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Autore: Leanansidhe363    13/10/2014    2 recensioni
Sherlock e John sono stati insieme per dieci anni. Sei dei quali come una coppia sposata. Sull'orlo di un brutto divorzio, Sherlock ha un incidente e l'ultima cosa che ricorda è diciotto mesi prima, proprio prima che il suo matrimonio cominciasse a cadere a pezzi. John ora è di nuovo fidanzato e sta cercando di rifarsi una vita. Ma, come al solito, nulla è come sembra con il Consulente Investigativo e la coppia si rende conto troppo tardi che l'amore potrebbe essere la dipendenza più letale di tutti.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: Decostruendo le Divinità, mi sono imbattuto in Te

 
Note della traduttrice:
Innanzitutto chiedo scusa se per pubblicare questa traduzione ci ho messo così tanto,oltre ai soliti impegni e al fatto che questo capitolo è particolarmente lungo e ho faticato per rendere alcune frasi,è morta una delle mie cagnoline e per un periodo sono stata talmente depressa da non avere proprio voglia di tradurre :(
Comunque,finalmente la traduzione è pronta :) Avrete notato che il capitolo è numerato come 12 ma non c’è un capitolo 11.Non si tratta di un errore,il fatto è che il capitolo 11 consisteva in un messaggio dell’autrice che si scusava per l’enorme ritardo nella pubblicazione dell’aggiornamento e prometteva di pubblicarlo entro pochi giorni,cosa che infatti ha poi fatto :) Non mi sembrava il caso di pubblicare quel messaggio come capitolo,e ho preferito non cambiare il numero del capitolo,altrimenti avrei creato confusione per chi la sta leggendo anche in originale. Detto questo,vi lascio alla lettura di questo capitolo,non so quando verrà pubblicato il prossimo,come al solito poi farò del mio meglio per tradurre appena possibile, ma vi chiedo scusa in anticipo se dovesse volerci un po’ di tempo anche per la prossima traduzione :(  Buona lettura :)
 
 
 
 
 
 
 
Mary non era in casa quando John tornò nel loro appartamento. Recuperò la posta dalla cassetta delle lettere e la portò in cucina, dove c’era un biglietto della sua fidanzata attaccato al frigorifero.

            John, c’era scritto, Sheryl è entrata in travaglio in anticipo. Probabilmente non tornerò per il resto della notte. Avrei chiamato, ma il mio cellulare ha incontrato una tragica, acquosa fine e se hai bisogno di raggiungermi, telefona ad Ellen. Spero che oggi avrai ottenuto le risposte che cercavi, amore. Spero che potrai lasciarti tutto questo alle spalle, ora. Ti amo e ci vediamo domani.
Mary
PS. Non sei ancora riuscito a fargli  firmare i documenti?

 
            Maledizione, i documenti. Quando Mary l’avrebbe scoperto, avrebbe avuto un attacco isterico. Non riusciva a credere che Sherlock li aveva semplicemente bruciati come niente fosse! No, questo non era vero. Naturalmente Sherlock li avrebbe semplicemente bruciati. Perché mai non avrebbe dovuto?

            Sherlock una volta aveva cercato di bruciare con la fiamma ossidrica la lettera di una fan troppo zelante di nome Mary Russell che aveva detto che sarebbe stata una compagna molto più adatta del Dr. Watson. Lei gli aveva mandato racconti di loro due in cui lui l’aveva assunta come apprendista e, talmente impressionato dalla sua abilità deduttiva, si era innamorato di lei e l’aveva sposata.

            John l’aveva trovato assolutamente esilarante e Sherlock non si era divertito affatto.

            Il dottore era tornato a casa dalla chirurgia un pomeriggio per trovare suo marito piegato sul lavello della cucina con una fiamma ossidrica in una mano e una bottiglia di liquido infiammabile nell'altra, il fumo che fluttuava attraverso il 221B.

            I ragazzi avevano dovuto sostituire il lavandino e la signora Hudson si era infuriata come non mai, ma John si trovò a sorridere stupidamente al ricordo come gli tornò in mente lo sguardo di trionfo sul volto di Sherlock quando l'ultima delle fantasie da ragazzina di Mary Russell veniva ridotta in cenere.

            Tornare nella sua vecchia casa aveva fatto terribilmente male. In piedi tra tutti quei ricordi, ogni tocco e bacio e risata che erano scivolati tra le pareti e tutte le liti furiose e le brutte parole che aleggiavano nell'aria e macchiavano la loro ex felicità erano stati come un coltello nello stomaco di John.

            Avrebbe voluto gridare al detective. Avrebbe voluto scuoterlo e chiedergli perché .
Mi hai amato così tanto, Sherlock. Mi ami anche adesso! Non puoi fingere una cosa del genere, mi hai sempre amato,cazzo. Allora perché?

No.

Non avrebbe percorso nuovamente quella strada, quella strada conduceva alla follia. Si era posto quella domanda un migliaio di volte nell'ultimo anno e mezzo. L’aveva singhiozzata, ubriaco, tra i cuscini del divano di Greg e Molly dopo che aveva finalmente deciso che ne aveva avuto abbastanza. L’aveva posta nuovamente con gli occhi infossati e la voce roca quando Mary finalmente era riuscita a convincerlo a parlarne durante la transizione del loro rapporto da amici ad amanti.

John si passò le dita agitate tra i capelli biondo-grigi e accese sotto il bollitore del tè. Era stata una lunga giornata del cazzo e John Watson stava per sedersi, bere una birra e non pensare a Sherlock Holmes. Non aveva intenzione di pensare a come una parte di lui avrebbe voluto ridere quando Sherlock aveva detto che aveva bruciato i documenti del divorzio, perché era una cosa così palesemente da Sherlock. Non aveva intenzione di pensare al modo in cui si era sentito quando il suo ex gli aveva detto, "non possiamo semplicemente andare a letto e sistemare il resto domani?"

Era stato così maledettamente allettante. John poteva decisamente immaginare di arricciarsi attorno al suo compagno e annusare il suo odore ancora una volta. Poteva immaginare di agitarsi sotto le loro coperte e intrecciare le sue gambe con quelle di Sherlock. Poteva immaginare quel semplice, intimo atto di condivisione di un letto e lo voleva così tanto da star male.

Sherlock lo aveva lasciato, e Sherlock lo aveva ferito e Sherlock non poteva semplicemente tornare allegramente con una lesione cerebrale e aspettarsi che il danno venisse annullato perché non riusciva a ricordarlo! Il figlio di puttana aveva seriamente pensato che poiché non ricordava che c’erano state le urla e le liti e l’amaro, vergognoso modo in cui finivano col fare sesso come risultato, improvvisamente era tutto a posto.

Beh, non era tutto a posto! John non poteva improvvisamente dimenticare tutte le volte che Sherlock lo aveva scacciato quando aveva cercato di colmare il divario sempre più ampio tra loro con un bacio o un tocco. Non poteva improvvisamente dimenticare come il suo stomaco si contorceva e annodava con rabbia ogni volta che Sherlock guardava con occhi semi-affamati il suo vecchio professore quando la schiena del bastardo era girata. Non poteva improvvisamente dimenticare i duri, perfidi modi in cui il suo ex-amante lo aveva chiamato nella foga di un altro litigio che Sherlock sembrava sempre istigare.

