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Autore: Reika_Kun    15/10/2014    1 recensioni
Itachi, stanco di una vita vuota e carica di sofforenze decide, nonostante la promessa fatta a Sasuke, di lasciarsi andare. Ma cosa potrebbe succedere se Sasuke, tornato a Konoha di soppiatto, dovesse trovare un diario segreto nella vecchia stanza di Itachi nel quartiere degli Uchiha?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Pagine di Diario

 

 

Can you still see the heart of me
all my agony fades away
when you hold me in your embrace

Don't turn me down
for all i need
make my heart a better place
give me something I can believe
Don't turn me down
you're far from the door now
don't let it close”

Within Temptation – All I Need

 

Sasuke si rigirò il diario che aveva trovato sotto il letto che una volta era di suo fratello con fare indeciso, domandandosi cosa poteva farci un oggetto simile nella stanza di uno come Itachi. Beh, se era li voleva dire che doveva essere per forza di suo fratello maggiore. E dato che lui non sarebbe mai tornato al villaggio, non dopo l’ultima volta in cui aveva fatto irruzione almeno, Sasuke decise che ci avrebbe dato una sbirciatina. Chissà cosa avrebbe potuto scrivere Itachi nel suo diario.. Probabilmente sarà carico di insulti verso i loro genitori e gli altri membri del clan, pensò Sasuke con moto di disprezzo che quasi lo fece desistere dall’aprire il quaderno. Cominciò a leggere, notando subito dalla data riportata che il diario risaliva a quasi un anno dalla sua nascita.

 

Caro diario,

è la prima volta che ti scrivo e mi spiace disturbarti, ma è notte fonda e non vorrei svegliare mamma e papà. Ho solo bisogno che qualcuno mi ascolti e so che tu non parlerai mai con nessuno.

Vorrei soltanto esprimere i miei pensieri, perché proprio non capisco. La mamma non mi guarda mai e ogni volta che le chiedo attenzione si rivolge a me come se fossi una seccatura, non mi vuole tra i piedi glielo si legge in faccia. Io cerco di non disturbarla mai ma quando succede sembra quasi che io abbia fatto qualche cosa di sbagliato. Non capisco perché fa cosi, la mia mamma.

Ma il peggio è papà. Non so cosa ho fatto di male, ma papà ogni volta che torna a casa viene in camera mia e mi fa tanto male. A volte mi sembra di non riuscire a respirare. Lui e mamma sono arrabbiati con me, ma non mi dicono cosa ho fatto per farli arrabbiare. Io non capisco. Non mi permettono di uscire di casa se non in rare occasioni, non vogliono che io sia presente quando vengono a trovarli i loro amici o colleghi di lavoro di papà. Non mi vogliono mai tra i piedi. Anche quando siamo a tavola assieme mi guardano con aria cattiva e appena finisco di mangiare mi ordinano di tornare subito in camera mia. Papà mi picchia in continuazione e non mi dice mai cos’ho fatto, mi fa solo male e poi se ne va come se non fosse successo nulla.

Caro diario grazie per avermi ascoltato. Sai, dato che non mi è permesso uscire dalla mia stanza se non per andare a tavola o al bagno, mi sento un po’ solo. Vorrei che mamma e papà passassero del tempo con me come fanno tutti gli altri bambini. Li ho visti, sai? Vanno al parco insieme, fanno la spesa giocano.. Io invece no. Vorrei solo che mi dicessero perché mi odiano e mi lasciano da solo. Ah, sento dei passi nel corridoio. È papà. Scusami, devo scappare.

A presto!

 

Inizio Flashback

Era un giornata come tante altre nel quartiere degli Uchiha, il via vai di persone era tutto sommato regolare e i vari commercianti locali mandavano avanti i propri negozi in grazie al continuo affluire di compratori provenienti dalle altre zone del villaggio. Il piccolo Itachi era, come al solito, rintanato nella propria stanza, ben distante dalle chiacchiere cittadine e dai suoi coetanei con cui tanto avrebbe voluto giocare. No, a lui non era permesso uscire di casa se non in rare occasioni. Completamente rinchiuso in un silenzio indegno di un bambino, sentì con facilità il suono di un vetro che si rompeva provenire dal piano inferiore e, temendo che la sua mamma potesse essersi ferita, scese di sotto a vedere cosa fosse successo.

