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Autore: PostBlue    19/10/2014    2 recensioni
Brian continua a fissare il numero che ha digitato finché il display del cellulare non si spegne per l'ennesima volta.
Non ha voglia di fare quella telefonata. Non pensa di aver mai avuto meno voglia di fare qualcosa in vita sua.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DI INIZIO CAPITOLO
 
Hem...boh...
*guarda per aria in cerca di ispirazione*
*guarda il gatto in cerca di ispirazione*
*il gatto miagola e prova ad acchiappare il mouse*
no, è che per coerenza volevo mettere la nota di inizio a tutti i capitoli ma non so bene cosa dire.
Si continua ad andare a ritroso. Prima o poi si ritornerà al presente in quel benedetto bar dell'inizio. Siamo fiduciosi.
PB

 
CAPITOLO III
BIRTHDAY MAN
 
One last thing before I shuffle off the planet
And I will be the one to make you crawl
So I came down to wish you an unhappy birthday
Someone call the ambulance, theres gonna be an accident.


Placebo, Infra Red

6 MESI PRIMA 
 
Brian apre la porta del suo appartamento e viene investito da una musica che gli ricorderebbe qualcosa se non fosse così alta da stordirlo.
Chiude la porta e segue il frastuono fino alla camera di Cody, dove suo figlio è alle prese con una chitarra elettrica - fortunatamente scollegata da qualsiasi amplificatore -  sulla quale cerca di riprodurre le note della canzone che sta andando a tutto volume nello stereo e che Brian finalmente riconosce come Plug In Baby dei Muse.
Ad incoraggiare Cody, e a supportarlo con l'esibizione di dubbie doti canore, Audrey, una ragazza di circa diciassette anni, babysitter improvvisata a causa di un imprevisto, nipote di Helena e proprietaria del cd.
Quando Cody si accorge del padre, molla la chitarra e si precipita saltellante verso di lui che cerca di non soffermarsi sul fatto che la soddisfazione di vedere suo figlio con in mano una chitarra è decisamente offuscata dal fatto che stesse cercando di suonare una roba di quella specie di sorcio con manie di grandezza.
Audrey nel frattempo scatta in piedi e si precipita a spegnere lo stereo, salutando Brian con aria vagamente imbarazzata.
 
 
- Dai, Brian, è un'idea carina.
- No Helena, è un'idea di merda.
La voce di Brian si sta alzando di tono.
- Ma perché? - Helena sta cominciando ad essere esasperata. Di sicuro tra Brian e Cody non è il più piccolo ad essere il più difficile da gestire.
- Perché non ho nessuna intenzione di assistere alle prove dei Muse e tanto meno di farle sentire a Cody. Piuttosto gli compro un cd dei Tokyo Hotel.
- Non sono così male i Tokyo...- tenta Helena per sdrammatizzare, ma si blocca subito allo sguardo feroce di Brian.
Decisamente non è una buona giornata.
Helena sospira e si dirige verso il frigo per prendersi qualcosa di fresco da bere.
- Ma si può sapere che cazzo ti è venuto in mente di dire a tua nipote che li conosco?
Helena si volta e lo guarda con una bottiglietta d'acqua sospesa a metà strada tra il frigo e le sue labbra.
- Sai Bri, me lo sto chiedendo anch'io. Avrei dovuto immaginarmelo che ovviamente ti saresti incazzato.
- Cosa vorrebbe dire quell'ovviamente?
- Che sei il solito rompicoglioni.
Porta del frigo che sbatte. La schiena di lei che esce in terrazza con un moto di stizza.
Helena è l'unica che riesca a farlo sentire davvero un rompicoglioni. Probabilmente perché quando lo fa ha sempre ragione.
Si lascia cadere sul divano e si passa una mano sul viso cercando di farsi venire in mente un modo per recuperare il numero privato di Matthew Bellamy senza sputtanarsi con tutti i manager di Londra.
Se proprio deve fare questa cosa – e sa perfettamente che dovrà farla perché difficilmente riesce a spuntarla con Helena quando lei si intestardisce su qualcosa – vorrebbe trovare la soluzione più discreta e indolore possibile.
Se poi riuscisse anche a trovare il modo di fare questo dannato favore a Helena riducendo al minimo i contatti con il frontman dei Muse sarebbe ancora meglio.
E se magari riuscisse a teletrasportare magicamente Audrey e Helena agli studi durante le maledette prove rendendosi al contempo invisibile, ecco quello sarebbe perfetto.
No. Perfetto sarebbe che Helena si dimenticasse di avergli fatto quella richiesta e Audrey si dimenticasse per sempre che l’ex compagno di sua zia ha avuto la malaugurata opportunità nella sua vita di imbattersi in quel pallone gonfiato di Bellamy. Quello sarebbe perfetto.
- Bri, ti sei addormentato o stai ricorrendo alla meditazione per trovare qualche scusa?
Helena è rientrata e si siede di fianco a lui sul divano ignorando la sua occhiataccia.
- Brian…
- Mmh…
- Lo so che non ti è particolarmente simpatico…
- Non è che non è simpatico a me. E’ un coglione di suo
- Sì, certo. Dicevo. Lo so che magari non è simpaticissimo, ma è solo una telefonata. Per un volta. Voglio fare un regalo speciale a Audrey per i suoi 18 anni…
- Se vuoi le autografo tutti i cd dei Placebo…
- Sai che roba. Non vi ascolta neanche.
- ----?
- E non fare quella faccia. Brian, prima o poi dovrai venire a patti col fatto che, al mondo, può esistere qualcuno che non ascolta i Placebo. E ti dirò di più – aggiunge poi con tono basso e cospiratorio – esiste anche gente a cui i Placebo…fanno proprio cagare.
Brian cerca di rimanere serio e di mantenere sul volto un espressione imbronciata ma quando Helena gli si avvicina all’orecchio per sussurrargli l’ultima parte non riesce a trattenersi e scoppia a ridere.
- Ma vaffanculo, Hel, – bofonchia, sempre ridendo – guarda che prendendomi per il culo non migliori la mia disposizione per questa storia.
- Se non altro non hai più quel brutto muso incazzato. Poi per forza che ti riempi di rughe – continua a sfotterlo lei alzandosi e dirigendosi verso l’entrata per prendere la sua giacca.
- Io non sono pieno di rughe – protesta Brian piccato, alzandosi a sua volta e sbirciando al tempo stesso il suo riflesso nel grosso vaso cromato sul mobile dell’entrata.
- Hel, davvero…
- Oddio, Brian, stavo scherzando!
- Ma…
- La tua pelle è bella come quella di un ragazzino, tranquillo.
Gli stampa un veloce bacio sulla guancia ed esce sul pianerottolo.
- Fammi poi sapere, ok?
- Cosa?
- Brian!
- Non ti ho ancora detto che lo farò!
- Bé, allora fammi poi sapere cosa decidi… se ti va di aiutarmi a fare un regalo speciale a mia nipote o se ritieni sia meglio comportarti da stronzo insensibile di fronte alla fragile emotività di…
- Ooooh, smettila, smettila, va bene. Quando sento Alex le chiedo di recuperarmi i contatti – sbotta con tono esasperato.
- Grazie Bri! Vedrai, Audrey ti sarà grata per sempre. Potrebbe persino ascoltare un tuo cd – replica Helena con una strizzata d’occhio mentre comincia a scendere le scale.
- Non ti assicuro niente però! – aggiunge lui mentre lei, già a metà della seconda rampa, si limita a sorridergli e a sparire dal suo campo visivo. 

 
   
 
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