            Niente era stato annullato dall’amnesia di Sherlock, tranne il fatto che John stava improvvisamente portando quei ricordi da solo. E quell’ultima lite... John sperava solo che se un ricordo potesse andare perduto, fosse di quella notte. John si odiava per quello che era successo, ma soprattutto non voleva che Sherlock  riscoprisse le profondità delle tenebre in cui poteva affondare se davvero messo alle strette. John era stato furioso prima di quella notte, ma non aveva mai voluto fare veramente del male al detective prima. Non l’aveva mai odiato prima.

            Quell’ultima lite aveva cambiato tutto. Era stato l'ultimo chiodo sulla bara e il motivo per cui John - anche se Sherlock non si riprendesse mai dalla perdita di memoria - non potrebbe mai tornare da lui.

***
 

            Sherlock non era un uomo sentimentale. Nonostante le prove dimostrassero il contrario, Sherlock Holmes non aveva passato il tempo a struggersi per un amore perduto ossessionato da droghe che non erano nel suo sistema. John era stato il primo amante di Sherlock, ma certamente non il solo. Il Lavoro aveva condiviso il loro letto.

            Era il Lavoro che lo confortava adesso. Dopo il lampo di intuizione derivante dal ricordo dell’ e-mail di Stefan, i ricordi di Sherlock erano un vuoto vorticoso di nero e di nulla.

            Era frustrante. Sherlock affondò le dita nel suo cuoio capelluto mentre camminava avanti e indietro nel soggiorno come se potesse estrarre a forza le risposte attraverso i suoi capelli. John pensava che Sherlock e Stefan  "ovviamente non avevano chiuso", eppure il solo pensiero del suo vecchio insegnante faceva ribollire le sue viscere con una rabbia che non aveva mai veramente sperimentato quando erano stati insieme quei decenni fa.

            Le sue viscere sembravano ricordare più di quanto facesse il suo cervello e se disgustoso, doloroso odio era quello che provava per Stefan James, perché John dovrebbe pensare che fosse attrazione? O ... amore?

Allora. Lui e John avevano aiutato Stefan James a fermare uno stalker; Sherlock voleva ridere di questo. Era stato così evidente - Stefan non si era mai tirato indietro dal fare sesso con i suoi studenti. Aveva avuto altri ragazzi prima di Sherlock e aveva avuto altri ragazzi mentre era con Sherlock e aveva avuto altri ragazzi dopo Sherlock. Il professore aveva sempre qualche scusa banale o una spiegazione ( "Loro non significano niente per me, Will" ... "Difficilmente puoi incolparmi per aver bisogno di ciò che non posso avere da te" ... "Loro li fotto, Will, ma è te che amo"..." Ti scoperò così duramente che dimenticherai dove vivi, e non ti farò mai nemmeno pensare nuovamente ad un altro uomo. Fino ad allora, farò sesso con chiunque voglia. Tu vuoi tutto di me, quindi io voglio tutto di te. " )

Sherlock, anche a diciotto anni, non si era mai fidato abbastanza per dargli davvero così tanto controllo su di lui. Come poteva Stefan aspettarsi fiducia quando stava guidando un ago nel braccio del suo molto giovane amante?

            Sherlock era abbastanza certo di non aver mai detto questo a John. Se John fosse stato nella stessa stanza con l'uomo che aveva introdotto Sherlock alle droghe con le quali aveva quasi rubato la vita di suo marito per due volte e che era una costante spada di Damocle sulla loro felicità, Stefan non avrebbe lasciato vivo quella stanza. 

            Quindi, se non riusciva a ricordare. Avrebbe dedotto.

            ***

           Ambientazione: Università. Secondo piano laboratorio di chimica. Seconda porta sul lato sinistro.

            I protagonisti: Dottor John Watson, Capitano del Quinto Fucilieri Northumberland, nella sua sexy giacca di pelle marrone. Sherlock Holmes, l’unico Consulente Investigativo al mondo nel suo Belstaff. E il dottor Stefan James, Direttore del Dipartimento di Chimica e Scienze Teoriche, come Sherlock lo ricordava da quasi vent’anni prima: capelli castani, occhi verdi brillanti, e il tipo di viso bello e spigoloso che le stelle del cinema invidiavano. Camicia button-down portata fuori dai logori ma lusinghieri jeans e con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Scarpe da ginnastica bianche e nere marca Converse sbiadite ad arte lungo le cuciture e tuttavia rigorosamente mantenute prive di segni di usura dovuti all’essere indossate per camminare.

            Stefan, Sherlock aveva chiesto una volta, mentre si trovavano insieme davanti ad un becher di soluzione incredibilmente volatile, ho una domanda, e non riesco a dedurre la risposta. Di solito, questo mi infastidirebbe ma,aveva sogghignato, questo caso è solo un due.
            Allora, qual è la tua dannata domanda, saputello? Stefan aveva sogghignato di rimando,quei magnifici occhi verdi che guardarono nei suoi e sembrava leggessero il suo cuore.
            Cosa c’è tra te e quelle cazzo di scarpe da ginnastica?

            Sherlock si ritrovò a sorridere al ricordo. Aveva avuto diciassette anni, al secondo anno di università, parecchi anni più giovane degli studenti intorno a lui. I suoi compagni lo odiavano; i ragazzi più grandi come Sebastian Wilkes lo trattavano come una sorta di bomboniera - quello che riusciva a fare, il suo "trucco", era divertente finché non veniva puntato verso nessuno di loro. Le ragazze erano peggiori – custodivano gelosamente i loro segreti e odiavano Sherlock per la sua capacità di vedere oltre i loro sorrisi leziosi e gli occhi truccati.

            Non era stato fino al suo secondo anno, quando era riuscito a costringere il consiglio scolastico a fargli frequentare le classi interessanti (a condizione che frequentasse una classe di Letteratura veramente orribile), che aveva incontrato il professor James. E Stefan era stato ... diverso. Non era pedante e altezzoso e insicuro come ogni altra persona in quel posto; era sicuro e interessante e intelligente. Terribilmente intelligente.

            ***

            Sherlock praticamente ringhiò, questo non aiutava. Voleva dedurre la sua interazione con Stefan James sulla base del blog di John e la sua conoscenza delle persone coinvolte. Non fare un pericoloso viaggio nei ricordi del passato. Quella strada conduceva alla pazzia, e Sherlock aveva bisogno di riparare il suo matrimonio e fermare il suo amante dallo sposare una cazzo di donna con scarpe comode e capelli biondi e la capacità di dargli i bambini per i quali hanno tanto litigato e che lui tanto ardentemente desiderava.

