Pagine di Diario
“Can you still
see the heart of me
all my agony fades away
when you hold me in your embrace
Don't turn me down
for all i need
make my heart a better place
give me something I can believe
Don't turn me down
you're far from the door now
don't let it close”
Within Temptation – All I Need
Sasuke si rigirò il diario che aveva trovato sotto il letto
che una volta era di suo fratello con fare indeciso, domandandosi cosa poteva
farci un oggetto simile nella stanza di uno come Itachi. Beh, se era li voleva
dire che doveva essere per forza di suo fratello maggiore. E dato che lui non
sarebbe mai tornato al villaggio, non dopo l’ultima volta in cui aveva fatto
irruzione almeno, Sasuke decise che ci avrebbe dato una sbirciatina. Chissà cosa
avrebbe potuto scrivere Itachi nel suo diario.. Probabilmente sarà carico di
insulti verso i loro genitori e gli altri membri del clan, pensò Sasuke con
moto di disprezzo che quasi lo fece desistere dall’aprire il quaderno. Cominciò
a leggere, notando subito dalla data riportata che il diario risaliva a quasi
un anno dalla sua nascita.
Caro diario,
è la prima volta
che ti scrivo e mi spiace disturbarti, ma è notte fonda e non vorrei svegliare
mamma e papà. Ho solo bisogno che qualcuno mi ascolti e so che tu non parlerai
mai con nessuno.
Vorrei soltanto
esprimere i miei pensieri, perché proprio non capisco. La mamma non mi guarda
mai e ogni volta che le chiedo attenzione si rivolge a me come se fossi una
seccatura, non mi vuole tra i piedi glielo si legge in faccia. Io cerco di non
disturbarla mai ma quando succede sembra quasi che io abbia fatto qualche cosa
di sbagliato. Non capisco perché fa cosi, la mia mamma.
Ma il peggio è
papà. Non so cosa ho fatto di male, ma papà ogni volta che torna a casa viene
in camera mia e mi fa tanto male. A volte mi sembra di non riuscire a
respirare. Lui e mamma sono arrabbiati con me, ma non mi dicono cosa ho fatto
per farli arrabbiare. Io non capisco. Non mi permettono di uscire di casa se
non in rare occasioni, non vogliono che io sia presente quando vengono a
trovarli i loro amici o colleghi di lavoro di papà. Non mi vogliono mai tra i
piedi. Anche quando siamo a tavola assieme mi guardano con aria cattiva e
appena finisco di mangiare mi ordinano di tornare subito in camera mia. Papà mi
picchia in continuazione e non mi dice mai cos’ho fatto, mi fa solo male e poi
se ne va come se non fosse successo nulla.
Caro diario grazie
per avermi ascoltato. Sai, dato che non mi è permesso uscire dalla mia stanza
se non per andare a tavola o al bagno, mi sento un po’ solo. Vorrei che mamma e
papà passassero del tempo con me come fanno tutti gli altri bambini. Li ho
visti, sai? Vanno al parco insieme, fanno la spesa giocano.. Io invece no.
Vorrei solo che mi dicessero perché mi odiano e mi lasciano da solo. Ah, sento
dei passi nel corridoio. È papà. Scusami, devo scappare.
A presto!
Inizio Flashback
Era un giornata
come tante altre nel quartiere degli Uchiha, il via vai di persone era tutto
sommato regolare e i vari commercianti locali mandavano avanti i propri negozi
in grazie al continuo affluire di compratori provenienti dalle altre zone del
villaggio. Il piccolo Itachi era, come al solito, rintanato nella propria
stanza, ben distante dalle chiacchiere cittadine e dai suoi coetanei con cui
tanto avrebbe voluto giocare. No, a lui non era permesso uscire di casa se non
in rare occasioni. Completamente rinchiuso in un silenzio indegno di un
bambino, sentì con facilità il suono di un vetro che si rompeva provenire dal
piano inferiore e, temendo che la sua mamma potesse essersi ferita, scese di
sotto a vedere cosa fosse successo.
