una voce femminile rispose e attese istruzioi.
 
Suzaku stava attraversando il Ponte d’Iéna quando udì il suono inconfondibile di tre volanti della polizia della regione. Si strinse nel cappotto sperando di non esser stato scoperto. Anni prima, mentre si trovava in quello che un tempo era il continente africano, il suo volto era stato registrato dalle telecamere di stato e aveva rischiato la cattura. Riuscì in tempo a far perdere le sue tracce ma il mandato di cattura si riaccese in tutti gl istati membri dell’Unione Mondiale. Il problema dell’avanzamento tecnologico era proprio che non si poteva sfuggire alle macchine. Lentamente il mandato fu messo da parte proprio per mancanza effettiva di prove a favore della presenza del Knight of Zero nei territori dell’Africa settentrionale. La paura di Suzaku però si fece alta, nonostante il frame catturato dalla telecamera locale fosse di bassa qualità e non permetteva una vera e propria comparazione con la foto del Cavaliere Kururugi.
Abbassò lo sguardo e si vide sfrecciare a gran velocita le volanti che seguivano un’auto nera che correva a folle velocità lungo il ponte. Si rasserenò costatando che tutto continuava a scorrere e nessuno si sarebbe interessato a lui, realmente. Passò il ponte arrivando all’altro lato del fiume Senna. Era rimasto affascinato dalla bellezza di quel ponte, cinque campate ad arco in pietra, poggianti su quattro piloni centrali, ornato da lampioni che risentivano del peso dell’età. Ed eccola, davanti a lui si ergeva la torre che da sempre aveva affascinato scrittori e turisti. Della torre originale era rimasta solo la parte sinistra, quella destra era ricoperta da cemento e luci al led che ne ricostruivano la facciata. Lì sorgeva un lussuoso Hotel Parigino, che permetteva l’alloggio solo all’aristocrazia, a causa dei prezzi eccessivamente alti. Un ascensore permetteva ancora di salire fino in cima, lasciando l’ultimo piano ad una postazione di controllo delle trasmissioni che permetteva a tutta l’ex-Francia di usufruire dei canali mondiali.
“Gli orrori della guerra” pensò Suzaku, mentre si incamminava verso il lato sinistro della struttura.
«Mamma, mamma» gridò una bambina. «Possiamo salire? Ti prego?» implorò la giovane, strattonando gli abiti umili della madre.
«Ma certo tesoro mio, adesso andiamo» rispose lei con un sorriso sincero e caldo.
«Anche lei, signore, viene con noi» disse poi la piccola rivolgendosi al ragazzo col cappotto marrone di fianco a lei.
«Eh! Come hai detto?» rispose Suzaku ancora intento ad osservare la torre ed immaginare cosa potesse mai trovare su di essa.
«Deve salire sopra giusto?» disse la piccola muovendo la bambola su e giù replicando il movimento degli ascensori ad ascesa rapida.
«ahah certo!» rispose Suzaku ricambiando il sorriso dolce della bambina.
«Dai lascia stare il signore» le disse la madre, tirandola a sé.
«Ma non si preoccupi!» rispose gentilmente Suzaku.
«Il potere dei Re non trova ostacoli sulla sua via, se l’oscurità domina il cuore che al dominio mira!»
«Cosa hai detto?» disse incredulo Suzaku abbassandosi verso la bambina che aveva iniziato a pronunciare quelle parole che sembravano senza senso ai suoi genitori, ma che attirarono l’attenzione del ragazzo quasi come una rivelazione. La bambina alzò la mano ad indicare la fascia in ferro che circonda la torre poco sotto la prima base. Non era facile leggere quelle parole, a causa della loro distanza, ma la piccola aveva occhi attenti e le aveva riportate.
"Deve essere uno scherzo, e anche di cattivo gusto" Sentenziò Suzaku restando immobilile, completamente rapito dalla frase che continuava a scorrere. Non riusciva a capire come quelle parole fossero comparse sul monitor che correva su tutta la fascia di ferro, sul quale solitamente comparivano ben altre parole composte dai piccoli led rossi. Corse, ancora pensieroso, lungo la fila che aspettava il turno per salire in cima. Passò sotto la torre, sovrastato l’intricata serie di archi di ferro che la costituivano. Si girò intorno, quasi spaesato, cercando forse qualcuno. Si avvicinò abbastanza all’unico ascensore e poco distante colpì forte un uomo che cadde a terra privo di sensi. Attirò così l’attenzione, facendo sì che tutti pensassero che l’uomo si sia sentito male. La fila si scompose e Suzaku si infilò nell’ascensore silenziosamente e salì. Le guardie si mobilitarono per prestare soccorso senza accorgersi della sua presenza.
Salì in cima e trovò tutte le persone accasciate al suolo, si avvicinò a quella lui prossima e gli tastò il polso, era viva. Non ebbe tempo di realizzare che di fronte a lui, scritto col sangue, c’era un’ulteriore messaggio; seguiva la lunghezza dell’intera vetrata.
«I Re sorvegliano la segreta entrata, dal Point-Zero la storia è cambiata. Le campane riecheggiano nella notte stellata, là dove una vita, al suo termine, è passata» ripeté ad alta voce Suzaku, mentre sentiva sul fondo della torre auto che stridevano a contatto con l’asfalto. Degli uomini con vesti reali raggiunsero delle guardie e diedero disposizioni. Dall’auto uscì poi una donna, capelli lunghi rossi, tenuti a coda di cavallo; si avvicinò ad uno degli uomini che erano scesi dalle auto che seguivano la sua.
«Generale Kozuki attendiamo ordini!» disse uno di loro portando la mano rigida alla fronte.
«Circondate la Torre e formate un perimetro lungo tutto Campo di Marte! Non lasciatelo fuggire.» rispose la donna con tono impassibile, quando dall’alto un fragore di vetri rotti attirò la loro attenzione e rettificò gli ordini prima impartiti.
«Yes, your highness!»
 
Suzaku rimase col fiato in gola, e le iridi circondate da una corona rossastra, non riusciva a capire cosa stesse accadendo; la situazione gli stava realmente sfuggendo di mano. In quel momento di confusione, quando sembrava che tutto il mondo gli ruotasse intorno con fin troppa rapidità, una voce poco distate da lui e ben nitida di impose di scappare. Il ragazzo si lanciò verso il vetro alla sua destra e lo sfondò con l’intero corpo attirando le attenzioni degli uomini in basso. Si aggrappò al primo cornicione della struttura in cemento e li lasciò scivolare fino alla prima terrazza. Da lì in poi fu una fuga rocambolesca per sfuggire alle guardie reali.
 
 
   
 
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