            ( Ci sono opzioni, Sherlock.
            Tipo quali, John? Adozione? Surrogato? Chi pensi che potrebbe mai dare un figlio ad un medico dell'esercito con grave PTSD e a un tossicodipendente in recupero, diagnosticato come sociopatico?
            Quindi, non dobbiamo nemmeno prenderci la briga di provare? "
            John, pensa alla nostra vita. Dove esattamente troverebbe posto un bambino tra un inseguimento a mezzanotte sul tetto e una rissa illegale? Chi potrebbe anche solo lasciarci guardare un bambino dopo aver scoperto come viviamo?
            Mi piace pensare che entrambi rivedremmo le nostre priorità e metteremmo il nostro bambino al primo posto.
            Non è probabile.
            Voglio dei figli, amore. Li ho sempre voluti. Non posso semplicemente far sparire questo desiderio come per magia.
            Allora avresti dovuto sposare una donna e avere dei figli. Forse una staccionata e una bella utilitaria. La vita che hai scelto con me non contiene nulla di tutto ciò. Il lavoro è fondamentale. Viene prima di noi e viene certamente prima di bambini immaginari.)
             John era andato a letto da solo quella notte, Sherlock non aveva pensato - non si era davvero preoccupato – di quanto il suo palese e brusco rifiuto di qualcosa che John voleva così tanto potesse fargli male. Stava cercando di essere razionale, si disse, la loro vita ... nessun bambino potrebbe vivere così. Ignorato a causa del lavoro, con un genitore che lo odiava per la reclusione. A John piaceva credere che Sherlock poteva mettere un'altra persona prima di se stesso e dare a quella persona l'amore di cui aveva bisogno. Ma l'unica persona che era in grado di amare davvero era John.

            Ugh, fuori pista di nuovo! Perché non riusciva a concentrarsi? La testa gli pulsava proprio sopra l'occhio sinistro ed era esausto. L’unica cosa di cui aveva bisogno era che John tornasse a casa e sistemasse le cose.

                        Ma John non stava tornando a casa. Non fino a quando Sherlock non fosse riuscito a capire il perché.

            ***

           
            La scena: Sherlock e John camminavano attraverso le gloriose aule nelle quali si è formata la moralità di Sherlock. John- camminando fiducioso, sereno, disinformato, impreparato. Sherlock - una maschera di neutralità, inflessibile sotto la pressione di un cuore spezzato che lo ricopriva da tempo.  Poteva farlo. Poteva farlo se era con John. Non era più un bambino. Non era un tossicodipendente ( nonuntossicodipendentenonuntossicodipendente. JohnJohnJohn. ).
            Le Porte: barriere di legno semplici con finestre circolari a livello degli occhi del detective. Aveva avuto il suo ultimo incremento di crescita a diciassette anni e aveva mantenuto una statura di un metro e 80 per tutta la vita adulta, nonostante l'idea spesso dichiarata che sarebbe diventato più alto ( "un'allusione mantenuta in virtù di un buon cappotto e un amico basso" ). Sherlock - si fermò davanti alla seconda porta sul lato sinistro e fece un respiro. Non era qualcosa che John avrebbe trascurato. Avrebbe chiesto se il detective era okay, preoccupazione incisa sul suo viso gentile.
            Sherlock non avrebbe parlato. Sherlock avrebbe fatto finta di non ascoltare e sarebbe entrato nel laboratorio di chimica con aria distaccata e determinazione facendo svolazzare il Belstaff in un gesto plateale. Si sarebbe concentrato sui trascurabili cambiamenti al laboratorio avvenuti da quando non lo frequentava più:  pavimento comprato all’ingrosso – stesso identico colore e modello, stessa mezza dozzina di brutti banchi con la parte superiore di legno fissati al pavimento in due file di tre, lavagna magnetica sostituita da una di quelle lavagne intelligenti. Il posto di Sherlock, in prima fila, a destra nell'aula, con quasi due decenni di nuovi segni e graffi e bruciature da parte di studenti negligenti.
            Il momento: Stefan, seduto dietro la sua cattedra mentre correggeva i compiti ( La sua cattedra, dove Sherlock aveva premuto le sue labbra su quelle di Stefan ed era scomparso. William si era innalzato come una fenice dalle sue parti scartate che Stefan non voleva. Le parti inutili... Le parti che non erano amabili -.... No, smettila. John le amava. John lo amava per ogni parola e ferita e scarti a brandelli di orgoglio nei quali si era avvolto come un'armatura fatta di indifferenza e sarcasmo. John. John lo amava. Non inutili.. Non inutili) . Egli alzò lo sguardo quando la coppia di consulenti varcò la soglia, e i suoi occhi verdi s’incresparono agli angoli, sottolineando zampe di gallina che prima non c’erano.

            I suoi capelli castani erano striati di grigio, la sua pelle leggermente meno soda di quanto era stata una volta. Portava la sua età con grazia - era ancora devastante da guardare. Ancora stupendo. E ancora lo sapeva fottutamente bene.

            Vederlo di nuovo era stato come una cannonata nel petto. Sherlock non aveva bisogno di dedurlo; lui lo sapeva. Quelle labbra che una volta gli appartenevano, quelle mani che una volta e per molte volte scorrevano ruvide e possessive sul suo giovane corpo a mala pena maturo, quegli occhi che lo avevano visto cadere a pezzi più volte grazie alle abili cure delle mani e le labbra e i denti . Sherlock avrebbe potuto effettivamente aver smesso di respirare. Un'ondata di desiderio a lungo sepolto potrebbe averlo attraversato.

            Ma forse, Sherlock avrebbe solo voluto una dose.

            "Non ci credo," Stefan avrebbe detto, "William Holmes. Sono davvero passati diciannove anni? "

            "William?" John lo avrebbe deriso, consapevole del disgusto di suo marito per il nome.

            "Sherlock", il detective lo avrebbe corretto nello stesso modo prudente col quale aveva detto a Sebastian 'non è un trucco' precedentemente durante il caso del Banchiere Cieco... una vita fa.

            Stefan avrebbe rivolto la sua attenzione a John, che sarebbe stato altrettanto impassibile di fronte a Stefan James come lo era stato di fronte al Governo Britannico. Avrebbe guardato il vecchio insegnante di Sherlock senza pensare a com’era lui di solito quando Stefan lo studiava con un sorriso che non raggiungeva i suoi occhi.

            "Dottor Watson," Stefan gli avrebbe stretto la mano, "ho letto ogni pagina del tuo blog. Roba affascinante. "

            John avrebbe tossito in quel suo tipico modo di quando non sapeva come gestire la situazione, ma affrontava le intemperie a testa alta e con una bonaria alzata delle sue sopracciglia. "Grazie", avrebbe potuto rispondere, scambiando una ferma stretta di mano con il chimico.

            "E’ bello vedere come se la stanno passando i miei ex studenti," Stefan avrebbe aggiunto, lasciando che i suoi occhi cadessero di nuovo su Sherlock, "in particolare quelli per i quali ho sempre avuto un interesse speciale."

            Che sarebbe stato esattamente lo stile tutt’altro-che-sottile del professore, accidenti a lui. Sherlock avrebbe alzato entrambe le sopracciglia indifferente e sarebbe sfrecciato davanti a loro verso la cattedra di Stefan.

            Perché avrei dovuto farlo?
            Perché la lettera minatoria sarebbe stata lasciata sulla cattedra di Stefan, ovviamente.

Il messaggio sarebbe stato il più recente di una serie, Stefan non avrebbe chiamato Sherlock per una lettera minatoria. Probabilmente non lo avrebbe chiamato per meno di dieci lettere minatorie di fila.

Sherlock l’avrebbe letta. Ci sarebbero stati tanti  tagli arrabbiati di lettere sulla pagina, le parole piene di nostalgia e del bruciore amaro del rifiuto. Forse da un ragazzo che Stefan aveva usato una volta, e scartato allo stesso modo in cui aveva usato e scartato compagni di classe di Sherlock quando stavano insieme.

