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Autore: SeRiAl_KiNdEr    14/10/2014    4 recensioni
Violetta Castillo è una giovane e innocente sedicenne. Ama la vita, ma soprattutto ama l'amore. Un'amore che lei crede sincero, puro. Ma tutto questo cambia alla scoperta di un'inaspettata gravidanza della ragazza.
Un'avventura fin troppo grande per una ragazzina.
Dal testo:
“ Ti prego non lasciarmi sola. Non ora. Per quanto tu non voglia pensarci ci sei dentro fino al collo. Dai la colpa a me per averti sconvolto la vita, ma che dovrei dire io? Ho sedici anni, sono incinta, e il padre del bambino mi ignora come se non ci fossimo mai visti. Io non posso affrontare questa situazione da sola, ho bisogno di te.
Ti prego Leòn, resta, resta oggi, domani, per sempre. Non sono pronta per tutto questo, ma non voglio mettere fine a qualcosa che riguarda noi due. ”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Osservo attentamente la tazza di latte caldo posta sull'isola della cucina. In casa non c'è nessuno, ho aspettato che tutti fossero usciti per sgattaiolare dalla mia camera; non ho nemmeno il coraggio di guardare in faccia le persone a me care, so benissimo di averle deluse ma sono un essere umano e come gli altri esseri umani posso sbagliare, anche se questo è uno sbaglio bello grosso. Mi sono dimostrata un irresponsabile, una stupida, ma non avrei mai pensato che per una volta in cui qualcosa è andato storto potesse succedere tutto questo.
Mi passo una mano fra i capelli e sorseggio un po' di latte fumante dalla tazza. Quanto fa schifo. Non sono mai stata brava a cucinare o riscaldare qualcosa, il latte è praticamente bollente, sembra andare in ebollizione, e poi è troppo zuccherato. Faccio una smorfia e verso il latte nel lavandino e ripongo biscotti e cose varie nell'armadietto.
Sospiro e mi guardo intorno, non ho per niente voglia di uscire, preferisco cento volte rimanere a casa confinata nella mia stanza sotto le coperte per proteggermi dal freddo.
Sento la chiave girarsi nella serratura e la voci di papà ed Angie spargersi per il salone, mi nascondo dietro il divano cercando di non farmi vedere mentre loro continuano a conversare.
“ Non so cosa le sia preso, era strana, piangeva, non era la solita Violetta ”.“ Vedrai German, sarà solo uno stupido litigio con il ragazzo oppure un semplice momento di sfogo. Vilu sta bene e tu non hai motivo di preoccuparti ”. Sbircio per un secondo e li vedo stretti l'uno all'altro. Che dolci. Cercando di fare piano mi dirigo verso le scale e poi verso la mia camera.
Chiudo la porta in legno bianco alle mie spalle e scruto ogni elemento della mia camera. Il letto disfatto, cuscini sparsi di qua e di là e fazzoletti sporchi per terra e sui comodini. Non metterò in ordine, questo è certo, lascerò che Olga si occupi di tutto ma non ora o per le prossime due settimane perché non ho intenzione di uscire da qui dentro prima di questa data.
“ Vilu sono Angie, posso entrare? ” la solita bussata delicata di Angie. “ Vilu ci sei? ” continua con tono quasi preoccupata. Giro la maniglia e spalanco la porta facendole spazio per entrare. Entra con aria vittoriosa cercando di non inciampare sui cuscini sparsi per la stanza. La osservo e sento gli occhi pizzicarmi e il cuore arrivarmi in gola, segno che sto per piangere. Proprio non ci riesco, più li sento vicini e più la paura e la voglia di piangere mi assale, sono consapevole di averli delusi ma quel che è fatto è fatto e non si può rimediare.
Accuratamente chiude la porta e si siede ai piedi del letto invitandomi a farle compagnia, titubante la raggiungo appoggiandomi allo schienale del letto e portando le gambe al petto.
