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Autore: lapoetastra    18/10/2014    4 recensioni
< Senti.. sono un po' imbarazzato a chiedertelo, ma devo. Se, ad esempio, un ragazzo ti chiedesse di andare a fare un pic-nic con lui, ti farebbe piacere? >
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fen, Nihal, Sennar, Soana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nihal fu svegliata da una carezza di Soana.
< Che ore sono? >, domandò la ragazza, stropicciandosi i grandi occhi viola ancora impastati dal sonno.
< E' quasi mezzogiorno, mia cara dormigliona. >, rispose Soana, raggiante.
Nihal si stupì.
Di solito la sua maestra la svegliava all'alba, per svolgere con lei alcuni esercizi mattutini di magia.
< Come mai mi hai permesso di dormire fino a quest'ora? >, le chiese.
< Bhe, sembravi così stanca... e ho pensato di lasciarti riposare un po' di più, per una volta. Ma non ti abituare, eh! >, esclamò Soana, volteggiando con leggerezza per la piccola stanza.
Nihal non l'aveva mai vista così felice.
Poi si accorse di come era vestita e le domandò, incuriosita:
Soana smise improvvisamente di danzare ed avvampò.
< Sai, prima è venuto Fen, mentre dormivi. Mi ha chiesto se volevo andare a fare un pic-nic con lui. Ha detto che ha preparato le fragole con la panna, perchè esse sono ancora più buone se mangiate con chi si ama... >, mormorò la donna, tenendo lo sguardo fisso a terra, vergognosa e timida come una ragazzina.
Nihal l'ascoltò in silenzio.
Cercò di non darlo a vedere, ma il suo cuore, a quelle parole, si era spezzato e gridava un urlo muto di dolore.
Voltò il viso per nascondere le lacrime amare di rabbia, tristezza e delusione che le stavano rigando le guance.
< Oh. Bene. Io sono... sono contenta per te. Per voi. >, sussurrò, provando a non far percepire il tremito nella voce.
< Io.. ora devo andare. Ci vediamo più tardi. >, continuò poi, e, prima che Soana potesse replicare, si mise velocemente una vestaglia per nascondere il pigiama azzurro che ancora indossava ed uscì di casa.
Si mise a correre, veloce, a perdifiato, con il vento che le scompigliava i capelli e le asciugava le lacrime che non volevo cessare di scendere.
Arrivò davanti al mare.
La sua immensità la spaventava e l'attirava allo stesso tempo.
Era l'unico luogo in cui si sentisse davvero libera.
Lasciò andare la disperazione che la attanagliava.
Gridò, urlò, fino a perdere la voce, ed ogni volta erano solo i gabbiani a rispondere al suo dolore con i loro gracchianti strilli.
Quando non ebbe più fiato nè lacrime, rimase lì, ferma, immobile, gli occhi ancora fissi su quella vastità azzurra ed il cuore ancora spezzato.
< Nihal? >, disse una voce alle sue spalle.
La mezz'elfa si girò di scatto.
Vide chi era e lo salutò con un debole e finto sorriso.
< Ciao, Sennar. >
< Ma che ti è successo? Hai gli occhi così rossi e gonfi... sembri distrutta. Cos'hai? >, domandò il giovane mago dai capelli rossi.
< Niente, non ti preoccupare, Sennar, davvero. Sto bene. E' solo che... ho dormito poco e male, stanotte. >, rispose Nihal, evitando lo sguardo accorato dell'amico.
Sennar non disse niente e semplicemente le si avvicinò, contemplando con lei il mare.
Dopo un po', Nihal ruppe il silenzio.
< Vorrei che qualcuno mi dicesse che mi ama. Anche solo per una volta, per un momento. Ma so che tanto non capiterà mai. >, mormorò con voce rotta e roca, rivolta più a se stessa che all'altro.
Poi, senza più parlare, si girò e si avviò con passo triste e stanco verso la città.
< Ti amo, Nihal. >, sussurrò Sennar.
Ma lei era già troppo lontana, ormai, per sentirlo.
   
 
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