Lo dirò. La lettera giurava, e Sherlock sentì il brivido della condanna come le parole emersero dal vuoto della sua memoria. Non puoi farmi sparire. Non puoi semplicemente far finta che non fosse vero. Che non sia successo. Se continui ad ignorarmi, dirò a tutti quello che hai fatto.

"Ne dubito," Sherlock avrebbe schernito posando la lettera - scritta su un foglio di quaderno a righe - di nuovo sulla cattedra. Se il ragazzo che l’aveva scritta dipendeva troppo profondamente da Stefan. Sesso, droga ... non importava. Questo ragazzo si credeva innamorato del suo professore e non aveva intenzione di coinvolgere nessun altro. Ma la sua disperazione crescente (indicata dalle mani tremanti che tenevano la penna stilografica e le pugnalate brutali nella pagina che avevano schizzato inchiostro sulla carta) era una vera e propria minaccia.

"Il tuo studente non ha intenzione di chiamare la polizia, se è questo che ti preoccupa." Sherlock avrebbe detto, con la pausa appropriata per l’effetto drammatico. Non ha mai potuto resistere a un tocco di dramma. La sua debolezza era un buon aggancio, lo era sempre stato.

"Studente?" John avrebbe saputo quando imbeccare, esclusivamente con lo scopo di accendere la miccia che avrebbe fatto esplodere il suo amante in una sfilza di deduzioni. Sherlock poteva illuminarsi come il sole nel calore di un caso, ma era John che diceva le parole giuste per farlo accadere. Se John avesse detto polizia, Sherlock avrebbe seguito una traccia totalmente diversa di pensiero. Avrebbe ripensato a nottate trascorse schivando la preoccupazione di Mycroft e la nevrosi della mamma e prendendo conforto tra braccia calde e la forte puntura di un ago e una bocca calda che era sempre lì quando le sue difese erano abbassate. Sarebbe saltato a conclusioni su questo ragazzo sconosciuto, e avrebbe dovuto lasciare che il proprio danno offuscasse il suo giudizio.

"Studente. La carta è di bassa qualità, il contenuto suggerisce giovinezza e  disperazione, l'attenta vaghezza suggerisce vergogna e il linguaggio supplichevole suggerisce affetto. Oh, Stef, questo l’hai davvero ferito. "

Non avrebbe dovuto guardare John per sapere che le sue sopracciglia si erano alzate quasi fino a toccare la fronte mentre dava una seconda occhiata al bel professore. Non che John potesse trovarlo bello al di là del lato puramente estetico; egli era difficilmente il tipo del dottore. Troppo alto, troppo largo, troppo abbronzato e troppo ... Stefan. In realtà, il modo volpino in cui quegli occhi verdi foresta calcolavano la profondità del loro impegno dall'uno all'altro, la piega quasi beffarda delle sue labbra e il modo in cui guardava Sherlock come un vecchio possedimento preferito avrebbero fatto montare l’ira di John in un istante.

Sapeva, con assoluta certezza sapeva , come Stefan l’avrebbe guardato. Lo sapeva con tanta sicurezza come sapeva che l'uso persistente di Stefan del suo odiato nome di nascita avrebbe fatto digrignare i denti a John. E lo sapeva con tanta sicurezza come sapeva che se avesse guardato John in quel modo anche una sola volta, Sherlock si sarebbe incazzato.

Stefan avrebbe negato ogni responsabilità, naturalmente. E avrebbe detto la verità. "Will", egli avrebbe sospirato, "se avessi saputo chi era questa persona o di cosa stesse parlando, ti avrei forse contattato?" Dopo quasi vent’anni di silenzio tra di loro? No, non era probabile. Stefan era un sacco di cose, ma non era un uomo che  mostrava debolezza. Chiamare Sherlock, se avesse avuto qualsiasi possibilità di scoprire il colpevole da sé, non sarebbe mai stata un'opzione.

"Beh, hai fatto arrabbiare qualcuno, non è così?" John potrebbe aver preso la lettera, l’avrebbe letta, e sarebbe intervenuto in quel suo modo che fa sembrare tutto semplice, anche quando era un casino intricato.
 
Sherlock si passò le dita tra i capelli, attraversò l'appartamento e prese il violino. Questo poteva richiedere un po' di tempo.

***

            Se John fosse stato onesto, era davvero iniziato tutto con quel figlio di una cagna, Stefan James. Le cose andavano bene come non mai poco prima che decidesse di balzare di nuovo nella vita di Sherlock. Non che non avessero i loro problemi;Sherlock era come un bambino legato e determinato a infilare quella forchetta nella presa della luce con la sua persistente dipendenza da nicotina, il suo temperamento, un episodio particolarmente stupido che coinvolge fluido per l'imbalsamazione dove John era stato molto vicino a dargli un pugno nel suo stupido volto suicida e circa altre mille piccole cose irritanti e compromessi che compongono ogni matrimonio.

            Avevano litigato prima di James. Avevano gridato e sbattuto le porte ed erano andati a letto da soli. Avevano rovesciato mobili nelle loro liti e rovesciato altri mobili nella loro riconciliazione. Sherlock era un miserabile, geloso, possessivo bastardo con cui vivere e non era giusto che facesse sentire John in colpa ogni volta che sorrideva appena ad una bella donna.

            Se John non lo avesse conosciuto così bene, si sarebbe potuto stufare della quantità inesauribile di stronzate di suo marito. Ma Sherlock aveva detto fin dalla prima sera che credeva veramente che, un giorno, John si sarebbe stancato di lui e l’avrebbe lasciato. Sherlock non pensava di poter essere amato per ciò che era nella sua interezza. Pensava di non essere uguale alla somma delle sue parti e così aveva rinchiuso il suo cuore in una scatola e si rifiutava di provare affetto. Non pensava di poter crescere un bambino, non pensava che potesse amarlo e il suo tacito terrore che John avrebbe eventualmente potuto desiderare i bambini più di quanto volesse Sherlock aveva spezzato il cuore di John.

            Sherlock davvero non credeva che John potesse amarlo tanto quanto lui amava John. Naturalmente, si sbagliava. Era paranoico e danneggiato e infantile e si sbagliava così tanto. Sherlock era l'amore della sua vita. Non c'era nulla che potessero fare al riguardo, e John non voleva cambiare questo. Anche di fronte al dolore, al divorzio, al suo eventuale nuovo matrimonio con Mary e i bambini che potrebbero un giorno avere, John non poteva cambiare il fatto che Sherlock era la sua anima gemella. Sherlock poteva non credere nelle anime, e John non sapeva se lui stesso ci credesse. Ma Sherlock era l'altra metà di lui e non c'era niente da fare al riguardo.

            Non che facesse alcuna differenza. Si erano lasciati, e per quanto gli spezzasse il cuore, era deciso a mollare Sherlock. A volte, l'amore non era sufficiente. Se così fosse, non si sarebbero mai trovati a questo punto.

            Sherlock era stato danneggiato. E James era stato un grande pezzo maledetto di quel puzzle. Stefan James aveva ferito Sherlock quando era ancora tanto giovane da credere a chiunque gli avesse detto di amarlo.

