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Autore: La Jiky    17/10/2014    2 recensioni
«Garp… riesci a crederci?... Molto presto avrò un figlio… Ma purtroppo, quando lui nascerà, io non ci sarò più, quindi non lo vedrò mai…».
«E che cosa vuoi da me? Io faccio parte della Marina. E poi… Non pensi alla madre? Qualsiasi persona sia stata legata a te, verrà sicuramente giustiziata!».
Il re dei pirati chinò amaramente la testa.
«È proprio per questo che ne parlo con te. Il governo ricostruirà tutto quello che ho fatto negli ultimi tempi, quindi ben presto la troveranno e non avranno alcuna pietà. Ma il bambino che deve nascere non ha alcuna colpa.»
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Garp, Portuguese D. Ace, Portuguese D. Rouge
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Da quando Garp se ne era tornato alla sua base della Marina, il clima in casa Portuguese si era tranquillizzato. Per la maggior parte della giornata non si sentivano più i versetti divertiti di Ace che prendevano in giro il marine, non si sentivano più le pareti tremare al solo russare dell’ uomo e Rouge trovava sempre maggior difficoltà a scambiare due chiacchere con qualcuno.
Insieme ai suoi bagagli e alle ormai inutili attrezzature mediche, Garp si era portato via un pezzetto di brio e di vivacità dei due.
Ace se ne stava spesso nel suo box a giocare con dei pupazzetti fatti in casa da Rouge e davvero raramente si metteva a fare inutili capricci. Secondo la madre, il bambino doveva aver capito che per lei la situazione non era delle migliori, che completamente da sola doveva occuparsi di un figlio e che non c’era nessuno al villaggio che avrebbe potuto darle una mano; quindi cercava di dare meno fastidio possibile.
Una signora che aveva provato pena per quella donna le aveva offerto un lavoro accettabile, ma lei aveva dovuto rifiutare dato che non se la sentiva di lasciare il figlio a casa da solo.
Per la mamma di Ace non si prostrava un destino facile.



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Il sole stava per calare all’orizzonte, lasciando posto a un cielo di un celeste intenso. La frescura serale si sentiva già bussare alle porte e molte case senza fastidio la lasciavano entrare.
Rouge stava preparando la cena per lei e per il piccolo che nel frattempo, seduto sul seggiolone strappava dei pezzetti da un giornale. Ad ogni “strap” che sentiva provenire dalla carta, emetteva un risolino divertito e continuava nella sua opera. Rouge portò in tavola i piatti, consegnando ad Ace la sua tanto amata pappa. Teneramente cominciò a imboccarlo, con non poche difficoltà dato che il piccolo si agitava ad ogni boccone felice come una pasqua.
«Dai Ace, sta’ un po’ fermo!» lo intimò la madre.
Quando il bambino fu sazio anche la madre si mise a mangiare lasciando Ace al suo lavoro incompleto del giornale. Mentre terminava di cenare Rouge si mise a osservare suo figlio.
Le sembrava ieri che fosse nato invece ora era già bello grandicello e pareva sapere il fatto suo. «Se anche Roger fosse qui… scommetto che sarebbe orgoglioso dei piccoli progressi che fai ogni giorno, tesoro mio.» disse con la voce incrinata dalla nostalgia.
«Sai, tuo padre era proprio un uomo buffo; sono sicura che sareste andati d’accordo.» riprese con più convinzione nella voce e uno strano luccichio di ricordi felici negli occhi accarezzando la testolina di Ace. A quel tocco materno, il piccolo concentrò tutta la sua attenzione sul viso della madre. Perfino lui si accorse che quando Rouge si metteva a parlare di Roger diventava più bella e radiosa: gli occhi erano più grandi e riflettevano la luce in modo particolare e sul suo volto si apriva un sorriso fantastico che contagiava gli altri. «Sperava sempre che prendessi da me le lentiggini, anche se a me non sono mai piaciute. Diceva che assomigliavano a delle stelle… proprio strano eh? Ma era davvero un uomo grandioso. Mi amava davvero tanto. E anch’io lo amavo.»



