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Autore: metaldolphin    16/10/2014    2 recensioni
Rivisitazione dell'omonimo telefilm di recente produzione, con i personaggi della nostra Ciurma preferita.
Perché non sempre ciò che appare ai nostri occhi è la verità.
Perché non sempre tutto è necessariamente bianco o nero.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'ago entrò nella vena che sporgeva evidente sulla pelle ed il sangue denso e scuro fluì nella prima provetta, poi in una seconda e via via fino all'ultima, che era la settima. Alla fine, tolto l'ago con farfalla dal braccio, gli fece la solita raccomandazione di tenere pressato il cotone idrofilo con il disinfettante per evitare la formazione del livido.
Incurante come al solito, Zoro lo gettò via subito; Chopper aveva insistito per anticipare i suoi esami di routine: lo vedeva diverso, distratto ed irrequieto, ed era spaventato per qualcosa che avrebbe potuto peggiorare le condizioni dell'amico.
Ma poche ore dopo, ad esame concluso, dovette ricredersi...era tutto nella sua specialissima e singolare norma.
-Cosa ti succede, Zoro?- si decise a chiedergli, non venendo a capo di nulla con le sue sole forze.
L'interpellato, interrotto nella cura delle sue spade, sbuffò: -Niente.
-Non ti credo. Dai, puoi dirmelo... ti giuro che non mi arrabbio!- disse, portando la mano sinistra sul cuore ed alzando l'altra a palmo aperto.

Lo sguardo dell'altro era quello di un animale feroce recluso in gabbia, indeciso tra rabbia e paura e timore di qualcosa più grande di lui.
Poi decise di aprirsi all'amico: -L'altra sera mi hanno sparato una dose di narcotico: non li ho sentiti nemmeno arrivare... nessun odore, nessun rumore. Dovevano essere distanti, forse un cecchino con un fucile di precisione...- mormorò ad un Chopper che lo guardava con gli occhi sgranati dalla paura, per quelle immagini suscitate dal racconto di Zoro.
-E come hai...- iniziò a chiedere, ma l'altro continuò: -Nami. Ero nel suo giardino, li ha messi in fuga e poi mi ha portato in casa, quando mi sono riavuto sono fuggito via, ma...
-Cosa?- disse il più giovane, che gli leggeva negli occhi qualcosa di nuovo: la speranza.
Zoro scuoteva il capo, incredulo per ciò che stava per dire.
Era quasi impaurito, mentre stava per dare voce ad un pensiero che mai aveva avuto modo di elaborare, prima di allora: -Chopper, lei non ha avuto paura di me, capisci? Anche se sono stato ad un passo dal farle male! Si è presa cura di me...
-Ti puoi fidare?-  L'amico si era arreso all'evidenza: Zoro non riusciva a stare lontano da quella ragazza.
-Credo di sì... Sì. Ieri avrebbe potuto fare qualsiasi cosa mentre ero privo di sensi, ma non è stato così.
Chopper lo guardò severamente.
Stavano correndo un grosso rischio ed un brutto presentimento si fece strada in lui, convinto che i guai sarebbero arrivati, ed anche molto presto.
D'altro canto, riusciva a capire l'amico: per la prima volta sentiva qualcosa di profondo per qualcuno e che quel qualcuno non ne fosse spaventato.
E che quel qualcuno, fosse una donna.



La serata era trascorsa allegra e spensierata. Dopo aver accompagnato a casa Bibi, Robin e Nami rientrarono a loro volta, molto tardi.
Lasciata, come d'abitudine, l'automobile sul vialetto, la rossa si attardò in giardino per controllare l'impianto di irrigazione, che avrebbe dovuto essere in funzione, mentre tutto era asciutto.
La mora, invece, dopo essersi guardata velocemente attorno, rincasò subito.
Era quasi il momento.