            C’erano voluti circa due minuti a John per capire che una volta uscivano insieme. O qualunque fosse il raccapricciante insegnante-e-genio-diciottenne-con-problemi-di-abbandono-paterno-e-un-autoritario-fratello-più-grande equivalente di uscire insieme. James aveva approfittato di Sherlock ed era evidente nel modo in cui Sherlock si comportava in sua presenza.

            John mise il tè in infusione nella sua tazza mentre sedeva da solo al tavolo della piccola cucina nel suo appartamento. Se prendeva un respiro profondo, poteva sentire l’odore di Sherlock sulla sua camicia. Faceva male, ma lo calmava. Voleva aggrapparsi ad esso solo un altro po’ prima che arrivasse il momento in cui l’avrebbe perso per sempre.

 
            "Oh, Stef, questo l’hai proprio ferito. "

«Non ho fatto niente a nessuno, Will. In questo caso, sono completamente innocente. " James aveva detto facendo una smorfia e mettendosi troppo vicino al detective per i gusti di John. In realtà, dopo cinque minuti con lui, anche le isole britanniche erano troppo vicine per i gusti di John. James era alto e bello e colto e trasudava la stessa arroganza a malapena consapevole come quella di Sherlock e Mycroft. I due scienziati sembravano provenire da diverse pagine dello stesso catalogo di moda maschile e John si sentiva molto basso e raggrinzito a confronto.

Ma c'era qualcosa su James che aveva reso John teso. Entrambi i fratelli Holmes potevano essere freddi o addirittura intimidatori con chiunque tranne che con John. Ma Stefan James sembrava fare le fusa con malizia tranquilla che tremolava lampeggiando come un miraggio – arrivava e se ne andava così in fretta che John non poteva essere del tutto sicuro di quello che aveva visto quando aveva osservato James guardare Sherlock. C'erano calore e possesso e desiderio, quelli erano disgustosamente ovvi e James non aveva fatto alcuno sforzo per nasconderli dietro il suo neutrale piacevole sorriso. E in un attimo, se ne erano andati anche questi. Forse John si stava comportando solo da stupido, stronzo geloso. Voleva così tanto crederci.

Perché l'ultima volta che aveva visto qualcuno guardare Sherlock in quel modo, John aveva avuto indosso il Semtex e aveva guardato un puntino rosso luminoso scorrere amorevolmente fino al petto di Sherlock.

            "Beh, hai fatto arrabbiare qualcuno, non è così?" John aveva chiesto dopo essersi portato accanto a suo marito e aver strappato la lettera dalle sue lunghe dita, "possiamo avere una lista delle persone che potresti avere infastidito?" John fece quel sorriso modesto che disarmava gli sconosciuti e rendeva molto nervose le persone che lo conoscevano, "o forse un fascicolo?"

            "Terribilmente dispiaciuto, dottore , ma non saprei da dove cominciare "

            Gli altri due uomini dissero contemporaneamente, e in perfetta sincronia, "così tanti?"

            "Mi dispiace deluderti, William, ma non ho motivo di pensare che qualsiasi studente in tutta la scuola avrebbe avuto una sola cosa da dire contro di me.» Toccò un singolo ricciolo scuro che era caduto sulla fronte di Sherlock e John voleva sparare alla sua mano per questo. Si chinò e, mentre il detective si era irrigidito per l'intrusione, lui aveva mantenuto la sua posizione. "Ho imparato a comportarmi bene."

            Il dottore non voleva, davvero non voleva sapere che cosa diamine significasse questo. Veramente. Poteva felicemente vivere la sua vita senza mai scoprire -

            "Quindi, devo presumere che hai smesso di scoparti i tuoi studenti, allora?"

            Naturalmente. John,a detta di chiunque, poteva non essere un genio, ma non era un fottuto idiota. E l'idea che Sherlock gli aveva mentito sull’ essere vergine la prima notte in cui erano stati insieme ... perché? Semplicemente perché? Non è che John lo avrebbe giudicato. Un ragazzo con un soprannome come tre continenti Watson non aveva il diritto di esprimere un giudizio sulla vita sessuale di chiunque. Allora perché Sherlock avrebbe... Oh.

            Oh, per l’amor del dannato cazzo, Sherlock.

            John chiuse le dita intorno al polso sottile di Sherlock, fuori dalla vista della loro compagnia indesiderata. Beh, John sicuramente avrebbe voluto tanto che cadesse da un dirupo. Passò il pollice avanti e indietro sulla pelle morbida e conosceva il suo amante abbastanza bene da sapere che il gesto aveva calmato il detective, nonostante non mostrasse assolutamente alcun cambiamento esteriore nella compostezza.

            «Non sei mai andato a letto con lui." John dedusse, alcuni minuti più tardi mentre Sherlock si concentrava su tutte le lettere che James aveva ricevuto e l'insegnante si teneva occupato con qualche esperimento sul lato opposto del laboratorio."Questo è il motivo di questo possessivo machismo animale. L’unico che non gli ha mai permesso di avere quello che voleva. "

            "Brillante, John. Davvero. Ottima deduzione, amore." Sherlock non alzò gli occhi dalle lettere.

            "Allora, perché diavolo siamo qui?"

            "Scusa?"

            "Voi due avete avuto una relazione. Questo è ovvio. Probabilmente la tua prima vera relazione, se dovessi indovinare. E lui voleva fare sesso ma tu non eri pronto. Ti ha fatto pressioni e tu hai rotto con lui. Come sto andando finora? "

            "Molto bene," E Sherlock sembrava sinceramente compiaciuto dalle osservazioni di John.

            "Ma perché avresti dovuto accettare un caso da un vecchio fidanzato, che è stato uno stronzo con te, che hai mollato quasi vent’ anni fa, quando il caso è appena un cinque e ..." Si fermò, sospirò, sentì quel lampo di consapevolezza che poteva solo immaginare fosse l'ombra dell’euforia che Sherlock sperimentava quando risolveva un puzzle, e disse: "'questo è il mio amico, John Watson'."

            "Scusa?"

            "Il Banchiere Cieco. Sebastian Wilkes. Mi hai portato con te per provare a uno stronzo dell’Università che sei in grado di avere amici. Un ragazzo una volta ti ha detto qualcosa di cattivo e semplicemente non hai potuto resistere alla possibilità di dimostrare che aveva torto." John roteò gli occhi," Per un uomo che ama il mistero, puoi essere dolorosamente ovvio, a volte, amore. "

            Invece di una risposta, Sherlock frugò nella cattedra di James alla ricerca di recenti compiti degli studenti. "Quanto scommetti che questa scrittura non corrisponde a nessuno di questi studenti?" Chiese, i suoi occhi ,trovando quelli di John,risplendettero con una luminosità che diceva cambia argomento e fallo adesso.

            "Non è mai così semplice, vero?" E John non sapeva se stesse parlando della scrittura o del suo taciturno marito.

            John era seduto ad un banco con una pila di test degli studenti da un lato e una delle lettere dello stalker dall'altro. Stava cercando una somiglianza in qualcuno dei campioni e finora l'unica cosa che poteva vedere era che gli studenti universitari avevano una scrittura terribile.

E quando un dottore dice che la tua calligrafia è atroce, vuol dire qualcosa.  

