Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Sebs    16/10/2014    1 recensioni
Dal momento in cui Sebastian Moran viene cacciato dall'esercito, crede di non avere un grande futuro davanti a sé, e non crede di averne bisogno.
Ma quando un distinto sconosciuto in Westwood gli si avvicina, tutto il suo mondo comincia a girare in senso contrario...
Chi è questo tipo? E perché sostiene di aver bisogno di lui?
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Irene, Adler, Jim, Moriarty, Quasi, tutti, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cinque.

Quando Jim era fuori casa Sebastian cercava di recuperare l'ordine che aveva creato il primo giorno che era andato a vivere lì.
Jim non si era mai curato molto dell'appartamento, e Sebastian era abituato a vivere in una casa sempre pulita, e, quando era stato in missione, cercava di tenere in ordine il suo piccolo spazio. La pulizia dello spazio intorno a lui lo faceva sentire meglio dentro.
Una volta si trovò a riordinare anche la camera di Jim, che quasi neanche apriva le finestre per cambiare aria.
Dopo quello che la Adler aveva detto sul suo armadio, era curioso di vedere cosa aveva Jim nel suo e, non con sorpresa, vide che il suo armadio era pieno di vestiti eleganti, completi e camicie.
Era un tipo che non voleva sporcarsi le mani, affatto.
Sebastian si rilassava così, pianificando e riordinando, e eventualmente scolandosi qualche birra al bar dove lavorava prima.
Jim era un coinquilino tranquillo che spesso passava solo la notte lì, raramente metteva mano al suo ordine e mangiava poco ciò che Sebastian cucinava.
Perciò, quando un giorno tornò a casa dondolante e delirante, Sebastian si stupì.
-Sebby bello! Dove sei?
-Che diavolo hai combinato stasera?
-Ho bevuto un pochino. Dovevo festeggiare.
Sebastian trattenne le risate e lo accompagnò in camera sua. -E non potevi invitare anche me a festeggiare?
-No, Sebby bello, non capisci. Ho trovato il caso della mia vita!
-Ma davvero?
-Certo! È un tipo cervellone e un vecchio amico… Amico, bah…
-Capisco… Dovrò liberare l'appartamento per farvi incontrare?
-Oh, no, lui ha già un amichetto.
-Mi dispiace.
Jim si mise sui gomiti. -Non è che mi stai prendendo in giro, Sebby bello?
-Tu continui a chiamarmi "Sebby bello", chi prende in giro chi?
Sebastian andò in cucina e prese gli ingredienti per fare un preparato contro il post-sbornia.
-Hai un buon punto, Sebastian.
-Tieni, bevi. È per domani mattina.
-Certe volte mi ricordi mia madre. "James, fai così, James fai cosà" ma che diavolo.
-Ma davvero…
-Già.
-Facciamo che ora dormi e non dai fastidio, okay?
Uscì e chiuse la porta della camera. Decise di andare a dormire anche lui.
La mattina dopo aveva intenzione di dormire fino a tardi, dato che non aveva nulla su cui lavorare.
Però le cose non andarono come aveva pensato.
Sentì un rumore fuori dalla  sua porta e controllò la sveglia. Erano le cinque di mattina.
Prese la pistola che nascondeva sotto il comodino e andò nella sala. C'era una figura indistinta. Ci si avvicinò silenziosamente e puntò la pistola sulla sua schiena. -Che diavolo vuoi?
Quella rispose con una voce inconfondibile, sebbene stranamente nasale. -Sebastian, sono io. Mi sa di avere la febbre.
Sebastian abbassò la pistola. -Dici sul serio?
La figura alzò le spalle. -Non trovo le coperte. Ho freddo.
Sebastian alzò gli occhi al cielo. -Dannazione, Jim. Sono un cecchino, non un dottore.
Jim sorrise alla battuta, e poi starnutì.
-Vai a metterti a letto, te le porto io.
Andò a prendere le coperte in camera sua e le sistemò sul letto di Jim.
-Dovrebbe andare un po' meglio.
-Seb, non abbiamo medicine? Devo lavorare io oggi.
Sebastian poggiò una mano sulla fronte di Jim. -Non credo proprio che ti muoverai dal letto, visto che sei bollente.
-Ma il mio caso…
-Vado a prenderti qualcosa.
Sebastian cercò nell'armadietto delle medicine e trovò una sola dose. Si appuntò mentalmente che il mattino dopo sarebbe dovuto andarle a comprare.
Tornò in camera da Jim e gli diede il bicchiere dove aveva sciolto la pasticca. -Bevi, ti farà bene.
Si alzò e fece per uscire, ma Jim gli prese debolmente un polso. -Grazie. Sebastian, grazie.
Sebastian sorrise appena, e uscì dalla camera.
Ora che era sveglio, però, sarebbe stato difficile riprendere sonno. Ma era ancora troppo presto per scendere e pianificare.
Così si sedette sul divano e iniziò a fare zapping con il muto impostato. Chi l'avrebbe mai detto che il grande Moriarty si sarebbe farro venire una febbre dopo essersi sbronzato per bene? Sebastian rise al pensiero. Jim faceva il gran duro, e poi questo.
Con il muto, però, sentì che l'altro stava parlando. Si era messo a lavorare?
Entrò nella sua stanza, ma lui era steso sul letto, inghiottito dalle coperte, delirante.
Poggiò una mano sulla fronte, ma era inutile. La febbre doveva fare il suo corso prima di passare. Dopo pochi secondi dal suo tocco, però, il borbottio si tranquillizzò, e così Sebastian si trovò seduto vicino al letto di Jim, accarezzandogli il viso come faceva sua madre con lui quando era più piccolo. Man mano scorgeva dei particolari che non aveva mai notato in precedenza: le rughe sottili agli angoli degli occhi quando li stringeva, la barba rada che si sentiva appena sotto le sue dita, le ciglia sottili.
Quando si fu tranquillizzato fece colazione, e pensò di ripulire le armi. Non sarebbe sceso, quella mattina.
Dopo che Jim gli aveva affidato metà dell'armamentario in sua mano, Sebastian pensò di nasconderlo per la casa, così, in caso di attacco, o che qualcuno li avesse trovati, sarebbe stato pronto.
Però quando cercò le armi che aveva sparpagliato sotto i divani o dietro la televisione, non li trovò. Quelle in camera sua erano rimaste dove lui le aveva messe, ma le altre no.
-Te le ho nascoste.
-Ma sei cretino? Ti si rialzerà la febbre se vai in giro.
-Non ti preoccupa che abbia preso le armi?
-In effetti, mi fa un po' incazzare, ma è casa tua.
Jim alzò una spalla. -Voglio vedere Hannibal. Vieni a tenermi fresca la faccia o ti devo pagare un extra?
-Dimmi dove sono le armi.
-Nel doppio fondo del mio armadio. Vuoi che ti preghi?
Sebastian lo superò e controllò nell'armadio. C'era davvero un sottofondo. Prese un po' di quei gioiellini e si sedette sulla sua sedia.
Jim si sistemò sul letto e schiacciò play.
-Questo è uno dei miei telefilm preferiti, ti piacerà.
Rimase tutta la giornata a vedere quel povero cinofilo farsi maltrattare in diversi modi da chiunque lo conoscesse. E a resistere dalla tentazione di far partire qualche colpo ogni volta che Jim metteva in pausa le scene del crimine e commentava come il suo metodo sarebbe stato molto più efficace. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Sebs