Trovò Mikoto
intenta a raccattare i pezzi di un piatto che le era probabilmente scivolato
dalle mani, era cosi impegnata che non si accorse della sua presenza. “Mamma..
Ti sei fatta male?” La donna sobbalzò sentendo la sua voce, ma subito la sua
espressione sorpresa si tramutò in una faccia seccata. “Chi ti ha dato il
permesso di uscire dalla tua camera?!” Sbottò velenosa contro il bambino che si
ritrasse istintivamente, nascondendosi parzialmente dietro lo stipite della
porta. “Ma io..” “TORNA IN CAMERA TUA!”
Gridò furiosa e il bimbo ubbidì. Chiusa la porta della sua stanza il
bimbo si sedette accovacciato contro il muro e nascose il viso fra le
ginocchia.
La sera, dopo una
cena dall’aria tesa, il piccolo Itachi tornò in camera sua in immortale
silenzio. Qualche ora più tardi, prima che si coricasse, il bambino venne
sorpreso da una visita del padre. L’uomo sembrava livido di rabbia. Gli si
avvicinò con fare imperioso. “E’ vero che oggi hai disubbidito alla mamma e sei
uscito dalla tua stanza?!” Mormorò minaccioso. Il bimbo sentì le lacrime
gonfiarsi nei suoi occhi, mentre abbassava la testa punto il suo sguardo sui
piedi dell’adulto. “Ma io.. Volevo solo vedere se stava bene.. Avevo sentito
rompersi qualcosa..” Cominciò a singhiozzare, preso dalla paura. “TUA MADRE SA
CAVARSELA BENISSIMO DA SOLA!! HAI DISUBBIDITO!” Urlò, facendo insidiare il
panico nel bambino che tentò di scappare, rannicchiandosi in un angolo della
stanza tutto tremante. Il suo papà gli faceva una paura tremenda quando si arrabbiava.
L’uomo gli si avvicinò, sovrastandolo con la sua ombrosa figura e gli rifilò
una scarica di schiaffoni ovunque. Sulla faccia, in testa, sulle braccia, sulle
gambe. Ovunque. Quando se ne andò il piccolo Itachi rimase rannicchiato per
terra a piangere, ricoperto di segni rossastri. Cercò comunque di non fare
troppo rumore. Ancora sofferente, s’infilò sotto le coperte, sperando di poter
almeno sognare cose belle.
Fine Flashback
Sasuke si meravigliò del contenuto delle poche righe appena
lette. Aveva capito che a scrivere era senz’ombra di dubbio un bambino, certo
sia lui che Itachi erano sempre stati due bambini molto intelligenti e lo si
poteva riscontrare nella pagina di diario che aveva appena letto, ma c’era un
problema che rendeva Sasuke fortemente dubbioso. Era davvero di Itachi quel
diario? E soprattutto, era davvero cosi che suo fratello aveva vissuto la sua
infanzia, solo e indesiderato? Per lui, che aveva sempre visto il padre
elogiare Itachi era impossibile credere che fosse davvero cosi. Inconsciamente
sopraffatto dalla curiosità tipica di chi sente racconto riguardanti l’infanzia
del proprio fratello maggiore, si domandò cosa fosse successo, “papà” era
entrato in camera del bambino e lo aveva picchiato?
Decise di voltare pagina e continuò la lettura.
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Cari lettori,
ecco il secondo capitolo. Come avrete notato, ho deciso di
abbinare pezzi delle pagine di diario a riassunti in terza persona sotto forma
di flashback, sia per allungare un po’ la storia, si per potervi permettere di
analizzare la lettura da diversi punti di vista. Sarà cosi più o meno in tutti
i capitoli futuri. Ovviamente vi consiglio di ascoltare la canzone che apre il
capitolo! :)
A presto,
Eresseye.
P.S.: Anche se nei flashback compare il nome di Itachi,
Sasuke non sa per certo che il diario è di suo fratello perché li non compare.