            Un'ombra cadde sul banco e non aveva bisogno di guardare per sapere che non era di Sherlock. Cercò di non mostrare la sua tensione, come James si appoggiò contro il suo banco, alto e bello e arrogante e compiaciuto e John avrebbe voluto davvero prendere a calci il suo culo viscido, ma Sherlock avrebbe potuto non apprezzare il gesto. James stava apparentemente rimuginando su quello che voleva dirgli, e John sperava per lui che non aveva intenzione di provare a condividere tutti i dettagli intimi della sua relazione con Sherlock. Potevano non aver mai avuto quello che il detective considerava sesso, ma John sapeva che Sherlock considerava sesso solo la penetrazione effettiva. Se James aveva succhiato Sherlock proprio su questo banco, John non avrebbe mai, mai voluto saperlo.

            Era abbastanza sicuro che Sherlock non aveva mai succhiato il suo professore. Potrebbe averlo fatto una volta, come esperimento o perché James gli aveva fatto pressioni, ma dopo quasi sei anni di matrimonio, John sapeva che Sherlock non godeva nel farlo. Il suo riflesso faringeo era troppo sensibile e gli faceva male se andava troppo in profondità. Una volta aveva detto a John che avrebbe voluto farlo piuttosto immensamente, dato che amava come si sentiva quando John lo faceva a lui (e John- che non aveva problemi di sorta con un po' di mal di gola – lo faceva tutte le volte che poteva), ma lui semplicemente non era fatto per fare pompini e avevano per lo più bilanciato la loro vita sessuale con il fatto che Sherlock lasciava che John fosse quello attivo la maggior parte delle volte.

            Naturalmente, John si rese conto che stava pensando al sesso con suo marito mentre il malvagio ex di suo marito lo studiava troppo da vicino per sentirsi a proprio agio, ma il punto era che John era molto felice con quello che sapeva di Sherlock e il sesso, e non voleva davvero che Stefan James espandesse quell’immagine in un territorio sgradevole e a mala pena legale. E dal momento che James era l'unico altro ragazzo che Sherlock avesse mai avuto, e Sherlock era stato ovviamente ferito molto gravemente da quest'uomo, c'era una possibilità abbastanza grande che qualunque cosa che James potrebbe avere da dire su "William" sarebbe stata accolta con aperta ostilità . E forse violenza. John non era al di sopra della violenza fisica.

            Naturalmente, James non aveva ancora colto i segnali ostili rivolti verso di lui da un piccolo ma feroce medico militare e continuò a fissarlo fino a quando finalmente parlò.

            "Allora, Will si è sposato." Disse, "Con te." Stava studiando John come se il dottore fosse una sorta di specie esotica. Improbable Maritus .

Marito Improbabile.

John conosceva abbastanza latino da cavarsela, aveva dovuto impararlo in fretta a scuola di medicina ed anche se la sua stridente e superficiale comprensione della lingua non si poteva paragonare al magnifico, fluente genio linguistico di Sherlock, se la cavava in quelle occasioni speciali quando voleva fare uno sforzo per il suo amante. Chi avrebbe mai immaginato che Sherlock avesse un feticismo per le lingue? 

John pensò che avrebbe potuto farfugliare un po’ di Dari [1] nell'orecchio di Sherlock quando questi avrebbe trascinato il suo soldato a letto per una scopata post-caso quella notte. E l’aveva fatto. Aveva riversato latino e Dari e il pietoso tedesco che conosceva tra ogni bacio e succhiata e leccata quella notte. E tutto a causa di uno strano pensiero casuale avuto mentre James lo aveva guardato con aria di sfida.

"Già," Lui rispose alla fine, "buona deduzione, questa." Era stato tagliente e sarcastico ed era esattamente il tipo di cosa che Sherlock avrebbe detto. Sherlock. Non William. Sherlock amava il nome che aveva scelto, aveva scartato l'altro da bambino e Sherlock gli calzava a pennello. Era strano ed esotico e brillante. Proprio come lui. Scivolava fuori dalla bocca come qualcosa di strano e affascinante. Sherlock non era più William come non era più Scott. Era Sherlock, e il fatto che questa testa di cazzo cercasse di forzare Sherlock ad essere qualcosa che non poteva essere ... John doveva ricordarsi di essere il dottore mite e di buon carattere, perché ogni fibra del suo essere voleva inculcare la paura del Capitano Watson in questo coglione.

"Perché?" James in realtà sembrava sinceramente curioso. Era puro ego, è vero; non riusciva a capire perché un uomo come Sherlock Holmes aveva respinto Stefan James eppure si era donato interamente a un uomo come John Watson. John aveva un milione di risposte sulla punta della lingua; Ho sparato a un uomo nel cuore per lui la terza sera da quando ci eravamo conosciuti. Curo le sue ferite perché odia tutti gli altri dottori. Gli faccio il tè e bacio i suoi capelli ogni mattina. Conduco la sua luce quando lui splende in modo troppo luminoso per vedere le risposte. Cena con me anche quando non ha fame - questo è importante, come La Donna. Sarebbe perso senza il suo blogger. Si è buttato da un tetto per salvarmi. Mi ha spezzato il cuore una volta, e io l’ho perdonato. Gli faccio sapere quando è brillante e quando si sta comportando in modo non-buono. Non gli dico mai che è bello perché odia che gli venga detto. Mi sono rifiutato di prendere i soldi da suo fratello per spiarlo. Mi ha sposato perché ridiamo e litighiamo e facciamo sesso incredibile e inseguiamo criminali e ridacchiamo sulle scene del crimine e amiamo la nostra padrona di casa e lui suona il violino per me quando ho gli incubi.

Tutte quelle erano ragioni senz’altro vere per le quali si erano sposati e il matrimonio funzionava. La miglior prova del fatto che avessero fatto bene a rendere sessuale il loro rapporto era che assolutamente nient’ altro era cambiato. Sherlock aveva sempre odiato le donne con le quali aveva flirtato o con le quali era uscito. Più piacevano a John, meno piacevano a Sherlock.

Ma questi dettagli erano intimi e preziosi e John non aveva nessuna voglia di condividerli con questo bastardo compiaciuto. Così, invece, fece spallucce e sorrise in modo disarmante, gli occhi che brillavano verso Sherlock, che stava prestando troppa attenzione ai fogli che aveva davanti perché non stesse ascoltando ogni singola parola che veniva detta e sentendo ogni singola parola che John non aveva detto. John disse: "Al cuor non si comanda" prima di alzarsi e dirigersi verso suo marito.

«Hai dimenticato che ti ricordi sempre di ordinare Crab Rangoon [2] in più e li metti in frigo perché mi piacciono freddi, ma li mangio tutti quando sono caldi." E come faceva Sherlock a sapere così bene quali cose erano passate per la mente di John e quali no, John non lo saprà mai. Ma amava il suo miracoloso marito e amava ogni ragione - le innumerevoli ragioni che c’erano – per le quali si erano sposati.

Si scambiarono uno sguardo appassionato, che prometteva orgasmi multilingue appena questo caso sarebbe stato risolto, prima che il detective fosse stato di nuovo totalmente preso dal lavoro. "Ho bisogno che mi porti altri campioni di scrittura. Il suo ufficio è in fondo al corridoio, i fogli sono nel cestino sulla sinistra. Portarli tutti. Ho bisogno di un nome da associare a questa calligrafia ".

"Perché non ci va lui?" Chiese John, per niente a suo agio nel lasciare Sherlock da solo con quest'uomo.