Nami controllò la centralina:si era nuovamente inceppata la programmazione dell'irrigatore automatico e, mentre era intenta a smuovere quell'aggeggio infernale, ebbe appena il tempo di percepire la presenza di qualcuno, pensare che fosse Robin e poi sorprendersi, dato che una grossa mano maschile le coprì più di mezzo volto, fu strattonata all'indietro, e le fu puntata una fredda canna di pistola sotto al mento, incuneandola tra le ossa della mandibola e facendole un gran male.
Preferì allargare le braccia in segno di resa, nonostante avesse ancora la pistola d'ordinanza nella fondina, perchè un solo movimento sospetto poteva  far innervosire il suo aggressore e voleva evitare di trovarsi una pallottola che facesse sponda all'interno del cranio.
La sua unica speranza era riposta in Robin... sempre che avesse sentito qualcosa.
Poi l'uomo che l'aveva afferrata la trascinò, a suo avviso inspiegabilmente, verso il prato, al di fuori della protettiva influenza degli alberi di mandarino che Nami aveva voluto mettere, perchè le ricordavano l'infanzia.
Le parve strano, perchè non era logico che la portasse allo scoperto, dove qualsiasi passante avrebbe potuto vederli. Ed infatti in mezzo al prato si scatenò l'inferno: una specie di proiettile in forma umana si abbattè su aggressore e aggredita, scaraventandoli in terra e disarmando l'uomo allo stesso tempo. 
Nami udì soltanto un ringhio familiare che le fece sobbalzare il cuore dai battiti già accellerati ed il rumore attutito di due corpi in lotta.
Tirò fuori la pistola, ma alla luce della luna era difficile prendere la mira sulle due sagome in lotta e non riuscì a sparare per non colpire l'uomo sbagliato.
Ci fu un rumore più forte e uno dei due rimase a terra.

Il lampo breve dell'oro a lato del viso di colui che le veniva incontro le fece scoppiare il cuore e, sorridendo, corse ad abbracciarlo.
Zoro, in un primo momento, rimase impietrito da quel contatto improvviso cui non era abituato, ma gli bastò un secondo per capire quanto gli piacesse cingere con le forti braccia la ragazza. Comprese che quel calore, così diverso ma allo stesso tempo simile da quello che gli donava il solo vederla, era qualcosa di cui non avrebbe più voluto fare a meno.
Seppe, in quel momento, che sarebbe voluto rimanere con lei, a quel modo, anche per sempre.
Nami era felice: anche stavolta lui era corso in suo aiuto.

Ma non fu un momento che durò a lungo...ci fu un tonfo e Zoro le si irrigidì tra le braccia.
Lo sentì espirare con forza, prima che il suo peso le gravasse addosso e, non riuscendo a reggerlo, accompagnò la sua caduta sedendosi sul prato per farlo appoggiare in grembo.
Confusa ed allarmata, gli passò la mano tra i capelli e ai lati del viso, chiamandolo.
-Zoro, cos'hai? Ti prego, dimmi qualcosa!
Con gli occhi aperti a fatica, ebbe la forza di mormorarle: -Va' da.. Chopper... A-alla fabb-brica abbandonata d-di... Z-zuccheroo...al 46...9...
Perse i sensi e Nami si accorse che qualcosa sporgeva dall'ampia schiena di lui.
Un proiettile narcotizzante.
Lo tirò via e sentì che qualcuno si avvicinava.
Alzò gli occhi e riconobbe la sagoma di Robin.
-Aiutami...- iniziò a dirle, poi le vide in mano una strana pistola, di quelle che usavano i veterinari per sedare gli animali feroci, e si rese conto che quanto accaduto non era estraneo all'amica.
-Sei stata tu... - disse, stringendo a sé più forte l'inerme Zoro -Perché?- sibilò contro colei che fino a quel momento aveva creduto un'amica.
Quella, freddamente, rispose: -Avrebbe potuto farti del male...
-No! Zoro non mi farebbe mai del male!- la interruppe Nami, furiosa.
Robin rise, ironica: -Ma bene, Nami... Vedo che sai anche il suo nome, oltre ad ostentare una certa confidenza col ricercato... Cos'altro sai e ci nascondi sul Demone Nero?







Autore a piè di pagina:
Ringrazio tutti coloro che hanno continuato a leggere questa mia.
Tra loro in particolare Yellow Canadair e fanzoro, che hanno risposto con un entusiasmo che non merito. Grazie, mi fate stare bene!
   
 
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