Trovò Mikoto intenta a raccattare i pezzi di un piatto che le era probabilmente scivolato dalle mani, era cosi impegnata che non si accorse della sua presenza. “Mamma.. Ti sei fatta male?” La donna sobbalzò sentendo la sua voce, ma subito la sua espressione sorpresa si tramutò in una faccia seccata. “Chi ti ha dato il permesso di uscire dalla tua camera?!” Sbottò velenosa contro il bambino che si ritrasse istintivamente, nascondendosi parzialmente dietro lo stipite della porta. “Ma io..” “TORNA IN CAMERA TUA!”  Gridò furiosa e il bimbo ubbidì. Chiusa la porta della sua stanza il bimbo si sedette accovacciato contro il muro e nascose il viso fra le ginocchia.

La sera, dopo una cena dall’aria tesa, il piccolo Itachi tornò in camera sua in immortale silenzio. Qualche ora più tardi, prima che si coricasse, il bambino venne sorpreso da una visita del padre. L’uomo sembrava livido di rabbia. Gli si avvicinò con fare imperioso. “E’ vero che oggi hai disubbidito alla mamma e sei uscito dalla tua stanza?!” Mormorò minaccioso. Il bimbo sentì le lacrime gonfiarsi nei suoi occhi, mentre abbassava la testa punto il suo sguardo sui piedi dell’adulto. “Ma io.. Volevo solo vedere se stava bene.. Avevo sentito rompersi qualcosa..” Cominciò a singhiozzare, preso dalla paura. “TUA MADRE SA CAVARSELA BENISSIMO DA SOLA!! HAI DISUBBIDITO!” Urlò, facendo insidiare il panico nel bambino che tentò di scappare, rannicchiandosi in un angolo della stanza tutto tremante. Il suo papà gli faceva una paura tremenda quando si arrabbiava. L’uomo gli si avvicinò, sovrastandolo con la sua ombrosa figura e gli rifilò una scarica di schiaffoni ovunque. Sulla faccia, in testa, sulle braccia, sulle gambe. Ovunque. Quando se ne andò il piccolo Itachi rimase rannicchiato per terra a piangere, ricoperto di segni rossastri. Cercò comunque di non fare troppo rumore. Ancora sofferente, s’infilò sotto le coperte, sperando di poter almeno sognare cose belle.

Fine Flashback

 

Sasuke si meravigliò del contenuto delle poche righe appena lette. Aveva capito che a scrivere era senz’ombra di dubbio un bambino, certo sia lui che Itachi erano sempre stati due bambini molto intelligenti e lo si poteva riscontrare nella pagina di diario che aveva appena letto, ma c’era un problema che rendeva Sasuke fortemente dubbioso. Era davvero di Itachi quel diario? E soprattutto, era davvero cosi che suo fratello aveva vissuto la sua infanzia, solo e indesiderato? Per lui, che aveva sempre visto il padre elogiare Itachi era impossibile credere che fosse davvero cosi. Inconsciamente sopraffatto dalla curiosità tipica di chi sente racconto riguardanti l’infanzia del proprio fratello maggiore, si domandò cosa fosse successo, “papà” era entrato in camera del bambino e lo aveva picchiato?

Decise di voltare pagina e continuò la lettura.

 

 

******

Cari lettori,

ecco il secondo capitolo. Come avrete notato, ho deciso di abbinare pezzi delle pagine di diario a riassunti in terza persona sotto forma di flashback, sia per allungare un po’ la storia, si per potervi permettere di analizzare la lettura da diversi punti di vista. Sarà cosi più o meno in tutti i capitoli futuri. Ovviamente vi consiglio di ascoltare la canzone che apre il capitolo! :)

A presto,

Eresseye.

P.S.: Anche se nei flashback compare il nome di Itachi, Sasuke non sa per certo che il diario è di suo fratello perché li non compare.

 

  
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