Sherlock sorrise come uno squalo, "Oh, per nessun motivo. Lo farà soltanto incazzare il fatto che tu frughi nella sua scrivania perfettamente organizzata." E il fatto che lui non avrebbe fermato John perché voleva stare da solo con Sherlock era sottinteso. La cosa non era stata ignorata.

John sospirò. Sherlock era fortunato che John si fidava di lui così incondizionatamente. Perché non si fidava affatto di James.

***

            Sherlock graffiò una nota terribilmente agonizzante sul suo violino, il tipo di nota che avrebbe fatto pensare ai vicini che qualche povero animale veniva tremendamente maltrattato se il suono fosse venuto da qualsiasi altra parte che non fosse il 221B.

            Sarebbe stato stupido e abbastanza arrogante da pensare che poteva gestire Stefan senza John costantemente al suo fianco. Che semplicemente l'anello al dito e il profumo di pelle vecchia e dopobarba sulla sua pelle lo avrebbero protetto dal suo vecchio professore.

            Maltrattò il suo strumento un po’ di più mentre immaginava la porta che sbatteva chiusa dietro John mentre il dottore andava a prendere ulteriori prove. Sherlock avrebbe cercato la scrittura di uno studente che corrispondeva abbastanza a quella delle sue lettere minatorie. Certo, ci sarebbero state le prove che il ragazzo aveva cercato di camuffare la sua vera scrittura, naturalmente ci sarebbero state, ma Stefan lavorava presso un'Università prestigiosa con specializzazione in chimica applicata. Stavano cercando tra oltre un migliaio di studenti e due terzi di loro erano maschi. Il ché significava circa settecento possibili sospetti. Sherlock non stava cercando solo somiglianze nella scrittura, stava cercando di restringere il suo campo. Le cose su questo o quel foglio che gli raccontavano dei loro scrittori. Macchie di inchiostro da mani sudate, i segni di aggressione nel modo in cui la penna veniva posata sulla carta. Sherlock conosceva il tipo di Stefan e nessuno di questi ragazzi - etero, nervosi, ottusi, violenti - era quello che piaceva a quel professore. E Stefan non era tipo da aver cambiato i suoi gusti.

            Stefan avrebbe apprezzato la possibilità di avere Sherlock da solo, e una parte di Sherlock avrebbe voluto fare altrettanto. Essere vicino a Stefan, sentire quegli occhi verdi affamati nuovamente su di lui dopo quella che sembrava una vita, avrebbe fatto girare la testa al detective come lo studente innamorato che non era più.

            "Non so se essere furioso o lusingato," Stefan avrebbe pronunciato le parole all'orecchio di Sherlock in un tono simile alle fusa, quel tono piacevolmente neutro che lui di solito utilizzava con John per mostrare la sua furia o il divertimento, "E' come se fossi andato a cercare apposta l’uomo meno simile a me in tutto il mondo solo per portarlo qui. "

            "Sono sposato con John da più di cinque anni, Stefan. Non è che ho preso un uomo dalla strada per sfoggiarlo come mio amante. Lui lo è davvero." Sherlock non sarebbe stato in grado di concentrarsi sulle parole che aveva di fronte col respiro caldo di Stefan sul suo collo. Avrebbe provato ... Lui provava assoluta vergogna di quanto debole si era dimostrato di fronte a un vecchio amore e a vecchie dipendenze.

            "E' il tuo fan club, William," Sherlock poteva vedere l'inclinazione verso il basso delle labbra di Stefan mentre rimproverava il suo ex studente, "ho letto il blog, il pover'uomo ti adora." Poteva quasi sentire quegli occhi verdi dirigersi eccitati sulla sua stretta, bianca camicia button-down, "quando hai smesso di amare le sfide?"

            Stefan l’avrebbe provocato e Sherlock avrebbe abboccato come uno studente idiota. Sentiva le sue guance infiammarsi con imbarazzo alla convinzione assoluta di quello che doveva essere successo dopo, "mi piace ancora una buona sfida, Stef." Certo Sherlock, da vero idiota, avrebbe completamente perso le implicazioni di tale dichiarazione fino a quando non sarebbe irrimediabilmente uscita dalla sua bocca.

            Col ragionamento deduttivo - come è facile notare le cose col senno di poi, Sherlock non avrebbe capito in quel momento che Stefan lo guardava come Sherlock guardava John ogni volta che John faceva un’osservazione medica su un corpo che Sherlock aveva trascurato, o quando faceva pesare il suo grado, o faceva un commento che portava Sherlock ad un geniale punto di svolta deduttivo, o indossava canottiere senza la camicia sopra, o sudava facendo lavori manuali in estate, o ... Sherlock fece quasi cadere il suo violino come un'ondata di esasperante desiderio vibrò attraverso tutto il suo corpo.

            No, non avrebbe notato Stefan guardarlo in quel modo. Perché notava solo quando John lo guardava in quel modo. Quando John lo guardava con tale crudo, possessivo e ossessivo desiderio, l’intero mondo di Sherlock si riduceva a nient’altro che quello.

            Graffiò un'altra nota stile unghie-sulla-lavagna sul suo violino, assenti la finezza e il talento con cui suonava solitamente, e decise che se avesse continuato su quella linea di pensiero, sarebbe finito come un furioso e sessualmente frustrato pasticcio in un angolo. Non era tanto l'atto ciò che gli mancava, ma la vicinanza. Gli piaceva avere John caldo e forte e premuto su ogni parte del suo corpo. Non importava se indossassero o meno i vestiti, un semplice abbraccio era tanto intimo per Sherlock quanto la più carnale intimità sessuale. A Sherlock mancava il tocco, la rassicurazione di sì, io sono qui e anch’io ti amo.

            Quando Sherlock stava con Stefan, era sempre stato in grado di individuare alcuni segnali. Ed anche se non avrebbe prestato alcuna attenzione a come il suo vecchio professore lo guardava, non avrebbe trascurato il modo in cui il corpo di Stefan si piegava verso di lui, infiammato con la vittoria. «Lui ti sfida, Will? Oppure ti segue obbediente, come un - "

            "Soldato?" Nel corso degli anni, John aveva adottato la passione di Sherlock per un ingresso teatrale e il tono della sua voce sarebbe stata glaciale. "Ho interrotto qualcosa?" E ci sarebbe stata quella pericolosa allegria; quella balzante nonchalance che Stefan non avrebbe riconosciuto per quello che era.

            "Sì -"

            "- No."

            Sarebbe stato più o meno in quel momento che Sherlock si sarebbe guardato intorno e si sarebbe reso conto che lui e il suo vecchio insegnante erano intimamente vicini, il corpo di Stefan inclinato verso di lui e Sherlock che sembrava perfettamente a suo agio con il fianco di Stefan totalmente premuto contro la sua spalla. Ma a Sherlock non era mai importato dello spazio personale. Okay, non stava esattamente appiccicato a Lestrade per tutto il tempo, ma non è che avesse sempre rispettato i confini personali di John ... Oh, cavolo. No, John non poteva davvero credere che Sherlock ...

            Ma l’aveva fatto. Sherlock poteva immaginarlo così chiaramente, sarebbe benissimo potuto essere un ricordo. Il ghiaccio negli occhi cobalto di John, la pericolosa calma nelle sue mani e la rigidità militare della sua schiena. John sarebbe stato furioso.