“ Cosa c'è che non va? ” mi domanda massaggiandomi il viso “ Come sempre ”.“ A me non sembra ” ribatte. E' incredibile come Angie riesca a capire i problemi di chi le sta intorno, soprattutto con me, c'è una specie di connessione mentale tra noi. “ Hai litigato con Leòn? ” faccio come un segno di negazione con la testa, i miei occhi sono impuntati sulle lenzuola.
“ Hai il ciclo? ”.“ Magari ” rispondo senza rendermene conto. Subito dopo alzo lo sguardo con gli occhi spalancati incrociando lo sguardo confuso di Angie. 
“ Non c'è niente che non vada Angie, veramente. Sono solo stanca, a scuola stanno assegnando parecchi compiti poi bisogna anche entrare prima, quindi è semplicemente stanchezza ” mi giustifico. “ La stanchezza non porta a piangere senza motivo. Vilu io sono qui per te e lo sai benissimo, sai che sono come un diario dove scrivere i tuoi segreti, quindi confidati ”.
Sembra sincera, non che abbia mai dubitato della sincerità di Angie ma il suo sguardo mi infonde fiducia e sicurezza ma non è niente in confronto alla paura che ho dentro.
Sento le lacrime scendermi per il viso, non me ne sono nemmeno resa conto, sto piangendo. Mi passo una mano per il viso per asciugare le lacrime, tiro su col naso mentre le lacrime iniziando a scendere più insistentemente. “ Sono un irresponsabile! Una stupida ragazzina di sedici anni che non sa badare alle azioni che fa! ” sbotto quasi per liberarmi da tutto ciò che ho dentro. “ Non dire così. Tu sei la ragazza più matura, consapevole e responsabile che io abbia mai conosciuto. Vilu tu sei perfetta, gentile, dolce, simpatica sei tutto quello che deve essere una ragazzina della tua età ”. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. “ Angie ” sussurro “ Sono incinta ”. Piango, piango e le lacrime non si fermano più. Cerco lo sguardo di Angie totalmente sconvolto. Questa è una delle sensazioni più brutte, mai e dico mai avrei pensato di dover dire queste parole con le lacrime agli occhi, mi aspettavo un futuro totalmente diverso e ho rovinato tutto; non potrò viaggiare, uscire, andare in giro con Francesca e Camilla in totale libertà e tranquillità.
Sento Angie sospirare e serrare le palpebre, sta per piangere. Tutta la stima che Angie provava per me è svanita. Non oso pensare quando lo saprà papà, mi caccerà di casa rinfacciandomi di essere un irresponsabile. 
“ Leòn lo sa? ” sospira cercando di essere più sciolta possibile, nego con la testa “ L'ho scoperto ieri ”.“ Violetta tu non puoi avere un bambino. Tu sei una bambina! Hai mille cose da fare prima di diventare madre, tu devi vivere la tua adolescenza, fare pazzie e altre mille cose. Non puoi sprecare tutto così ” esclama ormai in lacrime. Senza esitare un secondo mi fiondo tra le sue braccia cercando il suo appoggio.


Sospiro e cerco il coraggio di bussare a quel campanello, il portone era aperto quindi mi sono dovuta risparmiare il coraggio e la fatica di bussare anche al citofono. Sono tesa, e credo sia anche normale. Non so come la prenderà ma Leòn non è il tipo di ragazzo che lascerebbe la sua ragazza in queste condizioni. Istintivamente spingo il tasto e il rumore del campanello si fa spazio tra il silenzio. Dopo qualche secondo la maniglia si gira trovandomi faccia a faccia con Leòn. Sorpreso mi abbraccia stritolandomi. Mi sento protetta tra le sue braccia, sono come uno scudo per il mio corpo. 
“ Che splendida sorpresa ” sussurra dolcemente. Avvolgo le braccia alla sua vita stringendo ancora di più i nostri corpi.