Rouge se ne stava in piedi sulla collina, accarezzata da un flebile venticello estivo che le scompigliava i capelli e le agitava il candido abito, mentre rimirava in religioso silenzio l’alba di un nuovo giorno.
Ad un tratto sentì qualcuno accarezzarle un fianco cingendole la vita.
«Roger, sei arrivato.» disse sciogliendo l’ansia che le attanagliava lo stomaco.
Il pirata le si affiancò sorridendo fiero, poi rispose: «Scusami cara, ma i miei sottoposti non mi volevano lasciare un attimo di pace. C’è un gran fermento per la partenza.»
«Capisco.» sussurrò con una nota di tristezza la donna. I due in silenzio si rimisero a guardare l’alba che ormai era giunta al suo termine. Rouge aveva un groppo in gola, non sapeva come dirglielo.
«Roger…» iniziò titubante, abbassando lo sguardo. Con un gesto rapido, andò a stringere il tessuto dell’abito che le copriva il ventre. Si sentiva per la prima volta debole accanto all’uomo che amava.
«Roger… io aspetto un bambino.» disse tutto d’un fiato stringendo le palpebre. Per un tempo che a lei parve interminabile ci fu il silenzio totale, perfino il vento pareva essersi calmato.
«E quando arriva? Prima della mia partenza così me lo presenti?»
Rouge sgranò gli occhi e si rizzò dritta con la schiena sorpresa dalla parole del pirata. Si mise a fissarlo stupita e col cuore che andava a mille, mentre questo sorrideva sereno.
«Roger…» disse lei cominciando a scaldarsi «… io aspetto un bambino da te!» esclamò arrabbiata afferrando la mano dell’uomo e mettendosela sul grembo.
Il futuro Re dei Pirati spalancò gli occhi e per poco non gli cadde la mascella al suolo dalla sorpresa. Con sguardo meravigliato come quello di un bambino guardò quello lucido di Rouge, capendo che no, non era uno scherzo. Lentamente le lacrime che annebbiavano lo sguardo della sua donna presero a scenderle sulle guance copiose. Roger le asciugò con un dito, sorridendo dolcemente.
«Io non voglio che piovano più lacrime sulle tue costellazioni di lentiggini.»
Rouge si abbandonò tra le braccia di Roger, affondando tra le pieghe morbide del suo soprabito rosso.
«Hai già scelto il nome?» le chiese accarezzandole le ciocche rosate. Di nuovo due sguardi carichi di emozioni, anche contrastanti, si incrociarono nuovamente.
«… Allora… vuoi tenerlo?» chiese timidamente la donna.
«Certo! Quindi, il nome lo hai già scelto?»
Rouge scosse il capo in segno negativo e si riaccoccolò al torace dell’uomo. «Ace… se sarà un maschio lo chiameremo Ace. E se fosse una femmina…»
«… Ann, mi piacerebbe Ann. A te piace?»
«È un nome fantastico. Ace se è un maschio, Ann se è una femmina.» concluse soddisfatto Roger, riprendendo a contemplare l’orizzonte.





Rouge si mise a guardare il proprio “cucciolo” che dormiva beato tra le lenzuola della culla. Aveva ancora bisogno del ciuccio, in fondo cresceva velocemente in altri ambiti.
Solo quando andò a sistemargli le coperte, la madre si accorse che nella manina destra, Ace stringeva debolmente un pezzetto di giornale ancora dall’ora di cena. Lo prese e fece per gettarlo, ma si bloccò poco prima di arrivare al cestino. Incuriosita, spiegò per bene la cartaccia. I suoi occhi si inumidirono e le sue labbra rosee si piegarono in un sorriso amaro.
Per non singhiozzare e svegliare il suo bambino, poggiò delicatamente una mano sulla bocca e delle sottile scie dolci le rigarono il viso. Non si sarebbe mai aspettata che tra tutti i pezzi che il figlio aveva creato, il pezzetto di giornale che Ace teneva tra le dita fosse proprio quello dell’articolo che raffigurava Roger poco prima dell’esecuzione.



Angolo dell’Autrice -----
Buoooooon saaaalve a tutti ragazzacci e ragazzacce!
Ritornando a questo capitolo… Cosa ve ne pare? L’idea del flashback mi piaceva, così ho deciso di inserirlo: mi sono impegnata un sacco per realizzare un Roger degno di tal nome! E poi gli ho aggiunto un pizzico di caratterizzazione di un altro personaggio di OP che conoscete tutti molto bene… ;)
Per chi è preoccupato, tranquilli il vecchio marine ritornerà tra breve… magari anche nel prossimo capitolo! Che altro aggiungere…. Ah già! Siccome sto scrivendo questi capitoli tutti insieme prima della pubblicazione, per poi postarli senza ritardi stratosferici, non so chi recensirà di preciso. Quindi colgo l’occasione ora per ringraziare tutti coloro che hanno letto, recensito o messo tra ricordate, seguite e preferite!
Ultima info: credo di accorciare un po’ i cappy da ora in avanti, dato che la situazione iniziale della storia mi pare abbastanza chiarita… (ditemelo voi, perché io ho ricontrollato un sacco di volte e non mi pare ci siano incongruenze!)
Ultimissima info (‘sta volta per davvero): per il rating giallo dovrete aspettare che Ace sia un po’ più grandicello dato che è li che ho deciso di piazzare certi avvenimenti.
Scusate per l’angolo autrice più lungo dei
Promessi Sposi e ci si sente alla prossima!
La Jiky
   
 
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