            "John," Sherlock disse mentre si alzava con calma dalla sedia di Stefan e si raddrizzava i polsini del suo Belstaff, "dimentica i compiti degli studenti, non ci saranno di alcun aiuto." Aggirò Stefan e attraversò la stanza , frusciò via da John e fuori dalla porta.

            John l’avrebbe seguito, e non l’avrebbe fatto tranquillamente. "In cosa diavolo mi sono appena imbattuto?"

            "I compiti non ci stavano aiutando. Oh, amore, sei davvero un conduttore di luce. Non è lo stalker quello sul quale devo concentrarmi,è lo stalkerato. "

            «Oh, ti stavi concentrando perfettamente. Se ti fossi concentrato ancora di più, ti si sarebbe seduto in grembo! "

            "John, non essere ridicolo. Il problema non è l’interesse di Stefan per il ragazzo, è la mancanza di interesse di Stefan per il ragazzo. Stefan ama i ragazzi intelligenti e solitari. Doveva ammirarlo senza essere completamente asservito a lui. Stefan userebbe un ragazzo che ha mostrato interesse, ma può sopportare di annoiarsi anche meno di me. "

            "Allora, non parleremo proprio del fatto che era a tanto così dall’infilare la sua lingua nella gola di mio marito." La gelosia di John sarebbe stata intollerabile. John poteva lasciarlo un giorno, poteva decidere che voleva una vera famiglia, poteva stancarsi del comportamento irregolare e intollerabile di Sherlock. Sherlock poteva accettare che John potesse lasciarlo per essere troppo se stesso, ma non sopportava l'idea che John, anche solo per un secondo, pensasse che Sherlock avrebbe mai voluto qualcuno o qualcosa più di lui.

            Ci sarebbero voluti due passi e una spinta per avere John contro un muro, e poi lo scorrere delle mani di Sherlock fin sopra le spalle vestite di pelle dell'uomo più piccolo e avrebbe messo le mani a coppa sul collo e avrebbe affondato le sue labbra sul morbido cipiglio aggrottato di John. Sherlock avrebbe detto in qualsiasi lingua il dottore avrebbe voluto che lui non era interessato a riaccendere la fiamma con Stefan.

            Avrebbe potuto dirgli che stare con Stefan era quasi costato a Sherlock la sua vita. Avrebbe potuto dirgli che non era interessato a ricadere in vecchie abitudini, avrebbe potuto dirgli vere e dolorose cose che avrebbero reindirizzato la rabbia di John.

            Invece disse: "Lo sai che nel mio primo anno qui, sono stato costretto a prendere una classe di letteratura?"

            "Uh ... No. Non lo sapevo."

            «Be', è così. Ed è stato terribile, e ho pensato che fosse uno spreco del mio tempo ".

            "Allora?"

            "Quando Stefan ed io iniziammo a frequentarci, pensai di aver capito tutto. Pensai che quelle nozioni poetiche dell’amore come ali e tutta quella spazzatura erano valide".

            "Ti ha fatto sentire poetico?" John non aveva chiaramente afferrato, come si evinceva dal modo in cui i suoi occhi si erano chiusi. Come se Sherlock stesse ammettendo che Stefan era il suo unico grande e shakespeariano amore. Sbagliato.

            "No," disse Sherlock, significativamente, "Lui mi ha fatto sentire come la poesia. Come se i versi che non si adattavano ai suoi metri o le parole che non si adattavano alle sue rime potessero essere tagliati via e scartati. Come se potesse prendere una matita e cancellare le parole che non erano belle; come se avesse potuto riorganizzare ciò che era rimasto in qualcosa che suonasse profondo e far finta che non fosse privo di significato. "

            "Sherlock ..."

            «Tu mi fai sentire come la scienza, John. Ogni pezzo è necessario per l'integrità dell’insieme. E anche se la somma di ogni parte non equivale a bellezza o perfezione, è ancora un’ equazione scientifica di valore." Baciò i capelli di John, "hai capito? "

            John, le cui mani avevano trovato la loro strada nelle pieghe della giacca di Sherlock, abbracciò il suo detective stretto e appoggiò la fronte sulla clavicola di Sherlock, "ho capito, amore. Mi dispiace, ho solo davvero ... C'è qualcosa in quel tizio che ... "

            «Non ti fidi di lui." Sherlock osservò, "Questo è saggio."

            "Lui ti guarda come se volesse incatenarti nel suo seminterrato. No, non mi fido di lui. Voglio usarlo per testare la resistenza dei nuovi bidoni della signora Hudson. "

            "Sono una cattiva influenza su di te, John Watson."

            "E faresti fottutamente meglio a rimanere così, Sherlock Holmes."

 
            Negli ultimi giorni, sentire la mancanza di John era diventata un’ occupazione a tempo pieno. Guardò l'orologio in cucina e non riusciva a credere che era stato in ospedale e completamente ignorante solo quella mattina. Era quasi mezzanotte e Sherlock si sentì provato e stanco e solo fin nel profondo del suo essere. Non aveva dormito bene in ospedale da dopo quella prima notte cinque settimane fa, quando John gli aveva fatto da cuscino vivente. Aveva dato per scontato che fosse perché i letti degli ospedali sono terribili, ma ora di fronte alla reale prospettiva del loro letto o il divano, la solitudine si stabilì nel profondo del detective. Decise invece di salire i venti gradini verso la vecchia camera di John e respirare quel poco che poteva di suo marito mentre si rannicchiava nelle sue vecchie coperte in mezzo alle scatole che avevano praticamente invaso lo spazio da quando John aveva trasferito tutte le sue cose nella più grande camera da letto di Sherlock .

            Il cuscino per la maggior parte odorava di polvere, ma con deboli tracce del vero shampoo di John (non il marciume che lei gli faceva usare al suo posto) e solo per questo era valsa la pena far cigolare le molle. Voleva quasi piangere, si sentiva come se avesse il diritto di lasciarsi andare ad un bell’esasperante, straziante pianto di autocommiserazione. Ma no - se aveva fatto andare via John. Se era stato stupido o folle abbastanza da scacciare l'unica vera felicità che avesse mai trovato, lui non stava per piangere.

Stava per risolvere il problema. Si girò sulla schiena, fissando il buio intorno a lui, e Sherlock Holmes escogitò un piano.
 
 

 

Note dell’autrice:

Gha !!!!!!!! Okay, questo è lungo. Lungo ventuno pagine. E non è ancora abbastanza lungo per contenere tutto quello che volevo metterci. Ho tagliato gli angoli, e già me ne pento. Grazie mille per la vostra pazienza e l’incoraggiamento. Mi hanno davvero aiutato nel processo.
Titolo da "Deconstructing Gods" dei Blaqk Audio
 
 
 

Note della traduttrice:

[1] Da wiki:
Dari è il nome ufficiale in Afghanistan della lingua persiana, il farsi. È conosciuto anche come persiano dell'Afghanistan o farsi orientale.
 
[2] Da wiki how:
I Crab Rangoon sono un piatto semplice e veloce da preparare, tipico della cucina cinese-americana. Simili a ravioli fritti, vengono preparati con una miscela di polpa di granchio, o di surimi, e formaggio cremoso, per poi essere piegati in piccoli fagottini. Tradizionalmente, i fagottini vengono fritti in olio bollente e serviti ben caldi.
 
  
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