Dopo esserci salutati mi invita ad entrare in casa, ma rifiuto. In casa c'è sua madre e in questo momento preferirei parlare solo con lui e lasciare fuori le famiglie.
“ Andiamo a fare una passeggiata. Stiamo sempre rinchiusi dentro casa, poi ti devo parlare di una cosa importante ” dico sistemandomi il cappellino di lana bordeaux. Mi rivolge un sorriso e prende la giacca e il cappello infilandoseli e chiudere la porta alle sue spalle. Mi prende la mano e scendiamo le scale.
Passeggiamo tranquillamente per le strade mano nella mano, non abbiamo parlato molto, diciamo che io non ho parlato molto, sono imbarazzata e preoccupata ho una voglia di piangere e gettarmi fra le sue braccia e sentire le sue labbra accostate al mio orecchio che mi sussurrano che andrà tutto bene.
“ Leòn dobbiamo parlare ” dico arrestando la nostra camminata “ è importante ” continuo. “ Ehi che hai? Mi sembri preoccupata. Prendiamoci qualcosa al bare parliamo, okay? ” accenno un si con la testa e ci avviamo verso il bar.
Ordiniamo due cioccolate calde e ci sediamo in uno dei tavolini posti all'interno del locale. 
“ Allora di cosa mi devi parlare? ” domanda sorseggiando la sua cioccolata, io imbarazzata stringo la tazza tra le mani cercando anche di riscaldarle. “ Leòn io non so come sia potuto succedere, siamo stati sempre attenti in queste cose, abbiamo usato anche fin troppe precauzioni, ma è successo ” il suo sguardo si fa confuso mentre io sono già rossa per il pianto.
“ Che... ” cerca di parlare, probabilmente non ha ancora capito “ Leòn io...sono incinta ” dico tutto d'un fiato. Spalanca gli occhi e mi guarda come indignato. Trattiene il respiro e deglutisce. Prendo la sua mano poggiata sul tavolino e la stringo alla mia, ma lui la tira indietro e con sempre lo stesso sguardo si alza dalla sedia andando verso l'uscita camminando a marcia indietro continuando ad osservarmi. Io l'osservo piangendo come credo di non aver mai fatto, lui è andato via, è scappato, si è tirato indietro come se lui non c'entrasse niente.
Porto le mani al viso cercando di calmarmi e nascondermi. Velocemente prendo la borsa, indosso il cappello e la sciarpa e esco dal locale. 
Corro, il freddo gela i miei occhi che bagnati in precedenza iniziano a bruciarmi. Lo ha fatto. Mi ha addossato tutte le responsabilità tirandosene fuori. Non lo chiamo anche perché so che è inutile, non voglio crederci, magari ha bisogno di tempo per riflettere, è rimasto scioccato e adesso vuole cercare di pensare, potrei trovare mille giustificazioni per lui in questo momento si sentirà smarrito come mi sono sentita io quando l'ho scoperto. Non è questo il Leòn di cui mi sono innamorata.


Angolo autrice: Buon salve a tutti voi cari lettori. Perdonatemi per il ritrdo e per non aver risposto alle vostre recensioni ma lo farò proprio adesse. Non ho potuto pubblicare domenica perché ho avuto molto ma molto da fare quindi mi scuso con tutti voi. M adesso passiamo al capitolo.
Vilu confessa ad Angie e Leòn di essere incinta anche se quest'ultimo non la prende proprio bene, anzi, scappa. Non immaginate quanto ho odiato Leòn in quel momento e quanto lo stia odiando nelle treza stagione che seguo in lingua originale. Povera Vilu, che pena che mi fa. 
Angie invece non la prende certamente bene ma vuole aiutare Violetta che in questo momento sembra piùttosto smarrita.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi scuso per eventuali errori grammaticali ma non ho riletto e non preoccupatevi lo farò non appena avrò finito di studiare.
Grazie mille e alla possima. Baci.
   
 
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